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Governo Draghi, Grillo: serve super ministero transizione ecologica

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“Un super ministero per la transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società”. Cosi’ Beppe Grillo in un tweet. “Un Super-Ministero per la transizione ecologica – afferma Grillo sul blog – fonde le competenze per lo sviluppo economico, l’energia e l’ambiente. Capiamolo, una volta per tutte: e’ l’economia che rovina l’ambiente, non il contrario. Lo dico da vent’anni negli spettacoli: ‘Il vero ministero dell’ambiente e’ quello dell’economia, dell’energia, delle finanze’. Un Super-Ministero per la transizione ecologica e’ la coordinazione per trasformare la societa’ – non solo dell’economia. E’ uno strumento fondamentale, come ci sembrarono fondamentali i primi ministeri dell’ambiente negli anni ’70. Qualcuno allora faceva ironie. Ma oggi il ministero dell’ambiente lo hanno tutti gli Stati”. “Solo un Super-Ministero – afferma il fondatore M5S – per la transizione ecologica puo’ affrontare le crisi che in cinquant’anni di economia patogena abbiamo fatto diventare emergenze: il clima, la biodiversita’, le disuguaglianze, il lavoro, le migrazioni. Questa e’ una pand-economia micidiale. In mezzo secolo, ha fatto piu’ morti che il Covid in un anno”.

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Economia

Edison accelera sul solare, nuovo impianto in Sicilia

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Edison accelera sulla transizione energetica e punta a 2Gw di capacità installata di fotovoltaico al 2030. Ed è nell’ambito di questa strategia che il gruppo ha inaugurato un nuovo impianto solare ad Aidone (Enna) da 41 Mw. Grazie a questo nuovo parco fotovoltaico “rafforziamo ulteriormente la nostra presenza nella regione, aumentando la quota di energia rinnovabile a disposizione del territorio”, spiega Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. Nell’ambito del piano di sviluppo di Edison, la Sicilia è un considerato un “territorio altamente strategico”.

Il parco fotovoltaico di Aidone genera circa 71,5 Gwh di energia rinnovabile all’anno, e riesce a soddisfare il fabbisogno energetico di 26.500 famiglie, evitando l’emissione in atmosfera di oltre 29.000 tonnellate di CO2 all’anno. Con questo nuovo impianto “diamo avvio a una robusta pipeline di crescita che farà di Edison uno dei player di riferimento anche nel settore fotovoltaico”, afferma Marco Stangalino, vice presidente esecutivo Power Asset Edison.

I lavori di costruzione sono iniziati nel novembre del 2020 e sono durati 2 anni e mezzo, impiegando 45 imprese fornitrici, per un totale di oltre 140 mila ore lavorate. Inoltre, in sintonia con la propria politica di sostenibilità, che ha tra gli obiettivi il capitale naturale e il paesaggio, Edison ha deciso di riqualificare il territorio in prossimità dell’impianto fotovoltaico attraverso la piantumazione di 10.600 ulivi distribuiti su 17 ettari. Con Aidone, Edison prosegue nell’attuazione del suo piano di sviluppo al 2030, che prevede di incrementare, dagli attuali 2 Gw a 5 Gw, la capacità rinnovabile installata in Italia.

In particolare, Edison mira a realizzare 2 Gw di nuova capacità fotovoltaica, 1 Gw di eolico e a mantenere la quota di idroelettrico a 1 Gw. Nel primo trimestre 2024, il gruppo Edison ha aperto cantieri per nuove realizzazioni di eolico e fotovoltaico in tutta Italia pari a 110 Mw, mentre risultano in corso di autorizzazione 0,8 Gw di fotovoltaico e 1,6 Gw di eolico, di cui la metà sono relativi a progetti di integrale ricostruzione.

Con il “nostro piano di investimenti nelle fonti rinnovabili confermiamo l’impegno nella sfida della transizione energetica volto a realizzare un futuro sostenibile per le aziende e le persone”, prosegue Monti. L’inaugurazione dell’impianto solare in Sicilia è stata l’occasione anche per fare il punto sulla vendita degli stoccaggi a Snam. Edison, infatti, si aspetta una “offerta vincolante nel giro di qualche settimana”, afferma Monti a margine dell’inaugurazione. “Si sta svolgendo – aggiunge – tutto secondo i programmi e faremo gli annunci al momento opportuno. Tutto procede come previsto”.

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Dl Pnrr: passa la fiducia alla Camera, 185 sì

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La Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul decreto Pnrr. I voti a favore sono stati 185, quelli contrari 115, 4 gli astenuti. . Il decreto dovrà avere il via libera definitivo dalla Camera e poi passerà all’esame del Senato.

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Tumori: 99% seno e 92% colon guarisce con diagnosi precoce

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Il 99% delle donne che riceve una diagnosi di cancro al seno in fase iniziale (stadio I) guarisce dalla malattia Lo stesso vale per il 92% delle persone che scopre un tumore del colon-retto in stadio I. A confermare l’importanza della diagnosi precoce in oncologia è lo studio italiano pubblicato sull’International Journal of Cancer, che, inoltre, aggiunge un ulteriore tassello: quanto più la diagnosi è tempestiva, tanto più in fretta il paziente può dirsi guarito.

Lo studio, coordinato dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano Irccs e dall’Azienda Zero della Regione Veneto, ha analizzato i dati di 31 registri tumori italiani concentrandosi sui due tumori più frequenti in Italia: quello della mammella e quello del colon-retto. “Dallo studio è emerso che, al momento della diagnosi, la probabilità di guarire delle donne con tumori della mammella passa dal 99% per le diagnosi fatte al primo stadio (che rappresentano oltre la metà delle diagnosi) al 36% quando la malattia si presenta in stadi più avanzati (circa il 10% delle pazienti)”, dice Luigino Dal Maso, dirigente statistico dell’Epidemiologia oncologica del Centro di Riferimento Oncologico e coordinatore dello studio.

Per il cancro del colon-retto si passa dal 92% di probabilità di guarigione allo stadio I al 34% se la diagnosi arriva nello stadio III o IV. Altro elemento indagato dallo studio è quanto tempo deve passare dal momento della diagnosi prima che il rischio di morire per il tumore diventi trascurabile. In media servono in media circa 10 anni, ma con grandi differenze a seconda dell’età e dello stadio alla diagnosi. In particolare, se la diagnosi avviene in stadio I (e per il seno anche in stadio II) per la guarigione è sufficiente un anno. Attenzione, però, avverte Silvia Francisci, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità tra le autrici dello studio, questo “non va inteso come un tempo che, una volta raggiunto, non necessiti più di sorveglianza o raccomandazioni suggerite dai medici curanti”.

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