È arrivato con mezz’ora di anticipo e si è intrattenuto per oltre due ore e mezzo con i duecento vescovi italiani. Un incontro a porte chiuse, franco ma sereno, secondo quanto riferiscono alcuni dei partecipanti. Si è parlato di pace e di migranti, delle povertà che aumentano e dei danni all’ambiente. Ma anche di questioni interne alla Chiesa come il calo delle vocazioni, che da anni interessa tutte le diocesi italiane e in generale quelle europee, e la gestione delle finanze perché la Chiesa è e deve restare “povera”, avrebbe ribadito il Papa. Francesco ha voluto marcare l’incontro con un dono particolare: ha regalato a tutti i presuli un libro, “Fratellino” (Hermanito), edito da Feltrinelli, che racconta la storia vera del viaggio di Ibrahima Balde, dalla Guinea ai Paesi Baschi. Il Papa ha ricordato come anche lui sia un figlio delle migrazioni ma ha anche sottolineato che il fenomeno è profondamente cambiato. Se nel caso della sua famiglia si era trattato di una migrazione di “ricerca”, per una vita migliore, ora c’è invece “una emigrazione di fuga”, avrebbe detto sottolineando che i migranti “non devono essere solo accolti ma anche integrati”.
Il pensiero del Papa poi è andato ai Paesi di provenienza e soprattutto all’Africa che “non deve essere sfruttata”. L’incontro si è svolto, come anche negli anni precedenti, con le domande da parte dei vescovi e le risposte del Papa. In molti degli interventi è riecheggiata la preoccupazione per la guerra in Ucraina. Francesco ha di recente affidato la sua missione di pace al cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi. Nell’incontro di questo pomeriggio il tema però non sarebbe stato affrontato in questa direzione ma soprattutto sulla necessità, indicata dal Papa, a creare una coscienza propensa alla pace, in un momento in cui invece c’è una vera e propria corsa agli armamenti. E poi la richiesta di intensificare la preghiera. Tra i temi interni è emerso con forza il problema delle vocazioni. Francesco ha chiesto ai vescovi una riflessione ma anche di essere “saggi e prudenti” nell’ammissione dei candidati ai seminari. Si è parlato anche della eventualità di accorpare i seminari.
Un incontro all’insegna della “familiarità, del dialogo, con tante domande e risposte sempre puntuali”, riferisce il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, alla tv dei vescovi. “È stato un dialogo importante perché, a contatto con i problemi del Paese e della Chiesa, il Papa ha sottolineato l’urgenza di un nuovo slancio di evangelizzazione che passa da una testimonianza credibile. Le Chiese sono chiamate ad aver compassione dell’uomo, ad averne cura soprattutto nelle situazioni di difficoltà e di bisogno”, come nel caso dei migranti, che è stato “un po’ la cifra di questo incontro”, dice Baturi a Tv2000. Questa mattina era invece stato ufficializzato il prossimo viaggio internazionale di Papa Francesco: si recherà a Lisbona dal 2 al 6 agosto, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù e accogliendo l’invito delle autorità civili ed ecclesiali del Portogallo. Il 5 agosto il Papa sarà al Santuario di Fatima, un luogo mariano particolarmente importante per la Chiesa, dove verosimilmente rinnoverà il suo appello e la sua preghiera per la pace nel mondo.