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Esteri

Harry, mi sono sempre sentito diverso da resto della famiglia

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Il principe Harry ha detto, in una conversazione con un esperto di dipendenze diffusa online che “si è sempre sentito leggermente diverso” dalla sua famiglia e che la sua defunta madre si è sentita allo stesso modo. Lo riportano diversi media britannici, tra cui la Bbc, precisando che la visione dell’intervista era riservata agli acquirenti del suo libro ‘Spare’. Parlando della sua sofferenza con Gabor Matè, un medico e scrittore ungherese naturalizzato canadese, davanti a un caminetto in California, Harry ha detto di temere di perdere i ricordi di sua madre Diana, e di voler “soffocare” di affetto i suoi figli Archie e Lilibet per evitare loro gli stessi “traumi” o “esperienze negative” da lui vissute.

Il duca di Sussex ha insistito sul fatto di non ritenersi una “vittima” e di non aver voluto cercare simpatie scrivendo il libro, ma che dopo la sua pubblicazione si è sentito “incredibilmente libero”. Nella conversazione Harry denuncia il razzismo vissuto da sua moglie Meghan, e descrive il libro come un “atto di servizio” per rompere il tabù sui problemi di salute mentale. Torna poi sulla questione droghe, difendendo l’uso della “medicina psichedelica”, dicendo che lo avrebbe aiutato a “affrontare i traumi e i dolori del passato” e sarebbe stato come una “pulizia del parabrezza”. Prendere cocaina “non è stato niente per me” – ha precisato – ma “la marijuana è diversa, in realtà mi ha davvero aiutato”. Nessun accenno, invece, alle recenti rivelazioni reali, come la richiesta a Harry e sua moglie Meghan di lasciare Frogmore Cottage – o se abbia o meno l’intenzione di partecipare all’incoronazione di suo padre, re Carlo III, prevista per il 6 maggio.

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Esteri

L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Esteri

Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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