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Cronache

Il Tar dice: è illegittimo l’affidamento di Sanremo alla Rai, dal 2026 va fatta una gara

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È “illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del festival” per il 2024-2025: fatta salva la prossima edizione, dal 2026 si dovrà procedere “con una gara aperta agli operatori del settore”. In 58 pagine, il Tar della Liguria mette nero su bianco una sentenza che potrebbe cambiare la storia dell’evento tv per eccellenza. La Rai valuta il ricorso, ma intanto getta acqua sul fuoco: “I giudici amministrativi – fa sapere Viale Mazzini – hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival”: “nessun rischio”, quindi, “che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.

Il Tar si è pronunciato sul ricorso della Just Entertainment, società di edizione musicale e di produzione e realizzazione di eventi e opere musicali, che nel marzo 2023 aveva trasmesso al Comune di Sanremo una manifestazione di interesse “ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo” e del relativo marchio per curare l’organizzazione e lo svolgimento del Festival” nonché le relative “attività di promozione e diffusione”.

Di fronte al mancato riscontro del Comune – che “avrebbe riferito che nessun affidamento era intervenuto in favore di Rai con riferimento alle future edizioni del Festival” – la Je ha impugnato il provvedimento con cui lo stesso Comune “avrebbe affidato a Rai la concessione dell’uso in esclusiva del marchio ‘Festival della Canzone Italiana’ e “lo svolgimento della 74/a edizione del Festival, nonché di eventuali successive edizioni”. Piuttosto complessa, la sentenza si gioca sulla distinzione tra la titolarità del marchio e il format tv. “Il Tar – nella lettura di Viale Mazzini – ha giudicato irregolari soltanto le delibere con le quali il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio ‘Festival della Canzone Italiana’, nonché alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell’organizzazione del Festival stesso.

Dunque, nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”. Fatta salva l’edizione 2025, affidata a Carlo Conti – “risulterebbe evidentemente sproporzionato e irragionevole incidere sull’edizione del Festival già svolta e sull’edizione che si svolgerà tra pochi mesi”, fanno notare i giudici amministrativi – nulla impedirebbe a Viale Mazzini di organizzare il festival altrove. D’altra parte, però, nulla vieterebbe ad altri gruppi – da Mediaset a Warner Bros. Discovery – di partecipare alla gara per aggiudicarsi il marchio.

“È una sentenza inaspettata, articolata e complessa. Insieme ai dirigenti del Comune e ai nostri consulenti legali, la approfondiremo con scrupolosa attenzione nei prossimi giorni, anche al fine di pianificare le migliori strategie per il futuro”, riflette il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager. Esulta invece Sergio Cerruti, managing director della Je e già presidente dell’Afi, l’Associazione fonografici italiani: “Davide ha abbattuto Golia, e in questo Paese ogni tanto le cose vanno nel verso giusto e che c’è speranza anche per i più piccoli”.

E chiosa: “Oggi abbiamo scritto un pezzo di storia, perché Sanremo è Sanremo, non è la Rai”. La necessità di un bando? “Lo sosteniamo da anni”, rivendica Striscia la notizia. Il caso intanto potrebbe approdare in Vigilanza: la sentenza del Tar “getta una forte ombra di incertezza su quello che rappresenta il più grande evento mediatico del servizio pubblico e la principale fonte di incasso pubblicitario della Rai”, avvertono gli esponenti Pd della bicamerale. Per i dem, “è fondamentale che l’Ad Rossi venga immediatamente a riferire in commissione di Vigilanza per chiarire come intende affrontare questa situazione e garantire che il Festival di Sanremo rimanga un pilastro del servizio pubblico”.

