Molto spesso non consideriamo sufficientemente la fortuna che hanno i fotografi: quella di riuscire ad essere scrittori e artisti nello stesso momento. Riuscire a raccontare storie nelle storie, esaltare bellezze nascoste nello spazio e nel tempo, proiettare i sentimenti nel passato, nel presente e nel futuro; scardinare i punti fermi, le prospettive, i luoghi comuni.
Giovanni Gastel è uno dei fotografi più acclamati dei giorni nostri: le sue foto entrano in punta di piedi nelle nostre retine e ci riportano indietro nel tempo, raccontando una realtà parallela, lontana. Eppure molte delle sue foto sono nate su set fotografici per grandi riviste, popolari, contemporanee, figlie dei nostri tempi caotici e superficiali; e la cosa risulta essere uno stridente ossimoro, qualcosa del tutto impossibile.
Come può un fotografo così legato all’odierna società – sguaiata, esagerata, urlata – produrre foto così eleganti, raffinate, particolari? Può, Gastel può e ci riesce senza ombra di dubbio.
Il genio, l’estro creativo, sta proprio nel riuscire a scavare nel profondo, nel ricercare l’eleganza in ogni soggetto. I ritratti di Gastel sono eleganti, garbati, seducenti. Ci riportano alle pitture di Giovanni Boldini, a quei soggetti dalle forme allungate dal manierismo cinquecentesco, agli affreschi delle chiese neoclassiche.
La mostra “Selected Works” è una bella seguenza di fotografie rimaste impresse dietro l’obiettivo fotografico come un pennello sulla tela di un pittore. Si percepisce lo studio di fondo, la ricchezza d’animo e di cultura, la fortuna di essere nato in un certo contesto – non capita a tutti di essere nipoti di Luchino Visconti! – senza mostrarlo in modo spocchioso.
La grandezza di Giovanni Gastel sta nel riuscire a parlare a tutti, attraverso il filo diretto delle copertine, delle riviste, utilizzando però una lingua apparentemente in via d’estizione, il pudore.
Per la prima volta a Napoli, fino al 31 gennaio, potete andare a vedere questa bella mostra nella galleria “Il blu di Prussia”, a cura di Maria Savarese, e farvi catturare dal fascino in bianco e nero delle sue opere fotografiche, riflettere su quanto ci sia bisogno al giorno d’oggi di bellezza, di eleganza, di intimità.
Di parole sussurrate nelle immagini di chi scatta, dell’ascoltare sotto voce di chi guarda, in un magma incandescente di brutture e volgarità.
Giovanni Gastel_Ayako Comte_2017
Giovanni Gastel_Cara Peloso_Donna_1990_
Giovanni Gastel_Leticia Herrera_2017
Giovanni Gastel_Marpessa_Vogue Spagna_1990
Giovanni Gastel_Parrot_Vanity Fair_2007
Giovanni Gastel_Sophisticated Ladies_Vanity Fair_2007
Una vera e propria maratona di eventi per ricordare il sempre amato Giacomo Puccini a 100 anni dalla morte. Cade infatti domani l’anniversario della scomparsa del Maestro ed è un fiorire di appuntamenti in suo ricordo, dalla deposizione di fiori alle mostre, passando per proiezioni, concerti e anche una moneta ufficiale del centenario e un francobollo dedicato. ‘Epicentro’ degli eventi Viareggio (Lucca), con Torre del Lago, e Lucca, luoghi simbolo per il grande compositore.
Torre del Lago Puccini sarà al centro dei tributi organizzati dal Comune di Viareggio e dalla Fondazione Festival pucciniano e dalla Fondazione Simonetta Puccini. La cerimonia prenderà avvio la mattina al piazzale Belvedere con la deposizione della corona di alloro alla scultura del Maestro. Poi la messa celebrata dal vescovo di Lucca Paolo Giulietti durante la quale sarà eseguito il Requiem di Giacomo Puccini.
