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Guerra gela Pil. Ora 5 mld aiuti ma pronti a fare di più

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La guerra gela le prospettive di crescita, gli scenari – tutti foschi – restano piu’ incerti che mai e non e’ il momento di lanciarsi in grandi spese in deficit: presentando il secondo Def dall’avvio del governo, Mario Draghi e Daniele Franco assicurano 5 miliardi di nuovi aiuti subito e invitano i ministri a restare prudenti, garantendo comunque che c’e’ la “disponibilita’ totale” a fare “tutto il necessario per aiutare famiglie e imprese”. Insomma, per ora niente scostamento, che pure i partiti continuano a chiedere con forza, a partire dal Movimento 5 Stelle. Certo piu’ in la’, se dovessero servire altre risorse, “le troveremo come abbiamo fatto finora”, si limita a dire il ministro dell’Economia, annunciando che nel frattempo e’ stato prorogato di 10 giorni, fino al 2 maggio, il taglio da 25 centesimi delle accise su benzina e gasolio. Ma il disagio sociale che cresce – evidenziato in cabina di regia dal capodelegazione Pd Andrea Orlando – e’ ben presente nel governo, dice il premier, anche perche’ nelle sei settimane del conflitto in Ucraina e’ venuta meno una fiducia che era “ancora molto viva” all’inizio dell’anno. Anche le imprese “soffrono” e bisogna rafforzare gli interventi, osserva Franco che nel Def ha gia’ indicato i capisaldi del prossimo decreto, da approvare entro aprile. Bollette e carburanti restano in cima alla lista, anche se bisognera’ valutare l’andamento dei prezzi. In prospettiva dovrebbero rimanere alti ma rientrare dal boom di questi mesi, a meno che non si verifichi uno degli scenari avversi con il blocco delle forniture che porterebbe a un tracollo del Pil – sostenuto in gran parte peraltro dall’effetto trascinamento della perfomance da record del 2021 – di piu’ di due punti, nella versione peggiore fino a un risicato +0,6%. Nell’elenco delle nuove misure entra anche il caro-materie prime, che zavorra le imprese e rischia di fermare gli appalti, compresi quelli del Pnrr. E poi, sfruttando il nuovo allentamento degli aiuti di Stato modello Covid, ci saranno nuove risorse per le garanzie sul credito, ma anche nuove tranche di aiuti per gestire l’accoglienza dei profughi. Lo spazio per queste politiche “espansive”, spiega Franco, viene proprio da una gestione “prudente” dei conti pubblici, forti anche delle entrate che continuano ad andare meglio del previsto: il nuovo decreto, anzi, dara’ una spinta al Pil dello 0,2%, portando la crescita programmata per il 2022 al 3,1% rispetto al 2,9% tendenziale. Certo si tratta di una previsione quasi dimezzata rispetto alla stima del 4,7% della Nadef. In questo quadro il debito, al 150,8% nel 2021 per effetto della revisione del Pil nominale effettuata dall’Istat, scendera’ di 4 punti nel 2022 (a 147,0%) per continuare il suo percorso in calo in tutto il periodo fino al 141,4% del 2025. Nel frattempo non si e’ toccato “il percorso dell’indebitamento”, sottolinea ancora Franco. Il titolare di via XX settembre anche ai ministri nella cabina di regia che ha preparato il Consiglio dei ministri ha ribadito che non e’ il caso di alzare il deficit – rimasto fissato al 5,6% nel 2022 – anche perche’ a risentirne sarebbe lo spread, gia’ in tensione nelle ultime settimane. Va bene essere cauti ora, gli hanno risposto sia il dem Orlando sia il capodelegazione Stefano Patuanelli, ma bisogna dire in modo chiaro che si e’ pronti a fare di piu’ se necessario. Il ministro del Lavoro ha invitato a “non escludere” di ricorrere all’extra-deficit per attutire l’impatto sociale della guerra e arginare il rischio di nuove poverta’. Il ministro dell’Agricoltura ha chiesto che il sostegno alla domanda sia una delle “priorita’” del Def, approvato comunque all’unanimita’ dal Cdm. Pochi minuti dopo il leader 5S Giuseppe Conte ha fatto sapere che i 5 miliardi a disposizione (cu 9,5 di deficit, il resto e’ gia’ stato impegnato per le coperture dei precedenti decreti bollette) “non sono sufficienti” e ha chiesto subito un nuovo “scostamento”. Parola che non viene mai pronunciata durante la conferenza stampa dal ministro dell’Economia e dal premier. Per ora si attende di capire se ci sara’ una “risposta Ue”, un Recovery di guerra. E se non dovesse arrivare si cerchera’ un’altra via: fin qui si sono trovati gia’ “15,5 miliardi. Nelle prossime settimane – conclude laconico – comprenderemo meglio le dimensioni dell’intervento necessario e come finanziarlo”.