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Resta in cella ex boss collaboratore di giustizia Vincenzo Sarno

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Resta in carcere l’ex boss e collaboratore di giustizia Vincenzo Sarno: sono stati entrambi convalidati dai giudici di Brescia e Napoli i provvedimenti di fermo per tentato omicidio e omicidio notificati rispettivamente dalla Dia di Brescia e dalla Squadra Mobile di Napoli. Secondo gli inquirenti, malgrado “pentito”, stava riorganizzando l’omonimo clan del quartiere Ponticelli di Napoli, che una volta gestiva con i suoi fratelli, ed era pronto a tutti per riprendersi l’egemonia degli affari criminali della zona. A Sarno, e ad altri due suoi complici, viene contestato dalla Dda di Brescia il tentato omicidio di un ex collaboratore di giustizia, Domenico Amato, che nel 2022 si trovava in una località protetta di una delle province della Lombardia.

Per costringerlo a uscire di casa e colpirlo, è l’ipotesi degli investigatori, il commando decise di incendiare la sua vettura. Per fortuna il tentativo non andò a segno: l’obiettivo del raid, forse intuendo che si trattava di un agguato, rimase barricato in casa. Due giorni fa, a Massa Carrara, Sarno ha ricevuto anche un decreto di fermo, emesso dalla Dda di Napoli e notificato dalla Polizia di Stato, per un altro fatto di sangue, un cold-case risalente al 1996: si tratta dell’omicidio di Gerardo Tubelli, assassinato il 5 gennaio 1996, nella sua abitazione di Cercola (Napoli). Si tratta di un agguato che gli inquirenti inquadrano nella guerra di camorra tra i Sarno e il gruppo Maione/Tubelli, quest’ultimo legato all’Alleanza di Secondigliano. Secondo la Dda in quel gruppo di fuoco c’era anche Vincenzo Sarno.

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Guasto sulla linea Alta Velocità a Bologna: treni bloccati e ritardi fino a 100 minuti

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Mattinata di forti disagi per i viaggiatori dell’Alta Velocità ferroviaria, a causa di un guasto a un deviatoio nei pressi della stazione sotterranea di Bologna. Il problema ha causato rallentamenti significativi sulla linea, con ritardi pesanti per diversi treni diretti verso sud, in particolare da Milano a Roma e Napoli.

Treni bloccati e ritardi fino a 100 minuti

Per circa due ore, la circolazione ha subito forti rallentamenti. Alcuni convogli non hanno potuto essere deviati sulla linea di superficie e sono rimasti fermi per lungo tempo, accumulando ritardi fino a 100 minuti. Gli altri treni, invece, sono stati deviati, ma hanno comunque subito rallentamenti consistenti.

Situazione risolta, ma persistono i disagi

Il problema è stato risolto alle 10.50, permettendo ai treni di riprendere il loro percorso regolare. Tuttavia, gli effetti del blocco si stanno ancora facendo sentire, con code di ritardi che impattano sulla regolarità del traffico ferroviario anche nelle ore successive.

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Pubblica amministrazione, 650 licenziati all’anno: 1 su 3 assente ingiustificato

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Tra il 2018 e il 2023 sono stati circa 15mila i dipendenti della pubblica amministrazione incappati in sospensioni o licenziamenti. La maggior parte dei provvedimenti, il 30%, nel comparto sanità (4.666 provvedimenti disciplinari gravi) e nel gruppo Ministeri-Agenzie (4.181, 27%). Seguono: i comuni con 3.138 sospensioni e licenziamenti, pari al 20% del totale; le scuole (1.625, 11%), la categoria enti pubblici vari (4%), le regioni (3%) e, infine, le università e le province, ferme entrambe a quota 2%. E’ quanto emerge da un’analisi di Centro Studi Enti Locali basata sugli ultimi dati messi a disposizione dal ministero per la Pubblica Amministrazione. E nel 2023 come nell’anno precedente i licenziati sono stati circa 650: prima causa (35%) le assenze ingiustificate dal servizio: dipendenti che non hanno comunicato che non si sarebbero presentati a lavoro, che hanno giustificato la loro assenza con un certificato medico falso o che attestava una malattia inesistente .Al secondo posto, c’è la categoria licenziamenti connessi a dei reati, che rappresenta il 33% del totale e ancora, nel 26% dei casi, l’inosservanza di disposizioni servizio, la negligenza, le false dichiarazioni o un comportamento scorretto verso superiori, colleghi e utenti.

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