Collegati con noi

Economia

Imprese, stranieri in fuga: solo Grecia peggio Italia

Pubblicato

del

Tasse, burocrazia asfissiante, una giustizia civile lenta e tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione tra i piu’ elevati d’Europa: l’Italia non e’ un Paese che attrae gli investitori stranieri. Ne e’ convinto l’Ufficio studi della Cgia sottolineando che le storture alle sono sottoposti quotidianamente gli imprenditori stanno facendo ‘dirottare’ altrove gli interessi esteri. Le cifre dicono che l’Italia si colloca al penultimo posto nell’Unione Europea per gli investimenti diretti esteri. Nel 2018, infatti, ammontavano al 20,5% del Pil, pari a 361,1 mld di euro. Tra le nazioni dell’Unione Europea monitorate dall’Ocse, solo la Grecia, con il 16% registra un risultato peggiore del nostro. Con pochi investimenti stranieri e molte holding in procinto di lasciare l’Italia, affermano gli Artigiani di Mestre, la politica nazionale si ostina a sottovalutare questi segnali cosi’ preoccupanti. “Premesso che, ad esempio, ArcelorMittal, Embraco, Whirlpool e molte altre multinazionali non sono certo delle onlus, ma delle realta’ fortemente determinate a perseguire i propri interessi spesso in barba agli accordi preventivamente sottoscritti con le parti sociali – spiega Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia – e’ altrettanto evidente che le responsabilita’ di un loro possibile addio vanno ricercate anche in un clima generale di avversione nei confronti delle aziende presenti nel nostro Paese”. Zabeo lo dice chiaramente: “in Italia si avverte in molti strati della societa’ e della Pubblica Amministrazione una cultura del sospetto verso gli imprenditori che condiziona negativamente la crescita e lo sviluppo”. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (anno 2017), le multinazionali, ovvero le imprese a controllo estero residenti in Italia, sfiorano le 15.000 unita’, danno lavoro a poco piu’ di 1.350.000 addetti e producono 572,3 mld di euro di fatturato all’anno. “In termini di lavoro – puntualizza il segretario della Cgia, Renato Mason – queste realta’ occupano direttamente il 6% circa di tutti gli addetti presenti in Italia e concorrono a produrre poco piu’ del 17% del fatturato nazionale”. Gli Artigiani citano, in particolare, il caso Ikea: incertezza e burocrazia bloccano le aperture ad Arese e Verona. Eppure gli investimenti esteri premiano ancora il settore produttivo: dei 372,1 mld di euro di IDE presenti in Italia nel 2017, il 27,8% circa (pari a 103,4 mld di euro) ha interessato il settore manifatturiero (in particolar modo alimentari/bevande, autoveicoli, metalli e prodotti di metallo,). Seguono la attivita’ professionali, scientifiche e tecniche, in parte ascrivibili a consulenze aziendali di vario tipo, che incidono per il 21,4% (79,5 mld di euro) e il commercio e l’autoriparazione con il 10,8 (40 mld di euro). Gli ambiti dove la presenza pubblica e’ piu’ significativa sono anche quelli dove si registrano i livelli piu’ bassi di investimenti diretti esteri. E’ il caso del settore artistico con 742 milioni, di quello riferito all’acqua, reti fognarie e rifiuti con 401 milioni e nella sanita’ con 110 mln di euro.

Advertisement

Economia

La bolletta della luce cala del 55% nel secondo trimestre

Pubblicato

del

Con il forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela nel secondo trimestre del 2023 si riduce del 55,3%. Lo rende noto l’Arera, precisando che gli oneri generali di sistema vengono riattivati per tutti i clienti elettrici, comprese le utenze domestiche. Dal 1 aprile 2023, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 23,75 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse.

Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, spiega l’Arera, per l’energia elettrica la variazione del -55,3% del prezzo finale della famiglia tipo (con consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW), che risulta così di 23,75 centesimi di euro al kWh, è sostanzialmente legata alla forte diminuzione della voce energia (Pe) -60,9%, ad un leggero calo della voce dispacciamento (Pd) -1,2%, ad un adeguamento delle voci di commercializzazione (Pcv e DispBt) +0,5% e all’aumento della voce oneri di sistema +6,3% in seguito alla loro riattivazione. Rimaste invariate le tariffe di rete regolate (Trasporto, distribuzione e misura).

L’andamento dei mercati energetici, rileva l’Arera, “ha visto quotazioni all’ingrosso del gas in deciso calo nel trimestre in corso, influenzate da diversi fattori: una domanda europea in riduzione (-13% nel 2022 rispetto al 2021), una ripresa contenuta della domanda asiatica di Gnl, la ripresa operatività o nuovi terminali di liquefazione negli Stati Uniti e di rigassificazione in Europa”. Le temperature miti dell’inverno 2022-2023, prosegue l’Autorità, “hanno favorito un limitato utilizzo degli stoccaggi europei (a metà marzo ancora pieni al 57% circa della loro capacità) e i prezzi a termine indicano condizioni meno tese per l’equilibrio di domanda e offerta del gas nel secondo trimestre del 2023. In questo quadro anche le quotazioni a termine dell’energia elettrica si sono mosse verso il ribasso, dopo i forti cali già registrati. Già nel primo trimestre 2023, in base ai dati di preconsuntivo, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) infatti è risultato in calo del 36% circa rispetto al quarto trimestre 2022”.

