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Cronache

Il monastero di Sanselpocro chiude perché la monaca madre superiora 40enne si è innamorata di un uomo

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A volte le tentazioni della carne vincono sullo spirito. L’amore terreno che vince su quello verso Dio. È successo alla superiora Maria Teresa Saccente (cognomen omen) che si è innamorata di un uomo e per questo è  stata allontanata dal “suo” convento, il monastero San Bernardo Tolomei di Sanselpolcro, nell’Aretino. Con la sua uscita il monastero è stato costretto a chiudere per “mancanza di personale”.  Ma la  suora che aveva ridato vita all’antico convento dei Padri Cappuccini, concesso dal 2015 alle monache benedettine olivetane, non ha preso bene il suo allontanamento: “Quello che sto subendo mi segnerà per la vita” ha raccontato. Stupita del fatto che l’avessero cacciata. Forse ha dimenticato che ad oggi le suore non possono non fare voto di castità, non possono sposare Dio e andare a letto con uomini.

La storia d’amore con un uomo, in realtà, in questo caso,  a un certo punto si sarebbe interrotta proprio per volere della superiora spinta dalla sua forte vocazione.  Ma, nonostante la rinuncia alla carne, all’amore terreno, non si è potuto tornare indietro: Suor Maria Teresa tornerà allo stato laicale, anche se non è chiaro se per iniziativa della monaca, o per un ordine perentorio. A sentire lei, la vicenda è più dolorosa di una love story con il lieto fine: “Quello che sto subendo – ha detto  –  mi segnerà per la vita, e sarà difficile che in futuro io voglia ancora avere a che fare con la Chiesa”. E anche sulla storia d’amore, suor Teresa si mostra ferita: “Hanno voluto dire così, lasciamo che lo dicano, la faccenda è molto più complicata di quanto sembra”. Che cosa sará accaduto? Boh, a saperlo. Lei non ne vuol parlare, la Chiesa non ne parla.

 

Quello che è certo, comunque, è che l’antico convento dei Padri Cappuccini di Sansepolcro, dopo una lunga ristrutturazione seguita proprio da suor Teresa, quarantenne pugliese,  era diventato un punto di riferimento della comunità. Non solo centro di spiritualità e di accoglienza​​​, ma anche un luogo di ritrovo con i suoi 19 posti letto nel monastero e i 20 bungalow nel bosco. ​​​​”La gente piange per la chiusura del monastero – dica affranta suor Teresa – e piango anch’io”. Chi altri stia piangendo non si sa. Certo se c’era un uomo innamorato della monaca di sicuro non starà ridendo. Anzi, sicuramente starà soffrendo le pene dell’inferno.

 

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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