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Cultura

Nei papiri di Ercolano il luogo di sepoltura di Platone

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Dai papiri di Ercolano riemerge il luogo esatto della sepoltura di Platone nell’Accademia ad Atene: era situato nel giardino a lui riservato (un’area privata destinata alla scuola platonica) vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Lo rivela il papirologo Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa, presentando alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati di medio termine del progetto di ricerca ‘GreekSchools’ condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. La scoperta è racchiusa in mille parole nuove o diversamente lette del papiro contenente la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara.

L’aumento del testo (pari al 30% in più rispetto alla precedente edizione del 1991) corrisponde all’incirca alla scoperta di 10 nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Il testo rivela che Platone fu venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate.

Finora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. I testi parlano anche della sua ultima notte, ma non solo. Diverse nuove letture forniscono un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. Viene inoltre corretto il nome di Filone di Larissa in ‘Filione’ (allievo del grammatico Apollodoro di Atene per due anni e dello stoico Mnesarco per sette anni), che morì a 63 anni in Italia durante una pandemia influenzale.

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Esteri

Musk rifiuta di eliminare da X video dell’attacco a Sidney

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Elon Musk ha reagito all’ordine di un tribunale australiano di eliminare da X i video dell’attacco nella chiesa di Sidney dopo che il commissario per la eSafety dell’Australia ha chiesto un’ingiunzione. Il miliardario patron di Tesla ha risposto con un post sulla sua piattaforma accusando il premier Anthony Albanese di “censura”. “La nostra preoccupazione è che se qualsiasi Paese è autorizzato a censurare i contenuti di tutti i paesi, allora cosa impedirà a qualsiasi paese di controllare Internet?”

Musk ha detto che X farà appello contro l’ingiunzione australiana. “Abbiamo già censurato il contenuto in questione per l’Australia, in attesa di ricorso legale, ed è archiviato solo su server negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che Musk è cieco di fronte all’angoscia causata dai video. “Faremo ciò che è necessario per affrontare questo miliardario arrogante che pensa di essere al di sopra della legge, ma anche al di sopra della comune decenza”, ha detto Albanese all’emittente pubblica Abc. “L’idea che qualcuno vada in tribunale per il diritto di pubblicare contenuti violenti su una piattaforma mostra quanto il signor Musk sia fuori dal mondo”, ha aggiunto.

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Economia

Enel, istruttoria Antitrust per rincari sui rinnovi

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L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Enel Energia per accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta sulle modalità di comunicazione dei rinnovi. L’informativa di avvio istruttoria è apparsa sul bollettino dell’Authority, che evidenzia il “numero elevato di istanze di intervento pervenute”. In sostanza è stato segnalato “oltre alla difficoltà di sostenere esborsi quadruplicati o quintuplicati rispetto al passato”, anche il “non aver ricevuto alcuna informazione preventiva” sul rinnovo contrattuale e “di non aver potuto, pertanto, esercitare il diritto di recesso”. Enel Energia ha prontamente respinto le ipotesi avanzate nell’istruttoria affermando di “aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa primaria e di settore, nonché della disciplina contrattuale” e di confidare pertanto “di poter dimostrare la piena correttezza del proprio operato nel prosieguo del procedimento”.

“Se saranno accertati illeciti, le maggiori somme pagate in bolletta come conseguenza dei rinnovi contrattuali scorretti andranno restituite agli utenti”, ha fatto sapere intanto il Codacons commentando la decisione del Garante della concorrenza e del Mercato. “Gli utenti nell’ultimo periodo avevano ricevuto bollette sensibilmente rincarate, senza però essere stati adeguatamente informati dalla società circa le modifiche tariffarie applicate – ha precisato l’associazione dei consumatori – Attendiamo ora l’esito dell’indagine e, se saranno accertate irregolarità, avvieremo una azione per far ottenere ai consumatori coinvolti la restituzione delle maggiori somme pagate in bolletta per effetto delle scorrette o mancate comunicazioni su rincari tariffari, che in modo evidente hanno impedito ai clienti di esercitare i propri diritti, come quello al recesso”.

“Da mesi le società dell’energia stanno comunicando ai propri clienti modifiche unilaterali delle condizioni economiche, ossia sensibili aumenti delle tariffe praticate, comunicazioni però che avvengono spesso in modo sibillino, ad esempio attraverso mail che l’utente può dimenticare di leggere o messaggi che sembrano contenere informazioni pubblicitarie”, ha stigmatizzato Consumerismo.

“I rialzi erano vergognosi e spropositati – ha invece messo in evidenza l’Unione nazionale consumatori – Stavamo già raccogliendo casi in modo da ottenere un ricalcolo delle bollette. Ora si apre, in caso di condanna, una nuova via per ottenere lo storno di quanto pagato per le bollette fin qui”. Sono oltre 600 le segnalazioni pervenute all’Antitrust di singoli consumatori e microimprese, anche per il tramite di associazioni di consumatori, che lamentano di aver ricevuto, in occasione dei cicli di fatturazione relativi al quadrimestre ottobre 2023-gennaio 2024, bollette recanti un significativo incremento del prezzo delle forniture di gas e di energia elettrica rispetto alle bollette riferite allo stesso arco temporale nell’anno precedente.

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