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Grillo a Roma, vertice con Conte e Tridico sul lavoro

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Beppe Grillo è arrivato a Roma. Ogni volta che succede, attorno a lui si crea un po’ di subbuglio. L’occasione è una chiacchierata con il presidente uscente dell’Inps, Pasquale Tridico, e con il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Con l’avvicinarsi della manifestazione “Basta vite precarie”, promossa a Roma il 17 giugno dal Movimento, i temi del confronto sono il lavoro e il sistema pensionistico. L’incontro è una sorta di corso autoformativo – è la spiegazione ufficiale – a porte chiuse, con un gruppo di parlamentari ed ex del M5s. Sede, l’hotel Forum, dove il garante del Movimento soggiorna quando è di stanza a Roma. Per lui, l’agenda prevede qualche giorno nella Capitale. I prossimi appuntamenti sono coperti da segreto, però trapela che ce ne saranno anche di carattere politico, con esponenti del M5s.

“Discuteremo fra noi di lavoro e sistema pensionistico”, ha riposto Conte a chi gli chiedeva informazioni sull’incontro con Tridico e il fondatore. D’altronde – ricordava un esponente del M5s – solo un paio di settimane fa Grillo era a Roma per una plenaria con i gruppi. Il primo turno delle amministrative era già passato e che le cose non fossero andate per il meglio già si sapeva. Quindi, se ci fosse da fare qualche appunto su quello, già ce ne sarebbe stata l’occasione. In Transatlantico, qualche osservatore ha invece notato la tempistica: l’incontro avviene mentre Tridico sta per lasciare la presidenza dell’Inps, dove arrivò quando Conte era presidente del consiglio. Ma non c’è dichiarazione o atto che possa far tirar somme. E il prossimo appuntamento da tenere d’occhio sono le europee 2024, ancora troppo in là per far programmi. Di sicuro c’è che le visioni del M5s e quella di Tridico hanno punti in comune. Non a caso, Grillo ha postato il riassunto di un articolo del presidente Inps: “In Italia, come anche negli altri paesi dell’Ue, continuiamo ad avere come punto di riferimento principale per la tassazione, il lavoro. Il nostro modello di welfare, che si basa sulla contribuzione dei lavoratori, fra non molto sarà a rischio sostenibilità. Se la tassazione fosse riequilibrata sulla base del fatturato, del giro di affari delle aziende, e se applicassimo una minimum tax sugli utili delle società di capitale, il nostro welfare acquisirebbe la sostenibilità necessaria. Tuttavia, un tale approccio dovrebbe avvenire dentro l’unione Europea”.

Fra i partecipanti all’incontro, Chiara Appendino, Paola Taverna, Nunzia Catalfo. La manifestazione del 17 giugno sarà anche un’occasione per misurare il clima fra le forze di opposizione. Chi ci sarà, come ci sarà. Conte non esclude il dialogo: “Siamo disponibili. Anche sul tema della sicurezza vorrei che nel campo progressista ci fosse una seria valutazione, non lascerei questa prospettiva solo alla destra. Su questo vorrei che sfidassimo il governo”.

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De Luca, in questi anni lavoro immane come nessuno in Italia

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“In questi anni abbiamo fatto un lavoro immane. In alcuni settori, siamo partiti da zero. Nel settore dell’ambiente, ci siamo liberati dell’onta dell’emergenza rifiuti. Abbiamo bonificato le discariche. Stiamo smaltendo le ecoballe che erano lì da decenni grazie ai nuovi impianti di Giugliano e Caivano. Entro l’anno sarà eliminata la sanzione europea che abbiamo dovuto pagare per l’emergenza rifiuti”. Lo scrive sui social il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, a due giorni dai duri attacchi rivolti al Pd nell’ultima giornata della Festa dell’Unità di Napoli.

