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Politica

I presidenti di Regione e l’anno social: il report di Arcadia premia De Luca, Zaia e Fontana

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Da Facebook a Instagram, passando per X (ex Twitter) e TikTok, il mondo social dei presidenti di Regione è stato analizzato nel report annuale di Arcadia, che evidenzia trend, performance e strategie comunicative dei leader regionali italiani. A primeggiare nella classifica di engagement è la governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, che conquista il pubblico su Facebook e Instagram grazie a un coinvolgimento di alto livello.


I leader social: chi spicca per follower e attività

  • Alessandra Todde è la regina dell’engagement sui social, con un primato sia su Facebook che su Instagram. La sua capacità di interazione con i follower la pone al vertice della classifica.
  • Luca Zaia, presidente del Veneto, si distingue per la sua prolifica attività sui social, dimostrandosi uno dei leader più presenti e attivi sulle piattaforme.
  • Vincenzo De Luca, governatore della Campania, registra il maggiore incremento di follower in un anno, consolidando la sua popolarità online.

Attilio Fontana: il più apprezzato dagli utenti

Nella classifica del sentiment, che analizza il gradimento degli utenti, il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, si conferma il più apprezzato per il secondo anno consecutivo. Con un 78% di mood positivo, Fontana incassa il sostegno più alto tra i governatori italiani, consolidando un rapporto di fiducia con il pubblico.


Autonomia differenziata: un tema che spinge l’engagement

Il tema dell’autonomia differenziata ha contribuito a incrementare la visibilità social di alcuni presidenti. Tra i più attivi nella discussione troviamo:

  • Vincenzo De Luca (Campania) e Luca Zaia (Veneto), protagonisti di accesi dibattiti sul tema.
  • Roberto Occhiuto (Calabria) e Renato Schifani (Sicilia), che si sono distinti con interventi frequenti e diretti sulle piattaforme.

Questi governatori hanno sfruttato i social per amplificare il dibattito, attirando interazioni e commenti significativi.


TikTok: una presenza ancora limitata

Nonostante la crescente popolarità di TikTok, solo nove presidenti di Regione hanno un account attivo sulla piattaforma. La preferenza continua a essere rivolta verso i social più tradizionali, come Facebook e Instagram, che rimangono centrali per la comunicazione politica.

Il report di Arcadia evidenzia come i presidenti di Regione utilizzino i social media per rafforzare la propria immagine e connettersi con i cittadini. Tuttavia, la presenza su piattaforme emergenti come TikTok rimane ancora marginale, segno che il processo di innovazione digitale è in evoluzione. Tra engagement, sentiment positivo e temi caldi come l’autonomia differenziata, il panorama social dei leader regionali si conferma dinamico e strategico.

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Politica

Scontro tra Marina Berlusconi contro Report: I servizi su mio padre? Pattume mediatico

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Marina Berlusconi si schiera in difesa della memoria del padre Silvio, attaccando duramente il servizio di Report. In una nota ufficiale, definisce l’inchiesta trasmessa come un «pattume mediatico-giudiziario» e preannuncia «azioni legali» contro quello che giudica un «ignobile esercizio di pseudo-giornalismo».

Le accuse rivolte a Silvio Berlusconi

Il servizio, firmato da Paolo Mondiani, ha analizzato i presunti rapporti tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa Nostra, concentrandosi sulla riapertura dell’inchiesta fiorentina sulle stragi mafiose del 1993. Marina Berlusconi ha replicato duramente, definendo le accuse «sconnesse e illogiche», oltre a ricordare che sono state già smentite da più archiviazioni dei Tribunali di Palermo, Caltanissetta e Firenze.

Nella nota, Marina Berlusconi ha anche rivendicato i risultati ottenuti dai governi del padre nella lotta contro la criminalità organizzata, come la stabilizzazione del carcere duro (41 bis) per i boss mafiosi e l’introduzione del primo Codice antimafia nel 2011.

