Il G7 e’ unito: “Putin deve perdere questa guerra, noi manterremo alto il prezzo dell’aggressione all’Ucraina”. Olaf Scholz raggiunge la stampa a piedi per chiudere il suo G7 e incontra i giornalisti fra i prati del castello di Elmau. Il cancelliere parla piu’ lentamente del solito e conferisce alle sue parole una certa solennita’. “Siamo incrollabilmente al fianco dell’Ucraina”, ripete, citando la dichiarazione finale del vertice. “Non e’ possibile tornare indietro, i rapporti con la Russia non saranno mai piu’ come prima”. Negli stessi momenti viene distribuito il comunicato ufficiale, con il passaggio che apre al price cap sull’energia atteso dall’Italia. I G7 si impegnano inoltre a contrastare l’emergenza fame con un versamento di 4,5 miliardi di dollari, garantito per meta’ dagli Usa. Decisamente poco rispetto al fabbisogno, secondo le Ong. E’ poi Mario Draghi ad annunciare che sullo sblocco del grano sono arrivati segnali “incoraggianti”, con Guterres che ha affermato “siamo vicini al giorno della verita’”. Si puo’ “sperare”, anche se e’ presto per dirsi “ottimisti”, sintetizza il premier italiano. L’Ucraina e’ la questione principale anche al momento delle conclusioni del vertice, aperto tre giorni fa in Baviera. Ma sulle parole di Zelensky, che ieri ha fatto nuova pressione sui grandi della Terra chiedendo una spinta utile a finire la guerra entro il prossimo inverno, Scholz sgombera il campo dai dubbi: “Al momento purtroppo osserviamo che la guerra viene portata avanti con brutalita’ non mutata. E non siamo nella situazione in cui possiamo dire che se ne veda la fine”. Il conflitto si chiudera’ “solo quando Putin capira’ che non puo’ raggiungere i suoi scopi”, aggiunge. Ad Elmau si e’ parlato anche della Cina, e il G7 invita Pechino a “fare pressione sulla Russia affinche’ cessi la sua aggressione militare e ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue truppe”, si legge nel comunicato, in cui si ribadisce la necessita’ di “cooperare” con Pechino “sulle sfide globali, come il clima, la biodiversita’ e altri importanti temi multilaterali”. Il summit ormai alle spalle viene definito “importante” – per Mario Draghi e’ stato “un successo” proprio per il grado di coesione raggiunto dai leader – e il cancelliere si e’ mostrato soddisfatto della “fiducia” stabilita fra i partner che hanno lavorato da “amici”. Si lancia anche un segnale al G20: i sette vogliono collaborare “per renderlo un successo”, spiega Draghi, rivelando che il presidente indonesiano ha assicurato che Putin non partecipera’ in presenza. L’altra questione assai rilevante e’ quella del tetto al prezzo dell’energia. “Adotteremo misure immediate per garantire l’approvvigionamento energetico e ridurre i prezzi e le impennate guidate da condizioni di mercato straordinarie, anche esplorando misure aggiuntive come il price cap”, si legge nel comunicato finale del G7. “Riaffermiamo il nostro impegno a eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall’energia russa, senza compromettere i nostri obiettivi climatici e ambientali”, aggiungono i leader. E qui c’e’ spazio per le diverse sensibilita’. Sollecitato sui tetti al prezzo del petrolio e del gas, Scholz risponde solo sul primo, e definisce “l’obiettivo ambizioso, legato a molti presupposti e tanto lavoro da fare”. Un’ora dopo Draghisi dice invece soddisfatto dell’annuncio dell’Europa che “accelerera’” sul tetto al gas: “Lo accogliamo con favore”. “Ci si augura un risultato prima di ottobre – aggiunge il premier -. L’importante e’ che la discussione sia solida e fondata su base razionale e non solo psicologica. Anche se questo non vuol dire che la psicologia non sia razionale…”, chiosa con riferimento implicito proprio alle remore di Berlino. Sono poi fonti europee a chiarire che con la dichiarazione del G7 si apre effettivamente una breccia per il tetto al prezzo del gas tanto voluto da Roma: “Abbiamo piu’ spazio per continuare a lavorare. E a settembre la situazione potrebbe essere un po’ diversa”. Non si vedono problemi di incompatibilita’ con il patto di stabilita’, che andra’ solamente adeguato, con qualche aspetto tecnico. Non ci sono previsioni sui tempi, “non e’ possibile farne”, puntualizzano le fonti, che sottolineano che il problema sara’ trovare un consenso politico. Mentre il Cremlino reagisce affermando che “un eventuale price cap sul gas andrebbe discusso con Gazprom”, perche’ prevedrebbe una modifica dei contratti.