E ancora, una proiezione nell’Auditorium Simonetta Puccini dello sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi del 1973. Nel pomeriggio nella chiesa di San Giuseppe la “Messa a quattro voci” di Puccini. La sera, proiezione del documentario Giacomo Puccini I paesaggi dell’anima, alle 21:15 la diretta del concerto dal Teatro alla Scala Giacomo Puccini 1924-2024, ed alle 23 la proiezione del documentario Il codice Puccini. Giornata di celebrazioni anche a Lucca. Alle 11 in piazza Cittadella il sindaco Mario Pardini deporrà una corona d’alloro al monumento vicino al Puccini Museum – Casa natale. Seguiranno la presentazione della moneta ufficiale del centenario, coniata per l’occasione dall’Istituto poligrafico Zecca dello Stato, e la presentazione di un francobollo ufficiale stampato da Poste Italiane.
Quindi il direttore della Fondazione Centro studi sull’arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti Paolo Bolpagni interverrà sul ritratto di Puccini fatto dal pittore Luigi de Servi (1863-1945) rappresentato sulla moneta e sul francobollo. Tra gli appuntamenti, alle 15:30 alla Cavallerizza di piazzale Verdi, sarà inaugurata la mostra “Giacomo Puccini Manifesto – pubblicità e illustrazione oltre l’opera lirica”. Per la prima volta in mostra il rapporto tra Giacomo Puccini e il manifesto pubblicitario. La sera al teatro del Giglio andrà in scena Tosca.
“Domani la giornata che ricorderà nel mondo intero la morte di Giacomo Puccini – sottolinea Alberto Veronesi, presidente del comitato promotore delle celebrazioni pucciniane -. Difficilmente poteva essere fatto di più. In questi due anni abbiamo ristrutturato gli immobili, il Villino di Viareggio, la villa Caproni, una miriade di altri interventi, abbiamo portato i Wiener, la Scala, la Dresden, la Philharmonia, la Radio Berlino, Muti, Mehta, Gatti, Salonen. Abbiamo sostenuto mostre prestigiose, alla Scala, alla Camera, a Lucca, a Bruxelles, a Montecarlo”.
Domani, aggiunge, “avremo la Mostra Puccini Manifesto, la presentazione del Francobollo pucciniano e la Tosca del centenario a Lucca, l’orchestra e coro di Tirana nella Messa a quattro voci e il Requiem a tre voci a Torre del Lago, la messa con coro e orchestra a Bruxelles, nella chiesa del primo funerale del maestro. Tutte attività sostenute da noi. Non posso quindi che ringraziare il Comitato e tutte le istituzioni che hanno collaborato alla buona riuscita dei festeggiamenti”.
Si intitola “Maratona Michelangelo” la guida innovativa sui luoghi del Buonarroti a Firenze, curata da Sergio Risaliti, storico dell’arte e direttore del Museo del Novecento di Firenze, con la prefazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Il testo, in regalo con il quotidiano la Repubblica sabato 30 novembre, è stato presentato oggi dallo stesso Giani, insieme al caporedattore de La Repubblica di Firenze Fabio Galati, a Sergio Risaliti e alla storica dell’arte Elena Capretti.
Nelle pagine del libro, si spiega in una nota, il racconto della vita del genio rinascimentale si alterna alla descrizione dei suoi capolavori fiorentini. Si inizia dai primi passi mossi nella bottega del Ghirlandaio per arrivare alla definitiva affermazione con le grandi opere: il David in piazza della Signoria, il Tondo Doni, le sepolture medicee in San Lorenzo e le opere giovanili di Casa Buonarroti. “Ringrazio Fabio Galati per questa iniziativa e Sergio Risaliti – ha detto Giani – che con la consueta passione ha curato questa visione inedita, che ci permette di scoprire Michelangelo, uno dei simboli più fulgidi della cultura che la Toscana ha dato al mondo, a 550 anni dalla sua nascita, che ricorrono nel 2025.
Forse il più grande scultore che la civiltà umana abbia avuto, Michelangelo rappresenta l’identità stessa della Toscana, per questo è importante farlo conoscere ai giovani, tramandarlo nella contemporaneità”. “Del resto parlare del Buonarroti è parlare di Firenze – ha aggiunto -, con la sua opera simbolo, il David, che rappresenta la vittoria dell’intelletto sulla forza bruta, emblema in quel periodo della rivincita della Repubblica Fiorentina che ritrova la sua identità e il suo ruolo. Michelangelo, dunque, uomo della libertà, riferimento assoluto”. “Siamo felici di coltivare con questo volume il rapporto con i lettori sui temi della cultura – ha detto Galati-, un libro che si propone di suscitare la curiosità su Michelangelo”. “Michelangelo è un artista universale – ha osservato Risaliti -, senza tempo, senza spazio. Le sue opere sono sempre contemporanee. Questo libro è un tascabile, adatto da portare in giro per riscoprire i capolavori che, come diceva Giorgio Manganelli, rappresentano le opere più sconosciute. Il compito di noi studiosi è quello di rendere Michelangelo popolare. Popolare e non populista”.
Un importante passo avanti nella valorizzazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte è stato compiuto durante l’incontro tra il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il direttore del museo, Eike Schmidt, tenutosi a Palazzo San Giacomo. Al centro del dialogo, il tema della mobilità, dei servizi al cittadino e delle strategie per inserire il museo nei grandi itinerari culturali, in vista di appuntamenti cruciali come Napoli 2500 e il Giubileo.
Una navetta speciale per collegare il centro a Capodimonte
Una delle novità più attese è l’attivazione, dalla prossima primavera, di una navetta speciale che garantirà un collegamento costante tra il centro città e il Museo di Capodimonte. Questo servizio mira a migliorare l’accessibilità al sito, favorendo non solo i turisti ma anche i residenti.
Inoltre, durante il colloquio si è discusso della realizzazione di nuovi parcheggi, tra cui uno al Garittone, e della riapertura del varco del bosco dal lato dei Ponti Rossi, un intervento che andrà a beneficio soprattutto della cittadinanza.
Valorizzare Capodimonte: un impegno condiviso
Il direttore Schmidt ha elogiato il sindaco Manfredi per il suo recente incarico alla Presidenza dell’ANCI e ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra il museo e l’amministrazione comunale:
“Nel nostro incontro abbiamo pianificato concretamente una serie di importanti opportunità per integrare sempre meglio il Real Bosco e il Museo di Capodimonte alla città di Napoli, promuovendo la miglior fruizione ai cittadini e la crescita del turismo culturale”.
Anche il sindaco Manfredi ha ribadito l’impegno dell’amministrazione per valorizzare uno dei luoghi simbolo di Napoli:
“Il Museo di Capodimonte e il suo splendido bosco meritano la massima attenzione. Stiamo predisponendo una serie di servizi e iniziative che renderanno la visita a Capodimonte un percorso speciale e integrato con il territorio”.
Capodimonte al centro del turismo culturale di Napoli
Questi interventi si inseriscono in una strategia più ampia di promozione culturale e turistica, volta a rendere il Museo e Real Bosco di Capodimonte un punto nevralgico della vita cittadina e del turismo internazionale. Grazie alla navetta, ai nuovi servizi e a una programmazione coordinata, Capodimonte si prepara a diventare sempre più accessibile e inclusivo.
Conclusioni
Il Museo di Capodimonte rappresenta un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore per Napoli. Le iniziative presentate durante l’incontro con il sindaco Manfredi e il direttore Schmidt dimostrano l’attenzione crescente verso questo gioiello, sia per i cittadini che per i visitatori. Con una visione condivisa, Capodimonte si candida a essere uno dei protagonisti del rilancio culturale e turistico di Napoli.