Collegati con noi

Corona Virus

Il covid corre in Italia: picco di contagiati con 3omila casi, 153 morti e 1.000 in rianimazione

Pubblicato

del

Corre l’epidemia di Covid-19 in Italia, con piu’ di 30.000 casi, oltre mille ricoverati nelle terapie intensive come non si vedevano da fine maggio, e 153 morti: diventa tangibile la preoccupazione per l’impennata di tutte le curve. Il sospetto che a spingere in alto i numeri dell’epidemia sia la variante Omicron e’ diffuso, ma non ci sono ancora dati sufficienti a confermare l’ipotesi, considerando che in Italia il numero dei sequenziamenti del virus e’ ancora molto basso. La banca dati internazionale Gisaid, punto di riferimento per comprendere la diffusione del virus SarsCoV2 e delle sue varianti, indica che delle 3.199 sequenze finora depositate dall’Italia, 61 sono della Omicron, pari all’1,9%. I dati del ministero della Salute indicano che in 24 ore i casi positivi al virus SarsCoV2 sono stati 30.798, ossia oltre 14.500 piu’ in un giorno: un’impennata che risente anche del fatto che i 16.213 rilevati 24 ore prima si riferivano alla domenica, giorno in cui l’attivita’ di test si dirada molto. I nuovi casi sono stati infatti rilevati con 851.865 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 337.222 di 24 ore prima. Di conseguenza il tasso di positivita’ e’ sceso dal 4,8% al 3,6%, considerando il rapporto fra il totale dei casi e i soli tamponi molecolari. E’ del 9,7% facendo invece il rapporto fra i casi e i soli test molecolari, secondo i calcoli del sito CovidTrends. Per quanto riguarda i ricoveri, quelli nelle terapie intensive sono stati 1.012, ossia 25 in piu’ in un giorno nel saldo tra entrate e uscite, gli ingressi giornalieri sono stati 96: non si registrava un numero simile di ricoverati dal 31 maggio scorso, quando il numero totale dei ricoverati era 1.033. E’ aumentato anche il numero dei ricoverati nei reparti ordinari, che in un giorno sono saliti di 280 unita’, portando il totale a 8.381. Sempre in 24 ore i decessi sono aumentati da 137 a 153. Per quanto riguarda le regioni, i dati del ministero della Salute indicano che l’incremento giornaliero maggiore c’e’ stato in Lombardia, con 8.292 nuovi casi; seguono Veneto (4.716), Piemonte (3.218), Campania (2.297), Lazio (2.285), Emilia Romagna (2.179), Sicilia (1.423) e Toscana (1.316). A sostenere la crescita dell’epidemia e’ l’indice di contagio Rt, sempre superiore a 1, e l’andamento e’ ormai tornato a essere esponenziale con un tempo di raddoppio di circa 20 giorni, come indicano sia il sito CovidTrends, sia il CovidStat, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Si guarda intanto con attenzione alla diffusione della variante Omicron: per la direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), Emer Cooke, “la situazione epidemiologica rimane estremamente preoccupante in Europa e la variante Omicron e’ diventata la variante predominate in un numero crescente di Paesi”, fra i quali gli Stati Uniti. Questi ultimi e Israele hanno segnalato anche i primi decessi avvenuti in persone non vaccinate che avevano contratto l’infezione con la variante. Aumentano intanto anche i casi di Omicron individuati in Italia, con una conferma e due sospetti in Sardegna e nove identificati a Cremona; nel Lazio il Servizio regionale sorveglianza e controllo delle malattie infettive (Seresmi) che fa capo all’Istituto Spallanzani ha segnalato un caso autoctono, nel quale cioe’ non emergono contatti con persone provenienti da altri Paesi. Gli esperti spingono intanto su due fronti: da un lato il sequenziamento e dall’altro i vaccini. E’ urgente investire nel sequenziamento genetico del virus SarsCoV2 per conoscere l’esatta diffusione della variante Omicron in Italia, rileva il genetista Massimo Zollo, dell’Universita’ Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate: “e’ meglio investire adesso in questo, che vedere gli ospedali riempirsi ed ora e’ il momento per farlo”. Per il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, “c’e’ la necessita’ di spingere sulla terza dose perche’ la seconda ormai non e’ sufficiente per proteggerci. La terza ci proteggera’ quasi sicuramente oltre il 70%. Adesso serve per proteggere dalla variante Omicron”.

Advertisement

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

Pubblicato

del

L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

Continua a leggere

Corona Virus

In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

Pubblicato

del

Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto