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Il corpo ritrovato nel Po è del 15enne Rayan Mdallel: dolore e interrogativi a Mondragone

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Il corpo ritrovato nel Po è di Rayan Mdallel: dolore e interrogativi a Mondragone

Identificato a Torino il quindicenne scomparso il 30 gennaio

Sono affondati nelle acque gelide del Po, nel cuore di Torino, i sogni e la giovanissima esistenza di Rayan Mdallel, il ragazzo di 15 anni scomparso lo scorso 30 gennaio da Mondragone. Il corpo era stato recuperato nel fiume già a febbraio, ma solo nei primi giorni di maggio la polizia scientifica di Torino è riuscita a identificarlo attraverso il confronto del DNA con la madre, Clorinda. La conferma è arrivata ieri per voce del sindaco di Mondragone, Francesco Lavanga, che ha annunciato l’intenzione di proclamare il lutto cittadino.

I tanti dubbi sulla morte di Rayan

Le cause del decesso restano da chiarire. L’ipotesi più accreditata al momento è quella del suicidio, ma le domande che circondano la vicenda sono numerose. L’unica certezza è che Rayan si era allontanato da casa all’alba del 30 gennaio, in sella alla sua bicicletta nera, con due zaini e le sue inseparabili cuffie bluetooth. Dopo la scomparsa, erano giunte segnalazioni non confermate, tra cui una ad Aversa e un presunto avvistamento a Roma, poi rivelatosi errato.

Il suo corpo, però, era già stato trovato nel fiume settimane prima. L’inchiesta della Procura di Torino, aperta contro ignoti, mira ora a chiarire come e perché Rayan sia arrivato fino a Torino, e cosa sia accaduto nei giorni successivi alla sua fuga.

Un ragazzo sensibile, fragile, amato

Rayan frequentava il secondo anno del liceo classico Galileo Galilei di Mondragone. I suoi compagni e insegnanti lo descrivono come un ragazzo timido, riservato, con una grande sensibilità e una maturità sorprendente. Era un sognatore appassionato di manga giapponesi, con “occhi neri dolcissimi ma sempre tristi”, che lasciavano trasparire il desiderio di una vita diversa.

La madre ha riferito che in passato Rayan si era già allontanato, ma mai per più di due giorni. La famiglia, seguita dai servizi sociali per episodi precedenti, non mostrava segnali d’allarme evidenti, ma è possibile che la separazione dei genitori e un disagio familiare latente abbiano inciso sul suo fragile equilibrio.

Tanti interrogativi ancora senza risposta

Gli inquirenti si chiedono:

  • È stato un allontanamento volontario?

  • C’è stata una fuga organizzata o qualcuno lo ha aiutato?

  • Come ha raggiunto Torino? Con quali mezzi?

  • È stato vittima di adescamento online?

  • È davvero un suicidio o è stato istigato a togliersi la vita?

Risposte cruciali potrebbero arrivare dagli esiti dell’autopsia e dalle verifiche sulle tracce digitali lasciate dal ragazzo. L’avvocato Carmela Landi, referente dell’associazione Penelope per la Campania, ha assicurato assistenza legale alla madre: «Sosterremo Clorinda per fare chiarezza su quanto è accaduto».

Nel frattempo, l’intera comunità di Mondragone si è stretta nel dolore, unita nel ricordo di un ragazzo che non sognava altro che un futuro diverso, e che nessuno ha saputo salvare in tempo.

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Omicidio Chiara Poggi, spunta un DNA maschile ignoto: nuova pista nelle indagini

Nuovi esami sul caso Chiara Poggi rivelano un DNA maschile sconosciuto. Si riapre il caso a 18 anni dall’omicidio di Garlasco. Ipotesi contaminazione o seconda persona?

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È ancora presto per parlare di svolta nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007 a Garlasco. Ma nuove analisi genetiche hanno evidenziato un dato che potrebbe cambiare il quadro: la presenza di un profilo maschile sconosciuto in un campione prelevato dalla bocca della ragazza. Un frammento di garza, usato durante l’autopsia, ha infatti restituito due cromosomi Y: uno attribuito a Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale Dario Ballardini, e uno a un soggetto ancora ignoto.

Un DNA misterioso: né Stasi né Sempio

La nuova inchiesta della Procura di Pavia, che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, per omicidio in concorso, ha portato a un incidente probatorio per analizzare cinque prelievi effettuati nel 2007. Tre non hanno prodotto risultati, ma due hanno portato alla luce una traccia genetica maschile che non appartiene né a Sempio né ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara e condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio.

Le ipotesi: contaminazione o nuova pista?

Gli esperti sono divisi. Secondo alcuni, il DNA ignoto è “netto, completo, robusto e con 22 marcatori”, dunque significativo. Per altri, come l’ex comandante dei Ris Luciano Garofano, potrebbe trattarsi di una contaminazioneavvenuta prima del prelievo, forse durante la manipolazione della garza, che – a detta degli esperti – potrebbe non essere nemmeno un tampone sterile.

La perita nominata dalla gip, Denise Albani, ha chiesto chiarimenti su chi ha avuto accesso al corpo, perché sia stata usata una garza e non un tampone e chi era presente nella sala autoptica. Se il profilo genetico resterà senza identità, saranno estesi i tamponi a soggetti inizialmente esclusi: dai soccorritori della Croce Rossa ai dipendenti delle pompe funebri, fino a chi ha scattato le foto al cadavere.