La replica di Report e le reazioni politiche

Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha difeso il servizio, definendolo «rigoroso» e basato su documenti e testimonianze validate dai magistrati. Ha inoltre sottolineato come fosse stata offerta alla famiglia Berlusconi e a Dell’Utri la possibilità di intervenire o di rispondere tramite i loro legali.

La vicenda ha provocato forti reazioni politiche. Forza Italia ha chiesto un intervento dei vertici Rai per fermare quello che definisce «uno scempio mediatico». La Lega ha criticato il programma come «fazioso», mentre Fratelli d’Italia lo ha descritto come una manifestazione di «ideologia anti-destra».

Difesa di Report dalle opposizioni

Dal fronte dell’opposizione, diverse voci hanno espresso solidarietà a Report. Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai, ha ribadito la necessità di difendere il giornalismo d’inchiesta, considerandolo un «presidio di indipendenza». Anche il Partito Democratico, attraverso Sandro Ruotolo, ha difeso il programma, accusando la destra di voler censurare il giornalismo investigativo.

Un dibattito destinato a continuare

Lo scontro tra Marina Berlusconi e Report non sembra destinato a chiudersi rapidamente. La vicenda evidenzia una profonda divisione politica e solleva interrogativi sul futuro del giornalismo d’inchiesta e della libertà di informazione in Italia.

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Politica

Associazione magistrati Corte Conti contro accorpamento

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L’associazione dei magistrati della Corte dei Conti, riunito in assemblea permanente, ha approvato un documento nel quale ribadisce la netta contrarietà all’impianto normativo del pdl Foti e all’emendamento, firmato dai relatori, che prevede tra l’altro la cancellazione di Sezioni giurisdizionali e di controllo e l’accorpamento delle stesse in sei macroaree. “Una modifica integrale e radicale degli attuali assetti geografici della Corte – affermano i magistrati – porterebbe nel breve e medio periodo alla paralisi delle funzioni, in particolare del servizio giustizia contabile”. Nel documento i magistrati, che si appellano alle forze politiche e parlamentari, chiedono di essere nuovamente auditi sulle proposte emendamenti e rinnovano la richiesta di “intraprendere un effettivo confronto sulla riforma anche previa adozione di una legge delega che istituisca una commissione di studio all’uopo designata”.

I magistrati, che criticano nel suo complesso il progetto di legge che riforma la Corte, sono contrari in particolare all’emendamento che considerano ‘peggiorativo’ firmato dai relatori Kelany-Pittalis. Nell’emendamento, viene ricordato nel documento, “sono previste importanti modifiche, tra cui: 1) l’abolizione dell’attuale assetto della distribuzione degli uffici a livello regionale mediante cancellazione di Sezioni giurisdizionali e di controllo e l’accorpamento delle stesse in sei macroaree, disponendo che le nuove Sezioni territoriali svolgano funzioni promiscue (consultive, di controllo, referenti, giurisdizionali, giurisdizionali) con turnazione periodica dei magistrati assegnati tra le varie funzioni; 2) la verticalizzazione, la gerarchizzazione e la centralizzazione dell’ufficio del pubblico ministero contabile, con perdita di quella territorialità imprescindibile nel garantire il corretto ed efficacie utilizzo delle risorse pubbliche in ambito regionale, compromettendo, altresì, l’autonomia e l’indipendenza della funzione requirente; 3) la previsione di un vincolo nomofilattico del pubblico ministero agli indirizzi dettati dalle Sezioni Riunite; 4) l’introduzione della separazione delle carriere dei magistrati requirenti dai magistrati delle sezioni giurisdizionali e di controllo; 5) il depotenziamento del controllo concomitante in un accertamento a mera richiesta”.

Secondo i magistrati amministrativi “l’efficacia delle funzioni della Corte non può prescindere dalla vicinanza ai cittadini ed alle amministrazioni nei confronti dei quali sono svolte, in coerenza con il disegno introdotto dalla Carta Costituzionale e che trova maxima espressione nelle Autonomie speciali”. Viene ritenuto che “l’accorpamento delle funzioni di controllo e giurisdizionali in un’unica Sezione territoriale è in violazione con lo spirito degli articoli 100 e 103 della Carta Costituzionale”. “Una modifica integrale e radicale degli attuali assetti geografici della Corte porterebbe nel breve e medio periodo- affermano i magistrati – alla paralisi delle funzioni, in particolare del servizio giustizia contabile, in presenza di costi sociali ed economici non previsti e non quantificati, in netto contrasto con la dichiarata invarianza della spesa dell’emendamento (si ipotizzano trasferimenti d’ufficio di oltre 900 unità di personale amministrativo e di circa 200 magistrati)”.

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Per Pmi in arrivo incentivi fiscali, staffetta generazionale e norme contro le false recensioni

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Incentivi fiscali per le imprese che si raggruppano in ‘rete soggetto’. Una sorta di staffetta generazionale con part-time incentivato per l’accompagnamento alla pensione e assunzioni agevolate di giovani under35. Riordino della disciplina dei confidi per favorire il sostegno delle Pmi nell’accesso al credito. Sono alcuni degli aiuti, sostegni e semplificazioni in arrivo per le piccole e medie imprese contenuti nel disegno di legge annuale proposto domani in Cdm dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.

Un testo di 19 articoli, che spazia dalle pmi della moda alle start up e pmi innovative, fino alla ‘Lotta alle false recensioni’ nella ristorazione e nel turismo. E’ di natura fiscale l’incentivo riservato alle imprese che scelgono di sottoscrivere o aderire ad un contratto di rete: per due anni (nei periodi di imposta dal 2026 al 2028) una quota degli utili destinati al fondo patrimoniale comune, accantonati ad apposita riserva, concorre alla formazione del reddito – e quindi tassata – solo se è usata per la copertura di perdite di esercizio o se viene meno l’adesione al contratto di rete. Sarà un successivo decreto ministeriale a stabilire criteri e modalità dell’agevolazione.

Per sostenere le Pmi della moda sono in arrivo nuove risorse: fino a 100 milioni, presi dalle risorse per le aree interessate da crisi industriale non complessa e ora destinati a programmi di sviluppo proposti dalle Pmi della filiera della moda. Per favorire il ricambio generazionale, poi, dal primo gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 i lavoratori di aziende fino a 50 dipendenti con requisiti idonei ad andare in pensione di vecchiaia e anticipata entro il primo gennaio 2028 possono accedere al “regime di incentivo al part-time per l’accompagnamento alla pensione”. Il beneficio è concesso a condizione che per ciascun lavoratore cui viene concesso lo ‘scivolo’ il datore di lavoro proceda contestualmente all’assunzione (con la possibilità di accedere alle agevolazioni previste) di un under35.

Viene normata anche la lotta alle false recensioni: nel mirino i prodotti e servizi della ristorazione e del turismo, per i quali arriva una specifica disciplina: il consumatore che dimostri di aver effettivamente usufruito del servizio può fare una recensione (“sufficientemente dettagliata”) entro 15 giorni dall’utilizzo del prodotto o del servizio. Il proprietario ha diritto alla replica, con la possibilità di cancellare recensioni false o “ingannevoli”; potrà far cancellare anche quelle “non più attuali”, trascorsi due anni dalla fruizione del servizio. In arrivo misure anche per l’accesso delle Pmi al credito bancario e interventi di semplificazione, con la delega al governo al riordino della disciplina dei confidi.

Per agevolare l’accesso al credito bancario si potrà ricorrere anche alla cartolarizzazione dello stock di magazzino. Nel capitolo semplificazioni anche modelli di organizzazione e gestione in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e formazione dei lavoratori in cig. Si interviene poi sullo smart working, impegnando il datore di lavoro a consegnare annualmente un’informativa scritta ai lavoratori su salute e sicurezza anche per quando lavorano fuori dall’ufficio. Il ddl delega infine il governo ad attuare il riordino delle norme in materia di start up e pmi innovative.

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