Continua a leggere

Economia

Bollette, bonus a famiglie numerose con Isee a 30mila euro

Pubblicato

del

Attuando quanto previsto dal governo nel decreto approvato lo scorso 28 marzo, l’Arera è intervenuta confermando i bonus sociali elettricità e gas per le famiglie con livello Isee fino a 15.000 euro. Per le famiglie numerose, con almeno 4 figli a carico, il livello Isee sale da 20mila a 30mila euro.

Arera ricorda che i bonus sociali energia a sostegno delle famiglie “vengono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto” e che l’Isee “ha una validità coincidente con l’anno solare ed è quindi importante ripresentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per ottenere la certificazione per il 2023”. Attuando quanto previsto dal governo nel decreto approvato lo scorso 28 marzo, l’Arera ha azzerato gli oneri generali di sistema anche per il prossimo trimestre per la generalità dei clienti gas mentre vengono riattivati per tutti i clienti elettrici, comprese le utenze domestiche.

Assieme al potenziamento dei bonus sociali sono interventi che si affiancano alla conferma della riduzione Iva sulla gestione calore, sul teleriscaldamento e sul gas al 5%. Sempre per il gas, spiega l’Arera, viene “gradualmente ridimensionata e poi azzerata nel corso del secondo trimestre 2023 la componente tariffaria negativa Ug2, introdotta da aprile dello scorso anno dall’Autorità e applicata ai consumi fino a 5.000 smc (metri cubi standard) l’anno. Una misura speciale che ha permesso di contrastare per famiglie e piccoli utenti il picco dei prezzi gas”.

Continua a leggere

Economia

Arriva nuovo taglio sulle bollette, oltre 20% sulla luce

Pubblicato

del

Tagli “importanti” in vista per la bolletta della luce, “superiori al 20% sicuramente”, ma anche la tariffa del gas vedrà ancora un calo, anche se non della stessa entità “sarebbe ragionevole aspettarsi qualcosa intorno al 10%”. Alla vigilia della comunicazione trimestrale della tariffa dell’elettricità per il periodo aprile-giugno da parte di Arera, il presidente dell’Autorità Stefano Besseghini, conferma il taglio per gli utenti del mercato tutelato. Previsioni che “se saranno confermate – stima il Codacons – porterebbero a un risparmio per 408 euro annui a famiglia rispetto ai prezzi oggi in vigore”. Besseghini – interpellato a margine della cerimonia di apertura della 24/a edizione del master in gestione delle risorse energetiche di Safe – non è stato più preciso spiegando che sulla tariffa della luce “gli uffici stanno completando i conti anche alla luce del decreto di ieri”. Per il trimestre gennaio-marzo il calo comunicato a fine dicembre era stato del 19,5%. Sul gas, la cui tariffa indicata mensilmente sarà resa nota il 4 aprile, “siamo a fine mese”, quindi con l’andamento del prezzo ormai definito, “sarebbe ragionevole aspettarsi qualcosa intorno al 10% perché la variazione più importante l’ha fatta nei due mesi precedenti” (-34,2% a gennaio e -13% a febbraio), “quindi che adesso riesca a recuperare molto più di quello mi sembra difficile”, ha osservato il presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

“Se saranno confermate le previsioni di Arera, il ribasso delle tariffe di luce e gas determinerebbe un risparmio per 408 euro annui a famiglia rispetto ai prezzi oggi in vigore” calcola il Codacons osservando che una riduzione delle tariffe elettriche del 20% porterebbe la bolletta media a scendere dagli attuali 1.434 euro annui a 1.147 euro, con un risparmio di 287 euro a famiglia. Quella del gas, stima l’associazione dei consumatori, “con un calo del 10%, scenderebbe dagli attuali 1.210 euro a nucleo a 1.089 euro, con una minore spesa di 121 euro”. Sulle bollette “resta una stangata” commenta il responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, Marco Vignola osservando che “se il Governo avesse confermato tutti i provvedimenti di Draghi, le famiglie avrebbero avuto una bolletta del gas inferiore di 459 euro su base annua, 298 euro se il Governo si ravvedesse, mantenendo per un anno almeno la quota di sconto del 35% degli oneri, prevista invece ora solo fino ad aprile. Quanto alla luce, “anche se domani si profila una consistente riduzione in fattura, è chiaro che il ripristino degli oneri, se fosse pari a quello pre-crisi del secondo trimestre 2021, implica comunque una tassa aggiuntiva pari a 124 euro su base annua per una famiglia tipo in tutela”.

All’indomani del via libera del consiglio dei Ministri al Decreto in tema di bollette, Besseghini valuta il provvedimento “positivamente perché conferma una attenzione per i consumatori vulnerabili che fin dall’inizio della crisi sono stati oggetto di una attenzione specifica, di fatto hanno avuto le tariffe congelate per quasi un anno e mezzo, con uno sforzo non trascurabile. Poi, sul fatto che la parte degli oneri di sistema elettrica venga recuperata in un momento in cui stiamo riavvicinandoci a una situazione più normale ha senso modularli, anche quelli sono costi che si sostengono” e questo “crea spazio per interventi successivi nel momento in cui ce ne dovesse essere bisogno”. Inevitabilmente, ha aggiunto, “ora parte della diminuzione verrà mangiata con il ripristino degli oneri di sistema”. Oneri su cui Assoutenti chiede una riforma perché “ingloba balzelli che nulla hanno a che vedere con i consumi energetici e appaiono più come un bancomat per prelevare soldi agli italiani”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto