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Cronache

I rincari delle bollette elettriche sono attentati alla persona

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Un pensionato medio che percepisce un contributo economico mensile di circa mille euro, dopo una vita di sacrifici lavorativi tassati all’inverosimile, si vede recapitare nel mese di Marzo 2022 la bolletta dell’energia elettrica, relativa dell’ultimo bimestre, con l’indicazione di pagamento di quasi cinquecento euro, più che doppia rispetto a quella riferibile allo stesso periodo dell’anno precedente. Stesso discorso anche per il precedente bimestre Dicembre 2021 – Gennaio 2022, quando però ancora si sperava che tale incremento poteva essere ascritto ad evento eccezionale. Ma purtroppo non è stato così. Stessi consumi, ma prezzo doppio e la tendenza sembra essere ormai consolidata. Cosa farà il pensionato allora? L’unica alternativa che gli viene lasciata è quella di decidere se fare la spesa e mangiare o staccare il contatore e vivere senza elettricità. Perché altro non c’è da fare.

Per gli stipendiati poi, spesso gravati anche da spese per i figli e magari anche da un prestito per l’acquisto di un’auto o da un mutuo immobiliare, le cose non vanno meglio.

Stesso discorso per i titolari di piccole e medie imprese, che si sono visti recapitare una bolletta dell’energia elettrica anche in questo caso raddoppiata e,  con un fatturato già devastato dal Covid, in un numero di casi sempre maggiore, la scelta non possono neanche più farla. Così l’attività viene chiusa per sempre con nuovo boom di disoccupazione. A proposito, di questo passo chi pagherà il reddito di cittadinanza?

I rincari delle bollette sono attentati alla vita delle persone, ponendole sull’orlo di un baratro finanziario causato da altri, e che in ogni caso non possono ormai più arginare o sopportare.

Confindustria è stata tra le prime associazioni di categoria a lanciare l’allarme, denunciando che se nel caso del petrolio c’è stato un “… recupero più che pieno, dopo il crollo dovuto alla prima ondata di pandemia (+13% a dicembre 2021 su fine 2019)” per altre materie prime  come il rame ed il cotone, l’aumento è stato pari a circa il 60%. Ma il dato che desta maggiore inquietudine, che si pone sicuramente alla base di un disastro quindi preannunciato è quello dell’impennata dei costi (sempre a partire dalla seconda metà del 2021) dei trasporti marittimi e del gas naturale, che ha fatto registrate addirittura un allucinante + 723%. Dati sconcertanti, ma si noti, tutti di gran lunga precedenti l’invasione russa del 24 Febbraio 2022. 

Proprio la lievitata quotazione del gas viene così additata dagli Industriali come la causa dell’aumento vertiginoso dell’energia elettrica in Italia “…facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali: 37 miliardi previsti per il 2022, da 8 nel 2019. Un livello insostenibile per le imprese italiane, che minaccia chiusure di molte aziende in assenza di interventi efficaci. Il prezzo dell’elettricità è più alto che in Francia e altri paesi europei, a seguito delle policy che questi hanno messo in campo. Questi rincari significano anche un marcato aumento della bolletta energetica, pagata dall’Italia ai paesi esportatori” . 

Ed è già allarme inflazione, come spiega Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, laddove i rincari “…stanno avendo ripercussioni pesantissime per i consumatori, per le imprese e per le attività in ogni settore, determinando un forte rialzo dei prezzi al dettaglio, con l’inflazione che a gennaio è balzata al +4,8% e ricadute per 1.474 euro annui a famiglia in termini di maggiore spesa”.

Così se tali devastanti effetti pesano in tutta Europa e negli USA, proprio il nostro Paese si manifesta tra i meno reattivi nell’adottare tutte quelle policies  che, in qualche modo, potrebbero almeno mitigarli. Ed a parte le ormai solite lamentele che potremmo lanciare al Governo, alla Classe politica ed amministrativa tutta, quello che sconcerta davvero, come sempre del resto, è la nostra incapacità di dimostrare la nostra indignazione, ormai costantemente proni nell’accettare uno stato di cose che in altri paesi risulta non solo intollerabile, ma rappresenta quasi sempre l’inizio di una svolta popolare che rimette subito in riga tutti i dirigenti di partito e manager pubblici che non si sono confermati all’altezza della situazione. Eppure viviamo in un’Italia dove le occasioni di ricollocazione sono sempre state un miraggio, mentre siamo perennemente stritolati da una tassazione che seppur alle stelle, non garantisce giusti servizi pubblici. Seppur da sempre abituati a navigare a vista in una barca traballante, evitare di affondare adesso sembra davvero impossibile.

Manifestiamo contro i green pass, i vaccini e le forniture di armi all’Ucraina senza però indicare alternative per contenere le pandemie o evitare l’invasione di stati sovrani, ma restiamo in silenzio di fronte ad un ennesimo saccheggiamento del nostro futuro, così come avvenuto fin troppo spesso nella storia della nostra giovane Repubblica, dove siamo stati derubati di tutto, come dalla spartizione illecita dei fondi al Mezzogiorno, alla svendita delle nostre migliori aziende pubbliche passando per la truffa di stato sul cambio Lira/Euro. Così anche questa volta, pochi ingrasseranno e tantissimi moriranno, in senso figurato o meno.

Intanto anche oggi pagheremo, ancora e per l’ennesima volta,  i mancati controlli statali e l’assenza di pronte azioni di governo. Ma l’Italia è stata messa davvero alla prova troppe volte, e prima o poi la nostra straordinaria resilienza non potrà più sopperire alla nostra vergognosa incapacità di dare voce ed azione all’indignazione, da noi colpevolmente relegata ad una silenziosa litania o a qualche battuta da bar o da postare sui social.

 

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Cronache

Tragedia a Napoli, giovane turista tedesca investita e uccisa da un camion dei rifiuti

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Una vacanza attesa si è trasformata in tragedia per Lisa Herbrich, turista tedesca di 27 anni, morta in seguito a un tragico incidente stradale a Napoli. L’incidente è avvenuto intorno alle 2 del mattino di lunedì, quando Lisa, mentre percorreva via Foria su una bicicletta elettrica a noleggio, è stata investita da un camion dell’Asìa, azienda di raccolta rifiuti.

Nonostante i tentativi di rianimazione effettuati dai soccorritori del 118 e il trasporto urgente prima all’ospedale Vecchio Pellegrini e poi all’ospedale del Mare, la giovane non ha superato i gravi traumi riportati, tra cui un’emorragia cranica importante. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria presso il Policlinico federiciano, in attesa degli esami autoptici che saranno cruciali per le indagini.

La polizia municipale dell’Unità Operativa Chiaia, guidata da Bruno Capuano, sta conducendo le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente, avvalendosi anche delle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Dai primi accertamenti, sembra che un improvviso cambio di direzione della ciclista possa aver reso inevitabile l’impatto con il camion che stava svolgendo la sua abituale raccolta di rifiuti.

L’autocarro e la bicicletta sono stati sequestrati per ulteriori analisi, mentre il conducente del camion è stato sottoposto a test per valutare il suo stato psicofisico al momento dell’incidente.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha espresso il suo cordoglio: «Siamo profondamente addolorati per questo tragico incidente e ci stringiamo ai familiari della vittima in questo momento di grande dolore. Speriamo che le indagini possano presto chiarire le dinamiche e le eventuali responsabilità.»

Lisa Herbrich, che aveva già visitato Napoli e l’Italia per motivi di studio, era tornata in città con alcuni amici per una breve vacanza. La sua morte ha scatenato una vasta ondata di solidarietà, specialmente tra la comunità ciclistica. Luca Simeone, direttore del Napoli Bike Festival, ha sottolineato il deterioramento delle condizioni di sicurezza stradale per i soggetti più vulnerabili e ha annunciato l’intenzione di richiedere un’audizione alla Prefettura di Napoli. Inoltre, è prevista l’apposizione di una bici bianca nel luogo dell’incidente, in memoria della giovane studentessa.

Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale nelle grandi città italiane e sull’importanza di garantire un ambiente sicuro per tutti gli utenti della strada, in particolare per i ciclisti e i pedoni, frequentemente esposti a rischi elevati.

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Peculato e truffa, arrestato primario a Cagliari

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Avrebbe effettuato prestazioni di intra moenia in un ambulatorio dell’ospedale in cui lavorava ma senza versare poi all’azienda sanitaria quanto previsto dalla normativa. Il primario del reparto di urolgia dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Antonello De Lisa, 64 anni è stato arrestato dai carabinieri e adesso si trova ai domiciliari. Il medico e docente universitario, molto conosciuto non solo in Sardegna, è accusato di peculato e truffa. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas di Cagliari e sono partite circa due mesi fa. A seguito di alcune perquisizioni negli uffici del medico, su richiesta del pm Nicola Giua Marassi che coordina le indagini, è arrivato un primo provvedimento del Gip con la sospensione del primario dalla professione ospedaliera. De Lisa ha continuato in queste settimane a insegnare. Adesso si sono modificate le esigenze cautelari e per il medico sono scattati gli arresti domiciliari.

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Torino, 18 misure cautelari nei confronti di anarco-insurrezionalisti per il corteo del 4 marzo ‘23

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4 marzo 2023, corteo non autorizzato per solidarietà ad Alfredo Cospito: tensione altissima, danni ad autovetture e vetrine, lancio di bombe carta… Oggi maxi operazione della Polizia di Stato di Torino nell’ambito di un’articolata indagine della Digos coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha portato alla denuncia di n.75 militanti anarco-antagonisti, ed ha eseguito a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo, anche in collaborazione con gli omologhi uffici di Polizia, nr.18 misure cautelari. Sì va dagli arresti domiciliari, all’obbligo e/o divieto di dimora e/o aell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. nei confronti di militanti anarchici per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale.

I fatti risalgono alla manifestazione nazionale anarchica in solidarietà ad Alfredo COSPITO, a causa della sua detenzione in regime di 41 bis, svoltasi a Torino il 4 marzo 2023, allorquando circa 1000 libertari hanno data vita ad un corteo, non preavvisato, in un’area del centro cittadino, nel corso del quale si sono verificati gravi atti di intemperanza con lanci di bombe carta e corpi contundenti contro le Forze dell’Ordine ed il danneggiamento diffuso di numerose vetrine di esercizi pubblici, banche, arredo urbano, monumenti, autovetture private, cagionando danni quantificati in oltre 630.000 euro.
Nella circostanza sono anche rimasti feriti due operatori di Polizia, di cui uno con prognosi di 100 giorni.
Si rammenta altresì che la mattina del 4 marzo, in occasione dell’arrivo a Torino dei numerosi manifestanti provenienti da diversi contesti territoriali e dall’estero, erano stati organizzati controlli preventivi della Digos, dei Reparti Mobili, della Polaria, della Polizia Stradale, di Frontiera e Ferroviaria, a seguito dei quali erano stati accompagnati in Questura nr. 37 libertari, trovati in possesso di numeroso materiale (caschi, maschere antigas, martelli, piedi di porco, frombole, bastoni, bombe carta, petardi, aste, scudi, coltelli, accette e materiale per travisarsi) nr. 28 dei quali poi denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Si fa presente che tutti i predetti indagati sono presunti innocenti fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.
Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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