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Politica

Il faro della Corte dei Conti sull’operazione Albania

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L’operazione Albania potrebbe diventare materia di indagine della magistratura, in particolare di quella contabile, per un eventuale danno alla casse dello Stato. All’attenzione della Corte dei Conti ci sono, infatti, due esposti presentanti alla fine dello scorso mese di ottobre da parlamentari di Italia Viva e M5s. E gli stessi pentastellati hanno annunciano un eventuale “esposto integrativo” in caso di nuovi trasferimenti. Gli incartamenti sono stati posti all’attenzione dei giudici di viale Mazzini affinché valutino se nei costi sostenuti per il trasferimento di 16 migranti nelle strutture del paese balcanico, alla metà dello scorso mese, possa esserci un danno erariale da parte del Governo.

Il faro della Corte dei Conti è puntato su quanto trasmesso il 23 e il 21 ottobre: la Procura è al lavoro per valutare in prima battuta la sussistenza di profili “di interesse” e poi decidere se proseguire con la formale apertura di un fascicolo o eventualmente archiviare. In base a quanto riferito dal ministero dell’Interno lo stanziamento previsto, che per bocca dello stesso ministro Piantedosi “potrà rivelarsi anche superiore ai costi effettivi”, è riferito all’arco di cinque anni con un budget di 134 milioni all’anno: una spesa complessiva che si aggira sui 670 milioni. Come dichiarato dal capo del dicastero nel corso di un question time, il governo lo considera “un investimento” che consentirà di abbassare le spese per la gestione della prima accoglienza straordinaria “che oggi sono pari a circa un miliardo e 700 milioni all’anno”. Nelle voci di spesa previste dal protocollo siglato con le autorità di Tirana anche quelle relative al “vitto e alloggio” delle forze di polizia italiane, circa 300 persone. Si tratta di uno stanziamento che sfiora i 9 milioni di euro (8.897.200) per la locazione di strutture alberghiere a Shengjin, dove è presente l’hotspot, con alloggio in camere singole, “ristorazione e connessi servizi” per un costo giornaliero per ogni singolo agente di 80 euro. Sui costi dell’operazione le opposizioni restano all’attacco.

Per il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli siamo in presenza di uno “sperpero di risorse pubbliche e dispendio di risorse umane per ‘finanziare’ la propaganda della premier: 1 miliardo di euro per realizzare e gestire i centri per i prossimi 5 anni” e il segretario di +Europa Riccardo Magi, dal canto suo, definisce i centri “costosi, disumani e contrari al diritto europeo”. L’esecutivo, comunque, tira dritto e nella settimana che si apre lunedì potrebbe andare in scena il secondo atto dei trasferimenti a Shengjin e Gjader. Il primo atto si è concluso, il 18 ottobre scorso, con la decisione dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma che non hanno convalidato il trattenimento dei cittadini provenienti dal Bangladesh e dall’Egitto. La nave della Marina, la Libra, sta raggiungendo in queste ore il Mediterraneo Centrale, dove sarà operativa nei prossimi giorni in attesa di indicazioni dal governo. L’obiettivo è monitorare il flusso di arrivi di migranti di per poi accoglierli a bordo ed organizzare un nuovo trasferimento nell’hotspot, per quelli che rientrano nelle categorie previste dal protocollo con il governo di Tirana.

Le operazioni vanno, quindi, avanti ed è intenzione del governo non attendere la pronuncia della Corte Europea di giustizia dopo il rinvio da parte del tribunale di Bologna che ha chiesto di esprimersi sulla definizione di Paese sicuro e sulla gerarchia di applicazione delle norme. Una iniziativa che ha scatenato la violenta reazione delle forze di governo tanto che l’Anm ha organizzato per il 4 novembre una assemblea straordinaria nel capoluogo emiliano, in segno di solidarietà verso i giudici. La presidente del sindacato delle toghe emiliane, Eleonora Pirillo, non nasconde “preoccupazione” pe “per le esternazioni di alcuni esponenti del Governo e parte della stampa”. “E’ stato criticato un collega facendo riferimento, ma uso un eufemismo, alla sua vita personale”, afferma.

