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Impagnatiello, il coltello è sopra il frigorifero in cucina

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Si trova infilato in un ceppo portacoltelli in cucina sopra al frigorifero di casa il coltello che Alessandro Impagnatiello ha usato per uccidere Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza. A indicare dove si trovi l’arma, che domani verrà sequestrata durante i rilievi nell’appartamento di Senago, nel Milanese, in cui è avvenuto l’omicidio, è stato lui stesso durante l’interrogatorio di convalida del fermo di venerdì scorso.

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Il sequestro del coltello, assieme ad altri accertamenti irripetibili, fa parte dell’attività della Sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri che per la prima volta, a distanza di dieci giorni dal delitto, entreranno nell’abitazione di via Novella dove viveva la coppia. I rilevi tecnico-scientifici, coordinati dalla Procura, verranno effettuati anche nella cantina e nel box, dove Impagnatiello, a suo dire, avrebbe nascosto per quattro giorni il corpo martoriato della compagna prima di sbarazzarsene, gettandolo tra le sterpaglie vicino a dei garage non molto lontano dall’abitazione. Anche su questo fronte inquirenti e investigatori devono effettuare verifiche per riscontrare le dichiarazioni dell’uomo, su cui ci sono dubbi, e per dimostrare che c’è stata premeditazione.

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Processo Tirreno Power: moglie vittima, mio marito morto di nuovo

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Comprensibile sconforto tra il pubblico, composto soprattutto da ambientalisti e parenti di persone decedute, dopo la lettura della sentenza con cui il giudice Francesco Giannone del Tribunale di Savona ha assolto con formula piena tutti gli imputati dall’accusa di disastro ambientale e sanitario colposo. “La mia testimonianza non è stata considerata perché indiretta – racconta una donna – ma mio marito non può più testimoniare, mio marito è morto. E oggi è morto un’altra volta”. “Per noi oggi è una giornata molto brutta, con l’assoluzione viene a cadere l’ipotesi accusatoria. Attendiamo le motivazioni della sentenza – spiega Laura Mara, avvocato delle parti civili -. Chiaro che se ci fosse un appiglio valuteremo l’impugnazione”.

La sentenza, spiega, non esclude che ci sia mai stato inquinamento a Vado ma significa che per il giudice non si può collegare quell’inquinamento alla centrale: “Bisognerà ora capire sulla base di che criterio logico e giuridico si è arrivati a questa assoluzione. Nulla è perso, la nostra lotta andrà avanti a tutela della salute, dei cittadini e del territorio colpiti dall’ inquinamento, che c’è stato. E poi cercheremo le forme più opportune di tutela, se non in sede penale in sede civile dove non si ragiona sull’oltre ogni ragionevole dubbio ma sulle probabilità”.

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Uccide la madre e il fratello dopo una lite nel Modenese

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Un uomo ha ucciso la madre e il fratello a Vignola (Modena). A scoprire i due cadaveri all’interno di un’abitazione in via Torino sono stati i carabinieri accorsi sul posto dopo che i vicini di casa avevano dato l’allarme, intorno alle 21.30, riferendo di aver sentito urla compatibili con una lite. L’autore del duplice omicidio sarebbe già stato individuato. L’uomo, ritenuto essere il responsabile della morte della madre e del fratello, è stato portato via dal luogo del delitto in ambulanza con i carabinieri al seguito. Al momento non si conoscono le età delle persone coinvolte e la dinamica dei fatti.

Le vittime del duplice omicidio avvenuto ieri a Vignola, in provincia di Modena, dove un uomo ha ucciso la madre e il fratello, sono la 88enne Anna Malmusi e suo figlio Emore Capucci, 66 anni. Il presunto autore del delitto, piantonato in ospedale da ieri sera dai carabinieri, è il 67enne Uber Capucci, portato all’ospedale di Baggiovara, dove non sarebbe in pericolo di vita. In fase di ricostruzione la dinamica dei fatti. Come hanno testimoniato i vicini di casa, ieri intorno alle 21.30, prima che i carabinieri intervenuti sul posto rinvenissero i due cadaveri, nell’abitazione del duplice omicidio si sarebbe consumata una violenta lite. I testimoni hanno riferito di aver udito delle urla.

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Cronache

Arrestati dai carabinieri i violentatori delle cuginette del Parco Verde di Caivano, sono 7 minorenni e due maggiorenni

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Gli autori delle atroci violenze sessuali ai danni delle due cuginette di 10 e 12 anni del Parco Verde di Caivano ora hanno un nome ed un volto. Sono sette minorenni e due maggiorenni che i Procuratori della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e presso il Tribunale di Napoli Nord hanno ordinato di fermare.

Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, eseguire dai militari dell’Arma riguardano quel caso di violenza sessuale perpetrata da un gruppo di giovanissimi, composto appunto da sette minorenni e due maggiorenni, ai danni delle cugine.

I dettagli delle indagini che hanno portato ai fermi dei nove indagati saranno resi noti in conferenza stampa dei Procuratori della Repubblica. In quella sede saranno fornite informazioni generali sulle accuse e gli elementi oggettivi ritenuti sussistenti nel corso delle Indagini Preliminari degli Uffici delle due Procure, quella di Napoli Nord e quella dei Minori.

È importante sottolineare che, in questa fase, la trasmissione di dettagli più approfonditi sarà riservata al comunicato stampa successivo. Tuttavia, la convocazione di una conferenza stampa rappresenta un passo importante verso una maggiore chiarezza e una migliore comprensione del caso da parte del pubblico.

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