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Gimenez-gol, il Milan vince di misura sul Verona

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Il Milan torna a sorridere dopo il ko in Champions League, battendo 1-0 il Verona a San Siro. Il gol è di Gimenez, il primo nel suo nuovo stadio, confezionato da due passaggi di fino di Jimenez e Leao, subentrati nella ripresa. Contava vincere e il Milan si assicura i tre punti anche se la prestazione non è irresistibile. Contava vincere anche perché martedì c’è la partita da dentro o fuori in Champions League col Feyenoord e un successo in campionato dà morale all’ambiente dopo la delusione di Rotterdam e certifica la seconda vittoria consecutiva in campionato dopo cinque mesi. Ora il quarto posto è lontano cinque punti. Al Verona – peggior difesa del campionato – va il merito di aver resistito fino alla mezz’ora della ripresa, senza faticare neppure tanto per tutto il primo tempo. Sergio Conceiçao cambia ancora e sorprende ancora.

E’ la 13/a formazione in tredici partite. Questa volta, dopo il flop europeo dei quattro giocatori davanti, il tecnico portoghese punta tutto sui nuovi. E’ debutto da titolare per Sottil, che è in supporto della punta Gimenez insieme a Joao Felix e Musah. Ovviamente confermato Walker terzino destro. Insomma, la quasi totalità della campagna acquisti invernale gioca titolare contro il Verona, a discapito tra gli altri di Pulisic e Leao. Ma il primo tempo non regala grandi emozioni. Qualche sospiro arriva in realtà da due imprecisioni di Maignan: una palla non trattenuta al primo tiro del Verona, un’uscita solo accennata e poi ritratta che per fortuna non ha conseguenze. Però Maignan non sembra pienamente sereno e in forma. Per il primo squillo rossonero – questa sera con la quarta maglia verde e nera che ai tifosi ricorda troppo il Venezia – bisogna aspettare il 25′.

Conclusione da fuori di Reijnders ma Montipò si fa trovare pronto. Il portiere del Verona fa buona guardia anche qualche minuto più tardi con l’insidioso tiro cross di Joao Felix. Al 33′ la gioia per gol di Gimenez si spegne in gola, perché il diagonale preciso ad anticipare il difensore, viene annullato per fuorigioco del messicano. Ma l’occasione più grande, la palla per sbloccare la partita il Milan la confeziona allo scadere del recupero del primo tempo, cross al centro di Gimenez ma Musah in corsa spara alto. Poche cose degne di nota, per il resto nel primo tempo il Milan è lento e prevedibile. Ha il 73% di possesso palla ma le azioni da gol sono pochissime. Gimenez si impegna ma gli manca il gol, Sottil non entra mai in partita.

Così ad inizio ripresa per dare più spinta sulle fasce, Conceiçao richiama Sottil per Leao e Walker per Jimenez. Il ritmo del Milan aumenta, anche l’aggressività. Ma c’è sempre un po’ di confusione nell’ultimo passaggio e manca efficacia. Al 23′ Conceiçao sostituisce Fofana con Pulisic. E la seconda occasione per sbloccare la partita arriva ancora dai piedi di Musah che sfiora l’incrocio dei pali con una gran botta da fuori area. Il Verona si limita a difendere e il Milan dopo tanti tentativi, riesce a far breccia nella densità del Verona con una scucchiaiata a scavalcare di Jimenez, raccoglie Leao che mette in mezzo per Gimenez superando Montipò e il messicano deve solo accompagnare in porta. Primo gol a San Siro per il nuovo acquisto del Milan che nel festeggiare sotto la Sud dà i meriti all’esterno portoghese. I tifosi festeggiano, tirano un sospiro di sollievo e sperano che la vittoria sia di buon presagio per martedì. Ma servirà comunque ben altra prestazione contro il Feyenoord.

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Sci, Federica Brignone trionfa ancora: vinta anche la Coppa di gigante

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Federica Brignone continua a scrivere la storia dello sci alpino. Dopo essersi aggiudicata la Coppa del Mondo generale e quella di discesa, la campionessa valdostana ha conquistato anche la Coppa di gigante nella finale di Sun Valley. Un risultato straordinario, frutto di una stagione vissuta ai massimi livelli, con una continuità di rendimento che le ha permesso di dominare il circuito.

Il verdetto è arrivato dopo l’uscita di Alice Robinson nella prima manche. La neozelandese, che era in testa alla classifica di specialità prima dell’ultima gara, ha dovuto abbandonare la corsa al titolo, lasciando il campo libero a Brignone. L’azzurra ha poi chiuso la gara al secondo posto, alle spalle della svizzera Lara Gut-Behrami, che ha festeggiato il suo 100° podio in carriera. Terza la svedese Sara Hector, mentre Sofia Goggia non ha completato la prova.

Al termine della gara, Brignone ha espresso tutta la sua soddisfazione per questo ennesimo trionfo:

“È stata una stagione incredibile per me. Non avrei mai immaginato di sciare con questa continuità per tutto l’anno. Nella prima manche ho commesso degli errori. Nella seconda ho cercato di dare il massimo, ma ho evitato di rischiare in alcuni passaggi”.

Con questa vittoria, Federica Brignone conferma il suo status di fuoriclasse assoluta dello sci mondiale, regalando all’Italia un’altra stagione memorabile.

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Napoli Tennis Cup, Fognini eliminato da Onclin dopo una battaglia in tre set

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Fabio Fognini esce al primo turno della Napoli Tennis Cup al Circolo del Tennis, sconfitto dal belga Onclin al termine di un match estremamente combattuto, concluso in tre set.

Una partita dai continui capovolgimenti

Onclin parte bene e conquista il primo set con il punteggio di 6-3. Nel secondo set Fognini reagisce prontamente, vincendo 6-4, anche se sembrava avere l’opportunità di allungare ulteriormente il distacco.

Un terzo set combattutissimo

Nel decisivo terzo set, entrambi i giocatori si sfidano in un alternarsi di break e contro-break. Il belga Onclin sembrava inizialmente in grado di chiudere rapidamente il match, ma Fognini ha opposto una strenua resistenza, mantenendo viva la partita fino all’ultimo.

Alla fine è Onclin a prevalere, eliminando così il tennista italiano dal torneo.

Pubblico troppo rumoroso

Durante il match, il pubblico presente al Circolo del Tennis è stato più volte richiamato al silenzio dall’arbitro, evidenziando un comportamento non sempre impeccabile da parte degli spettatori.

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Meret rinnova col Napoli fino al 2027: sarà record di presenze tra i numeri uno

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Alex Meret è pronto a firmare il rinnovo del contratto con il Napoli fino al 2027. «L’accordo è totale», ha confermato con soddisfazione il suo agente Federico Pastorello, dopo mesi di lunghe trattative.

Un futuro da bandiera azzurra

Con questa firma, Meret è destinato a entrare nella storia del Napoli. Già titolare più giovane di sempre nella porta azzurra dal 2018, il portiere ha raggiunto 204 presenze e si avvia ora a superare miti del passato come Sentimenti II (235 presenze in 12 stagioni) e Di Fusco, storica riserva. Meret, da sempre sobrio e determinato, non ha mai nascosto il desiderio di restare al Napoli, nonostante le critiche periodiche ricevute dopo alcuni gol subiti.

Una scelta di cuore e lealtà

Meret avrebbe potuto lasciare Napoli a parametro zero, ma ha scelto di rimanere per riconoscenza verso la società che lo ha reso protagonista nella conquista dello scudetto, della Champions League e dell’Europeo con la Nazionale italiana. Vivendo stabilmente a Lucrino dal suo arrivo, il nuovo contratto lo porterà oltre i record di permanenza di altre stelle come Koulibaly e Mertens (8 stagioni).

La grande tradizione dei portieri azzurri

Il Napoli vanta una straordinaria storia di numeri uno. Tra i grandi predecessori di Meret c’è Ottavio Bugatti, con 256 partite e otto stagioni memorabili negli anni ’50 e ’60. Morgan De Sanctis detiene il primato di imbattibilità casalinga (799 minuti), superando il precedente record di Luciano Castellini. Indimenticabili Claudio Garella e Giuliano Giuliani, portieri dei due scudetti storici, senza dimenticare Luciano Castellini (202 partite) e Pino Taglialatela, amatissimo dai tifosi per le sue sette stagioni in azzurro.

Anche leggende come Dino Zoff e Pepe Reina hanno lasciato segni profondi, mentre Arnaldo Sentimenti resta il re dei rigori parati (9 su 31).

Meret, con il nuovo contratto, punta dunque ad entrare nell’olimpo dei portieri partenopei.

Riassunto SEO: Alex Meret rinnova con il Napoli fino al 2027 puntando a diventare il portiere con più presenze della storia azzurra, superando leggende come Sentimenti, Bugatti e Castellini.

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