“Ho ascoltato le parole del vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance. Per me sono delle sciocchezze assurde, grottesche, che denotano una ignoranza totale dei pericoli dell’Intelligenza Artificiale”. Lo spiega in un’intervista a Repubblica Geoffrey Hinton, Nobel per la Fisica nel 2024 e ‘padrino’ dell’Intelligenza Artificiale dopo il fondamentale studio del 1986 ‘Learning representations by back-propagating errors ‘ insieme a Yoshua Bengio e Yann LeCun, durissimo contro Washington e Londra che ieri hanno deciso di non firmare la dichiarazione comune del vertice sulla IA a Parigi.
“L’errore madornale di Vance, e di chi la pensa come lui, è perorare la causa per cui regolamentare l’Intelligenza Artificiale significa ucciderla. È un’idea bislacca: le regolamentazioni non avranno un effetto negativo – prosegue -. L’Intelligenza Artificiale può essere molto utile in molti campi, come medicina e ambiente. Certo che bisogna svilupparla. Ma bisogna farlo in modo sicuro per l’umanità. Cosa che invece non sembra affatto preoccupare il vicepresidente americano Vance”.
L’ alleanza tra governo Trump e Silicon Valley non piace a Hinton, “No, affatto. Anzi, è davvero inquietante”, dice. Se l’IA non viene regolamentata “potranno accadere cose molto, ma molto brutte. Nel breve e nel lungo termine”. Nel breve termine, “sempre più malviventi che usano l’intelligenza artificiale lanceranno attacchi cyber alle nostre infrastrutture. Prolifereranno le notizie manipolate online. Le opinioni delle persone saranno anch’esse manipolate – spiega il Premio Nobel -. Fino a armi autonome che potranno decidere da sole chi uccidere”. Nel lungo termine “il pericolo è che l’intelligenza artificiale a un certo punto prenda il controllo di tutto, a nostro discapito”, conclude.
La Stazione Spaziale Internazionale è di nuovo affollatissima: sono in 11 a bordo, dopo l’arrivo dei quattro astronauti della missione Crew 10 con la navetta Crew Dragon Endurance, accolti con un grande entusiasmo. La loro presenza permette infatti di organizzare finalmente il rientro a Terra di Sunita Williams e Butch Wilmore, i due astronauti della navetta Starliner arrivati a bordo nel giugno 2024 dopo un viaggio avventuroso e rimasti bloccati per nove mesi.
La Nasa prevede che potranno tornare a Terra non prima del 19 marzo, Dopo due rinvii, la navetta Crew Dragon Endurance è stata lanciata con un Falcon 9 nella notte fra il 15 e il 16 marzo. A bordo l’astronauta Anne McClain, al comando, della Nasa come il pilota Nichole Ayers, con loro l’astronauta Takuya Onishi dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa e il cosmonauta Kirill Peskov dell’agenzia spaziale russa Roscosmos. Dopo un viaggio di 28 ore la navetta di SpaceX si è agganciata al modulo Harmony della Stazione Spaziale. Quando si è aperto il portello, i quattro astronauti sono stati accolti dall’equipaggio della Expedition 72, del quale oltre a Sunita Williams e Butch Wilmore fanno parte Nick Hague, Don Petitt, anche loro della Nasa, e i cosmonauti Aleksandr Gorbunov, Ivan Vagner e Alexey Ovchinin della Roscomos.
Quest’ultimo è l’attuale comandante della Stazione Spaziale Internazionale, dopo il passaggio di consegne avvenuto con Suni Williams nei giorni scorsi. A bordo ci sono quindi sei americani, quattro russi e un giapponese. Con l’arrivo della Crew 10 si può dare il via libera ai preparativi per il ritorno di Williams e Wilmore. I due rientreranno a Terra con i colleghi Nick Hague della Nasa e Aleksandr Gorbunov della Roscosmos, che erano arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale a fine settembre con la missione Crew-9. Hague e Gorbunov erano partiti soltanto in due in modo da lasciare gli altri due posti a bordo per i due della Starliner nel viaggio di ritorno. A metà febbraio la Nasa aveva annunciato di voler anticipare il rientro dei due astronauti rivedendo il calendario dei voli in modo da anticipare la missione Crew 10 facendo volare la navetta Crew Dragon Endurance invece di quella inizialmente prevista, che avrebbe richiesto tempi più lunghi. Un’operazione frutto di una “flessibilità operativa” resa possibile “dalla partnership incredibile tra Nasa e SpaceX e l’agilità che SpaceX continua a dimostrare”, aveva detto allora Steve Stich della Nasa.
Non sono mancati nemmeno polemiche e sospetti sulle condizioni di salute di Williams e Wilmore, esplosi a partire dal 24 settembre scorso, quando la Nasa ha pubblicato sul suo blog e sui social una foto di Sunita Williams con il volto che appariva più scavato e spigoloso del solito. Voci allarmistiche sulle condizioni di salute dell’astronata hanno cominciato a correre sulla rete, alimentate anche in seguito al breve ricovero di uno dei membri della missione Crew 8. Nessuna di queste vocì è mai stata confermata e Williams, una veterana dello spazio non nuova nemmeno a missioni di lunga durata, ha avuto in questi mesi dalla Iss un’intensa attività di collegamenti e conferenze, soprattutto con scuole, nonchè il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale.
È incerta la nuova corsa alla Luna dominata dai privati: le risorse in gioco sono tante, ma a arrivare a destinazione è ancora una scommessa. È quanto suggerisce la seconda esplosione durante il test in volo della capsula di Starship, la nave di SpaceX progettata per raggiungere la Luna e Marte sfidando il grande razzo Sls della Nasa. Poche ore prima, il lander Athena dell’azienda Intuitive Machine ha avuto un poblema ai motori a una manciata di metri dall’allunaggio e ora è molto difficile determinarne la posizione sul suolo lunare. Fra due giorni le immagini scattate dalla sonda Lro, nell’orbita lunare, potranno aiutare ad avere un’idea più precisa della posizione di Athena. È una corsa nella quale i privati sono decisi ad avere un ruolo di primo piano e si trovano a competere con nuovi protagonisti, come la Cina.
Il ritmo con il quale preparano le loro missioni è incalzante. Basti pensare che solo il 2 marzo un altro lander privato, Blue Ghost dell’azienda texana Firefly Aerospace è allunato perfettamente, con un carico di dieci strumenti fra i quali il ricevitore satellitare LuGre costruito in Italia e che ha collezionato un record dopo l’altro. È stato il secondo successo dopo l’allunaggio di un altto lander privato, Odysseus della Intutitive Machine, nel 2024. A fronte di questi successi, le difficoltà sono ancora molte. Nel gennaio 2024 è stato costretto a invertire la rotta il primo lander privato progettato per la Luna, Peregrine dell’azienda Astrobotic. Intanto un altro lander privato, Resilience dell’azienda giapponese ispace è in viaggio verso la Luna e l’arrivo è previsto il 6 giugno 2025.
Quanto ai test della grande nave di Elon Musk destinata alla Luna e poi all’esplorazione di Marte, il rientro del grande razzo New Heavy sta avvenendo senza problemi: a sette minuti circa dal lancio, una volta sganciata la capsula, accende i suoi motori Raptor per aggiustare la rotta verso la Terra e, accompagnato da una sorta di tuono dovuto a un boom sonico si avvicina alla base di Boca Chica di SpaceX, nel Texas meridionale. Quindi con una precisione assoluta si aggancia alla rampa di lancio chiamata Mechazilla da cui era partito. Le cose stanno andando molto diversamente per la capsula, che per la seconda volta di seguito è esplosa in volo poco dopo essere stata rilasciata dal razzo.
SpaceX ha dato notizia di avere perso i contatti con il veicolo che, ha scritto su X, “ha subito un rapido disassemblaggio non programmato”. Mentre sulla piattaforma X venivano postate sempre più numerose le foto dei detriti, molto simili a quelle diffuse dopo l’esplosione del 16 gennaio scorso, SpaceX informava che era “immediatamente iniziato il coordinamento con i responsabili della sicurezza per mettere in atto le risposte di emergenza previste” e che i dati del test di volo saranno esaminati “per comprendere meglio la causa” di quanto è accaduto. E al solito l’azienda conclude che “come sempre il successo deriva da ciò che impariamo e il volo di oggi offrirà ulteriori lezioni per migliorare l’affidabilità di Starship”.
Il lander privato Athena della compagnia texana Intuitive Machines ha toccato il suolo lunare, ma i tecnici stanno ancora valutando dati e immagini inviati a Terra per capire l’esatta condizione del veicolo, considerate alcune anomalie riscontrate nella durata dell’accensione dei motori durante la discesa. Al momento sembra che il lander riesca comunque a produrre energia. Maggiori informazioni verranno fornite durante una conferenza stampa prevista per le 22,00 ora italiana.
Dopo i 15 minuti previsti per la discesa verso il suolo lunare, dalla sala di controllo della missione non è arrivato l’atteso annuncio della riuscita dell’allunaggio. I dati inviati a Terra dal lander indicavano infatti un’accensione dei motori più prolungata del previsto. Questa anomalia ha messo subito in allerta i tecnici, che hanno iniziato a valutare freneticamente dati e immagini della discesa per cercare di capire la condizione di Athena. Dopo diversi minuti di attesa, Tim Crain della Intuitive Machines ha detto “siamo sulla superficie”, ma non è stato possibile confermare la perfetta riuscita dell’allunaggio. Una volta constatato che i motori fossero spenti, sono stati disattivati gli elementi del lander che non servivano più ed è stato confermato che il veicolo produce energia.
Per capire se Athena si è posato sul suolo lunare con il giusto orientamento bisognerà attendere l’arrivo di nuove immagini. Nel frattempo la diretta video dalla sala di controllo è stata interrotta. C’è grande attesa per conoscere l’esito di questo allunaggio nella regione di Mons Muton, a circa 160 chilometri dal polo sud: si tratta dell’atterraggio più vicino al polo mai tentato finora, nonché il terzo allunaggio di un lander privato, il secondo di questa settimana. Restano anche da capire le condizioni dei carichi scientifici a bordo di Athena, soprattutto il rover esplorativo Mapp, il robot ‘cavalletta’ Grace, il modulo Prime-1 formato da una trivella e uno spettrometro e il Lunar Surface Communications System di Nokia per la connettività cellulare 4G/Lte.