Collegati con noi

Politica

Giani sul fine vita, ‘Toscana non sarà la nuova Svizzera’

Pubblicato

del

All’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio regionale della Toscana della prima legge in Italia che regola tempi e modalità per l’accesso al suicidio assistito, il governatore Eugenio Giani (foto Imagoeconomica in evidenza)  torna sul tema per specificare che la Toscana non sarà la nuova Svizzera. Lo afferma rispondendo alle domande dei giornalisti, spiegando di ritenere “che la Toscana abbia fatto un servizio ai suoi cittadini: sono state fissate regole eque, precise, obiettive”. “Non siamo andati oltre quello che ha prescritto la Corte costituzionale con la sentenza 242 del 2019” puntualizza. Una scelta che viene attaccata dal centrodestra, con Fi che non esclude la soluzione estrema dell’impugnazione della legge da parte del Governo.

“Una legge che dovrà essere valutata in base alla Costituzione”, sottolinea il portavoce azzurro Raffaele Nevi. Una ipotesi, che viene però bocciata nettamente dal centrosinistra con +Europa, tra gli altri, che definisce un “errore grave” un eventuale ricorso del governo. Che viene anche accusato dalle opposizioni per il suo silenzio su questo argomento. Secondo la legge, che nasce dalla proposta di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni poi modificata dall’Assemblea toscana, potranno avere accesso al suicidio assistito soltanto i residenti in Toscana o chi si trasferisce (per studio o lavoro) e prende un medico temporaneo nella regione. Per loro, la norma fissa tempi certi: la procedura per il fine vita, dal momento della richiesta fino all’assistenza per l’assunzione del farmaco, si conclude in 37 giorni. Sui tempi poi dell’effettiva entrata in vigore della norma Giani ha spiegato che “domani o domani l’altro sarò in grado di firmare la promulgazione della legge”.

Poi “dal momento in cui la legge viene promulgata è come se avessimo centoventi giorni di sospensione da effetti perché sono i tempi in cui può essere fatto ricorso. Aspettiamo questi tempi, vista la delicatezza della situazione, per poter rendere effettiva questa legge. Dopo i centoventi giorni tutto si predispone a partire dalla commissione etica affinché sia tutto applicabile”. Non è d’accordo però il capogruppo di Forza Italia in Regione Marco Stella: “E’ assurdo – afferma – che il presidente della Regione Giani annunci la sua intenzione di prendersi centoventi giorni di tempo per applicare la legge sul suicidio assistito che lui e la maggioranza di sinistra hanno votato ieri. La legge, che noi continuiamo a dire che è incostituzionale, deve entrare vigore il quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione sul Burt. E’ evidente che la sinistra sta giocando una partita ideologica e politica sulle spalle dei malati”.

Quello delle tempistiche è un tema cruciale per tutti coloro che da tempo hanno chiesto il fine vita. Secondo quanto spiega l’Associazione Coscioni, ad oggi, in Italia, sono undici le persone che hanno avuto accesso alla procedura per il suicidio assistito: di queste cinque hanno deciso di procedere. Tra le altre ad avere avuto parere positivo, quattro hanno ottenuto il via libera ma non hanno ancora potuto procedere per colpa di lungaggini burocratiche delle Asl: due in Toscana, una in Umbria e una in Lombardia. “Nei giorni scorsi, sempre in Toscana – ricorda l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni – è morta Gloria, senza poter accedere alla morte volontaria assistita, nonostante avesse ottenuto il via libera. L’assenza di un’indicazione chiara sul farmaco letale, il suo dosaggio e la metodica di autosomministrazione hanno ritardato irrimediabilmente la sua possibilità di scelta”.

Advertisement
Continua a leggere

Politica

La Campania rinvia l’approvazione della legge sul fine vita

Pubblicato

del

Niente di fatto per la legge sul suicidio medicalmente assistito in Campania perché il testo giunto in aula non aveva il via libera della II Commissione bilancio per la necessaria copertura finanziaria. Il testo è stato illustrato dal relatore, il consigliere Luigi Abbate, precisando che il testo legislativo è finalizzato a disciplinare le procedure amministrative, ovvero e i termini amministrativamente perentori e celeri per le risposte delle Asl alle richieste dei malati che si trovino nelle condizioni previste dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Ma per il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, l’assenza del parere della Commissione ha rappresentato un ostacolo insormontabile per poi poter procedere al voto. “Manca la copertura finanziaria alla legge, quindi manca la legge”, ha detto Oliviero.

La scelta ha però suscitato polemiche. “Si tratta di una legge di civiltà ma noi abbiamo perso tanto tempo” ha detto la consigliera regionale Maria Muscarà mentre Severino Nappi (che aveva annunciato il voto a favore del gruppo della Lega) ha evidenziato “l’assenza in aula del presidente della Giunta Vincenzo De Luca, un’assenza indifendibile. Potete fare quello che volete, lo avete fatto centinaia di volte ma mi dispiace che si faccia anche su una vicenda come questa”. Il presidente della Commissione bilancio, Franco Picarone, ha garantito l’impegno della Commissione ad analizzare il testo e che sarà presto rinviato in aula per la discussione. Per Valeria Ciarambino sarebbe stato necessario un lungo dibattito prima dell’approdo del testo in aula, “Io personalmente ho tantissimi dubbi di coscienza” e sarebbe “stato necessario di avere idee più chiare. Non dobbiamo fare nessuna corsa e questi sono tempi che non si approvano a colpi di maggioranza”, ha detto.

Continua a leggere

Politica

Musumeci sui Campi Flegrei: «Mai sottovalutare i rischi naturali»

Pubblicato

del

Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, è intervenuto con chiarezza sulla situazione critica dei Campi Flegrei, definendoli «un supervulcano fra i più originali e pericolosi al mondo», dove convivono rischi vulcanici, sismici e bradisismici. Il ministro non ha esitato a riconoscere apertamente «le responsabilità omissive e commissive della politica» e la «incosciente sottovalutazione del multirischio» che ha caratterizzato il passato.

Cultura del rischio e prevenzione

Secondo Musumeci, che ha recentemente firmato un decreto per la mobilitazione straordinaria della Protezione civile nell’area flegrea, è fondamentale diffondere una solida “cultura del rischio”. «La protezione civile non deve limitarsi a soccorrere rapidamente dopo un disastro», ha dichiarato il ministro citando Giuseppe Zamberletti, padre della protezione civile italiana, «ma deve puntare soprattutto sulla prevenzione e la previsione».

Informazione e formazione continua

Musumeci critica fortemente la mancanza di trasparenza nella comunicazione con i cittadini: «Alle centinaia di migliaia di persone che risiedono nell’area dei Campi Flegrei non si è mai parlato chiaro». L’invito è a imparare dal Giappone, dove già nelle scuole si insegna ai bambini come comportarsi in caso di terremoti, con frequenti esercitazioni. «In Italia ne servirebbero almeno tre-quattro l’anno, coinvolgendo famiglie, scuole, imprese e media», sottolinea.

Previsione impossibile, preparazione necessaria

Musumeci sottolinea che la scienza non consente di prevedere con certezza l’evoluzione del fenomeno bradisismico e sismico ai Campi Flegrei. «Non si può escludere nessuno scenario, nemmeno quello più grave», ha avvertito, aggiungendo che panico e allarmismo non aiutano, come non è utile una sottovalutazione semplicistica del rischio. In caso di crisi estrema, conclude il ministro, «bisogna essere pronti a misure precauzionali, compreso il definitivo abbandono delle aree più a rischio».

Continua a leggere

Politica

Ue: accordo Consiglio e Pe su patente dai 17 anni e digitale

Pubblicato

del

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico sull’aggiornamento della direttiva sulla patente di guida che prevede, tra l’altro, la guida accompagnata con una patente ottenuta all’eta’ di 17 anni; una durata di 15 anni del documento e una versione uniforme e digitale delle patenti. In primo luogo, entro la fine del 2030, sara’ disponibile una patente di guida uniforme per tutti i cittadini dell’Ue, inserita nel futuro portafoglio europeo di identita’ digitale (simile all’attuale It Wallet italiano).

La patente di guida digitale sara’ riconosciuta in tutti gli Stati membri dell’Ue. Allo stesso tempo, gli utenti della strada avranno il diritto di richiedere una patente di guida fisica. Entrambe le versioni, fisiche e digitali, saranno valide per guidare autovetture e motociclette piu’ a lungo del caso attuale, vale a dire 15 anni dalla data di rilascio, tranne da quando la patente di guida viene utilizzata come carta d’identita’ (10 anni).

In secondo luogo, per migliorare la sicurezza stradale, si fara’ un passo avanti verso l’armonizzazione dei processi di screening medico applicati negli Stati membri. Al momento del rilascio delle patenti di guida, tutti gli Stati membri richiederanno una visita medica o uno screening basato su un’autovalutazione. Anche le regole relative ai periodi di prova per i conducenti alle prime armi saranno armonizzate: sara’ stabilito un periodo di prova di almeno due anni. Durante questo periodo di prova, dovrebbero essere applicate regole o sanzioni piu’ severe per la guida sotto l’effetto di alcol o droghe, fatte salve le competenze degli Stati membri di regolare il comportamento dei conducenti.

Per affrontare il problema della carenza di conducenti nelle categorie professionali e allo stesso tempo migliorare la sicurezza stradale, sara’ introdotto un regime per la guida accompagnata con una patente (C). Tale regime offre ai richiedenti la possibilita’ di acquisire patenti di guida nelle categorie pertinenti prima del raggiungimento del limite di eta’ minima richiesto, accompagnati da un autista esperto. Il programma sara’ offerto in tutti gli Stati membri per le autovetture. Gli Stati membri possono offrire questa possibilita’ anche per furgoni e camion. Infine, saranno apportate anche modifiche per rendere piu’ facile per i cittadini acquisire una patente di guida quando vivono in uno Stato membro diverso dal loro Stato membro di cittadinanza. Sara’ possibile sostenere test e ottenere una licenza rilasciata nello Stato membro di cittadinanza, se non ci sara’ la possibilita’ di sostenere test in una delle lingue ufficiali dello Stato membro di cittadinanza. L’accordo provvisorio dovra’ ora essere approvato dai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio (Coreper) e dal Parlamento europeo.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto