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Cronache

Il boss preso al ristorante, era evaso da carcere Nuoro

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Era in un momento di libertà e spensieratezza al ristorante a Bastia, in Corsica, Marco Raduano, il 40enne latitante di Vieste catturato dai carabinieri del Ros in collaborazione con la gendarmeria francese. Il boss della mafia foggiana, evaso clamorosamente 11 mesi fa dal carcere di Nuoro, non si aspettava di essere catturato e si è mostrato sorpreso quando i carabinieri del Ros gli hanno stretto le manette ai polsi.

I militari lo hanno rintracciato attraverso un’attività investigativa sofisticata durante la quale hanno utilizzato importanti mezzi tecnologici assieme a tecniche tradizionali. Si tratta dello stesso gruppo operativo speciale che ha catturato nel gennaio del 2023 il superlatitante e boss indiscusso di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, scomparso nel settembre del 2023. Martedì scorso, invece, lo stesso gruppo operativo, in collaborazione con l’Unidad Central Operativa della Guardia Civil Spagnola, aveva arrestato il braccio destro di Raduano, Gianluigi Troiano, 30 anni, rintracciato ad Otura, piccolo centro nei pressi di Granada.

“La cattura all’estero di due pericolosi latitanti rappresenta un altro duro colpo inferto alla criminalità organizzata”, ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Grazie alle capacità investigative delle nostre Forze dell’ordine e alla cooperazione con le autorità francesi e spagnole, è stato possibile chiudere il cerchio sui due criminali, assicurandoli alla giustizia”, ha aggiunto il titolare del Viminale. I due giravano con documenti italiani falsificati. “Le indagini – come ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri di Foggia, il colonnello Michele Miulli – ora continuano per individuare la rete dei fiancheggiatori che ha permesso la loro latitanza”.

Marco Raduano si era reso protagonista di una plateale evasione, il 24 febbraio del 2023, dal penitenziario di alta sicurezza di Badu ‘e Carros a Nuoro: era fuggito calandosi dal muro di cinta con delle lenzuola annodate. E la sua fuga, a Vieste, fu festeggata dalla mala locale con i fuochi d’artificio. Su di lui gravano condanne che avrebbe dovuto finire di scontare nel 2046. Una ventina di giorni prima della fuga, il 3 febbraio dell’anno scorso, gli era stata notificata una nuova condanna definitiva a 19 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata. Si tratta di una condanna legata alla maxi operazione antimafia ‘Neve di Marzo’, coordinata dalla Dda di Bari e portata a termine a Vieste nell’ottobre del 2019 quando fu sgominata un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso, che utilizzava anche armi da guerra.

Troiano era invece evaso nel settembre 2021 dagli arresti domiciliari che stava scontando a Campomarino, in provincia di Campobasso, e da quel momento aveva fatto perdere le proprie tracce. Dovrà scontare 9 anni e 2 mesi di reclusione. Marco Raduano è attualmente imputato per l’omicidio di Giuseppe Silvestri (compiuto a Monte Sant’Angelo il 21 marzo del 2017) e per l’omicidio di Omar Trotta (Vieste, 27 luglio del 2017), delitto per il quale è anche imputato, in concorso, Gianluigi Troiano. “”Gli arresti sono un grande successo della squadra dello Stato, che a Foggia sta dando grandi risultati” – ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi -. Sui social si era diffusa la notizia di un’invincibilità dei latitanti. Ma così con è. Noi li catturiamo”.

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Resta in cella ex boss collaboratore di giustizia Vincenzo Sarno

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Resta in carcere l’ex boss e collaboratore di giustizia Vincenzo Sarno: sono stati entrambi convalidati dai giudici di Brescia e Napoli i provvedimenti di fermo per tentato omicidio e omicidio notificati rispettivamente dalla Dia di Brescia e dalla Squadra Mobile di Napoli. Secondo gli inquirenti, malgrado “pentito”, stava riorganizzando l’omonimo clan del quartiere Ponticelli di Napoli, che una volta gestiva con i suoi fratelli, ed era pronto a tutti per riprendersi l’egemonia degli affari criminali della zona. A Sarno, e ad altri due suoi complici, viene contestato dalla Dda di Brescia il tentato omicidio di un ex collaboratore di giustizia, Domenico Amato, che nel 2022 si trovava in una località protetta di una delle province della Lombardia.

Per costringerlo a uscire di casa e colpirlo, è l’ipotesi degli investigatori, il commando decise di incendiare la sua vettura. Per fortuna il tentativo non andò a segno: l’obiettivo del raid, forse intuendo che si trattava di un agguato, rimase barricato in casa. Due giorni fa, a Massa Carrara, Sarno ha ricevuto anche un decreto di fermo, emesso dalla Dda di Napoli e notificato dalla Polizia di Stato, per un altro fatto di sangue, un cold-case risalente al 1996: si tratta dell’omicidio di Gerardo Tubelli, assassinato il 5 gennaio 1996, nella sua abitazione di Cercola (Napoli). Si tratta di un agguato che gli inquirenti inquadrano nella guerra di camorra tra i Sarno e il gruppo Maione/Tubelli, quest’ultimo legato all’Alleanza di Secondigliano. Secondo la Dda in quel gruppo di fuoco c’era anche Vincenzo Sarno.

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Guasto sulla linea Alta Velocità a Bologna: treni bloccati e ritardi fino a 100 minuti

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Mattinata di forti disagi per i viaggiatori dell’Alta Velocità ferroviaria, a causa di un guasto a un deviatoio nei pressi della stazione sotterranea di Bologna. Il problema ha causato rallentamenti significativi sulla linea, con ritardi pesanti per diversi treni diretti verso sud, in particolare da Milano a Roma e Napoli.

Treni bloccati e ritardi fino a 100 minuti

Per circa due ore, la circolazione ha subito forti rallentamenti. Alcuni convogli non hanno potuto essere deviati sulla linea di superficie e sono rimasti fermi per lungo tempo, accumulando ritardi fino a 100 minuti. Gli altri treni, invece, sono stati deviati, ma hanno comunque subito rallentamenti consistenti.

Situazione risolta, ma persistono i disagi

Il problema è stato risolto alle 10.50, permettendo ai treni di riprendere il loro percorso regolare. Tuttavia, gli effetti del blocco si stanno ancora facendo sentire, con code di ritardi che impattano sulla regolarità del traffico ferroviario anche nelle ore successive.

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Pubblica amministrazione, 650 licenziati all’anno: 1 su 3 assente ingiustificato

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Tra il 2018 e il 2023 sono stati circa 15mila i dipendenti della pubblica amministrazione incappati in sospensioni o licenziamenti. La maggior parte dei provvedimenti, il 30%, nel comparto sanità (4.666 provvedimenti disciplinari gravi) e nel gruppo Ministeri-Agenzie (4.181, 27%). Seguono: i comuni con 3.138 sospensioni e licenziamenti, pari al 20% del totale; le scuole (1.625, 11%), la categoria enti pubblici vari (4%), le regioni (3%) e, infine, le università e le province, ferme entrambe a quota 2%. E’ quanto emerge da un’analisi di Centro Studi Enti Locali basata sugli ultimi dati messi a disposizione dal ministero per la Pubblica Amministrazione. E nel 2023 come nell’anno precedente i licenziati sono stati circa 650: prima causa (35%) le assenze ingiustificate dal servizio: dipendenti che non hanno comunicato che non si sarebbero presentati a lavoro, che hanno giustificato la loro assenza con un certificato medico falso o che attestava una malattia inesistente .Al secondo posto, c’è la categoria licenziamenti connessi a dei reati, che rappresenta il 33% del totale e ancora, nel 26% dei casi, l’inosservanza di disposizioni servizio, la negligenza, le false dichiarazioni o un comportamento scorretto verso superiori, colleghi e utenti.

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