Carmelo Miano, un giovane ingegnere e programmatore informatico di 24 anni originario di Sciacca, è stato arrestato con l’accusa di accesso abusivo ai sistemi informatici della Pubblica Amministrazione. L’hacker avrebbe utilizzato il dark web per inabissarsi e, al contempo, lanciare attacchi informatici con l’inoculazione di virus spia di ultima generazione. Questi attacchi avrebbero compromesso server di enti pubblici e aziende private, inclusi comparti strategici come la Guardia di Finanza.
Un hacker di talento, ma una mossa sbagliata
Carmelo Miano, noto per le sue abilità nel campo dell’informatica, è passato rapidamente da cacciatore a preda. Secondo le indagini, il giovane avrebbe commesso un errore tecnico che ha permesso alla Procura di Napoli di intercettare i suoi movimenti informatici, portando all’arresto. L’ipotesi è che Miano fosse in contatto con soggetti legati ai servizi segreti, ma al momento si tratta di una pista ancora da approfondire.
L’attacco alla Guardia di Finanza
Uno degli episodi più gravi riguarda l’incursione nei sistemi informatici della Guardia di Finanza. Il 16 aprile scorso, Miano avrebbe avuto accesso a documenti riservati contenenti informazioni sui servizi satellitari della flotta aeronavaledella Finanza, messi a disposizione da Telespazio, una società del gruppo Leonardo. Questo attacco avrebbe potuto compromettere la sicurezza nazionale, considerando l’importanza delle operazioni della Guardia di Finanza nel contrasto all’immigrazione clandestina.
Indagini in corso: una rete di complici?
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Napoli sotto la guida del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, mira a verificare i contatti di Miano e a identificare eventuali complici o mandanti. Secondo quanto emerge dalle indagini, Miano avrebbe mostrato documenti riservati ad altri esperti di informatica, tra cui un individuo identificato come L.A., con il quale si sarebbe incontrato in Olanda per discutere di argomenti riservati. Il gip Enrico Campoli ha sottolineato come Miano cercasse di evitare intercettazioni, dimostrando la consapevolezza della natura illecita delle sue azioni.
La risposta della Procura e delle istituzioni
La risposta della Procura è stata definita “rapida e determinata” da Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, e ha evidenziato la vulnerabilità dei sistemi informatici di importanti enti pubblici e privati. Secondo l’avvocato Giacchino Genchi, che difende Miano, la vicenda ha portato alla luce una grave debolezza nella sicurezza informatica di istituzioni come il Ministero dell’Interno, la Giustizia e la stessa Guardia di Finanza.
L’arresto di Carmelo Miano rappresenta un campanello d’allarme per la sicurezza informatica in Italia. Le indagini sono ancora in corso, e la Procura di Napoli continuerà a cercare riscontri sui contatti dell’hacker e sulla possibile vendita di dati sensibili. Il caso solleva interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture digitali critiche e la necessità di un rafforzamento delle difese contro attacchi informatici sempre più sofisticati.