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Politica

Giubileo, slitta Termini ma chiudono i lavori al Vaticano

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Galeotta fu la basaltina di Bagnoregio, una pietra grigia pregiata che si estrae nella provincia di Viterbo. A un certo punto – ne serviva parecchia, per il piazzale della atazione Termini – è iniziata a scarseggiare. L’alternativa era mettere il cemento. S’è scelto piuttosto di far slittare la conclusione del cantiere di una settimana: era il 23, adesso è il 30 dicembre. Su piazza Risorgimento invece, a ridosso del Cupolone, si farà prima, mentre per via Ottaviano il ‘colpevole’ dello slittamento dei tempi è stato il clima capriccioso. Storie dal Giubileo in arrivo, storie di cantieri, a 15 giorni esatti dall’apertura della Porta Santa: le racconta il sindaco-commissario Roberto Gualtieri di fronte alla commissione capitolina Giubileo. Più di un’ora di relazione, correggendo in avanti o all’indietro il cronoprogramma delle inaugurazioni. “Siamo quasi al traguardo – ha detto il sindaco – Il Giubileo farà Roma migliore”. Si comincia da Piazza Pia, inizialmente prevista per il 20. Sarà aperta invece, come già annunciato, il 23, ma i cantieri non c’entrano. E’ una questione di agende: servirà a far partecipare “il governo”, e c’è chi sostiene che per l’opera simbolo dell’Anno Santo potrebbe intervenire anche la stessa premier Giorgia Meloni. Più vicine invece altre due scadenze: l’11 dicembre saranno inaugurate la rinnovata stazione della metro di Piazza di Spagna (già riaperta ai passeggeri da qualche settimana) ma soprattutto via Ottaviano pedonalizzata, che dalla metropolitana conduce verso il Vaticano.

A novembre non s’è potuto perché “il caldo – ha spiegato Gualtieri – ha costretto a rinviare la messa a dimora degli alberi”. C’era poi da risolvere il problema delle pozzanghere che rimanevano a terra dopo ogni acquazzone: ora “sono state installate delle piccole grate”. Da via Ottaviano, diretti al Colonnato, si passa per Piazza Risorgimento. Qui il calendario invece è in anticipo: la piazza (ora pedonale al 75%) doveva aprire il 23, ma aprirà già il 20. “I lavori sono in piena attività. Inizialmente – ha ricordato Gualtieri – si pensava di realizzare un parcheggio ma non c’erano i tempi”. Si vedrà dopo il 2025. Invariate le aperture sia di piazza San Giovanni (28 dicembre) sia del Ponte dell’Industria (fine gennaio). I cambiamenti d’agenda più significativi si registrano invece nel complesso di interventi tra piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica. Il cantiere (“un’area pari a nove campi di calcio” ha ricordato il sindaco) doveva essere inaugurato il 23 nella sua interezza. Sarà invece aperto a tappe: per la parte di piazza della Repubblica-Planetario l’appuntamento è il 22, mentre per il piazzale di Termini si andrà al 30.

Tor Vergata invece, con il recupero della Vela di Calatrava e il nuovo palasport scoperto, sarà pronta per l’estate in tempo per il Giubileo dei Giovani, ma arriveranno prima le opere di viabilità. Nel secondo trimestre del 2025, infine, sarà completata la Casa delle Famiglie di Pietralata. I cantieri del Giubileo però non sono solo cemento e ruspe ma anche tecnologia e cultura. Saranno 30 e non 11, ha annunciato il sindaco, le piazze coperte da wifi gratuito entro la fine dell’anno, mentre per le periferie oggi l’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio ha lanciato il bando ‘Open 25 – Artes et Iubilaeum’ da 5 milioni per eventi di teatro, cinema, danza, letteratura, arti visive, gastronomia che si terranno tra aprile e dicembre lontani dal centro, con particolare attenzione alle proposte dei giovani. “Siamo pronti ad accogliere turisti e pellegrini – ha detto l’assessore capitolino – ma a Roma vivono i romani e le romane, è una città di quartieri, borgate e rioni”. Si concentrano invece nel centro storico gli interventi di Caput Mundi, la tranche ‘giubilare’ del Pnrr: oggi nell’ambito del programma di recupero delle fontane storiche, l’acqua è tornata a scorrere nelle magnifiche vasche di Piazza Farnese, dove insieme all’ambasciatore di Parigi a Roma è stata inaugurata anche la facciata dell’omonimo palazzo, sede della diplomazia d’oltralpe in Italia. Un intervento non legato ai finanziamenti dell’Anno Santo, “ma volevamo fosse pronto per il Giubileo – ha detto l’ambasciatore Martin Briens – e ce l’abbiamo fatta”.

