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Cronache

Il sogno dell’uomo volante Frankie Zapata affonda nel mar della Manica

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Si e’ infranto in mare il sogno di Franky Zapata. L”uomo volante’ che voleva trasvolare la Manica a bordo della Flyboard – la tavola a turboreazione da lui concepita per conquistare il cielo – non ce l’ha fatta. Dopo sei mesi di preparazione il suo tentativo ha fatto flop, anzi pluff, a circa meta’ del volo tra Francia e Gran Bretagna. “Sono deluso”, ha deplorato lui, che se la cava con una botta al gomito e qualche escoriazione. Ma che soprattutto non si da’ per vinto. Annunciando che appena possibile ritentera’ l’impresa. Dopo il fallito exploit, il francese ex campione mondiale di jet ski e’ stato ‘ripescato’ dalle unita’ di soccorso che lo seguivano durante la trasvolata, poi riaccompagnato in patria a bordo del rimorchiatore militare “L’Abeille Languedoc”. “Sto benissimo. Cadendo ho soltanto battuto il gomito ma nulla di eccezionale”, ha dichiarato ai media che lo attendevano al porto di Boulogne-sur-Maire, aggiungendo che ora – prima di riprovarci – dovra’ imperativamente rientrare nella sua Marsiglia per “riparare” la Flyboard, perche’ – spiega – “tutta l’elettronica e’ spacciata”. L’indomito quarantenne era decollato, come previsto, poco dopo le 9 del mattino da Sangatte, nel nord della Francia, dinanzi a una folla di telecamere e curiosi venuti ad acclamarlo. Obiettivo? Raggiungere venti minuti dopo le bianche scogliere di Dover, in Inghilterra. “Il volo – racconta lui – era straordinario – Tutto cio’ che avevamo perfettamente preparato stava andando a meraviglia. Ho trasvolato per 7 minuti e dieci secondi, percorrendo piu’ chilometri del previsto”. Pero’, a 18 chilometri dalle coste inglesi, quando era arrivato il momento di posarsi sulla piattaforma di rifornimento per il previsto pit-stop di meta’ percorso l’atterraggio e’ andato storto. Colpa soprattutto, assicura il suo staff, della pedana su cui sarebbe dovuto atterrare e che non smetteva di ballare per le onde. Insomma, Franky c’era quasi, ma al momento di puntare i piedi, quando all’arrivo mancava un soffio, ha perso l’equilibrio, ed e’ finito in mare, con tutto il peso di quell’attrezzatura da astronauta imbevuta d’acqua. Immediate sono scattate le procedure di soccorso. “La cosa piu’ difficile – racconta lui – e’ stata togliersi il casco. Una volta messomi in sicurezza, la mia squadra ha chiamato il rimorchiatore l’Abeille che e’ venuto a prenderci e questo ha facilitato il salvataggio”. Nonostante il fallimento Frankie non si da’ per vinto, anzi, vuole imparare dai suoi errori e tornare al piu’ presto a sfidare la Manica. “E’ colpa nostra al 110%”, riconosce l’eterno ragazzo di Marsiglia, aggiungendo che forse avrebbe dovuto fare “un test di decollo e atterraggio”. “Peccato solo che non avessimo ottenuto il permesso” dalle autorita’ competenti, ha sottolineato. Il 14 luglio scorso, in occasione della Festa Nazionale francese sull’avenue degli Champs-Elyse’es, Zapata strego’ i connazionali piroettando con la sua Flyboard nel cielo di Parigi. Un’impresa che ha portato all’ultimo fuoriclasse di Francia una straordinaria (ed improvvisa) popolarita’ nonche’ le lodi del presidente Emmanuel Macron. Dotata di 5 minuscoli turboreattori, la tavola volante da lui congeniata puo’ raggiungere i 190 km/h. Unico limite, l’autonomia di appena dieci minuti del serbatoio che Zapata deve portare sulle spalle in equilibrio precario, con i piedi piantati su un pezzo di cielo, manovrando il tutto con un piccolo joystick.

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Tragico bilancio per l’incidente occorso alla nave in arrivo da Capri al Molo Beverello: sono 18 i feriti, molti contusi ed una donna grave. Nel cuore del Porto di Napoli, un tranquillo mattino si è trasformato in un momento di panico quando la nave veloce Isola di Procida ha urtato la banchina del Molo Beverello  durante le operazioni di ormeggio. L’incidente ha causato il ferimento di diverse persone a bordo, con almeno 18 individui che hanno riportato lesioni.

Secondo le prime informazioni, l’urto improvviso ha gettato a terra passeggeri e membri dell’equipaggio, lasciando dietro di sé un tragico scenario di contusioni e traumi. Le ambulanze sono state rapidamente convogliate sul posto per prestare soccorso agli feriti, con il personale sanitario che ha immediatamente iniziato la valutazione delle loro condizioni.

L’Asl Napoli 1 ha riferito che la maggior parte dei feriti ha riportato traumi maxillo facciali o lesioni, mentre uno di loro ha subito un politrauma più grave. Il trasporto dei feriti è stato organizzato in diversi ospedali della zona, tra cui il Cardarelli, il San Paolo, l’Ospedale del Mare, il Cto, il Fatebenefratelli e l’Ospedale Pellegrini.

L’incidente è stato prontamente segnalato alla centrale operativa 118 dell’ASL Napoli 1 Centro, che ha coordinato gli sforzi di soccorso inviando ulteriori ambulanze e allestendo un Posto Medico Avanzato sul luogo dell’incidente. Il personale medico ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti i feriti fossero valutati e trasportati in base alla gravità delle loro condizioni.

Le prime ipotesi sull’incidente suggeriscono che una folata di vento possa essere stata la causa scatenante, considerando le condizioni meteorologiche al momento dell’ormeggio. Nonostante le onde alte e le raffiche di vento, la navigazione sembrava essere consentita, ma una violenta folata ha improvvisamente fatto sbandare la nave mentre si avvicinava al molo.

Le autorità competenti avvieranno un’indagine dettagliata per determinare le cause esatte dell’incidente e per adottare eventuali misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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