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Economia

Il Mef sostiene un’offerta congiunta per la rete di Tim

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Si fa strada l’ipotesi che ad acquistare Netco, la rete di Tim, sia una compagine allargata, sotto l’egida del Mef, a cui partecipino Cdp, Macquarie e Kkr con la possibilità che si unisca anche F2i. Per strutturare l’offerta ci sarà un mese di tempo ma intanto la Borsa ha colto al volo il segnale e ha spinto il titolo in rialzo dell’8,08%, a 0,2688 euro, maglia rosa del listino milanese. Il cda di Tim, che ha ritenuto ancora non adeguati i rilanci presentati da Kkr e da Cdp-Macquarie, ha dato tempo all’ad Pietro Labriola di sondare la disponibilità preannunciata da Kkr “al fine di ottenere un’offerta finale entro il 9 giugno”. Formalmente non ha escluso nessuno dalla trattativa e con il sostegno arrivato dal Mef è possibile che il consorzio Cdp-Macquarie ritiri la sua offerta (che scadeva il 31 maggio) per poter iniziare a parlare con Kkr. Il Tesoro sarebbe anche disponibile a coinvolgere F2i, il gestore italiano di fondi infrastrutturali, con asset in gestione per oltre 7 miliardi di euro, partecipato tra gli altri da Cdp, Unicredit e Intesa e da alcuni fondi sovrani. E’ probabile che cambi la struttura dell’offerta e le garanzie offerte dall’operazione ma non sembrano esserci elevati margini per un miglioramento di prezzo.

Vivendi, il socio di maggioranza si è esplicitamente opposto a una vendita a meno di 31 miliardi di euro; ben distante dai 21 miliardi, di cui due legati alla fusione con Open Fiber, offerti da Kkr e dai 19,3 miliardi messi a disposizione da Cdp-Macquarie, che peraltro sembrano più coerenti con la media delle valutazioni delle banche d’affari. Anche con un eventuale rilancio difficilmente i francesi saranno accontentati. Alla Borsa per rimbalzare basta sapere che nessuna porta si è chiusa o è stata sbattuta. Gli analisti che considerano “l’esito della riunione consiliare, un passo avanti nel processo e in linea con l’aspettativa”. La speranza di Intermonte, “che gli offerenti scelgano di lavorare su un’offerta congiunta, che eliminerebbe il rischio di veti reciproci e garantirebbe una maggiore potenza di fuoco per eventuali ulteriori escursioni” sta quindi per realizzarsi.

Ne un aumento di capitale ne un take over sono apparse come strade percorribili visto il costo attuale del denaro e l’urgenza di tagliare il debito. Su questo fronte Labriola – che incassa l’appoggio di Federmanager e del gruppo delle dipendenti riunite in NoiD – sta agendo in più modi e ha appena firmato con la Banca europea per gli investimenti (BEI) un prestito di 360 milioni, con garanzia Sace al 60%, a condizioni più favorevoli di quelle che avrebbero posto le banche, raggiungere l’obiettivo di ampliare la copertura mobile 5G entro fine 2025.

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Giovani dottori commercialisti, ‘urge chiarimento su forfettari’

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“L’avvio dei controlli sui dati del quadro RS (dichiarazione dei redditi 2022) per i titolari di partita Iva con regime forfettario, messo in pratica dall’Agenzia delle Entrate, lascia stupefatti. Viene, infatti, chiesto, in caso di omissioni, di mettersi in regola presentando una dichiarazione integrativa e versando le sanzioni ridotte. Peccato che chi applica il regime forfettario non determini la base imponibile con il sistema “tradizionale” (differenza tra ricavi e costi), ma attraverso un coefficiente applicato al fatturato, indipendentemente dai costi che sono, quindi, ininfluenti”.

A denunciarlo il presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) Matteo De Lise, in una nota. Per la guida dell’associazione professionale, “inviando queste lettere, l’Agenzia afferma che i contribuenti che hanno barrato il campo ‘assenza di dati da dichiarare’ abbiano compiuto un’omissione rilevante. Ci domandiamo: cosa c’è di strano se un contribuente che non deduce costi dall’attività e, pertanto, che non ha interesse a sostenere costi, non abbia effettivamente nessun dato da dichiarare? Lo scenario che si prefigura è che quasi tutti i forfettari raggiunti da queste lettere chiameranno il loro commercialista, ricontrolleranno la documentazione e molto probabilmente pagheranno la sanzione prevista indicando, con molta probabilità, un dato insignificante”, si legge. Per il presidente dei giovani commercialisti, “non è corretto neppure che l’Agenzia delle Entrate chieda notizia di dati già in suo possesso, come peraltro prevede sia la norma istitutiva del regime forfettario che lo Statuto del contribuente”, si chiude la nota dei giovani dottori commercialisti.

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Venezia, Brunetta: non c’è sostenibilità senza sviluppo del mare

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 “Parlare di economia blu significa coniugare la sostenibilità ambientale allo sviluppo economico e questo può avvenire solo vincendo la sfida dello sviluppo del mare”. Così Renato Brunetta, presidente dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità/Venice Sustainability Foundation (FVCMS/VSF), intervenendo da remoto al terzo evento della Biennale della Sostenibilità 2023, intitolato ‘Ricerca ed Innovazione per l’economia blu sostenibile: il paradigma di Venezia e le prospettive europee’ che si è tenuto nell’isola di San Servolo a Venezia con la collaborazione di CNR e CORILA e di fronte a una platea di ricercatori e stakeholder provenienti da tutta Europa. “L’Italia con la sua posizione al centro del Mediterraneo – ha aggiunto – può cogliere le possibilità offerte da uno spostamento a sud del baricentro della storia che sta avvenendo anche per motivi di approvvigionamento energetico”. In questo scenario “Venezia torna ad essere città mondo perché rappresenta questo paradigma”.

Il capoluogo lagunare è oggi centro di sviluppo di scienza e tecnologia, grazie anche al CNR che qui ha una sua sede storica, e lo è stato anche in passato come dimostrerà la prossima mostra curata dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e dedicata ai progetti scientifici nati a Venezia negli ultimi due secoli. A Venezia è nato poi il Mose, “il più grande progetto di ingegneria idraulica mobile al mondo – ricorda il presidente Brunetta – che vogliamo donare all’estero dove c’è esigenza di sistemi di protezione di questo tipo per combattere l’innalzamento del medio mare”. Sempre sul Mose: “Ci son voluti troppi anni per realizzarlo ma c’è stata la volontà di continuare verso l’obiettivo, perché chi regge e amministra deve avere lo sguardo lungo nel futuro. Una caratteristica che possediamo e che è figlia della democrazia e delle scelte delle comunità che sono sempre padrone del loro destino”. E sulla necessità di coniugare sostenibilità e sviluppo il presidente Brunetta ha aggiunto: “Dobbiamo salvare l’urbs ma senza la civitas la città non tiene. La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità sta lavorando proprio per attrarre investimenti sia per l’urbs sia per la civitas”.

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Battaglia sui rappresentanti al Cnel, nuovo ricorso Uil

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E’ battaglia sul Cnel. Sulla ripartizione dei rappresentanti delle parti sociali nel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, la Uil non si ferma e prepara un nuovo ricorso, questa volta al Tar. Strada che intende percorrere anche la Cgil. Nella nomina dei 48 rappresentanti delle categorie produttive, tra i sindacati i confederali Cgil, Cisl e Uil hanno perso un componente a testa e i tre posti sono andati a Confsal, Confintesa e Usb; tra le imprese uno in meno anche per Confindustria, insieme ad altre sigle. Un primo round si è già chiuso con la presidenza del Consiglio, che ha respinto i ricorsi. Il 7 settembre il Consiglio dei ministri, come scritto nella nota al termine della riunione, “ha deliberato la reiezione dei ricorsi presentati da Cgil, Cisl, Confael e Uil, per la categoria dei lavoratori dipendenti, e da Agci, Ania, Cesac, Cifa, Confindustria, Confitarma, Confservizi-Asstra-Utilitalia, Federdistribuzione, Unci e Unci agroalimentare, per la categoria delle imprese, avverso l’elenco dei rappresentanti individuato dalla presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito della procedura di nomina dei componenti del Cnel”.

La nomina è quindi andata avanti e ieri sera è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del presidente della Repubblica di nomina dei 48 rappresentanti delle categorie produttive per la nuova composizione del Cnel. Dei 48, 22 sono rappresentanti dei lavoratori dipendenti, 9 dei lavoratori autonomi e delle professioni, 17 delle imprese. La partita è quella per il quinquennio 2023-2028. E cambia la geografia della rappresentanza.

Dopo che il primo ricorso presentato al governo non è stato accolto, “stiamo predisponendo il ricorso al Tar e chiedendo la sospensiva del provvedimento” e poi l’annullamento, spiega il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Ora nella nuova lista, Uil e Confsal hanno entrambi due seggi. Confintesa e Usb entrano con un posto ciascuno. La Cgil ha 6 seggi e la Cisl 5. Cinque anche per Confindustria, che valuterà se e come andare avanti. La Uil intanto rimarca di non condividere i criteri e attacca: “La sensazione è che nella scelta dei rappresentanti al Cnel si siano un po’ scelti gli amici del governo. E’ un modo che noi contestiamo”, afferma Bombardieri. Venerdì 22 settembre ci sarà la cerimonia di insediamento della XI consiliatura del Cnel, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Cnel guidato da Renato Brunetta ha ricevuto dal governo l’incarico per individuare una proposta condivisa sul lavoro povero e sul salario minimo. Venerdì mattina è in calendario anche l’incontro dei sindacati a palazzo Chigi, presieduto dal ministro delle Imprese e made in Italy, Adolfo Urso, sugli interventi per calmierare l’inflazione a tutela dei redditi.

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