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Cultura

Genova, i caruggi, i Travestiti, il porto e la sua Umanità, attraverso lo sguardo sensibile di una grande fotografa, Lisetta Carmi

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Forse una vita non basterebbe per raccontare una donna, anzi, una persona, come lei ama definirsi, che di vite ne ha attraversate ben cinque. Lo si legge nel bel libro di Giovanna Calvenzi  “Le cinque vite di Lisetta Carmi”, ma questa straordinaria persona, tra le sue vite, esperienze totalizzanti e vissute con l’intensità che solo la vera passione, l’amore per la vita e la curiosità possono accompagnare, questa donna, questa persona, ha vissuto anche una intensa vita fotografica    dal 1960 al 1979. Lisetta Carmi  è stata una grande fotogiornalista.  Fotografa autodidatta, osservatrice curiosa e intraprendente, si impegna, viaggiando in Italia e nel mondo, ad una missione: “dare voce a chi non ne ha” e stare sempre dalla parte di chi soffre, di chi lotta, di chi si oppone alle ingiustizie.  Prediligendo sempre il contatto umano e la compenetrazione negli avvenimenti. Dirà di lei Umberto Eco, grande amico del fratello Eugenio, grande esponente dell’astrattismo italiano e giurato del premio Niépce  che Lisetta Carmi vinse presentando le foto che riuscì a scattare, (nessuno vi era riuscito fino ad allora)  arrivando all’uscio della sua casa segreta del poeta Ezra Pound a Rapallo, accompagnata da un “arzillo vecchietto”  inerpicandosi per una ripidissima scalinata. 12 foto in tutto: “le immagini di Pound scattate da Lisetta dicono più di quanto si sia mai scritto su di lui, la sua complessità e natura straordinaria”. Segno che anche quei pochi secondi, intercorsi tra l’apertura della porta e la sua chiusura, che non non fu chiusura, ma venne socchiusa, Lisetta Carmi era riuscita a creare e instaurare un rapporto empatico, riuscì, Lisetta Carmi a leggerne e riportarne le sensazioni e non un asettico ritratto di un uomo che senza proferire parola, socchiudeva una porta. “Non è la fotografia che mi interessa ma le persone” e già questa affermazione, dovrebbe farci capire l’uso che Lisetta Carmi ha fatto  della fotografia. “Non bisogna attaccarsi a niente, sapete. La vita è fatta di esperienze e quando ne hai concluso una è inutile continuare a guardarsi indietro. Si tagliano i ponti e si va avanti.”  Iniziando nuove vite e facendo nuovi incontri, le vite e gli incontri, l’incontro con un maestro induista e la fondazione di un ashram in Puglia. Poi un re-incontro, il ritorno alla musica, lei suona il pianoforte, questa volta nella dimensione sperimentale. Infine, un ritiro al privato e l’accostamento al vuoto del taoismo, proseguendo una ricerca interiore in nome della libertà. E la fotografia in questi suoi quasi 20 anni guardati attraverso il mirino, la produzione di servizi, libri, mostre, pubblicazioni, Acque di Sicilia, insieme a Leonardo Sciascia, Women con Pietro Lizzardi, e poi La bellezza della verità insieme a Giovanni Battista Martini, che da suo allievo è divenuto il curatore delle sue mostre e del suo archivio e poi L’ombra di un Poeta, dove racconta di quei pochi secondi incontrando Ezra Pound, Ho fotografato per capire, Voci allegre nel buio, Genova 1960/1970 e tanti altri ancora, biografici, dove autori la indagano e ce la presentano o scritti a quattro mani penna e fotografia, dove i due linguaggi si intersecano offrendo una lettura completa dei temi analizzati.  Da Magazzini Fotografici A partire dal 2 dicembre 2021, dalle 14,00 alle 21,00 sarà in esposizione, curata da Giovanni Battista Martini e da Yvonne De Rosa la mostra  “Genova” 30 scatti in bianco e nero che raccontano, attraverso lo sguardo sincero della fotografa, la Genova del secondo dopo guerra, una città in piena evoluzione sociale ed economica, dove Lisetta Carmi ci racconta nella sua Genova anche quello che sicuramente è stato il suo servizio più dirompente in quegli anni di trasformazione economica e sociale del nostro paese, “i Travestiti”, scatti che portarono la fotografa ad occuparsi in maniera radicale di identità di genere, peraltro in un periodo estremamente ostile, dove  queste  fotografie e questi argomenti, per i tempi che correvano,    destarono  grande scandalo,  ma che oggi ci restituiscono nelle vibrazioni la forte empatia che la fotografa riuscì ad instaurare con i soggetti fotografati. «Non ho mai cercato dei soggetti (…) mi sono venuti incontro, perché nel momento in cui la mia anima vibra insieme con il soggetto, con la persona che io vedo, allora io scatto. Tutto qui». Spiegato con una semplicità disarmante, ma che presuppone una sensibilità che Lisetta Carmi traspone per intero nei suoi fotogrammi, empatia e rispetto, difficilmente reperibile in altre analoghe ricerche. Al completamento editoriale di questa serie di scatti al tempo rivoluzionari, dissacranti e di rottura contro il bigottismo imperante, contribuì anche l’impegno, la stima e l’amicizia di Luciano D’Alessandro, già allora affermato e  impegnato fotografo napoletano, considerato uno dei maestri del fotogiornalismo italiano del quale Lisetta Carmi in un accorato ricordo scrive: “Luciano D’Alessandro è stato per me un uomo speciale, un grande amico dotato di un’intelligenza particolare che lo ha portato a guardare gli esseri umani (in tutte le loro manifestazioni) con una partecipazione rara. Grazie, Luciano D’Alessandro, per la tua umanità che mi hai anche dimostrato presentandomi al tuo amico Sergio Donnabella: senza di te e senza di lui il mio libro I travestiti non avrebbe trovato un editore aperto e intelligente per essere pubblicato. In tempi in cui l’argomento era tabù e il mio libro veniva tenuto sottobanco in tutte le librerie più importanti.Io non dimenticherò mai il mio amico e fratello Luciano D’Alessandro, un uomo raro, intelligente e generoso, un grande fotografo.”  La mostra si potrà visitare fino al 6 Marzo 2022 e si inserisce nel dialogo portato avanti dall’associazione culturale sul tema intimità e ne definiscono diverse sfumature, come è sottolineato da Yvonne De Rosa, art director dell’APS. E fondatrice di Magazzini Fotografici che ci fa partecipi del suo incontro con l’autrice: “Il giorno che ho incontrato Lisetta Carmi lo conservo tra le esperienze più belle, mi ha accolto affettuosamente nella sua casa essenziale, elegante, di quelle senza troppi oggetti. I ricordi Lisetta Carmi li porta nel cuore. Appena ci siamo sedute mi ha chiesto di darle la mano, me l’ha tenuta stretta ed ha cominciato a raccontarmi la sua vita… Riuscire a portare a Magazzini Fotografici una mostra così importante è per me un grande traguardo. Dal giorno della riapertura post pandemia ho deciso che, dopo tanta distanza, sarebbe stato bello raccontare l’intimità, l’incontro con la parte intima degli autori in mostra e Genova di Lisetta Carmi è proprio un viaggio intimo, un incontro con la ‘sua’ Genova: il porto, i travestiti, ogni passo ed ogni luogo vissuto e raccontato dalla Carmi porta con sé la grande umanità di questa esploratrice del mondo e delle sue sfaccettature trascendentali. Osservando questo spaccato di vita genovese, il visitatore potrà scoprire le non poche analogie che legano la città natale della fotografa alla nostra Napoli. Infatti Genova, non solo morfologicamente ma anche storicamente, ha un evidente forte legame con la nostra città”

