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Il panettone Ischia sul podio a Torino, sotto la Mole: Alessandro Slama si è ispirato al cornetto con crema e amarena

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Decisamente l’asse della bontà per i panettoni, dolci tipicamente milanesi, si sta spostando al Sud. Così quest’anno ad arrivare sul podio al concorso SottoLaMole è stato Alessandro Slama con il suo PanIschia, uno strepitoso panettone lievitato almeno 36 ore farcito con crema e amarena, proprio come i cornetti di pasticceria ischitana. Una bontà.

Alessandro Slama, sempre alla ricerca del lievita giusto, dei tempi adatti ai suoi prodotti non è nuovo alla vittoria con i panettoni. Già l’anno passato arrivò ai primi posti in Campania, stavolta il successo è su scala nazionale. Per un pasticciere del sud, la soddisfazione, spiega nella video intervista che abbiamo realizzato con lui, è maggiore. “Al Nord capiscono che ci mettiamo amore nei nostri prodotti”, dice.

Quell’amore che ha portato Alessandro da Ischia a far conoscere i suoi panettoni. Tutti con una caratteristica: ingredienti di qualità e del territorio, come il panettone all’albicocca del Vesuvio, la pellecchiella, o alla mela annurca, altro prodotto napoletano. Pure i canditi sono fatti in casa con arance e frutta rigorosamente biologiche.

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Premio Nobel Medicina 2023 a Karikò e Weissman per i vaccini Covid

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Il premio Nobelper la Medicina 2023 è stato assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman per le loro scoperte sulle modifiche delle basi nucleosidiche che hanno permesso lo sviluppo di vaccini efficaci a base di mRNA contro il Covid-19. Lo ha deciso l’Assemblea del Nobel presso il Karolinska Institutet. “Le scoperte dei due premi Nobel sono state fondamentali per lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro il Covid-19 durante la pandemia iniziata all’inizio del 2020. Grazie alle loro scoperte rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione del modo in cui l’mRNA interagisce con il nostro sistema immunitario, i due premiati hanno contribuito al ritmo senza precedenti di sviluppo di vaccini durante una delle più grandi minacce alla salute umana nei tempi moderni”, afferma il Comitato per il Nobel.

L’annuncio è stato dato a Stoccolma da Thomas Perlmann, segretario dell’Assemblea dei Nobel. “L’approvazione di due vaccini a mRNA efficaci e sicuri contro il Covid-19, alla fine del 2020 ha spinto il campo dei vaccini a mRNA in una nuova era. La scoperta che l’uso di basi modificate nell’mRNA trascritto ‘in vitro’ aggira le risposte infiammatorie indesiderate e aumenta la produzione di proteine dopo il ‘delivery in vivo’ dimostra il valore della ricerca di base. I risultati pubblicati da Karikó e Weissman nel loro fondamentale articolo del 2005 hanno ricevuto poca attenzione all’epoca, ma hanno gettato le basi per sviluppi di importanza cruciale che sono serviti all’umanità durante la pandemia di Covid-19”, si legge nella spiegazione pubblicata sul sito dei Nobel, in cui si sottolinea come “l’uso diffuso dei due vaccini mRNA Covid-19 negli ultimi anni dimostra il potenziale significativo di questa tecnologia e mostra che gli effetti avversi gravi dei due vaccini mRNA autorizzati erano eccezionalmente rari, fornendo una solida base per applicazioni future”. Fra le possibili applicazioni future citate sul sito dei Nobel ci sono vaccini contro infezioni e cancro.

L’anno scorso il Nobel per la Medicina era stato assegnato allo scienziato svedese Svante Paabo per la paleogenetica, in particolare per le scoperte sull’evoluzione umana che hanno svelato i segreti del Dna di Neanderthal e che hanno fornito indicazioni fondamentali sul nostro sistema immunitario, compresa la nostra vulnerabilità al Covid-19 grave. Si è trattato del secondo premio nella famiglia Paabo visto che il padre di Svante, Sune Bergstrom, aveva vinto il premio Nobel per la medicina nel 1982. L’annuncio del vincitore del Nobel per la Medicina del 2023 oggi inaugura sei giorni di annunci. Domani verrà comunicato il vincitore del Nobel per la Fisica, mercoledì il premio per la Chimica, giovedì quello per la Letteratura, venerdì quello per la Pace e lunedì 9 ottobre il vincitore del premio per l’Economia. I premi prevedono un riconoscimento in denaro di 11 milioni di corone svedesi (circa 951mila euro). Il denaro proviene da un lascito dell’ideatore del premio, l’inventore svedese Alfred Nobel, morto nel 1896. Quest’anno il premio è stato aumentato di 1 milione di corone (circa 86mila euro) a causa del crollo del valore della valuta svedese. I vincitori sono invitati a ricevere il premio durante una cerimonia che si tiene il 10 dicembre, anniversario della morte di Nobel. Il prestigioso premio per la Pace viene consegnato a Oslo, secondo le sue volontà, mentre l’altra cerimonia di premiazione si tiene a Stoccolma.

 

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Covid corre in Ue: in Italia via alle vaccinazioni

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Nessuna sorpresa e come già previsto, i casi di Covid in Europa hanno ripreso a crescere. Nell’ultimo mese sono stati registrati 177 mila contagi, pari a un 19% in più rispetto al mese scorso. Nel mondo, invece, si osserva un trend opposto, con un calo del 55% dei contagi globali complessivi, pari a 685 mila. La riduzione è frutto della brusca frenata dei contagi (-65%) nella regione del Pacifico Occidentale dell’Oms, che aveva visto (specie in alcuni Paesi) una forte recrudescenza dell’epidemia. Sono i dati salienti del bollettino settimanale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, tuttavia, invita alla cautela: molti Paesi hanno smesso di rilevare e inviare regolarmente le informazioni sulla pandemia; interpretare le tendenze, soprattutto a livello globale, è diventato quindi molto difficile. Sul fronte delle varianti si conferma la netta prevalenza di Eris (EG.5), che rappresentava oltre un terzo delle sequenze depositate nella settimana conclusasi il 10 settembre ed è data in ulteriore crescita.

La diffusione della variante Pirola (BA.2.86) resta, invece, irrisoria. Quanto all’Italia, al momento non ci sono dati che inducano preoccupazione. L’ultima rilevazione dell’Istituto Superiore di Sanità ha fotografato un rallentamento della crescita dei contagi, mentre i tassi di occupazione dei reparti di area medica e di terapia intensiva sono abbondantemente sotto la soglia di guardia. Anche nelle scuole non sembrano esserci segnali che indichino la presenza di focolai. “Allo stato attuale non c’è nessun elemento che ci faccia dire che nelle scuole c’è un allarme Covid. Se ci dovesse essere, e io non credo, con il tavolo che ha lavorato saremo pronti ad emettere la circolare”, ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, secondo cui valgono le regole stabilite nella recente circolare del ministero e quelle convenzionali per le malattie infettive: “le persone che hanno una malattia respiratoria devono stare a casa.

Poi, chi sta a contatto con i fragili deve usare la mascherina. Si tratta di usare il buon senso”, ha detto. Intanto, è ai nastri di partenza la campagna vaccinale. Mentre sono in dirittura d’arrivo i vaccini anti-Covid nelle farmacie e dai medici di famiglia, sono iniziate le vaccinazioni nelle Asl. Nel Lazio si è dato avvio alla somministrazione del richiamo al personale sanitario. Toccherà poi agli operatori e agli ospiti delle strutture per anziani. Dal 16 ottobre, sarà la volta degli over-80 anni e dei fragili. A partire dal 30 ottobre, potranno sottoporsi alla vaccinazione anche le altre fasce della popolazione. Con minime variazioni, si seguirà lo stesso calendario nelle altre Regioni. “Dobbiamo proteggere la popolazione anziana, la popolazione oncologica, le persone più deboli e fragili vaccinandoci contro il Covid e l’influenza”, ha detto Pietro Scanzano, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’. “Le vaccinazioni sono sicure”, ha concluso.

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Vaccini a mRna apripista per combattere nuove malattie

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Dopo avere salvato milioni di vite umane nella pandemia di Covid-19, i vaccini a Rna messaggero si preparano a diventare le armi per combattere altre malattie, prime fra tutti i tumori, ma anche la malaria e la tubercolosi. La tecnologia che li ha resi possibili affonda le radici negli anni ’80, con la tecnica chiamata ‘trascrizione in vitro’, che permetteva di ottenere molecole di mRna senza ricorrere alle colture cellulari. Si aprivano improvvisamente tante strade nuove e i vaccini erano fra queste, ma con qualche ostacolo perché la tecnica doveva essere ancora perfezionata e l’mRna così ottenuto causava infiammazioni. L’entusiasmo inziale si spense rapidamente, ma non abbastanza da scoraggiare la biochimica ungherese Katalin Karikó dal continuare a esplorare nuove strade in cerca di applicazioni terapeutiche. Un lavoro enorme, quello che Karikò portava avanti, ma che non convinceva affatto chi all’Università della Pennsylvania erogava i fondi per la ricerca.

L’unico a considerare il lavoro di Karikò era l’immunologo Drew Weissman, che allora lavorava sulle sentinelle del sistema immunitario, chiamate cellule dendritiche. Weissman si era accorto, infatti, che le cellule dendritiche riconoscevano l’mRna ottenuto con la trascrizione in vitro come una sostanza estranea all’organismo, ma c’erano ancora molti problemi da risolvere legati alla comparsa di infiammazioni. Così Karikó e Weissman pensarono di sostituire una delle quattro basi della molecola di Rna, l’uridina, con una pseudo-uridina. Le infiammazioni sparirono e i due ricercatori ebbero la certezza di trovarsi davanti a un risultato importante per future terapie. I loro primi articoli, del 2005, rifiutati dalle principali riviste scientifiche, uscirono su Immunity; solo nel 2008 e nel 2010 le loro scoperte furono pubblicate, accendendo l’interesse della comunità scientifica. Proprio nel 2010, per esempio, la tecnologia dell’Rna messaggero cominciò a interessare molte aziende farmaceutiche e si cominciarono a studiare vaccini contro il virus Zika e la MersCov.

Da lì al virus sarsCoV2 il passo è stato breve, tanto che i primi vaccini anti Covid-19 vennero approvati nel dicembre 2020 e di lì a poco inziarono le vaccinazioni di massa. Era stata la mossa decisiva per tenere la pandemia sotto controllo, ma soprattutto era l’inizio di una nuova era della ricerca sui vaccini. La comunità scientifica aveva a disposizione una nuova piattaforma che avrebbe permesso di costruire vaccini contro molte altre malattie infettive, ma anche contro alcune forme di tumore. Si sta già studiando, per esempio, la possibilità di utilizzare l’mRna per indurre una risposta immunitaria contro il melanoma e una forma di cancro del pancreas. Risultati che, secondo gli esperti potrebbero arrivare entro 20 anni. Con i tumori, sono nel mirino delle future terapie a mRna anche malaria e tubercolosi. In tutti i casi, infatti, si tratta di dare alle cellule immunitarie nuove istruzioni contro nuovi nemici utilizzando l’Rna messaggero.

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