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Il papà lo dimentica in auto, muore a Catania un bimbo di 2 anni

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Per oltre cinque ore e’ stato lasciato chiuso in auto sotto al sole cocente dal padre che doveva portarlo all’asilo ed invece, per un inspiegabile ‘black out’ nella sua mente, lo ha dimenticato nel parcheggio del posto di lavoro. E’ morto cosi’ un bambino di due anni a Catania, una fine atroce che ricalca un copione analogo, con un bimbo di 20 mesi vittima nel 1998 della stessa dimenticanza da parte del genitore. Il padre del piccolo morto oggi e’ ora indagato, come atto dovuto, dalla Procura di Catania, per omicidio colposo. Un investigatore parla di lui come di un “uomo disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l’accaduto”. La tragedia di stamane si sarebbe potuta evitare ma la norma che impone in Italia l’uso di seggiolini salva – bebe’ non e’ ancora operativa perche’ manca il regolamento attuativo. Sull’onda di episodi simili a quella di oggi a Catania il Parlamento ha votato un anno fa l’obbligo di usare un sistema di allarme per i piccoli che rischiano di essere dimenticati in auto al caldo. Ma l’iter, che prevede anche il parere del Consiglio di Stato, non si e’ ancora concluso. Il bimbo di due anni ha trovato la morte stamane nel parcheggio del Policlinico dove lavora il padre, un ingegnere di 43 anni che ha un contratto di ricercatore con l’universita’. All’asilo, dove lo aspettavano i compagnetti, non e’ mai arrivato. Il papa’ si e’ ricordato del figlioletto lasciato in auto solo quando la moglie lo ha chiamato allarmata, dopo essere andata al nido per prelevare il bimbo. L’uomo si e’ precipitato nel parcheggio trovando il piccolo esanime, lo ha portato subito nel Pronto soccorso del Policlinico, ma i medici ne hanno potuto solamente constatare la morte. Il decesso sarebbe stato causato dal caldo soffocante all’interno dell’auto, parcheggiata sotto il sole cocente. Questa mattina la temperatura a Catania ha infatti raggiunto i 35 gradi, mentre nel pomeriggio, per una beffa del destino, c’e’ stato un nubifragio. Quella accaduta stamane e’ la seconda tragedia avvenuta in citta’ con modalita’ simili. Una fatale distrazione il 3 luglio del 1998 ebbe come protagonista un tecnico della Sgs Thompson che provoco’ la morte del figlio di appena 20 mesi lasciato in auto per sette ore sotto il sole, con una temperatura di 40 gradi. L’uomo, anche lui un ingegnere, era uscito con la sua Fiat Punto per accompagnare all’asilo il figlio, rannicchiato nel suo seggiolino e dimenticato in auto nel parcheggio della multinazionale. Il padre del bimbo nel 2000 fu condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, per omicidio colposo. Un’altra tragedia analoga, sempre a Catania, era stata evitata nel giugno scorso per un soffio grazie all’intervento provvidenziale della Polizia di Stato. Un bambino di 4 anni fu lasciato chiuso in auto sotto il sole, davanti all’aeroporto diCatania. I genitori, due turisti svizzeri, 28 anni lei e 32 lui, furono denunciati in quella occasione per abbandono di minore in concorso. A salvare il bambino fu un sovrintendente della Polizia di Stato che con il calcio della pistola di ordinanza mando’ in frantumi un finestrino e soccorse il piccolo tra gli applausi della gente.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Tragico bilancio per l’incidente occorso alla nave in arrivo da Capri al Molo Beverello: sono 18 i feriti, molti contusi ed una donna grave. Nel cuore del Porto di Napoli, un tranquillo mattino si è trasformato in un momento di panico quando la nave veloce Isola di Procida ha urtato la banchina del Molo Beverello  durante le operazioni di ormeggio. L’incidente ha causato il ferimento di diverse persone a bordo, con almeno 18 individui che hanno riportato lesioni.

Secondo le prime informazioni, l’urto improvviso ha gettato a terra passeggeri e membri dell’equipaggio, lasciando dietro di sé un tragico scenario di contusioni e traumi. Le ambulanze sono state rapidamente convogliate sul posto per prestare soccorso agli feriti, con il personale sanitario che ha immediatamente iniziato la valutazione delle loro condizioni.

L’Asl Napoli 1 ha riferito che la maggior parte dei feriti ha riportato traumi maxillo facciali o lesioni, mentre uno di loro ha subito un politrauma più grave. Il trasporto dei feriti è stato organizzato in diversi ospedali della zona, tra cui il Cardarelli, il San Paolo, l’Ospedale del Mare, il Cto, il Fatebenefratelli e l’Ospedale Pellegrini.

L’incidente è stato prontamente segnalato alla centrale operativa 118 dell’ASL Napoli 1 Centro, che ha coordinato gli sforzi di soccorso inviando ulteriori ambulanze e allestendo un Posto Medico Avanzato sul luogo dell’incidente. Il personale medico ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti i feriti fossero valutati e trasportati in base alla gravità delle loro condizioni.

Le prime ipotesi sull’incidente suggeriscono che una folata di vento possa essere stata la causa scatenante, considerando le condizioni meteorologiche al momento dell’ormeggio. Nonostante le onde alte e le raffiche di vento, la navigazione sembrava essere consentita, ma una violenta folata ha improvvisamente fatto sbandare la nave mentre si avvicinava al molo.

Le autorità competenti avvieranno un’indagine dettagliata per determinare le cause esatte dell’incidente e per adottare eventuali misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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Napoli, sequestrata nave turca con grano ucraino: conteneva sigarette di contrabbando

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Nave carica di mais e grano ucraino e sigarette di contrabbando. Carabinieri arrestano 4 persone, anche il comandante del cargo

Si tratta di una nave turca, battente bandiera panamense, dove i carabinieri della sezione operativa e radiomobile di Castellammare di Stabia hanno trovato migliaia di pacchetti di sigarette di contrabbando. Proveniente dall’Ucraina con un carico di mais e grano e attraccata nel porto di Torre Annunziata, l’imbarcazione nascondeva nella stiva circa 7000 pacchetti di sigarette di origini serbe ma destinate verosimilmente al mercato nero napoletano.

In manette il comandante della nave, un 39enne siriano di Tartus e 3 oplontini di 68, 57 e 58 anni. Questi ultimi avevano appena prelevato 500 stecche del carico (5000 pacchetti) e li avevano stipati in un’auto. Sono stati arrestati per contrabbando di tabacchi esteri.

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