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Cronache

Il Covid mette in crisi pure il Vaticano, Papa Francesco taglia gli stipendi ai cardinali

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La crisi economica legata alla pandemia pesa anche sulle casse del Vaticano e il Papa ha deciso misure drastiche per contenere il ‘rosso’. Considerato che la voce piu’ importante delle uscite della Santa Sede sono i costi del personale, il Pontefice con un Motu Proprio ha messo mano ai salari di cardinali e superiori. I porporati dal primo aprile vedranno un taglio dei loro stipendi del 10%. E poi a scendere tagli inferiori ci saranno per i dirigenti ecclesiastici anche ad altri livelli. Per tutti i dipendenti, fatta eccezione per i livelli piu’ bassi, arriva invece il congelamento degli scatti di anzianita’. Il Papa ha deciso risparmi con due precisi ‘paletti’: innanzitutto non vengono toccati i posti di lavoro; in secondo luogo i tagli per gli ecclesiastici e per le figure apicali seguono una logica “proporzionale e progressiva”. Chi guadagna di piu’ vedra’ percio’ una maggiore riduzione della sua busta paga.

I cardinali di Curia attualmente hanno uno stipendio tra i 5.000 e i 5.500 euro al mese: su loro si abbatte il taglio piu’ consistente, pari appunto al 10 per cento. A decorrere dal primo aprile anche la retribuzione degli altri Superiori, inquadrati nei livelli retributivi C e C1, e’ ridotta dell’8%. I salari di ecclesiastici e religiosi, inquadrati nei livelli retributivi C2 e C3 e nei dieci livelli funzionali non dirigenziali, sono ridotte del 3%. Si terra’ comunque conto di eventuali problemi dei singoli. Questi tagli non sono applicati infatti “qualora l’interessato documenti che gli sia impossibile far fronte a spese fisse connesse allo stato di salute proprio o di parenti entro il secondo grado”. Le disposizioni si applicano anche al Vicariato di Roma, ai Capitoli delle Basiliche Papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica di San Paolo fuori le mura. Considerato che i cardinali di Curia sono alcune decine di persone, la parte piu’ consistente del Motu Proprio di Francesco riguarda di fatto i mancati aumenti da scatti di anzianita’ perche’ il ‘congelamento’ per due anni (fino ad aprile 2023) riguardera’ tutti, fatta eccezione dei pochi lavoratori con i livelli di reddito piu’ basso. “Un futuro sostenibile economicamente richiede oggi, fra altre decisioni, di adottare anche misure riguardanti le retribuzioni del personale” del Vaticano, sottolinea Papa Francesco nel Motu Proprio, spiegando che la crisi Covid ha aggravato una situazione di disavanzo che gia’ c’era da “diversi anni”. Per questo, acquisito il parere della Segreteria per l’Economia, ha deciso per misure in grado di dare una boccata d’ossigeno e contenere le difficolta’. Far quadrare i conti in tempo di pandemia d’altronde e’ complesso e non mancheranno malumori. Sullo sfondo delle decisioni di oggi c’e’ l’agitazione, per esempio, dei dipendenti dei Musei. Essendo stati chiusi per diversi mesi (e lo sono anche attualmente) sarebbe stato conteggiato loro un ‘monte ore negativo’ che poi si riversera’ sul tfr. Si vocifera, per questo caso specifico, una possibile ‘class action’.

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Cronache

Gianfranco Marcello è il nuovo direttore del carcere di Secondigliano

Gianfranco Marcello, già direttore degli istituti di Benevento e Ariano Irpino, è il nuovo direttore del carcere di Napoli Secondigliano. L’USPP gli augura buon lavoro e chiede collaborazione per affrontare le criticità del personale di polizia penitenziaria.

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Gianfranco Marcello, già al vertice delle case circondariali di Benevento e Ariano Irpino, è stato nominato nuovo direttore del carcere di Napoli Secondigliano. Figura di lunga esperienza nell’amministrazione penitenziaria, Marcello si è distinto nel corso della carriera per competenze operative e attenzione costante ai temi della sicurezza.

Gli auguri e le richieste dell’USPP

L’USPP ha accolto la nomina con un messaggio di benvenuto, augurando al nuovo direttore «i più sinceri auguri» e auspicando una collaborazione proficua con la polizia penitenziaria e le organizzazioni sindacali.
Il sindacato ha sottolineato l’importanza di affrontare «con la massima trasparenza» le problematiche che riguardano il personale, convinto che solo «un confronto sereno e costruttivo» possa garantire condizioni di lavoro adeguate e la tutela della dignità professionale degli agenti.

Le priorità in uno degli istituti più complessi d’Italia

Con la direzione di Secondigliano, Marcello assume la guida di uno degli istituti penitenziari più grandi e complessi del Paese, un carcere dove le sfide legate alla sicurezza, alla gestione interna e alle condizioni del personale richiedono equilibrio, fermezza e capacità di coordinamento.
Le aspettative sono alte, ma l’esperienza maturata negli anni rappresenta una solida premessa per affrontare questo nuovo incarico.

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Cronache

Camorra 2.0 nel Nolano: l’ingegnere del clan imponeva consulenze e controllava le compravendite

L’indagine nel Nolano rivela un nuovo sistema di estorsioni “2.0”: un ingegnere del clan imponeva consulenze e progetti nelle compravendite immobiliari. Emersa anche una rete criminale sul gioco online.

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L’indagine nel Nolano rivela un nuovo sistema di estorsioni “2.0”: un ingegnere del clan imponeva consulenze e progetti nelle compravendite immobiliari. Emersa anche una rete criminale sul gioco online.

Suggerimento immagine (corpo 3)

Foto dell’ingresso del Tribunale di Napoli o immagine generica delle forze dell’ordine durante un’operazione, senza volti riconoscibili.


Camorra 2.0 nel Nolano, l’ingegnere del clan imponeva consulenze obbligate

Dal ‘porta a porta’ al metodo professionale

Niente più estorsioni tradizionali, ma un sistema “sofisticato”, che si infiltra nell’economia attraverso professionisti. È quanto emerso dall’indagine sulla camorra nel Nolano: un giovane ingegnere, rampollo del clan, utilizzava il proprio studio tecnico per imporre consulenze e progetti nelle compravendite e nelle pratiche edilizie.
«Un metodo aggiornato di estorsione», ha spiegato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Non richieste esplicite di denaro, ma l’obbligo di ingaggiare lo studio del clan per qualsiasi operazione immobiliare.

Pressioni anche sulla Curia di Nola

Il sistema era così radicato da coinvolgere anche la Curia di Nola. Quando l’ente ecclesiastico decise di vendere un terreno, fu costretto a subire la pressione dell’ingegnere legato al clan Russo.
Un controllo capillare, silenzioso e costante, che permetteva all’organizzazione di orientare affari e transazioni sul territorio.

L’alleanza criminale tra Russo e Licciardi

Il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno ha sottolineato come l’indagine abbia rivelato una collaborazione strategica tra i Russo del Nolano e i Licciardi, parte dell’Alleanza di Secondigliano.
L’asse criminale si concretizzava soprattutto nel settore del gioco d’azzardo. I due clan gestivano piattaforme online, reti di agenti e centri scommesse clandestini. Chi non pagava la quota dovuta veniva minacciato.

Scommesse online e struttura capillare

Secondo gli investigatori, il sistema era ormai industriale: siti dedicati, raccolta delle giocate fuori dai circuiti legali, gestione dei profitti e redistribuzione interna. Un giro d’affari enorme, controllato dai vertici clanici e protetto da una rete di intermediari.

Indagini su Caf e pratiche dei migranti

L’inchiesta non è chiusa. Restano accesi i fari su un Centro di Assistenza Fiscale e sulle pratiche relative ai migranti, che potrebbero nascondere ulteriori infiltrazioni criminali.

Un territorio che non denuncia

«L’agro Nolano è solo apparentemente tranquillo», ha detto il maggiore Andrea Coratza, comandante del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna.
«La realtà è che nessuno denuncia».
Un silenzio che permette alla camorra di radicarsi, evolversi e controllare interi settori dell’economia locale.

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Camorra a Nola, minacce al dirigente comunale: l’inchiesta svela il controllo del clan Russo

Nell’indagine che ha portato a 44 arresti nel Nolano emerge la minaccia a un dirigente comunale: il clan Russo controllava pratiche edilizie, affari immobiliari e gioco d’azzardo.

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Nell’indagine che ha portato a 44 misure cautelari nel Nolano compare anche una frase minacciosa rivolta da un ex consigliere comunale al direttore tecnico del Comune di Nola: «Stai attenta a quello che fai». L’uomo, oggi ai domiciliari, secondo gli investigatori parlava «per conto del clan Russo» e chiedeva alla dirigente di chiudere un occhio su alcune pratiche edilizie di interesse del gruppo criminale.
La donna, un ingegnere, è stata l’unica a sporgere denuncia durante le attività investigative, come precisato dai carabinieri.

Il quadro ricostruito dagli investigatori

Per il generale Biagio Storniolo, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, l’indagine mostra «la chiara lettura di una camorra che opera controllando tutte le attività sul territorio». Un sistema criminale che non si limita all’intimidazione, ma che «si evolve e cresce, infiltrandosi nell’imprenditoria, nel tessuto economico e nel settore immobiliare, dalle compravendite al gioco d’azzardo».

Un’organizzazione che agisce con metodi raffinati

Il tenente colonnello Paolo Leoncini, comandante dei Carabinieri di Castello di Cisterna, ha evidenziato come il clan operasse «con metodi raffinati», dimostrando «grandi capacità organizzative», e come anche le indagini si siano avvalse di avanzate tecnologie informatiche per ricostruire il sistema di potere e le pressioni sugli uffici pubblici.

Un territorio sotto pressione

L’inchiesta conferma l’obiettivo del clan Russo: condizionare pratiche, affari e attività economiche, insinuandosi nella macchina amministrativa e utilizzando intimidazioni mirate per garantirsi controllo e profitti.

Ovviamente siamo nel campo delle accuse e gli indagati hanno diritto ad essere considerati, in questo stato del procedimento, non presunti colpevoli ma ancora innocenti fino a sentenza definitiva.

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