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Corona Virus

Giovanni Tommasino e Giuseppe Esposito, uccisi dal coronavirus nello stesso giorno

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Giuseppe e Giovanni, due storie, due persone stroncate dal virus maledetto: tutte e due vegliavano sugli altri. il primo, luogotenente della polizia municipale partenopea, l’altro medico di base. Uccisi nello stesso giorno a quasi 800 chilometri di distanza.

“Sono affetto da infezione da Coronavirus. Adesso sono ricoverato in attesa di trasferimento in una rianimazione. Spero di tornare presto tra voi. Non uscite, è l’unica arma che avete, non potete immaginare quanto è brutto. Io dovevo uscire per forza”. Lo scriveva su Facebook due settimane fa il dottor Giovanni Tommasino, medico di base a Castellammare di Stabia ed ex assessore, mentre era in attesa di entrare in terapia intensiva. L’ambulanza lo aveva trasportato all’ospedale di Sorrento dove venne accertato il contagio poi venne trasferiti a Scafati. Dove il virus bastardo lo ha ucciso. E pensare che qualche giorno fa sembrava migliorato al punto che i suoi amici sui social ne avevano annunciato presto l’uscita dalla rianimazione.

Lui aveva messo tutti in guardia ed aveva curato i suoi assistiti fino a pochi giorni prima di scoprire di essere stato contagiato. Magari proprio da qualcuno di loro. Lascia moglie, figli e nipotini. Sul suo profilo social sono stati tanti i messaggi lasciati dai suoi concittadini, uno per tutti: “Con lei dottore è andato via un pezzo di storia… Grande medico e grande uomo la sua immensa umanità lo ha sempre contraddistinto… Che il Signore lo abbia in gloria caro dottore,siamo tutti veramente distrutti dalla notizia”.

 

Giuseppe Esposito era luogotenente della Polizia Municipale di Napoli, 33 anni di servizio: era andato a Bergamo nel mese di febbraio per un intervento al ginocchio e per la successiva riabilitazione e non è più tornato a casa. Ucciso anche lui dal covi-19. ”Prendiamo parte al grande dolore per la tragica morte di Giuseppe Esposito, Luogotenente di Polizia Locale” scrive  il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, annunciando l’arrivo del corpo a Napoli da Bergamo “accolto dal Comando di Via Santa Maria del Pianto a sirene spiegate come segno di omaggio per un collega amato da tutti e sempre in prima linea nelle delicate attività affidate al Comando della Polizia Locale” . Che riposino in pace tutti e due.

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In Brasile raggiunte 700 mila vittime a causa del Covid-19

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Il governo del Brasile ha informato di aver oltrepassato questa settimana la quota di 700 mila vittime per il Covid-19 dopo la comparsa del virus per la prima volta nel Paese a febbraio del 2020 e il primo decesso avvenuto a marzo dello stesso anno. Il gigante sudamericano è attualmente il secondo Paese al mondo per numero di vittime dopo gli Stati Uniti (1,1 milioni). Nell’ultima settimana le autorità sanitarie hanno riferito di 322 decessi che hanno portato la cifra complessiva di morti a 700.239. Il peggior anno della pandemia in Brasile è stato il 2021, con 423.349 decessi attribuiti al virus Covid-19. Secondo una commissione d’inchiesta del Senato, oltre 200 mila persone sono morte in Brasile a causa del ritardo con cui è stato messo in atto il programma di vaccinazione della popolazione da parte dell’ex presidente Jair Bolsonaro, il quale a sua volta non si è mai vaccinato.

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Covid: in Italia 188.750 vittime in tre anni

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Sono 188.750 le vittime del Covid registrate in Italia al 16 marzo, a poco più di tre anni dall’inizio della pandemia, mentre i contagi sono stati 25.651.205. Nel mondo, invece, secondo l’Oms, ci sono quasi sette milioni di decessi segnalati per Covid-19, “anche se sappiamo – ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – che il numero effettivo di decessi è molto più alto”. Questi i dati che fanno da sfondo alla Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, proclamata per il 18 marzo. Per l’Oms la fine della pandemia appare finalmente prossima, e si è detta “fiduciosa che l’emergenza internazionale possa terminare entro l’anno, ed il virus Sars-CoV-2 diventerà paragonabile a quelli dell’influenza stagionale”. Tornando ai dati italiani, colpiscono anche quelli sugli operatori sanitari, a cui è stata dedicata la Giornata nazionale lo scorso 20 febbraio. Hanno perso la vita, come ha ricordato in quell’occasione il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, 379 medici e, secondo il sindacato Nursing Up, 90 infermieri. “Nei primi mesi di pandemia – aveva sottolineato Anelli – circa 60-80 medici morivano ogni mese. Metà dei decessi sono stati sul territorio, dove erano soli senza dispositivi di protezione e con mille difficoltà”. La situazione allora era ben diversa da quella attuale, dove, secondo i dati del ministero della Salute, continua a diminuire in Italia il numero dei nuovi casi e dei decessi per Covid-19. Nella settimana 10-16 marzo 2023 sono infatti 23.730 i nuovi casi positivi, con una variazione di -1,1% rispetto alla settimana precedente, mentre i deceduti sono 212 con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente. L’impatto clinico appare essere molto basso.

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Vaccini: studio, risposta più debole se si dorme poco

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Covid vaccino

Le persone che dormono meno di sei ore a notte hanno una peggiore risposta alle vaccinazioni, con una minore produzione di anticorpi e una protezione più breve. È quanto emerge da una ricerca coordinata dall’University of Chicago e pubblicata su Current Biology. La ricerca ha analizzato congiuntamente quattro studi che avevano indagato la relazione tra sonno ed efficacia della vaccinazione contro epatite B o influenza. Dall’analisi dei dati è emerso che chi aveva una durata del sonno inferiore alle 6 ore aveva una risposta alla vaccinazione più debole di circa il 20% rispetto a chi dormiva di più. “Un buon sonno non solo amplifica, ma può anche prolungare la durata della protezione del vaccino”, ha affermato in una nota Eve Van Cauter, coordinatrice della ricerca. L’effetto del sonno, tuttavia, è stato osservato soprattutto nei maschi, mentre nelle donne era più sfumato. La ragione di questa differenza di genere, spiegano i ricercatori, potrebbe essere legata agli ormoni. “Sappiamo dagli studi di immunologia che gli ormoni sessuali influenzano il sistema immunitario – ha aggiunto Van Cauter – Nelle donne, l’immunità è influenzata dallo stato del ciclo mestruale, dall’uso di contraccettivi, dalla menopausa e dallo stato post-menopausa, ma sfortunatamente nessuno degli studi che abbiamo riassunto aveva dati sui livelli di ormoni sessuali”.

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