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Cronache

Il Papa e il ginocchio: è il male della suora

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 Il dolore al ginocchio destro continua a perseguitare papa Francesco, che pero’, com’e’ nel suo stile, non perde la voglia di scherzarci su, definendolo niente meno che “il male della suora”. “Dopo la foto vi salutero’, ma scusatemi, devo farlo seduto, non in piedi, perche’ il ginocchio… E’ quella malattia che un tempo si chiamava ‘male di suora’, perche’ era il tempo in cui le suore pregavano, e per il tanto pregare in ginocchio si ammalavano! Questo guarira’, ma nel frattempo dobbiamo fare le cose bene”, ha ironizzato il Pontefice al termine dell’udienza nella Sala Clementina ai partecipanti al convegno della “Solidarieta’ Internazionale Trinitaria”, espressione dell’Ordine dei Trinitari. E pensare che proprio oggi, giorno peraltro non festivo in Vaticano, nonostante la dolorosa infiammazione da strappo ai legamenti del ginocchio, che gli impedisce di camminare agevolmente e soprattutto di stare troppo tempo in piedi, l’85/enne Francesco si e’ sottoposto a una tale sequenza di impegni e di udienze che avrebbe stroncato un trentenne. Prima gli studenti della Cappellania Cattolica della Queen’s University di Belfast (Irlanda del Nord), poi la “Solidarieta’ Internazionale Trinita’”, quindi nell’Aula Paolo VI gli oltre 400 Missionari della Divina Misericordia, ancora, nella Basilica di San Pietro l’incontro con la Comunita’ degli Sri Lankesi in Italia. In mezzo, udienze singole come quella al vescovo emerito di Gand (Belgio, mons. Lucas Van Looy, e a Moyses Louro de Azevedo Filho, fondatore e moderatore generale della Comunita’ Cattolica Shalom. Infine, nel primo pomeriggio, di nuovo nella Basilica vaticana, le esequie al cardinale messicano Javier Lozano Barragan, in cui Francesco ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Insomma, il Papa non si risparmia. E a detta di chi lo conosce, contro la persistente “gonalgia” che lo ha colpito dall’inizio di quest’anno non si cura adeguatamente, rifiutando finora di sottoporsi a infiltrazioni e ricorrendo solo a ghiaccio sul ginocchio e ad antidolorifici. Venerdi’ scorso Bergoglio ha cancellato tutti gli impegni mattutini per sottoporsi a “controlli sanitari necessari”, ha fatto sapere la Sala stampa vaticana. Ieri, nella messa in Basilica per la Domenica della Divina Misericordia, si e’ fatto sostituire nel presiedere la liturgia da mons. Rino Fisichella, rimanendo seduto su una poltrona e pronunciando solo l’omelia. Lo stesso aveva fatto la settimana precedente per la Veglia pasquale, rimpiazzato dal card. Giovanni Battista Re. E il giorno di Pasqua, a messaggio Urbi et Orbi dalla Loggia di San Pietro gia’ iniziato, non aveva potuto fare a meno di sedersi. Ma sono ormai numerosi in questi mesi i casi analoghi e anche gli impegni cancellati, vedi tra tutti la visita a Firenze del 27 febbraio scorso. Del suo problema il Papa ha parlato anche nell’intervista della scorsa settimana a La Nacion. “Passera’”, ha detto, spiegando che i medici gli hanno assicurato che scomparira’ col tempo. “Il recupero dei legamenti e’ lento a questa eta’”, ha ammesso. E, con la sua consueta ironia: “A questa eta’ ci si deve accontentare di sentirsi dire che ci si conserva bene”.

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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