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Hanno aiutato gli italiani, ora rischiano: a Roma 82 afgani

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Non sono solo i militari italiani a rientrare da Herat con la chiusura della missione in Afghanistan Resolute Support. Ci sono anche gli afghani – interpreti, autisti, baristi che hanno lavorato col contingente nazionale e le loro famiglie – che saranno accolti in Italia per evitare la vendetta dei Talebani quando le truppe della Nato avranno completato il ritiro. Oggi a Fiumicino e’ arrivato il primo aereo con a bordo 82 civili afghani che hanno collaborato con le forze armate italiane. “L’Italia non li dimentica”, ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. L’11 settembre era la data simbolica scelta dal presidente Usa Joe Biden per la fine dell’impegno americano nel Paese che era diventato la culla di Al Qaeda. Ma ultimamente c’e’ stata un’accelerazione del piano ed il rientro (ai tempi americani si stanno adeguando anche le altre Nazioni impegnate in Resolute Support) potrebbe concludersi entro la meta’ di luglio. Camp Arena, la base italiana ad Herat, dove martedi’ scorso Guerini e’ volato per il saluto al contingente e l’ammaina-bandiera, e’ gia’ semivuota. In queste settimane a Kabul ed in altre citta’ del Paese si sono susseguite manifestazioni dei collaboratori afghani che hanno chiesto di essere trasferiti fuori dall’Afghanistan. Questo personale, infatti, negli ultimi anni e’ stato vittima di attacchi mirati da parte dei Talebani. In tanti sono stati torturati ed uccisi e senza la protezione delle forze Nato, la vita di chi ha collaborato con quelli che vengono considerati “gli invasori stranieri” sarebbe fortemente a rischio. Un portavoce dei Talebani pochi giorni fa ha dichiarato che queste persone non avranno nulla da temere, purche’ mostrino “rimorso”. Un messaggio per nulla incoraggiante. Chi puo’ scappa, dunque. E la Difesa ha lanciato un’apposita operazione chiamata ‘Aquila’, per trasferire in Italia circa 270 tra collaboratori e famiglie, mentre la posizione di altri 400 e’ oggetto di approfondimento. Oggi sono arrivati i primi 82 che, dopo il periodo di quarantena, beneficeranno della protezione internazionale e saranno presi in carico dal ministero dell’Interno e inseriti nella rete di accoglienza e integrazione. Due degli afghani che hanno lavorato con il contingente italiano ad Herat, l’interprete Nader ed il barista Hamid, si sono detti pronti ad iniziare una nuova avventura, non nascondendo la commozione per dove abbandonare la propria Patria. “Speriamo di dare all’Italia quello che l’Italia ha dato a noi”, hanno detto.

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Operazione anti droga in Puglia, 12 arresti

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La Polizia di Stato di Foggia ha condotto un’operazione nelle prime ore della mattina, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 10 persone e al domiciliari per altre 2, su disposizione del G.I.P. presso il Tribunale di Foggia.

Le accuse riguardano la produzione, il traffico e la detenzione illecita di droga in diversi comuni della zona. L’indagine, avviata nel 2022, è frutto del lavoro congiunto del Commissariato P.S. San Severo e della Squadra Mobile, che ha raccolto prove significative contro i 12 indagati. Si è scoperto che questi individui gestivano un fiorente mercato di stupefacenti, guadagnando consistenti profitti giornalieri. La loro organizzazione era sofisticata, con controlli costanti per evitare l’intervento della polizia e appuntamenti rapidi per consegnare la droga ai clienti abituali in luoghi sempre diversi. L’operazione odierna ha coinvolto numerose unità, dimostrando l’impegno costante della Polizia di Stato nel contrastare il traffico di droga in un territorio particolarmente colpito da questo fenomeno criminale. È importante sottolineare che l’indagine è ancora in corso e che le persone coinvolte sono presumibilmente innocenti fino a una sentenza definitiva.

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Pozzuoli, la terra continua a tremare: ancora scosse

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La terra continua a tremare a Pozzuoli e nei Campi Flegrei: l’ultima scossa poco dopo le 4 ha fatto registrare una magnitudo di 2.5. Ha fatto seguito ad una serie di scosse minori, uno sciame che continua da domenica quando sono state registrate una novantina di episodi sismici, i più forti di 3.7, 3.1 e 3.0. Anche oggi l’epicentro è ad oltre 2 km di profondità. Molta paura tra la popolazione ma nessun danno, scuole e uffici aperti.

 

 

 

 

 

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Turista canadese violentata in B&B,due arresti a Palermo

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Era il suo primo giorno a Palermo. Volata nel capoluogo dal Canada per incontrare il fidanzato, ricoverato in ospedale dopo un incidente, la sua vacanza si è trasformata in un incubo. La storia risale a novembre scorso, quando una turista è stata stuprata da due uomini conosciuti poche ore prima. Grazie al suo racconto e alle indagini dei carabinieri i presunti stupratori, due cugini di 42 e 44 anni, oggi sono stati arrestati.

La donna, appena arrivata in città, è andata al Policlinico per fare visita al suo compagno. Non parlando l’italiano e non conoscendo l’ospedale, ha chiesto aiuto a un gruppo di inservienti e infermieri. Uno in particolare si è mostrato particolarmente gentile e ha dato indicazioni alla turista sul percorso da fare per raggiungere il reparto e poi sulla strada per il B&B in cui la donna alloggiava.

Una gentilezza che ha colpito la canadese che ha scambiato i contatti Instagram con l’inserviente. Dopo la visita al compagno, la turista ha accettato l’invito dell’uomo appena conosciuto di passare insieme la serata, fidandosi della disponibilità e gentilezza dell’inserviente. Dopo aver ordinato del pollo e aver mangiato nella stanza del B&B in cui alloggiava i due sono saliti in moto e hanno raggiunto un cugino dell’uomo, con cui hanno fatto qualche giro in scooter. Poi sono rientrati tutti in albergo. “Ero felice e mi stavo divertendo quindi non mi sono resa conto del tempo che passava. Lui era gentilissimo”, ha raccontato poi ai carabinieri la turista. A un certo punto un bacio e l’approccio che la donna ha tentato di respingere. “Non ricordo nulla da quel momento in poi”, ha proseguito.

La vittima, che aveva i dati del profilo social dell’uomo, ha indicato chi fosse agli investigatori. Al complice i carabinieri sono arrivati mettendo sotto controllo il cellulare dell’inserviente e grazie alle analisi dei tabulati telefonici che hanno accertato la presenza dei due nel B&B la sera della violenza. Gli inquirenti hanno intercettato anche le conversazioni delle mogli dei due indagati. Le due donne, dopo aver saputo il fatto, prima hanno augurato il peggio ai partner, “Quell’etta sangu (esclamazione dispregiativa palermitana per augurare la morte) di tuo marito ha telefonato al quel butta sangue di mio marito”, poi li hanno difesi, in qualche modo giustificati, e infine hanno cercato prove che potessero scagionarli.

“Tuo marito secondo me quando quella gli si buttò nell’ascensore ha capito che si poteva fare. E così chiamó suo cugino”, dice una delle donne ipotizzando come si sarebbe svolta la serata degli abusi. “La sella del motore è veramente piccola. E’ talmente stretta che questo li stuzzicava, sicuramente per questo non capirono più niente”, afferma l’altra parlando del passaggio in moto dato alla vittima dai due. Per loro in fondo non si sarebbe trattato di violenza. “Sti ragazzi erano puliti non avevano neanche un graffio”, aggiungono sostenendo che se fosse stato uno stupro la vittima si sarebbe difesa lasciando segni sugli aggressori.

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