Collegati con noi

Politica

Il giorno delle donne. Meloni: molto da fare per parità

Pubblicato

del

I dati incoraggianti sul lavoro e il riconoscimento di un ruolo divenuto più centrale nella società italiana, il tutto macchiato però dal persistere dell’orrore del sangue e delle violenze. La giornata internazionale della donna – con i cortei di ‘Non una di meno’ che hanno riempito le strade di 60 città e lo sciopero dei sindacati autonomi dei trasporti che hanno però provocato pochi disagi – coincide anche quest’anno con una radiografia a tutto tondo del mondo declinato al femminile. E non è un caso che il Capo dello Stato Sergio Mattarella da un lato ha tenuto a sottolineare come dalle politiche per la parità di genere siano emersi “benefici per la collettività”, dall’altro ha ammonito: “ogni femminicidio, ogni discriminazione, ogni maltrattamento, sono un’aggressione all’intera società.

La piaga della violenza va fronteggiata”. I benefici si riscontrano anche per il mondo del lavoro, ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha puntato il dito sul dato positivo dell’occupazione, non senza dimenticare che è venuto il momento in cui “le donne non devono più scegliere tra carriera e vita privata”. E’ un 8 marzo in cui riecheggia dunque la necessità di continuare a fare di più per le donne, ma è anche vero che molto è stato fatto: “i numeri parlano chiaro, l’occupazione femminile ha raggiunto il livello più alto di sempre, superando i 10 milioni di donne lavoratrici, un risultato importante, ma sappiamo che molto resta da fare per una parità piena in ogni ambito”, ha scritto oggi sui social la premier Meloni. Non senza osservare che “la parità significa assicurare a tutte le donne le condizioni per realizzarsi pienamente, senza sacrificare né il lavoro né la vita familiare. Continueremo a lavorare per creare le opportunità che permettano a ogni donna di esprimere il proprio potenziale al massimo, senza limiti e senza barriere”.

L’occupazione rosa “va sensibilmente meglio”, ha avvisato la ministra del Lavoro Marina Calderone parlando a un evento della Cisl. Ma resta ancora tanto da fare per portare al lavoro quante più donne possibili, avverte, “e per dare loro la possibilità di lavorare e conciliare i tanti ruoli che svolgono nella società, che svolgiamo nella società”. Calderone guarda avanti e osserva che “alle donne è consegnato il futuro della nostra umanità anche per il loro ruolo genitoriale, ma è consegnato anche il futuro del mondo del lavoro che non può che passare attraverso un equilibrio che le veda pienamente protagoniste e attive”. Poi è la volta delle donne nella Difesa: “A voi esprimo il mio personale riconoscimento per il contributo alla sicurezza del nostro Paese”, ha scritto in mattinata il ministro della Difesa Guido Crosetto. Con un invito ad essere “di ispirazione per le nuove generazioni che vorranno percorrere il vostro stesso cammino al servizio delle istituzioni, per fare sempre la differenza e per guidare il nostro operato per un futuro di rispetto, professionalità e collaborazione”.

Per il titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara il rispetto e la valorizzazione delle donne “iniziano a scuola”, da qui l’impegno “per un’istruzione che garantisca pari opportunità e valorizzi i talenti di ogni studentessa”. Da Fabriano – dove ha partecipato a un incontro con la Comunità Papa Giovanni XXIII per l’aiuto alle donne vittime della prostituzione – il titolare della Farnesina Antonio Tajani ha ricordato l’impegno sin dal suo insediamento per “i temi dell’uguaglianza di genere, dell’emancipazione femminile e del contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza contro le donne”. Eugenia Roccella, ministra alle Pari opportunità, ha colto l’occasione dell’8 marzo per parlare dell’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano del femminicidio come reato autonomo: “Gli omicidi di donne da parte degli uomini avvengono con una frequenza che non siamo riusciti a fermare”. Ma questa volta “siamo andati al cuore del problema”, perché “a uccidere le donne sono gli uomini perché c’è ancora un rapporto malato”. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ricordato come oggi nella sanità le donne rappresentino “il 70% del personale e siano una risorsa che dobbiamo tutelare e valorizzare, a partire da una maggiore sicurezza”.

Advertisement

In Evidenza

Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

Pubblicato

del

Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

Continua a leggere

In Evidenza

Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

Pubblicato

del

Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

Continua a leggere

Politica

L’ex ministro De Lorenzo torna a percepire il vitalizio: sono stato un perseguitato politico

Pubblicato

del

Francesco De Lorenzo (foto Imagoeconomica in evidenza), 87 anni, ex ministro della Sanità della Prima Repubblica, torna a percepire il vitalizio parlamentare grazie alla riabilitazione concessa dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. Una cifra importante tra arretrati e pensione, che giunge 31 anni dopo l’arresto per Tangentopoli e una condanna definitiva a 5 anni per associazione a delinquere e corruzione.

«Ho pagato più di tutti, ho subito una persecuzione»

«Sono stato il capro espiatorio perfetto» ha dichiarato De Lorenzo al Corriere del Mezzogiorno, rivendicando la correttezza del proprio operato. Secondo l’ex ministro, i magistrati dell’epoca avrebbero voluto colpire un simbolo e lui si prestava bene al ruolo, specie dopo la riforma della sanità che vietava il doppio lavoro ai medici. «Non ho mai preso una lira per me – ha aggiunto – la Cassazione ha riconosciuto che i soldi finivano interamente al Partito Liberale».

«Vitalizio? È un diritto, come stabilito dalla Boldrini»

De Lorenzo ha ribadito che la richiesta del vitalizio è legittima: «La delibera del 2015 firmata da Laura Boldrini prevede la restituzione in caso di riabilitazione. Io l’ho ottenuta, come altri prima di me». A pesare sulla sua memoria, anche la condanna della Corte dei Conti per danno d’immagine: «Ho dovuto vendere la mia casa di Napoli per affrontare le conseguenze economiche di quella sentenza, pur non avendo causato alcun danno erariale».

Tangentopoli e il crollo della Prima Repubblica

Arrestato a Napoli nel 1994, De Lorenzo fu al centro di uno dei più noti scandali di Tangentopoli. «Durante la stagione giudiziaria serviva un terzo nome dopo Craxi e Andreotti, e io ero perfetto», ha detto. Ricorda con amarezza il clima di quegli anni: «Mi ritrovai contro i medici per la riforma e contro i malati per i tagli alla sanità. Il bersaglio ideale».

«Non ho mai tradito per salvarmi»

«Mi venne chiesto di accusare altri ministri, anche Berlusconi – racconta – ma non l’ho mai fatto». Critico nei confronti della magistratura, De Lorenzo ha sottolineato le irregolarità nel suo arresto e nella gestione del processo. «I miei coimputati si avvalevano della facoltà di non rispondere. Il mio processo è stato un coro di muti».

Rapporti con il passato: «Non sento più nessuno»

Con i vecchi compagni di partito come Paolo Cirino Pomicino e Giulio Di Donato i contatti si sono interrotti: «Ho chiuso ogni rapporto con loro», ha ammesso De Lorenzo. Nonostante l’età, conserva ancora una voce lucida e battagliera: «Sono malato di giustizia, non dimentico quello che ho subito».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto