Collegati con noi

Esteri

Il Covid uccide Colin Powell, l’ex segretario di Stato che portò gli Usa in guerra contro Saddam Hussein

Pubblicato

del

Colin Powell, primo segretario di Stato Usa afroamericano sotto la presidenza di George W. Bush, la cui leadership in diverse amministrazioni repubblicane ha contribuito a plasmare la politica estera americana negli ultimi anni del 20esimo secolo e nei primi anni del 21esimo, è morto per complicazioni legate al Covid-19. Aveva 84 anni. A dare la notizia, la famiglia su Facebook, precisando che Powell aveva ricevuto due dosi di vaccino. “Abbiamo perso un marito, padre e nonno straordinario e amorevole e un grande americano”, hanno scritto. Veterano della guerra del Vietnam, Powell è salito al rango di generale a quattro stelle e nel 1989 è diventato il primo presidente nero del Joint Chiefs of Staff. In quel ruolo ha supervisionato l’invasione statunitense di Panama e successivamente l’invasione del Kuwait per cacciare l’esercito iracheno nel 1991. Ma la sua eredità è stata rovinata per sempre quando, nel 2003, si è presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ha sostenuto la guerra contro l’Iraq, citando informazioni errate secondo cui Saddam Hussein aveva nascosto segretamente armi di distruzione di massa.

Powell è stato inoltre il primo funzionario americano a dare pubblicamente la colpa degli attacchi terroristici dell’11 settembre alla rete di al-Qaeda di Osama bin Laden e ha fatto un viaggio lampo in Pakistan nell’ottobre 2001 per chiedere che l’allora presidente pakistano Pervez Musharraf cooperasse con gli Stati Uniti nel perseguire il gruppo con base in Afghanistan, che aveva anche una presenza in Pakistan, dove bin Laden fu poi ucciso.Powell è cresciuto in un quartiere povero di New York. “La mia è la storia di un ragazzo nero senza aspettative, proveniente da una famiglia di immigrati dai mezzi limitati, che è cresciuto nel South Bronx”, aveva raccontato nella sua autobiografia ‘My American Journey’. Si arruolò nell’esercito e nel 1962 fu uno degli oltre 16.000 ‘consiglieri’ inviati nel Vietnam del Sud dal presidente John F. Kennedy. Una serie di promozioni lo portò al Pentagono e all’incarico come assistente militare del Segretario alla Difesa Caspar Weinberger, che divenne il suo sponsor non ufficiale. In seguito, divenne comandante del 5° corpo dell’esercito in Germania e poi assistente per la sicurezza nazionale del presidente Ronald Reagan.In una nota ufficiale, Bush ha detto che lui e l’ex first lady Laura sono “profondamente rattristati” per la morte di Powell, che era “un grande funzionario pubblico” e “ampiamente rispettato in patria e all’estero”. Ma, “cosa più importante, Colin era un padre di famiglia e un amico. Laura ed io porgiamo ad Alma e ai loro figli le nostre sincere condoglianze mentre ricordano la vita di un grande uomo”.

Advertisement

Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

Pubblicato

del

La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

Continua a leggere

Esteri

Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

Pubblicato

del

E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

Continua a leggere

Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

Pubblicato

del

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto