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Tecnologia

Google rivoluziona la ricerca, IA responsabile

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Google avanti tutta sull’Intelligenza artificiale, un tema di attualità che sta provocando un dibattito mondiale dopo la popolarità di ChatGpt. Il colosso californiano coglie l’opportunità dell’annuale conferenza degli sviluppatori per offrire la sua visione “audace ma responsabile, per affrontare le sfide della società”. Una puntualizzazione che arriva dopo l’allerta lanciata nei giorni scorsi da Geoffrey Hinton, decano dell’IA ed ex di Google, che ha definito la tecnologia “una minaccia”. Il primo campo in cui Google sta applicando l’intelligenza artificiale è al suo motore di ricerca che proprio quest’anno compie 25 anni. Con la nuova esperienza definita Search Generative Experience, Big G andrà oltre i tradizionali link blu che compaiono ora nelle ricerche degli utenti. Alle domande poste alla piattaforma apparirà una pagina più dinamica che strizza l’occhio ai social media con video, link di approfondimento, una panoramica delle informazioni chiave e la possibilità di porre nuove domande in una modalità conversazionale.

Per ora sarà possibile provare questa nuova esperienza su Search Labs. disponibile inizialmente solo negli Stati Uniti, sarà integrata con Google Shopping. Un altro modo in cui il colosso californiano sta lavorando sull’intelligenza artificiale è Bard, un software conversazionale come ChatGpt che si sta espandendo in 180 paesi, aggiungendo giapponese e coreano, migliorando gli aggiornamenti di coding e integrando servizi di terze parti come Adobe e Instacart. Google lancia poi PaLM 2, il modello linguistico di nuova generazione, multilingue, che darà vita ai prossimi progetti di intelligenza artificiale del colosso americano. C’è questo modello dietro le integrazioni dell’IA in prodotti di successo come Gmail e Maps. “Ad oggi abbiamo almeno 15 app di Google che usano l’IA ed espanderemo molto presto il catalogo”, ha spiegato il Ceo Sundar Pichai durante l’evento. “Siamo consapevoli che l’Intelligenza artificiale è una tecnologia emergente e che c’è ancora molto da fare. E’ importante essere consapevoli che ha anche il potenziale di peggiorare alcune sfide sociali esistenti. Ecco perché crediamo che sia imperativo adottare un approccio responsabile”, ha ribadito la società proprio nei giorni in cui l’Europa accelera sulle regole riguardanti questa tecnologia. La conferenza degli sviluppatori è stata anche l’occasione per lanciare il Pixel Fold, il telefono pieghevole con cui Google entra nell’agone dei telefoni ‘foldable’ al momento dominato da Samsung. Ma questo dispositivo al momento non arriverà in Italia.

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Neuralink di Elon Musk raccoglie 43 milioni di dollari

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Neuralink, la società fondata da Elon Musk che sviluppa chip impiantabili in grado di leggere le onde cerebrali, ha raccolto ulteriori 43 milioni di dollari di nuovi investimenti. Lo riporta il sito TechCrunch, basandosi su un documento depositato presso la Sec, l’ente federale statunitense che vigila sulla Borsa. Il documento mostra che la nuova iniezione di capitale è arrivata pochi mesi dopo un’altra operazione da 280 milioni di dollari guidata dal Founders Fund di Peter Thiel, uno dei nomi più iconici della Silicon Valley. Secondo il sito, Neuralink ora sarebbe valutata circa 5 miliardi di dollari.

Fondata nel 2016, Neuralink ha ideato un dispositivo in grado di impiantare fili ultrasottili all’interno del cervello. I fili si collegano a un chip progettato su misura contenente elettrodi in grado di leggere informazioni da gruppi di neuroni. Dopo sperimentazioni su animali e dopo diversi dinieghi, a maggio la società di Elon Musk ha ricevuto l’approvazione della Fda per gli studi clinici sull’uomo e ha aperto al reclutamento. Sta cercando un volontario per il suo primo test clinico: un adulto con meno di 40 anni e con i quattro arti paralizzati.

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IA sul lavoro, favorevole il 72% delle aziende italiane

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Il 72% dei leader aziendali in Italia afferma che l’IA generativa sarà vantaggiosa per i dipendenti. È quanto emerge dalla nuova indagine di LinkedIn condotta su oltre 1.000 manager in sei paesi europei. Gli italiani ritengono che l’eliminazione di attività noiose e ripetitive (49%), l’aumento della produttività (45%) e la maggiore disponibilità di tempo da dedicare al pensiero creativo (40%) rappresentino i maggiori benefici che l’IA generativa porterà ai dipendenti. Oltre un terzo (34%) ritiene inoltre che l’ascesa della tecnologia creerà nuovi ruoli all’interno della propria organizzazione.

I dati dell’ultimo report Future of Work: AI at Work di LinkedIn mostrano che l’IA sta già ridisegnando il mondo del lavoro, con le imprese che cercano di massimizzare il potenziale della tecnologia. Le posizioni di “Head of AI” sono triplicate a livello globale negli ultimi cinque anni e, in Italia, gli annunci di lavoro che menzionano l’IA sono quasi quintuplicati (4,7 volte) negli ultimi due anni.

A livello europeo, sono i manager in Germania i più ottimisti sull’IA (93%), seguiti da Regno Unito (81%) e Francia (80%). Nuovi dati diffusi dal Work Trend Index di Microsoft confermano il guadagno in termini di produttività derivante dagli strumenti di IA generativa come Microsoft Copilot. Il 77% tra i primi utenti che hanno provato il nuovo chatbot per Microsoft 365 per svolgere il proprio lavoro ha dichiarato di non volervi più rinunciare. LinkedIn prevede che le competenze richieste ai lavoratori cambieranno almeno del 65% entro il 2030, accelerate dai rapidi sviluppi dell’intelligenza artificiale. “Un futuro all’insegna dell’intelligenza artificiale è possibile, ma sarà fondamentale che i leader aziendali in tutto il mondo comprendano come preparare la forza lavoro” ha sottolineato in una nota ufficiale Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia.

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Tecnologia

Negoziato in salita sulle regole Ue per l’IA

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Bruxelles si preparava a brindare al via libera dell’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, ma i festeggiamenti rischiano ora di slittare al nuovo anno. A mettere i bastoni tra le ruote di un negoziato già complesso, ci hanno pensato Italia, Francia e Germania che in un documento hanno espresso la propria contrarietà a introdurre nel provvedimento delle “norme non testate” sui modelli più performanti dell’IA come GPT-4, alla base del chatbot ChatGPT. Sul punto, uno dei più spinosi delle trattative che vedono coinvolte le istituzioni europee, i tre big dell’Ue suggeriscono di scegliere la via dell’autoregolamentazione attraverso codici di condotta per gli sviluppatori di IA.

E questo per non gravare le imprese di eccessivi oneri amministrativi che soffocherebbero l’innovazione in un settore cruciale per il futuro. Un tema caro soprattutto al presidente francese, Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi aveva esortato a elaborare una “regolamentazione non punitiva per preservare l’innovazione”. Nella ricerca di un delicato equilibrio tra progresso e tutela dei diritti umani, spetta al Parlamento europeo puntare i piedi. “Non siamo disposti ad accettare autoregolamentazioni light per i modelli più potenti” spiega Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati Pd al Parlamento Europeo e relatore dell’AI Act, aprendo, tuttavia, alla possibilità di limitare il campo di applicazione di questa specifica regolamentazione a modelli a uso generale. I codici di condotta non sono sufficienti, basti pensare, spiega Benifei, alla vicenda di OpenAI che “ha mostrato tutta l’instabilità anche della governance delle imprese sviluppatrici di modelli potenti, che comportano cioè un rischio sistemico”.

Imperativo quindi introdurre “obblighi chiari” e “sanzionabili”, dice ancora l’eurodeputato dem ricordando che nella proposta di Roma, Parigi e Berlino “non c’è nessun incentivo a rispettare le regole auto-attribuite”. Ma a minare il campo verso la chiusura del dossier c’è anche la questione dell’uso degli strumenti di IA nell’ambito della sicurezza nazionale, su cui gli Stati dell’Ue chiedono delle ampie deroghe rispetto all’impostazione più restrittiva del Parlamento. La conclusione dell’accordo sull’AI Act, attesa per il 6 dicembre, dipenderà, per Benifei, dallo “sforzo che farà il Consiglio di trovare un punto di caduta sufficientemente ambizioso”.

Fino al via libera e all’attuazione della legge sull’IA, gli Stati non se ne staranno però con le mani in mano. Un segnale in questo senso arriva dal Garante per la protezione dei dati personali che ha avviato un’indagine conoscitiva su siti internet pubblici e privati per verificare l’adozione di misure di sicurezza adeguate ad impedire la raccolta massiva di dati personali, nota come webscraping, per l’addestramento degli algoritmi di IA da parte di soggetti terzi. A seguito dell’indagine conoscitiva, l’Autorità potrà adottare i necessari provvedimenti, anche in via d’urgenza.

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