Collegati con noi

Cronache

Il cordoglio del Capo dello Stato Mattarella e del presidente della Lega Dilettanti Sibilia per la morte di Stefano Colasanti il Vigile del Fuoco che ha perso la vita nell’esplosione di via Salaria

Pubblicato

del

Stefano Colasanti è il Vigile del Fuoco che ha perso la vita nel prestare soccorso sul luogo dove c’è stata l’esplosione della cisterna al km 39 della via Salaria. Appassionato di calcio era l’allenatore della squadra femminile Cittaducale di calcio a 5. Su Twitter fra gli altri il cordoglio di Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti e vicepresidente vicario della Federcalcio, e della Divisione Calcio a 5. Addio Mister, scrivono, riposa in pace eroe!

Colasanti, 50 anni di Rieti, una moglie e una figlia, al momento della prima esplosione non era in turno ma stava passando nella zona: si è fermato per dare una mano ai colleghi che nel frattempo erano intervenuti quando è stato investito dalla seconda esplosione, che l’ha ucciso. Il calcio era la sua grande passione, fin da bambino. A 15 anni, racconta chi lo conosceva, era stato scelto per andare a giocare col Napoli, nelle giovanili, per la capacità di toccare la palla sia di destro che di sinistro. Ma suo padre disse che era troppo piccolo per intraprendere una carriera del genere. E così cominciò a lavorare nell’impresa di famiglia. Poi entrò a far parte dei vigili del fuoco ma era noto negli ambienti sportivi visto perché era un ex giocatore di Lisciano e Centro Italia, oltre che l’allenatore della squadra femminile del Cittaducale di calcio a 5 di serie D, giocava nei tornei di futsal della Uisp ed era un grande tifoso del Real Rieti.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto far sentire la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, alle quali, ha detto il Capo dello Stato “Va il mio sentito cordoglio e ai feriti gli auguri di pronta guarigione”. Mattarella ha inviato anche un messaggio al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, prefetto Bruno Frattasi, nel quale esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà per la scomparsa del vigile Stefano Colasanti. “Appresa la triste notizia del decesso del Vigile del Fuoco Stefano Colasanti, esprimo sentimenti di cordoglio al Capo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e per il suo tramite alla famiglia, di cui fa parte, peraltro, il fratello Claudio appartenente alla Polizia di Stato, per la prematura scomparsa del proprio congiunto. La mia vicinanza va altresì alla famiglia della seconda vittima ed auguro una pronta guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti nel tragico evento”, è il messaggio del capo della Polizia Franco Gabrielli.

Advertisement

Cronache

Alfieri davanti al gip, ‘ha risposto a ogni domanda’

Pubblicato

del

E’ durato alcune ore l’interrogatorio di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, sospeso da entrambe le cariche dal prefetto di Salerno in seguito all’inchiesta giudiziaria che lo ha portato in carcere. Come spiega l’avvocato Domenicantonio D’Alessandro, che lo difende insieme al collega Agostino De Caro, Alfieri, 59 anni, “è sicuramente provato perché il carcere fa danni a tutti, ma non si abbatte. E’ un uomo molto forte.

Ha, peraltro, avuto tante testimonianze di stima e amicizia; stamattina ha risposto a tutte le domande, si è difeso dalle contestazioni”. La scorsa settimana, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti suoi e di altri cinque indagati cui risultano contestati a vario titolo i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

L’unico indagato a finire in carcere è stato Alfieri. Nel mirino dei pm alcune procedure di affidamento di lavori e, in particolare, quella relativa all’intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione a Capaccio Paestum e quella per l’adeguamento dell’illuminazione stradale del Comune. Entrambe le gare sono state vinte dalla stessa ditta, secondo l’accusa grazie a una serie di irregolarità. Alfieri, esponente di primo piano in Campania del Pd (che lo ha intanto sospeso dal partito), è un fedelissimo del presidente della Regione, Vincenzo De Luca: celebre la battuta del governatore, durante la campagna referendaria del 2016, sulla capacità di Alfieri di raccogliere consenso sul territorio, “anche offrendo fritture di pesce”.

L’attuale sindaco di Capaccio-Paestum e presidente della Provincia di Salerno (che nel suo curriculum ha anche l’elezione a primo cittadino in due altri comuni, Torchiara e Agropoli) è stato anni fa capo della segreteria del governatore, il quale comunque non si lascia intimorire dal terremoto giudiziario nel Salernitano. Anzi, proprio in merito alla sua ipotesi di ricandidatura alla guida della Regione, nonostante l’opposizione di dirigenti dem vicini alla segretaria Schlein, De Luca ha ribadito due giorni fa: “Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Vado avanti a prescindere, l’importante è che ci stiate voi – dice rivolto ai suoi sostenitori – perché se il lavoro svolto in questi anni si ferma, la Campaniaprecipita”.

Continua a leggere

Cronache

Processo Agostino, condannato all’ergastolo Gaetano Scotto

Pubblicato

del

I giudici della Corte di assise di Palermo, presieduti da Sergio Gulotta, hanno condannato Gaetano Scotto all’ergastolo per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, incinta, uccisi da un commando mafioso il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini (Palermo). La sentenza è stata pronunciata nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. Il processo è stato celebrato con il rito ordinario. Assolto dall’accusa di favoreggiamento Francesco Paolo Rizzuto che era un amico dell’agente.

L’accusa, rappresentata dalla pg Lia Sava e dai sostituti Domenico Gozzo e Umberto De Giglio, presenti in aula, aveva chiesto al termine della requisitoria la condanna all’ergastolo per Scotto e l’assoluzione per Rizzuto. In aula erano presenti i parenti delle vittime, tra cui la sorella di Nino, Flora e suo figlio Nino Morana. Alla lettura della sentenza anche i giovani di Libera e Don Ciotti. La corte di assise ha inoltre deciso l’interdizione dai pubblici uffici per Scotto e la condanna, oltre al risarcimento alle parti civili, di una provvisionale in favore dei familiari di Nino Agostino e Ida Castelluccio. In aula l’abbraccio e le lacrime dell’avvocato difensore Fabio Repici con don Ciotti, e i parenti del poliziotto.

Continua a leggere

Cronache

Violentata fuori dalla discoteca, due fermati

Pubblicato

del

La serata di Ferragosto con gli amici in discoteca, i balli, i drink in uno dei locali più frequentati nella zona della movida estiva di Genova. E poi il buio e la brutalità di due sconosciuti, poco più che ragazzini. L’incubo di Gaia (nome di fantasia per tutelare la vittima) è finito sabato pomeriggio quando la squadra mobile genovese ha fermato i due autori della violenza sessuale di gruppo e delle lesioni aggravate. Si tratta di due italiani, di origini albanesi e capoverdiane, di 21 e 19 anni. Il più grande aveva comprato da poco due biglietti aerei. Sarebbe partito dall’Italia verso la Spagna per poi andare in Francia. Un giro troppo “articolato” che ha spinto la pm Valentina Grosso a emettere un decreto di fermo.

Lo stupro, è emerso, è stato ripreso con i telefonini. Tutto inizia la notte del tra il 14 e il 15 agosto. Gaia è con un gruppo di amici a ballare e bere in discoteca. I due ragazzini tentano di approcciare il gruppo, girano intorno alle donne. Ma vengono respinti più volte. A notte fonda la donna decide di tornare a casa. Non si accorge che i due la seguono e quando è fuori dal locale il più grande l’afferra per un braccio, fa un cenno col capo al suo amico, e insieme la trascinano poco lontano, in un luogo appartato e un po’ isolato. Gaia prova a reagire, ma i due hanno il sopravvento. La lasciano poi dolorante, in lacrime. A sentire i lamenti è un passante che la trova a terra rannicchiata.

Chiama i soccorsi e la donna viene portata all’ospedale Galliera, centro specializzato nelle violenze sulle donne. Viene attivato il protocollo rosa e le prime visite accertano quello che ha subito, mentre non è stato possibile ancora chiarire se sia stata anche drogata. Gli agenti della squadra mobile raccolgono poi il suo racconto. Gli investigatori partono dalle telecamere di videosorveglianza del locale e della strada e, anche grazie alle varie testimonianze, riescono a risalire al più grande. E’ già conosciuto perché autore di alcune rapine e scippi mentre il più piccolo è un operaio che è stato licenziato da poco. E’ la stessa Gaia che li riconosce poi tra una serie di fotografie che gli agenti le mostrano. Ma quando gli inquirenti scoprono che uno dei due sta lasciando l’Italia, le indagini accelerano e per i due scatta l’arresto. A inchiodarli sono state anche le immagini, durissime, di quella terribile notte riprese dai telefonini. I ragazzi sono adesso nel carcere femminile di Pontedecimo dove c’è una sezione dedicata ai sex offender.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto