Era l’impegno di Jair Bolsonaro in campagna elettorale: se eletto presidente il mio primo “regalo per l’Italia” sarà l’estradizione dell’ex terrorista che si era rifugiato in Brasile e messo all’indice come il simbolo delle malefatte degli odiati governi di sinistra di Lula e Rousseff. L’ex membro dei Pac in fuga è stato finalmente catturato sabato, ma in Bolivia.
Cesare Battisti. Il documento di riconoscimento brasiliano mostrato quando è stato fermato
Che ha deciso di consegnarlo direttamente all’Italia. All’operazione di polizia hanno contribuito anche agenti brasiliani, e in queste ore Bolsonaro ha cercato di metterci sopra anche la sua firma politica dopo che per mesi aveva lavorato a cambiare il clima attorno all’ex terrorista. Dopo l’arresto, il neo presidente ha infatti insistito fino all’ultimo per far rientrare Battisti dalla Bolivia e poterlo consegnare personalmente agli italiani.
La vicenda giudiziaria di Battisti in Brasile aveva infatti subito una brusca accelerazione lo scorso 13 dicembre, quando in meno di 24 ore un magistrato del Tribunale supremo aveva ordinato il suo arresto stabilendo che l’allora presidente Michel Temer poteva revocare l’asilo concesso da Lula. Immediatamente Temer – come aveva del resto già annunciato – aveva firmato l’ordine di estradizione, ricevendo il sentito ringraziamento del presidente Sergio Mattarella, e di fatto sottraendolo a Bolsonaro, che si sarebbe insediato come capo dello Stato solo il primo gennaio. Su Battisti, peraltro, l’allora candidato alle presidenziali aveva da subito alimentato il flirt con Matteo Salvini, che ne aveva celebrato la vittoria al primo turno scrivendo che “anche in Brasile si cambia, sinistra sconfitta e aria nuova!”. “Grazie per la vostra considerazione, vice primo ministro italiano! Un grande abbraccio qui dal Brasile!”, era stata la risposta. Dopo il trionfo di Bolsonaro al ballottaggio, poi, è stato suo figlio Eduardo a scambiare messaggi con il leader della Lega su Twitter, ribadendo: “Il regalo e’ in arrivo! Grazie per il supporto, la destra diventa piu’ forte”. “Dopo anni di chiacchiere, chiedero’ che ci rimandino in Italia il terrorista rosso”, aveva promesso a sua volta Salvini, dicendosi disposto ad andare personalmente a prendere Cesare Battisti “per portarlo nelle patrie galere”. Nel suo primo incontro con l’ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, inoltre, Bolsonaro aveva riassunto la sua opinione sul caso, ricordando che il suo predecessore Lula da Silva “aveva deciso, nelle ultime ore del suo mandato, di concedere lo status di rifugiato a un terrorista”. E cosi’ anche oggi Bolsonaro, nel congratularsi con i responsabili dell’arresto e aver esclamato che “finalmente giustizia sara’ fatta per l’assassino italiano”, ne ha approfittato per lanciare un’ultima stilettata contro il suo predecessore Lula, bollando Battisti come “un compagno di ideali di uno dei governi piu’ corrotti che siano mai esistiti al mondo”. Quello di Lula, appunto.
L’avrebbero trasportata a destinazione dentro zaini con il marchio di una azienda di delivery, come due rider qualsiasi. La loro ‘consegna’ pero’ non era fatta da panini o sushi, ma da 190 chili di droga. Due persone di 31 e 35 anni, gia’ note alle forze dell’ordine, sono stata arrestate in un blitz dei carabinieri a Napoli in un deposito del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Rinvenuti e sequestrati quasi 2mila panetti di hashish. Trovati anche 20mila euro in contanti. Quando i militari dell’Arma sono entrati nel locale, hanno sorpreso i due indagati mentre si preparavano per partire con parte dello stupefacente verosimilmente destinata in una larga parte della provincia di Napoli. I due avevano in spalla lo zaino di un noto marchio di food delivery (l’azienda e’ estranea ai fatti) con lo scopo di mimetizzarsi nel traffico cittadino del sabato sera. Gli arrestati sono stati trasferiti in carcere.
“La città di Napoli è letteralmente infestata dai parcheggiatori abusivi. Non esistono zone franche, ogni quartiere ha i suoi criminali della sosta, che gestiscono il parcheggio illegale con minacce e violenze. Un’attività illecita che ogni anno fa guadagnare milioni di euro alla malavita. I cittadini sono taglieggiati, in particolare durante i week end o i grandi eventi, dove le tariffe per il parcheggio toccano anche i 20€ a macchina”.
Lo dice il deputato Francesco Emilio Borrelli che riferisce di aver ricevuto “tantissime segnalazioni che, solo nelle ultime ore, i cittadini hanno inviato a da sempre impegnato nella lotta agli abusivi della sosta. Delle foto scattate a Mergellina, proprio davanti la stazione, mostrano auto parcheggiate sul marciapiede e in mezzo alla carreggiata, costringendo il traffico a scorrere praticamente su un’unica corsia. Alla rampe di Sant’Antonio, a Posillipo, c’è una vera e propria squadra di parcheggiatori che gestisce la sosta su tutta la strada.
A Santa Lucia è praticamente impossibile parcheggiare senza pagare la tangente agli abusivi, sono in ogni angolo e conservano anche i posti migliori ai residenti, che ovviamente pagano un prezzo aggiuntivo per il servizio. A Fuorigrotta si lavora h24, viale Kennedy è sotto il pieno controllo di questi farabutti che non si perdono nessun evento, dalla mostra d’oltremare alle stadio la zona è presidiata costantemente. “Il copione è sempre lo stesso, le zone infestate pure. Basterebbe poco per liberarsi di questa piaga una volta e per tutte. Invece sì continua a far finta di nulla. Gia da tempo ho presentato una proposta di legge per inasprire le pene contro i parcheggiatori abusivi, proposta che giace in un cassetto, nonostante il governo continui a parlare di più sicurezza nelle nostre città”.
A suo giudizio “quella dei parcheggiatori non è solo una battaglia di civiltà ma anche una questione politica che nessuno vuole affrontare. Nel frattempo che il Parlamento che si svegli, chiedo si intervenga con decisione, prevedendo una task force anti abusivi che controlli le aree maggiormente prese d’assalto da questi delinquenti. Bisogna stare col fiato sul collo degli abusivi, adottando pene certe e severe per i delinquenti colti sul fatto. I provvedimenti all’acqua di rose non bastano più. Queste persone devono stare in galera. Sono violente e pericolose, impongono la loro legge con la forza e sottraggono milioni alle casse dello Stato. Tutto questo non può più essere tollerato”, conclude Borrelli.
Un uomo è stato ucciso questa sera a Pisa, nella frazione di Oratoio, alla periferia cittadina, intorno alle 21. Mentre nella frazione stava per partire una processione in occasione della festa della Madonna del Rosario, sono stati uditi diversi colpi di pistola, almeno sei raccontano alcuni testimoni. La vittima sarebbe un cittadino di origini albanesi e sarebbe stato ucciso davanti al figlio, nella corte della sua abitazione, forse mentre si trovava all’interno di un furgone. Sul posto la squadra mobile e la polizia scientifica, e anche la polizia municipale che ha chiuso l’accesso alla strada. Non è ancora chiaro il movente dell’omicidio, né l’ambiente dentro il quale sarebbe maturato. L’uomo potrebbe essere stato raggiunto da proiettili di piccolo calibro, ma gli accertamenti sono tuttora in corso.
La vittima sarebbe un uomo di 37 anni, incensurato e padre di due figli piccoli, e sarebbe stato freddato davanti a uno di loro. Sconvolto il quartiere di Oratorio dove stava per partire la processione per la Madonna del Santo Rosario, che è stata poi sospesa. Sui social il parroco scrive: “Al suono gioioso delle campane si è mischiato lo scoppio freddo di colpi mortali. Non abbiamo fatto la nostra processione stasera, e siamo tornati alle nostre case velocemente, frastornati, stupiti, incuriositi, spaventati…”.
Sarebbe stato un vero e proprio agguato quello in cui è stato ucciso in serata un 37enne di origini albanesi a Pisa, nella frazione di Oratorio. L’uomo era appena rientrato a casa ed aveva parcheggiato il suo furgone, quando è stato ucciso. Il mezzo era ancora in moto all’arrivo della polizia, a cui sono state affidate le indagini coordinate dal sostituto procuratore Egidio Celano. Sul posto sono stati trovati cinque bossoli di pistola calibro 22, ma solo un proiettile sarebbe andato a segno, un colpo mortale alla tempia.