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Crosetto: 2% di spesa per la Difesa non è scelta ma obbligo

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“Raggiungeremo necessariamente il 2% di spese per la Difesa sul Pil. Saremo obbligati a raggiungerlo, non solo per un impegno sottoscritto da tutti i governi che si sono succeduti, compresi quelli che ora lo disconoscono, ma perchè è una necessità reale. Non è quindi una scelta politica ma un obbligo”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo alla presentazione del libro Photoansa 2024, in corso al museo Maxxi di Roma. “L’unico settore non demandabile a terzi – ha spiegato il ministro – è la sicurezza e la difesa del Paese. Viviamo in tempi in cui queste vanno garantite diversamente rispetto solo a 3 ani fa. Se tre anni fa ci avessero detto che dobbiamo prepararci a sostenere un attacco aereo come quello che ha sostenuto Israele ci avrebbero preso per folli. Ma non pensarci ora sarebbe una follia”. “Il 2% – ha proseguito – non so in che tempi lo raggiungeremo. L’avvento di Trump accelera il punto di arrivo e prossimamente sarà il 2,5% o il 3%. Non penso che Trump uscirà dalla Nato ma dirà alle nazioni che non hanno raggiunto l’obiettivo ‘tu non meriti di farne parte’ e questo ci toccherà tutti”. “Io – ha quindi ricordato il ministro – mi batto per escludere queste spese dal Patto di stabilità perchè devo toglierle dalla concorrenza con le spese sociali, la salute, il welfare”.

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Antitrust, da Peugeot e Citroen ristori per 7 milioni

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Groupe PSA Italia e Citroën Automobiles hanno finora versato a consumatori e imprese circa 7 milioni di euro in ristori. E’ quanto ha verificato l’Antitrust al termine della verifica dell’ottemperanza degli impegni assunti dai due gruppi automobilistici francesi dopo l’istruttoria avviata dall’authority in seguito al malfunzionamento del serbatoio dell’urea, che impiega l’additivo AdBlue, utilizzato su alcuni modelli Citroën e Peugeot. Il problema aveva costretto gli automobilisti a sostenere, almeno in parte, i costi di sostituzione fuori garanzia. Grazie agli impegni resi vincolanti dall’Autorità, a partire da dicembre 2023, consumatori e imprese hanno beneficiato di agevolazioni economiche, pari al momento a circa 7 milioni di euro. In particolare il rafforzamento del programma di assistenza alla clientela (denominato Special Coverage “4UA+4UB”), ha consentito a consumatori e imprese di effettuare interventi di riparazione/sostituzione presso la rete Citroën e Peugeot beneficiando di una scontistica e di contributi per oltre 6 milioni di euro. A tali misure compensative si aggiungono i ristori, nella forma di voucher o rimborsi per complessivi circa 700.000 euro riconosciuti a beneficio di consumatori e imprese che, avendo riparato o sostituito il serbatoio Adblue prima dell’avvio dell’istruttoria, hanno beneficiato di condizioni meno favorevoli previste dal precedente programma di assistenza. “Si tratta di agevolazioni il cui ammontare è destinato a salire – fa sapere l’Antitrust – in considerazione della implementazione da parte di Citroën e Peugeot di ulteriori misure di assistenza e a favore di consumatori e imprese”. In particolare, è stata prorogata di altri 4 anni (dal 31 agosto 2024 al 31 agosto 2028) la durata della Special Coverage “4UA+4UB”. Inoltre, è stato introdotto un nuovo programma di assistenza alla clientela (denominato Special Coverage “4UD”) per i casi di sostituzione del serbatoio Adblue successivi a un intervento già effettuato in precedenza.

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