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Immigrazione clandestina e corruzione, arrestati anche poliziotti: a Napoli c’era un tariffario per nazionalità

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Sette persone, tra cui un poliziotto ancora in servizio nell’ufficio immigrazione della Questura di Napoli e un altro in pensione, sono state arrestate in una operazione coordinata dalla Procura di Napoli. Sgominata un’associazione per delinquere finalizzata a favorire l’immigrazione clandestina. Ad alcuni indagati si contesta il reato di corruzione. Dell’organizzazione facevano parte poliziotti ed extracomunitari. L’indagine nasce da una segnalazione per finanziamento al terrorismo.  “Ne abbiamo fatto entrare a migliaia”.

Catello Maresca. Il magistrato inquirente che ha coordinato l’inchiesta assieme alla collega Maria Di Mauro

Questa è una delle intercettazioni carpite nell’ambito dell’operazione della Procura di Napoli contro la banda, di cui facevano parte anche alcuni poliziotti, che favoriva l’ingresso di immigrati in Italia dietro corruzione. Durante le perquisizioni è stata anche trovata una agendina nella quale era stato annotato un tariffario, con le cifre che i poliziotti percepivano da alcuni immigrati facenti parte dell’organizzazione che, suddivisi per nazionalità (tunisina, algerina, etc. etc.), raccoglievano le richieste e poi corrompevano gli agenti per ottenere autorizzazioni. L’intermediario era l’ex poliziotto in pensione che si metteva di volta in volta in contatto con alcuni colleghi in servizio.

Comunicavano alla maniera mafiosa, con i pizzini, Munir – uno degli immigrati arrestati nell’ambito dell’operazione contro una banda che favoriva l’Immigrazione clandestina – e un poliziotto, Enzo, anche lui, arrestato.

In uno di questi bigliettini, sequestrati da GdF e Ps, sotto il coordinamento della DDA di Napoli (procuratore aggiunto Borrelli, sostituti Catello Maresca e Maria Di Mauro), gli interlocutori di scambiano informazioni su come mettersi in contatto in maniera “sicura”: “Munir sono Enzo, questo e’ il nuovo numero, mi devi chiamare tu con una nuova scheda e un nuovo telefono”.

Della falsificazione dei documenti (carte di identità’, passaporti, eccetera) che in cambio di denaro gli immigrati riuscivano ad ottenere da alcuni poliziotti corrotti dell’ufficio Immigrazione della Questura di Napoli, si occupava anche Ahmedi Khemisti, detto “zidane”, algerino gia’ noto alle forze dell’ordine, arrestato nel novembre del 2018 dalla polizia locale di Napoli perche’ trovato in possesso di migliaia di documenti falsi nella sua “base” di Poggiomarino, nel Napoletano.

Nell’ambito dell’operazione del Gico e della Squadra Mobile di Napoli contro una banda dedita al favoreggiamento dell’immmigrazione clandestina, coordinata dalla Procura antimafia partenopea (pm Catello Maresca e Maria Di Mauro, aggiunto Giuseppe Borrelli), sono finiti in carcere tre algerini: Salim Fourati, detto “Zaito” o “Samuele”, di 48 anni; Mounir Grine, di 36 anni e Faycal Kheirallah, 42 anni, detto “capo” o “il professore”. Il gip Marco Carbone ha disposto il carcere anche per Flavio Scagliola, poliziotto di 45 anni e per l’ex agente Vincenzo Spinosa, di Marano di Napoli, di 64 anni. Il giudice ha invece disposto gli arresti domiciliari per il 28enne Qing Weng, detto “Michele il cinese”, di Fujian (Cina) e Alessandro Cerrone, di 41 anni. Per altri cinque indagati (tre italiani e due tunisini) invece il gip ha rigettato le misure cautelari chieste dagli inquirenti. Tra questi figurano altri due ex poliziotti. I reati contestati, a vario titolo, l’associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla corruzione.

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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