“E poi la cultura. Le politiche sociali. Abbiamo aiutato la povera gente. Finanziamo l’apertura pomeridiana e serale di oltre 450 istituti scolastici. Col piano per il lavoro abbiamo dato un posto a tempo indeterminato a 3mila giovani. Si può fare sempre meglio, sempre di più, ma bisogna essere veramente dei farabutti per non avere rispetto per questo lavoro che non ha fatto nessuno in Italia”, conclude De Luca.

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Ustica: Amato ascoltato in audizione dal Copasir

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L’ex premier Giuliano è stato ascoltato oggi dal Copasir. L’audizione è durata due ore. Al centro della convocazione il caso Ustica, dopo l’intervista di un mese fa in cui Amato aveva accreditato la pista francese per l’abbattimento del Dc9.

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Meloni “basita” da Catania, scontro con la magistratura

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E’ di nuovo scontro aperto fra Palazzo Chigi e i magistrati. Questa volta Giorgia Meloni affida ai social, anziché alle “fonti” anonime che tante critiche hanno sollevato a inizio estate, la sua irritazione davanti alla sentenza di Catania con cui la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini ritenendo le nuove regole, appena varate dal governo, in contrasto con la normativa europea. Ma di fronte alle parole della premier, “basita” per la sentenza dalle motivazioni “incredibili”, prima l’Anm e poi 10 togati del Csm si schierano a difesa della collega, finita nel mirino anche di tutto il centrodestra che vuole portare il caso in Parlamento.

Mentre le opposizioni condannano l’ennesimo “scontro istituzionale”, oramai, secondo i Dem, “anticamera dell’eversione”. Accanto alla giudice si schiera fin da subito l’Associazione nazionale magistrati di Catania (cui si affianca anche l’Anm di Milano), che definisce Apostolico “persona perbene” e osserva che “il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”. Mentre la stessa giudice si chiama fuori dalle “polemiche” perché la questione è giuridica, e “impugnabile” e non deve essere trasformata in una “questione personale”. Si tratta di una “grave delegittimazione professionale” fanno intanto quadrato i consiglieri del Csm che hanno avviato una raccolta di firme a tutela della giudice di Catania, che secondo la premier si è “scagliata” contro un provvedimento del governo “democraticamente eletto”. Non si ferma lì, Meloni, che torna a puntare il dito contro quel “pezzo di Italia”, non meglio identificato, che “fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.

Senza contare gli “altri Stati” che “lavorano nella direzione diametralmente opposta” a quella del governo italiano, impegnato a fronteggiare gli sbarchi illegali. La premier, che finora non si era espressa sulla vicenda, scrive su tutti i suoi social di primo mattino. Mentre a Pozzallo il Cpr si sta svuotando proprio in conseguenza di quella sentenza. E ad alimentare la reazione muscolare di governo e maggioranza – mentre al ministero dell’Interno stanno studiando gli estremi per il ricorso in Cassazione – contribuisce anche la ricostruzione del Giornale di alcuni post contro Matteo Salvinicondivisi sulla bacheca Fb della giudice che avrebbe poi cancellato il suo profilo. Una chiusura “a orologeria”, attacca la responsabile migranti di Fdi Sara Kelany, preannunciando una iniziativa (ancora si sta valutando tra gli strumenti a disposizione dei parlamentari se procedere con una interrogazione, una interpellanza urgente o altro) per capire “se siano stati travalicati i limiti” fissati dalla Costituzione che “impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale”.

La Lega annuncia intanto una “interrogazione al ministro della Giustizia” Carlo Nordio, “alla luce di quanto letto sui giornali”. “Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese”, risponde a caldo Elly Schlein, additando il governo di cercare “un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità”. E le sue parole, le fa eco il capogruppo al Senato Francesco Boccia, “fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che dice interverremo sulla magistratura. Questo è l’anticamera dell’eversione”. E’ “così, scagliandosi contro migranti e giudici, che Polonia e Ungheria si sono poste fuori dallo Stato di diritto”, incalzano anche da +Europa, mentre Giuseppe Conte sottolinea i “bluff” della premier che di fatto ha “fallito” sulle politiche migratorie.

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