Collegati con noi

Corona Virus

I metodi cinesi di De Luca contro il coronavirus: appalta e costruisce ospedali in pochi giorni e fa arrivare l’Esercito che già c’è

Proviamo a raccontare l’emergenza coronavirus senza la retorica dell’uomo solo al comando. In Campania abbiamo un presidente di Giunta Regionale che ha chiuso il Consiglio Regionale, governa per ordinanza, da ordini ai prefetti e ora va dicendo in giro di aver imposto al Governo pure lo schieramento dell’Esercito in strada per ridurre alla ragione quelle bande di idioti che non rispettano la legge sul distanziamento sociale per frenare il contagio. E così assistiamo ad un racconto monocorde, fasullo, di un “Governatore” (lo chiamano così alcuni giornalisti) tanto amato dalle folle che pur non assecondando soluzioni dittatoriali o comunque contrarie alla democrazia liberale, per testimoniare  l’insoddisfazione radicale per il pessimo funzionamento della Campania, proiettano ogni loro speranza in un futuro radioso, affidandosi proprio a De Luca. Che governa in Campania da 5 anni ed ha gestito il comune di Salerno per 20 anni.

Pubblicato

del

Vincenzo De Luca è costretto a firmare un’ordinanza al giorno per chiudere in casa bande di sciamannati e stolti che non vogliono cacciarsi nelle loro testoline piccole piccole che le misure di distanziamento sociale devono essere rispettate. Gente che per qualche errore genetico non riesce a comprendere il senso di quattro parole: dovete restare a casa.

Perchè c’è un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che lo impone.
Perchè non  farlo significa violare la legge (articolo 650 del codice penale). 
Perchè “restare a casa” è l’unico farmaco per fermare un virus (il covid-19) di straordinaria contagiosità e letalità. Fino al vaccino meno lo facciamo circolare, meno morti registreremo. Soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione.

Allora, osanna al Presidente della Giunta regionale della Campania che istituisce zone rosse e chiude in casa intere comunità perché una quota importanti di imbecilli credono di essere immuni e dunque organizzano raduni religiosi, pic nic o feste da ballo favorendo così occasioni di contagio.

Evviva De Luca che con metodi cinesi (intendo veloci, sbrigativi) in 12 ore ore aggiudica appalti milionari italiani per impiantare un ospedale per soli malati covid che sarà realizzato in tempi cinesi.

Alleluja a De Luca che in pochi giorni ha fatto sventrare l’ospedale degli sfrantummati Loreto Mare, tinteggiare, attrezzare e assegnare personale per dotare il centro di Napoli di un nosocomio per soli pazienti contagiati da covid 19.
Complimenti a De Luca per come sta acquistando in giro per il mondo e senza limiti di spesa ventilatori polmonari, camici, mascherine, igienizzanti, mobilio, letti, suppellettili che reperisce sul mercato (arriverà tutto in Campania prima o poi) per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

 

Poi, magari, a fine emergenza, se qualcuno vorrà, si potrà fare qualche ragionamento per capire i motivi per cui una regione come la Campania che spende ogni anno 10 miliardi di euro nella sanità (avete letto bene la cifre, 10 miliardi di euro) è ridotta nelle condizioni in cui sappiamo. Ne parleremo, ma dopo l’emergenza. Oggi De Luca deve governare, deve scrivere ordinanze. Non ha tempo da perdere ad inseguire gli inutili orpelli della democrazia. Ma ritorniamo alla questione degli stolti, a quelli che con una felice espressione partenopea, De Luca (non Maurizio Crozza) definisce ‘abusivi respiratori di ossigeno’ o ‘soggetti che hanno la testa per spartere le recchie’.

Come inchiodarli in casa? Come impedire a tanti decerebrati il cui cervello è funzionalmente inattivo a smetterla di fungere da cinghia di trasmissione del virus? Il buon De Luca ha avuto un’idea geniale. Usare l’Esercito. Lo dice ogni giorno. Lo ripete come un mantra. La mattina presto, appena mette piede a terra, per prima cosa si fa chiamare tramite batteria del Viminale il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che  non risponde mai al telefono: è sempre impegnato in vertici internazionali, incontri bilaterali, riunioni del Consiglio dei Ministri. Così De Luca si fa passare il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

La telefonata tra i due “compagni” (spero non si offenda De Luca) di partito dura trenta secondi, dicono. Il tempo che De Luca urli nella cornetta a Guerini: “Devi mandare l’Esercito al Sud. Devi mettere l’Esercito in strada in Campania”.

E Guerini, alle prese con le ultime sul fronte della guerra batteriologica, le esercitazioni Nato in Italia, immerso in riunioni per studiare la minaccia armata turca sul fianco Sud Est dell’Europa, alla fine ha detto sì a De Luca. Così a breve, in Campania, come in altre regioni del Sud, vedremo i militari in strada per far rispettare il divieto di uscire di casa. Tutti i militari già impegnati nelle operazioni “Strade Sicure” e “Strade Pulite” invece di controllare piazze, strade e uffici pubblici strategici chiusi o deserti contro il terrorismo jihadista, invece di sorvegliare gli ecopirati dell’ambiente (anche loro costretti a chiudersi in casa), saranno impegnati nei controlli in strada per il rispetto delle misure del Governo sul distanziamento sociale. Allora De Luca, finalmente, con la sobrietà e l’equilibrio che richiedono il momento, ha già spiegato che è riuscito a convincere Conte e Guerini a mandare l’Esercito in Campania. E ha anche detto che questa misura che ha ottenuto “sarà un contributo importante, con grande misura ed equilibrio, ma anche con determinazione”.

Che cosa cambierà? A giudicare da quel che apprendiamo da Palazzo Chigi, nulla. L’Esercito in Campania già c’è. E i 750 militari che oggi sono disoccupati perchè la minaccia terroristica e ambientale è stata sostituita dall’epidemia da coronavirus, vengono spostati su questo fronte di guerra. Ordunque, a partire da oggi, il prefetto di Napoli Marco Valentini, riceverà istruzioni dal Governo di coordinare la cabina di regia per arginare la diffusione del contagio sul nostro territorio usando anche i militari di “Strade Sicure” e “Strade Pulite”.

Così nella retorica del racconto dell’uomo forte al comando in Campania, il buon De Luca dopo aver dato dimostrazione di efficienza postuma nello spendere milioni di euro nella sanità per combattere il coronavirus, ora fa arrivare anche l’Esercito che già c’è in Campania.

Speriamo di aver raccontato qualche verità sull’emergenza coronavirus in Campania e ci auguriamo di non aver disturbato le certezze dei tanti che pur non desiderando soluzioni dittatoriali o comunque contrarie alla democrazia liberale, per testimoniare  l’insoddisfazione radicale per il pessimo funzionamento della Campania, proiettano ogni loro speranza in un futuro radioso, affidandosi a De Luca. Che governa in Campania da 5 anni ed ha gestito il comune di Salerno per 20 anni.

È la democrazia, bellezze! E non la possiamo cambiare. Perchè è l’unico vaccino contro l’idiozia. E allora oggi abituatevi all’idea che tutti i giornalisti spediti in Campania dai vari telegiornali nazionali e locali a raccontare l’emergenza coronavirus vi parleranno di un Governatore (eh sì, molti di loro lo chiamano così) che ha fatto arrivare pure l’Esercito per fermare il contagio. E allora cento militari che arriveranno per dare manforte ai 750 già presenti, diventeranno un esercito che sta arrivando. Poco importa se è una stronzata. Nel frullatore mediatico hanno messo questa pietanza e la dobbiamo digerire. Questa è la stampa, bellezze! E manco la possiamo cambiare. Perchè è uno dei più importanti presidi democratici in una società libera. Quando funziona. Quando i giornalisti sono cani da guardia delle istituzioni e non cagnolini da salotto o da riporto.

Giornalista. Ho lavorato in Rai (Rai 1 e Rai 2) a "Cronache in Diretta", “Frontiere", "Uno Mattina" e "Più o Meno". Ho scritto per Panorama ed Economy, magazines del gruppo Mondadori. Sono stato caporedattore e tra i fondatori assieme al direttore Emilio Carelli e altri di Sky tg24. Ho scritto libri: "Monnezza di Stato", "Monnezzopoli", "i sogni dei bimbi di Scampia" e "La mafia è buona". Ho vinto il premio Siani, il premio cronista dell'anno e il premio Caponnetto.

Advertisement

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

Pubblicato

del

L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

Continua a leggere

Corona Virus

In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

Pubblicato

del

Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto