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“Il calcio è rispetto e solidarietà”: Papa Francesco riceve Cosimo Sibilia e una delegazione della Lega Nazionale Dilettanti

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“Siate consapevoli che lo stile con cui affrontate lo sport rappresenta un modello per i vostri coetanei e può influire, positivamente o meno, sul loro modo di agire”: Papa Francesco ha accolto così la delegazione della Lega Nazionale Dilettanti guidata dal suo Presidente Cosimo Sibilia. “Mantenete in voi la gioia di giocare e diffondetela in chi vi osserva o tifa per voi”, ha detto il Papa, che è un appassionato di calcio. Tanto avere la tessera numero 1 del San Lorenzo, la squadra argentina dove è cresciuto calcisticamente il Pocho Lavezzi .

Un avvenimento che resterà negli annali della Lega Nazionale Dilettanti. Un momento riservato, organizzato dal Comitato Regionale Lazio, ai vertici della Lega Nazionale Dilettanti. Nella suggestiva Sala Clementina il Presidente Cosimo Sibilia, in qualità di capo delegazione, ha aperto l’incontro con un intenso saluto al Pontefice: “In altre occasioni Lei non ha mancato di sottolineare l’importanza dello spirito che anima il nostro mondo ed i valori dei quali è portatore: gratuità dei gesti, lealtà, rispetto delle regole e degli avversari. Noi La ringraziamo per questa sensibilità e per l’attenzione che ha riservato, nelle sue riflessioni, al nostro movimento”. Papa Francesco, nel suo intervento, si è poi soffermato sul concetto di solidarietà che, applicata allo sport, diventa sinonimo di fair-play nel senso più profondo del termine:

Papa Francesco, nel suo intervento, si è poi soffermato sul concetto di solidarietà che, applicata allo sport, diventa sinonimo di fair-play nel senso più profondo del termine: “Abbiate cura di immettere nel tessuto sociale, mediante le mille relazioni che vivete nell’ ambito dell’ attività sportiva, uno spirito di solidarietà e di attenzione alle persone, ha detto alla delegazione il Pontefice, al quale la vostra Lega si ispira in modo lodevole ed esplicito. Avere uno spirito solidale, mediante una partecipazione attiva allo sviluppo della vita sociale e culturale della collettività, significa tendere la mano a chi è caduto o ha subito un fallo, oppure zoppica perché si è fatto male; significa non denigrare chi non primeggia, ma trattarlo alla pari; significa comprendere che il campionato non parte se si è da soli e che anche nella nostra società ci si può salvare solo insieme, mentre ci si perde se si lascia che chi è più debole rimanga ai margini e si senta come uno scarto”.

Il presidente Cosimo Sibilia, dopo aver offerto al Pontefice un pallone e la maglia azzurra numero 60, celebrativa dei sessanta anni della lega dilettanti, ha sottolineato: “Grazie al Papa per avere trasmesso a me e a tutta la Lega Dilettanti questo messaggio di pace e solidarietà. Incontrarla è stata un’ emozione che non dimenticherò mai”.

 

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Lory Del Santo: la signora Trump che non fu, amori e racconti tra realtà e fantasia

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Lory Del Santo torna a far parlare di sé con dichiarazioni che oscillano tra realtà, verosimiglianza e un tocco di fantasia. Ospite del programma Storie di donne al bivio prime time condotto da Monica Setta, la showgirl ha svelato dettagli della sua movimentata vita sentimentale, regalando al pubblico aneddoti sui suoi flirt e amori celebri, veri o presunti.

“Potevo essere la signora Trump”

Lory Del Santo non ha dubbi: avrebbe potuto essere la signora Trump. “Potevo essere la moglie del presidente, se solo avessi accettato la sua corte. Ma pensavo fosse solo un flirt e ho detto ‘no'”. Una rivelazione che si aggiunge a una lunga lista di racconti affascinanti e talvolta difficili da verificare.

Tra Kassoggi, Clapton e Harrison: storie e corteggiatori celebri

La Del Santo ha ripercorso incontri con uomini noti del panorama internazionale. Su Adnan Khashoggi, il controverso miliardario saudita, ha raccontato: “Non ci fu mai sesso e non mi regalò un favoloso anello di brillanti, bensì una semplice catenina d’oro con una pietra”.

Passando al cinema italiano, Lory ha rievocato una serata con Giancarlo Giannini: “Mi piaceva tantissimo. Una volta uscimmo insieme e mi portò a casa sua. Chiuse tutte le finestre perché era terrorizzato dai paparazzi. Non successe nulla”.

Il vero amore della sua vita? Eric Clapton. “Era tirchissimo, a casa sua non c’era nemmeno la colf e dovevo lavare i piatti io”, ha raccontato. Di tutt’altro tenore il ricordo di George Harrison, che definisce “molto gentile”. “Organizzò per me una cena sontuosa di sushi seguita da un massaggio ai piedi a bordo piscina. Il giorno dopo andammo a fare shopping, ma lui comprò solo per sé”.