L’ombra dello sciacallaggio e il dolore dei familiari

Intanto, il caso è stato ancora una volta violato: un ex poliziotto ha tentato di vendere online le foto del corpo di Chiara, causando lo sdegno dell’opinione pubblica e un intervento immediato del Garante della privacy, che ha bloccato la diffusione delle immagini. Un altro colpo al dolore della famiglia Poggi, già provata da 18 anni di silenzi, processi e incertezze.

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Scippo da 300mila euro a Capri: derubato il barone Darzi, membro della Camera dei Lord

Clamorosa rapina a Capri: il barone britannico Ara Darzi scippato di un Richard Mille da 300mila euro a due passi dalla piazzetta. Indagini in corso.

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I più anziani dell’isola non ricordano nulla di simile. A Capri, dove la bellezza e l’esclusività sembrano garantire da sempre una certa immunità, ieri sera è accaduto qualcosa di eccezionale: il barone Ara Darzi, membro della Camera dei Lord britannica e volto noto tra gli habitué dell’isola, è stato scippato del suo orologio di lusso, un Richard Mille dal valore stimato di circa 300mila euro.

L’agguato a due passi dalla piazzetta

Tutto è accaduto intorno alle 22:30, in via Vittorio Emanuele, a pochi metri dalla celebre piazzetta. Darzi, 65 anni, docente universitario e stimato chirurgo del Partito Laburista inglese, stava passeggiando con due amici quando è stato sorpreso da due giovani rapinatori. L’azione è stata fulminea: in pochi secondi gli hanno sottratto l’orologio e si sono dileguati, probabilmente lungo via Krupp per raggiungere Marina Piccola, dove secondo gli investigatori un natante li attendeva per completare la fuga via mare.

Una rapina pianificata nei dettagli

Secondo le forze dell’ordine si tratta di un colpo pianificato. I rapinatori avrebbero pedinato la vittima fin dal suo arrivo sull’isola, studiando movimenti e orari. Il barone Darzi, in vacanza su uno yacht ormeggiato a Capri, ha sporto subito denuncia. Fortunatamente è rimasto illeso, ma l’episodio ha colpito profondamente l’opinione pubblica caprese, per la natura violenta e l’obiettivo scelto: un personaggio di primo piano in visita in uno dei luoghi più sorvegliati del Mediterraneo.

Indagini in corso, si cercano i volti dei rapinatori

Le indagini sono affidate a polizia e carabinieri. Determinanti potrebbero essere le immagini delle numerose telecamere di videosorveglianza presenti sull’isola, tra quelle del Comune e quelle private delle boutique di lusso. Proprio grazie a questi dispositivi gli investigatori sperano di risalire all’identità dei due scippatori, che hanno agito con freddezza e precisione.

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Nozze da sogno a Capri per Rocco Basilico e Sonia Ben Ammar: cerimonia romantica e festa blindata con ospiti internazionali

Rocco Basilico e Sonia Ben Ammar si sono sposati ad Anacapri. Cerimonia elegante, festa con musica popolare, ricevimento alla Certosa di San Giacomo. Ospiti top secret, attesi anche Jeff Bezos e Zuckerberg.

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Un fine settimana all’insegna dell’amore, dell’eleganza e della riservatezza ha incorniciato il matrimonio tra Rocco Basilico, 35 anni, chief wearables officer di EssilorLuxottica e amministratore delegato del brand di occhiali di lusso Oliver Peoples, e la modella Sonia Ben Ammar, 26 anni, figlia del produttore franco-tunisino Tarak Ben Ammar, figura nota nell’élite culturale e imprenditoriale internazionale.

Cerimonia ad Anacapri tra tradizione e bellezza

I due giovani si sono uniti in matrimonio sabato pomeriggio nella chiesa di Santa Sofia ad Anacapri, davanti a un centinaio di ospiti selezionati. A celebrare la funzione è stato monsignor Vincenzo Paglia. All’uscita, tra petali bianchi e applausi, ad accoglierli una festa musicale in stile napoletano con tamburelli e melodie popolari, tra cui l’intramontabile ’O surdato ’nnamurato.

Protagonisti sorridenti e coinvolti, gli sposi hanno ballato e cantato insieme agli amici, regalando un’immagine fresca e spontanea di un’unione che ha unito glamour e tradizione. Lui in un completo sartoriale firmato Luca Rubinacci, lei in un abito romantico con maniche a campana e lungo velo in pizzo.

Ricevimento blindato alla Certosa di San Giacomo

Dopo la cerimonia, i neosposi hanno lasciato la chiesa a bordo di una Autobianchi Bianchina cabrio addobbata per l’occasione. Un giro simbolico tra le strade di Capri, con saluti e sorrisi al pubblico, prima di arrivare alla Certosa di San Giacomo, dove si è svolto un ricevimento top secret e totalmente off social.

Una lista di invitati riservatissima

Nonostante l’altissimo profilo della coppia, nessuna foto ufficiale del ricevimento è stata diffusa. Ma le voci sui possibili ospiti circolavano da giorni. Si parlava della presenza di Jeff Bezos e Lauren Sanchez, oltre che di Mark Zuckerberg, che ha rafforzato la sua partecipazione in EssilorLuxottica fino al 3,5% del capitale.

Il profilo di Basilico, il talento nel lusso

Entrato nel colosso dell’occhialeria nel 2013, Rocco Basilico è figlio del finanziere Rocco Basilico e di Nicoletta Zampillo, attuale vedova di Leonardo Del Vecchio. Nel 2016 è diventato CEO di Oliver Peoples, guidando progetti ambiziosi come la collaborazione con Facebook per gli smart glasses e le partnership con Brunello Cucinelli e Roger Federer.

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