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Il sindaco di New York Eric Adams trema, si dimette capo polizia Edward Caban

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Il capo della polizia di New York getta la spugna. Sotto pressione da giorni, Edward Caban annuncia le sue dimissioni in seguito a un’indagine per corruzione, una delle quattro inchieste in corso che sta facendo tremare l’amministrazione del sindaco Eric Adams. In una email inviata agli agenti del dipartimento di polizia più grande d’America, Caban spiega che gli ultimi sviluppi gli hanno reso impossibile concentrarsi sul suo lavoro.

“Il New York Police Department merita qualcuno che possa concentrarsi esclusivamente nel proteggere e servire New York, ed è per il bene della città e di questo dipartimento che ho assunto la difficile decisione di dimettermi”, ha detto Caban, al quale nei giorni scorsi gli agenti federali hanno sequestrato il cellulare nell’ambito dell’indagine che stanno conducendo per corruzione.

Secondo indiscrezioni, l’agenzia delle entrate americana è coinvolta nell’inchiesta che avrebbe nel mirino le attività del fratello gemello di Caban, un ex agente licenziato nel 2001. Il sindaco di New York, che da giorni premeva per un passo indietro di Caban, ha accettato le dimissioni: “Rispetto la sua decisione. Gli auguro il meglio”, si è limitato a dire Adams, che lo aveva nominato poco più di un anno fa come il primo ispanico alla guida del Nypd.

Le dimissioni di Caban mettono in evidenza il caos all’interno dell’amministrazione Adams, nei confronti della quale sono in corso complessivamente quattro inchieste. Una di queste ha nel mirino proprio il sindaco e la sua campagna elettorale per aver raccolto donazioni illegali dal governo turco in cambio dell’autorizzazione al nuovo consolato di Ankara a New York nonostante i timori per la sicurezza dell’edificio

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Kiev, Mosca recluterà 675mila soldati a contratto in 3 anni

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Le autorità russe hanno in programma di reclutare almeno 225.000 soldati a contratto all’anno per l’esercito russo nei prossimi tre anni: lo scrive su Telegram il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, Andriy Kovalenko. Secondo il funzionario, che cita “esperti”, i fondi per i pagamenti una tantum sono previsti fino al 2027. Nel complesso, quindi, si tratterebbe di almeno 675mila soldati. “Questo livello è la migliore indicazione delle intenzioni della Russia di non condurre una mobilitazione, ma di mantenere la capacità di condurre una guerra”, commenta Kovalenko.

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Gallant minaccia l’Iran: attacchi come a Gaza e Beirut

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Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant minaccia l’Iran annunciando attacchi simili a quelli effettuati “a Gaza e Beirut”. “Chiunque pensi che un semplice tentativo di farci del male ci dissuada dall’agire, dovrebbe dare un’occhiata a Gaza e Beirut”, ha avvertito Gallant in riferimento all’attacco missilistico iraniano del primo ottobre, aggiungendo nella base aerea di Nevatim presa di mira da Teheran che l’attacco non ha nemmeno “scalfito” l’aeronautica israeliana.

Secondo i media iraniani, Teheran ha preparato un piano per rispondere a un possibile attacco israeliano in risposta ai missili lanciati la scorsa settimana. “Il piano per la risposta necessaria a una possibile azione dei sionisti (Israele) è stato completamente preparato”, afferma l’agenzia di stampa Tasnim, citando “una fonte informata” nelle forze armate. “Se Israele agisce, non ci saranno dubbi che verrà effettuato un contrattacco iraniano”, afferma Tasnim, aggiungendo che l’Iran “ha una lista di molti obiettivi israeliani” e che l’attacco iraniano di martedì “ha dimostrato che si può radere al suolo qualsiasi posto”.

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‘Così il Mossad vendette a Hezbollah i pager bomba’

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“Hai ricevuto un messaggio criptato”. Questo testo in arabo è apparso contemporaneamente su migliaia di cercapersone dei membri di Hezbollah lo scorso 17 settembre. Ma il modello di teledrin “sicuro”, ufficialmente di fabbricazione taiwanese, distribuito ai miliziani come alternativa ai cellulari ritenuti vulnerabili, obbligava, proprio per motivi di sicurezza, a premere due bottoni contemporaneamente con entrambe le mani per leggere il messaggio. E così il miliziano nell’esplosione dell’aggeggio-trappola avrebbe perso l’uso di entrambi gli arti, diventando così – se non fosse morto – inabile al combattimento. Il dettaglio è descritto in un lungo articolo sul Washington Post, che ricostruisce i retroscena di quella incredibile operazione militare e d’intelligence raccogliendo le testimonianze di politici, diplomatici e funzionari della sicurezza israeliani, libanesi e statunitensi, interpellati sotto anonimato.

L’operazione, scrive il giornale, ideata dal Mossad fin dal 2015, progettata e organizzata dal 2022, è ricorsa alla commercializzazione online e al sabotaggio hi-tech dei cercapersone nella totale inconsapevolezza della ditta detentrice del marchio, la Gold Apollo di Taiwan. “Per nove anni – scrive il Washington Post – gli israeliani si sono accontentati di intercettare le conversazioni di Hezbollah, mentre pianificavano come trasformare i walkie talkie in bombe nel caso di una futura crisi. Poi si è presentata una nuova opportunità, con un nuovo gadget” suscettibile di essere trasformato in una trappola. “Poiché i leader di Hezbollah temevano possibili sabotaggi, i cercapersone non potevano essere originari di Israele, degli Stati Uniti o di altri alleati del ‘nemico sionista’. E così dal 2023 Hezbollah ha cominciato a ricevere offerte di acquisto in blocco di cercapersone della nota ditta taiwanese Apollo: un marchio ben riconoscibile, una linea di prodotti con una distribuzione planetaria e nessun legame riconoscibile con ‘interessi ebraici’.

E la compagnia di Taiwan di tutto questo non sapeva nulla”, scrive il giornale Usa. L’offerta commerciale arrivò da un intermediario, una donna, ex rappresentante Apollo che aveva creato una propria ditta e acquistato la licenza per vendere con quel marchio. Fu lei, scrive il Wp, a vendere a Hezbollah i robusti e sicuri teledrin modello Ar924, dotati di una grossa batteria che dura anche mesi senza ricarica e resistente a forti sollecitazioni, quindi adatta a situazioni di guerra. A questo punto la produzione di questi gadget, del peso di meno di 80 grammi, è stata esternalizzata di fatto al Mossad, che li ha “supervisionati”, modificandoli uno ad uno senza alterarne peso, dimensioni, aspetto o funzionamento. Nella batteria è stata inserita una piccola ma potentissima carica esplosiva, virtualmente invisibile anche smontando la stessa batteria, dotata di un innesco elettrico ancora meno visibile.

“Qualche rischio chiaramente c’era”, spiega al giornale una delle fonti. Ma il diabolico stratagemma da una parte – a costo anche di ferire, mutilare o uccidere passanti innocenti – ha messo fuori combattimento centinaia, forse migliaia di combattenti, e dall’altra ha costretto Hezbollah, passata anche l’ondata di esplosioni di radioline, a rinunciare alla comunicazione a distanza, esponendo i capi al rischio degli assembramenti. Una tattica che sembra aver pagato, nelle mire israeliane, nei casi di Hassan Nasrallah e forse anche del suo successore, Hashem Safieddine.

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