Le cene con Giovanni Agnelli

Tra i suoi corteggiatori, anche Giovanni Agnelli. “Era un uomo dalla testa bellissima. Mi piaceva stare a parlare con lui per ore”, ha detto, precisando che con il celebre industriale non ci fu nemmeno un bacio.

Una vita tra verità e mito

Lory Del Santo, con il suo stile inconfondibile, continua a mescolare confessioni personali a racconti che lasciano il dubbio se siano realtà, suggestioni o semplicemente frammenti di una memoria creativa. Del resto, la sua vita è stata segnata non solo dal glamour, ma anche da tragedie familiari e momenti difficili che hanno alimentato il suo personaggio pubblico.

Che si tratti di realtà o di un abile racconto, Lory Del Santo sa come rimanere al centro del “frullatore mediatico”, offrendo spunti che catturano l’attenzione e fanno discutere. E, forse, questo è il suo vero segreto.

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Trump propone una forza di pace europea per l’Ucraina: ma chi pagherà il prezzo?

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La proposta di Trump: duecentomila uomini lungo la linea di contatto

Duecentomila soldati sotto le bandiere dei principali Paesi europei, schierati lungo la linea di contatto tra Russia e Ucraina. È questa l’ambiziosa proposta del team di politica estera di Donald Trump, che si prepara a tornare alla Casa Bianca con un piano per congelare rapidamente il conflitto in Ucraina. Tuttavia, il piano dipenderà dal cessate-il-fuoco, dalla disponibilità di Mosca e Kiev e soprattutto dalla capacità degli alleati europei di sostenere un contingente così imponente.

Gli obiettivi americani: tregua rapida per concentrarsi sulla Cina

Secondo gli emissari di Kiev, Trump ha fretta di chiudere il dossier ucraino per concentrare gli sforzi degli Stati Uniti sull’Indo-Pacifico e sul contenimento della Cina. La strategia americana è chiara: ottenere una tregua “rapida e sporca” (quick and dirty), rinviando a un momento successivo le complesse questioni politiche e territoriali.

Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso preoccupazione: congelare il conflitto senza garanzie di sicurezza significative lascerebbe l’Ucraina vulnerabile a futuri attacchi russi, come già accaduto dopo gli accordi di Minsk e il Memorandum di Budapest.

Il peso della sicurezza sugli europei

Con gli Stati Uniti che evitano di impegnarsi direttamente e l’adesione dell’Ucraina alla NATO sempre più lontana, spetta ora all’Unione Europea assumersi il ruolo di garante della sicurezza. Parigi e Londra stanno già valutando l’ipotesi di inviare un contingente europeo. Tuttavia, il Cremlino difficilmente accetterebbe una forza sotto l’ombrello NATO, il che complica ulteriormente le discussioni.

Un contingente europeo all’altezza della sfida?

La proposta del team di Trump prevede duecentomila uomini per presidiare una linea di contatto di circa duemila chilometri, da Chernhiv a Kherson. Questo numero rappresenterebbe circa la metà delle forze disponibili degli eserciti europei, con costi enormi. Non sorprende quindi che ambienti vicini al presidente francese Emmanuel Macron ipotizzino un contingente molto più ridotto: ventimila uomini, insufficienti per garantire un reale controllo del territorio.

Gli ucraini si dicono pronti a integrare le forze europee con i propri soldati, ma resta da capire se Mosca accetterà questa soluzione. Inoltre, le minacce americane di fornire a Kiev missili Tomahawk per colpire obiettivi in Russia potrebbero complicare ulteriormente le trattative.

Un conflitto che resta “sporco”

Tra il “quick” e il “dirty”, al momento sembra prevalere il secondo. La guerra sporca in Ucraina continua a essere l’unica missione che conta per il Cremlino, mentre l’Europa si trova a dover affrontare la sfida di una missione di pace che potrebbe ridefinire i suoi equilibri politici e militari.

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Forze armate Kiev: sono necessarie decisioni non convenzionali

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“Le battaglie nella città di Pokrovsk, nella provincia di Donetsk, sono eccezionalmente dure e richiedono ai vertici militari ucraini di prendere decisioni non convenzionali”. Lo ha affermato – come riportano i media locali – il comandante delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, al termine di una visita alla 38/a Brigata di Marina separata, che opera in prima linea in quel settore. Secondo Syrskyi, “l’esercito ucraino è svantaggiato, soprattutto in termini di manodopera: le truppe russe superano in numero le unità ucraine e stanno mandando avanti tutte le forze disponibili”.

Il comandante non ha spiegato quali tipo di decisioni non convenzionali sono necessarie in questa fase del conflitto, ma ha detto che una priorità è di consegnare sufficienti quantità di munizioni alla prima linea. “Bisogna – ha detto – aumentare la resilienza della difesa e distruggere più efficacemente gli occupanti”. Pokrovsk è un importante snodo logistico per le forze ucraine nell’est del paese ed è stata teatro di pesanti combattimenti negli ultimi mesi. Secondo il sito web di monitoraggio Deep State le forze russe stanno avanzando e si trovano ora a soli 3 chilometri dalla città.

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