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Gran Premio d’Azerbaijian, vince Bottas davanti ad Hamilton, Vettel terzo. È la quarta doppietta consecutiva Mercedes

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Quarta doppietta consecutiva per la Mercedes che ha dominato anche nel Gran Premio dell’Azerbaijan di Formula 1, con il finlandese Valtteri Bottas che ha preceduto sul circuito cittadino di Baku il compagno di squadra Lewis Hamilton e la Ferrari di Sebastian Vettel, quarto Verstappen e quinta l’altra Ferrari, quella di Charles LeClerc.

La Ferrari ha provato ad arginare lo strapotere Mercedes con una strategia di gara che ha portato LeClerc a fare una sosta soltanto nella speranza che il ritmo elevato di gara portasse i concorrenti ad usurare le gomme sul finale. Le Mercedes comunque hanno preso la testa del  Gran Premio  senza troppi problemi nonostante il ritmo infernale imposto dal monegasco LeClerc che lo ha portato anche  in testa alla gara al tredicesimo giro.

 

 

 

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Impiantato il defibrillatore, per Bove incognita futuro

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L’intervento per l’impianto del defibrillatore sottocutaneo removibile è stato effettuato stamani ed entro fine settimana, fra giovedì e sabato, Edoardo Bove potrà finalmente lasciare l’ospedale di Careggi dove si trova ricoverato dalla sera del 1° dicembre quando fu colpito da un malore in campo, al minuto 17 di Fiorentina-Inter. Il giocatore viola è stato in terapia intensiva del Pronto soccorso poi da mercoledì scorso si trova nel reparto Utic, Unità terapia intensiva cardiologica. Stando a quanto appreso l’intervento (considerato ormai di routine) è riuscito e così Bove potrà tornare a breve a casa, non prima di fermarsi al Viola Park per salutare e abbracciare il tecnico Raffaele Palladino e i compagni di squadra che da subito gli sono stati vicini, insieme ai genitori Giovanni e Tanya e alla fidanzata Martina.

Secondo il protocollo sanitario l’impianto del defibrillatore è necessario per essere dimesso dall’ospedale, di qui la decisione del 22enne centrocampista approdato a Firenze a fine agosto in prestito dalla Roma cui è legato da un contratto fino al 2028: il club viola, dove il giocatore si è da subito ben inserito, ha il diritto di riscatto fissato a 10,5 milioni di euro che diventa obbligo in caso del 60% delle presenze. Dando per scontato che la salute viene avanti a tutto, quando accaduto sospende al momento la carriera di Bove che insieme alla famiglia si prenderà tutto il tempo per decidere quale strada intraprendere: prima di ogni decisione attenderà l’esito dei vari esami cui è stato sottoposto per capire la natura del malore (se genetica o conseguente a un’infezione) e le cause che lo ha generato.

Gli stessi medici vogliono avere un quadro clinico preciso e ciò potrebbe richiedere qualche mese. Come emerso da fonti vicine alla Fiorentina il fatto che il defibrillatore impiantato sia di tipo removibile (per toglierlo occorrerebbe un piccolo intervento chirurgico) fa sì che Bove possa scegliere in totale autonomia. Le normative italiane in materia sono più rigide rispetto all’estero, quindi ad ora il centrocampista romano non potrebbe riavere l’idoneità per continuare a giocare nella Fiorentina o in altri club del nostro Paese.

Ma anche fosse costretto a tenere un defibrillatore permanente potrebbe proseguire la carriera all’estero, a partire dalla Premier League dove ad esempio sta militando il danese Christian Eriksen che dopo l’arresto cardiaco accusato durante una gara di Euro 2020 con la nazionale, lasciò l’Inter per trasferirsi al Brentford e quindi al Manchester United dove gioca tuttora. Intanto pure Luciano Spalletti ha voluto inviare oggi un messaggio a Bove: ”Andrò a trovarlo presto, non voglio pensare al suo futuro incerto perché lui è un ragazzo eccezionale da tutti i punti di vista – ha dichiarato il ct a margine dell’inaugurazione della mostra ‘Sfumature di Azzurro’ curata dalla Figc insieme al Museo del calcio di Coverciano – Come tanti altri giovani era nel mirino della Nazionale pertanto speso che completi questo suo percorso per vederlo di nuovo allenarsi”.

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Arabia Saudita potenza Sport, domani avrà Mondiali calcio

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Spagna-Marocco-Portogallo e un pizzico di Sudamerica per la Coppa del Mondo del 2030, seguita dall’Arabia Saudita nel 2034: domani la Fifa assegnerà formalmente le prossime due edizioni dei Mondiali, che seguiranno quella del 2026 ospitata da Usa, Canada e Messico. La doppia decisione sarà sottoposta al voto di un congresso virtuale della federazione internazionale del calcio, ma non ci sarà suspense, in quanto, dallo scorso anno, le due candidature si sono trovate da sole in corsa per ciascuna edizione.

Così la “Coppa del Mondo del Centenario”, che celebrerà il secolo trascorso dalla prima edizione disputata in Uruguay nel 1930, si è trasformata in una telenovela geopolitica prima di giungere un accordo senza precedenti tra le confederazioni. Le isole britanniche hanno mostrato interesse prima di puntare, e poi ottenere, gli Europei del 2028, mentre è presto tramontata l’ipotesi di una candidatura congiunta di Cina, Giappone e le due Coree.

Quattro paesi sudamericani (Uruguay, Paraguay, Cile e Argentina) hanno la loro volta lanciato una candidatura già nel 2019 mentre, alla fine del 2022, la Uefa ha portato avanti la proposta di un ‘matrimonio’ Spagna-Portogallo-Ucraina come “messaggio di solidarietà e speranza” dopo l’invasione russa. L’anno scorso, però, l’Ucraina è stata ‘abbandonata’, anche per ragioni logistiche, quando il Marocco (già candidato cinque volte senza mai ottenere il torneo) si è unito a Spagna e Portogallo, mentre il Sudamerica si è ritirato in cambio di un contributo simbolico: l’organizzazione delle prime tre partite del torneo in Uruguay, dove potrebbe disputarsi il match inaugurale per ‘onorare’ la finale del 1930, Paraguay e Argentina.

Poi, dopo le celebrazioni del centenario previste per l’8 e il 9 giugno 2030 al fresco dell’inverno australe, le sei nazionali coinvolte e i loro tifosi eventualmente al seguito dovranno attraversare l’Atlantico per le altre 101 partite della competizione, dal 13 giugno alla finale del 21 luglio. Le sedi saranno 11, e 20 gli stadi che si sono fatti avanti per ospitarle. La Spagna è destinata a fare la parte del leone, mentre il Portogallo ha già avviato le procedure per rinnovare, e anche ampliare, gli stadi di Benfica, Sporting Lisbona e Porto, gli unici che metterà a disposizione.

Il Marocco diventerà il secondo paese africano a ospitare i Mondiali di calcio dopo il Sudafrica nel 2010. Spagna e Marocco si stanno ancora contendendo la finale, proponendo rispettivamente il Santiago Bernabeu di Madrid o il Camp Nou di Barcellona e il futuro ‘Hassan II’ tra Casablanca e Rabat, che punta a diventare il “più grande stadio del mondo”, parole degli organizzatori locali, con 115.000 posti. Quanto al torneo del 2034, in base al principio della rotazione continentale, la Fifa aveva limitato il bando di gara alle confederazioni asiatiche e oceaniche, che si è svolto nell’arco di un solo mese, nell’autunno del 2023.

L’Arabia Saudita, che a livello organizzativo è diventata la superpotenza dello sport mondiale (di recente, dopo aver ospitato la F1 nel 2021, il grande tennis, il golf e il mondiale dei pesi massimi Usyk-Fury ha ottenuto anche, dal Cio, la prima edizione delle Olimpiadi degli E-Sport), si è trovata ad essere l’unica candidata dopo che l’Australia e l’Indonesia hanno ritirato le loro candidature e le ambizioni calcistiche della Cina sono state accantonate.

Il regno del Golfo, che ha intrapreso una strategia di diversificazione per prepararsi all’era post-petrolifera, ha attualmente solo due dei 14 stadi con una capacità di almeno 40.000 spettatori necessari per ospitare le 48 squadre qualificate. Oltre alla sfida logistica, l’estate torrida potrebbe comportare lo spostamento della competizione in inverno o in autunno inoltrato, come nel caso della Coppa del Mondo del 2022 in Qatar, ma questo dovrà essere bilanciato con l’inizio del Ramadan.

Intanto però la prevista, e da domani ufficiale, designazione di questo paese ultraconservatore, che dal 2 al 6 gennaio prossimi ospiterà anche la Supercoppa italiana, è stata accolta da un coro di critiche, con Amnesty International e l’Alleanza per lo sport e i diritti che hanno chiesto alla Fifa di “fermare il processo di candidatura”. Le preoccupazioni riguardano lo sfruttamento dei lavoratori migranti, che saranno mobilitati per migliorare le infrastrutture, lo spostamento dei residenti e la discriminazione che potrebbe colpire alcune categorie di tifosi.

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L’Udinese risorge a Monza, 2-1 e nono posto

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L’Udinese vince a Monza e, dopo oltre un mese e mezzo, torna al successo conquistano il non posto in classifica. A decidere la sfida dell’U-Power Stadium sono Lorenzo Lucca e Jaka Bijol con due reti intervallate dal momentaneo pareggio di Georgios Kyriakopoulos. Il 2-1 finale per gli ospiti mette ancora più in difficoltà la squadra di Alessandro Nesta che resta inchiodata al penultimo posto. Dopo i pareggi contro Torino e Como, arriva l’ennesimo stop di questo campionato per il Monza, unica squadra insieme al Genoa a non aver ancora vinto in casa in questa stagione.

Chi invece può sorridere è Kosta Runjaić che allontana così le paure di una squadra in crisi e, dopo aver trovato 1 solo punto nelle ultime cinque uscite, torna da Monza con il bottino pieno. I padroni di casa tentano un approccio aggressivo alla gara ma l’Udinese non perdona proprio alla prima occasione in cui si presenta nell’area di rigore dei brianzoli: Lucca sfrutta i suoi centimetri e di testa al 5′ porta in vantaggio i bianconeri.

È un inizio in salita per gli uomini di Nesta che, assorbito il colpo, provano nuovamente a fare la gara nella metà campo avversaria, con un possesso palla avvolgente e diversi tentativi dalla distanza di fronte alla solidità difensiva dell’Udinese. A servire l’involontario assist per far breccia nel muro bianconero è il cambio di modulo dei friulani a inizio ripresa: Runjaic passa alla difesa a 3 e i suoi uomini si trovano impreparati a reggere l’urto dei padroni di casa, che dopo appena due minuti sfondano in area di rigore e trovano l’1-1 con Kyriakopoulos.

La partita si infiamma e regala più emozioni: il Monza sfiora il vantaggio, ma subisce in contropiede il gol del sorpasso ospite, firmato da Bijol. Questa volta il colpo è più duro da digerire, Nesta prova allora a mettere la sua squadra a trazione anteriore, ma le speranze di risollevare l’ennesima serata storta si infrangono sulla traversa colpita da Dany Mota. Cinque minuti di recupero non bastano ai brianzoli per raggiungere il pareggio. L’Udinese sale a 20 punti mentre per il Monza la classifica inizia a farsi più buia: 10 punti, uno solo in più del Venezia fanalino di coda e due in meno di Como e Verona.

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