 

 

 

 

 

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Nei papiri di Ercolano il luogo di sepoltura di Platone

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Dai papiri di Ercolano riemerge il luogo esatto della sepoltura di Platone nell’Accademia ad Atene: era situato nel giardino a lui riservato (un’area privata destinata alla scuola platonica) vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Lo rivela il papirologo Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa, presentando alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati di medio termine del progetto di ricerca ‘GreekSchools’ condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. La scoperta è racchiusa in mille parole nuove o diversamente lette del papiro contenente la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara.

L’aumento del testo (pari al 30% in più rispetto alla precedente edizione del 1991) corrisponde all’incirca alla scoperta di 10 nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Il testo rivela che Platone fu venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate.

Finora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. I testi parlano anche della sua ultima notte, ma non solo. Diverse nuove letture forniscono un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. Viene inoltre corretto il nome di Filone di Larissa in ‘Filione’ (allievo del grammatico Apollodoro di Atene per due anni e dello stoico Mnesarco per sette anni), che morì a 63 anni in Italia durante una pandemia influenzale.

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Cultura

La Giornata del Libro con Maraini, tra letture e rose

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Incontri con scrittori, reading, presentazioni di libri, letture condivise, spettacoli, convegni. Esplodono le iniziative per la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, istituita dall’Unesco, che si celebra il 23 aprile, giorno della scomparsa di Shakespeare, Cervantes e Garcilaso de la Vega, tra i sommi autori della letteratura universale. In Catalogna si festeggia San Giorgio (Sant Jordi) ed è tradizione che il 23 aprile gli uomini regalino una rosa alle donne e vengano contraccambiati con un libro. Dall’Italia parte ‘Una nave di libri per Barcellona’ che in questa edizione, la XII, ha a bordo oltre 500 passeggeri in viaggio da Civitavecchia per raggiungere la capitale della Catalogna che è un trionfo di rose e di libri.

A bordo della nave, con ospite d’onore lo scrittore spagnolo Juan Gomez Barcena, scrittori e artisti fra i quali Gabriella Genisi, Giampaolo Simi, Roberto Riccardi, Carola Carulli, Anna Maria Gehnyei, Peppe Millanta e Francesca Andronico. La cantautrice Patrizia Cirulli, che ha musicato e interpretato poesie di Garcia Lorca, Frida Kahlo, Quasimodo, D’Annunzio, Alda Merini, Eduardo De Filippo, duetterà con l’attore Gino Manfredi che leggerà alcuni brani di questi grandi poeti. Nella Giornata mondiale del libro si alza anche il sipario sulla quattordicesima edizione del Maggio dei Libri con la regina della letteratura italiana, Dacia Maraini, che il 23 aprile sarà in dialogo, al Centro per il Libro e la Lettura a Roma, con il professore e saggista Guido Vitiello, che alla lettura ha dedicato il suo ultimo lavoro, La lettura felice (Il Saggiatore). A fare gli onori di casa il presidente del Cepell Adriano Monti Buzzetti e il direttore Luciano Lanna.

Il 23 aprile è un importante nastro di partenza anche per l’inaugurazione a Strasburgo, città simbolo e casa dell’Unione Europea, del suo 2024 in veste di Capitale mondiale del Libro Unesco 2024: il 26 aprile ci sarà una serata speciale dedicata ai libri italiani condotta dalla scrittrice e insegnante Kareen De Martin Pinter. Organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo, l’appuntamento si inserisce nella Grande Lettura che sarà il filo conduttore della settimana inaugurale (23-28 aprile) di Strasbourg, Capitale Mondiale del Libro Unesco. La lettura è protagonista, tra Giornata mondiale e Salone del Libro, dal 9 al 13 maggio a Torino, delle iniziative di TikTok che l’11 maggio al Lingotto annuncerà i vincitori della prima edizione dei TikTok Book Awards. Negli ultimi anni, #BookTok ha catturato l’attenzione con quasi 32 milioni di post creati utilizzando l’hashtag, ma quest’anno l’orizzonte si amplia al SalTo24 intrecciandosi con le 7 aree tematiche del Salone approfondite con alcuni live di conversazioni e interviste.

Tra gli eventi in tutta Italia spiccano quelli di Torino che legge, la manifestazione nata per celebrare la Giornata mondiale del Libro, organizzata dal Forum del Libro con la Città di Torino, le Biblioteche civiche e le circoscrizioni, dedicata quest’anno alla lettura ad alta voce condivisa. Per la Giornata arriva anche Bing Bunny, protagonista di una delle serie animate più amata dai bambini e dalle bambine in età prescolare, con 5 miliardi di visualizzazioni su YouTube, che sarà al centro di una campagna di sensibilizzazione e promozione della lettura condivisa.

Il gioiellino è il focus di Nati per Leggere sulla lettura in famiglia fin da piccoli, e prima ancora nella pancia della mamma che “è una delle più semplici pratiche quotidiane che un genitore può adottare per far crescere bene il proprio bambino o la propria bambina” con consigli di lettura a seconda delle fasce d’età. Per esempio dai 3-4 anni, i bambini amano molto le storie che parlano della vita quotidiana, in cui possono confrontarsi con la loro realtà di gioco, di scuola, di esperienza. Il progetto promosso dall’idolo Bing si chiama Le buone abitudini e ha già coinvolto oltre 8 milioni di famiglie italiane nella promozione del benessere dei bambini 0-6 anni.

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Cambio al vertice della Scala, arriva Ortombina

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Se ne va Dominique Meyer e arriva Fortunato Ortombina, resta Riccardo Chailly fino al 2026 per poi passare il testimone, anzi la bacchetta, a Daniele Gatti: sulla futura guida della Scala “finalmente è arrivata una decisione”. “Finalmente” è l’aggettivo usato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala in apertura della conferenza stampa con cui ha annunciato la scelta come sovrintendente di Ortombina, a conclusione di una vicenda lunga oltre un anno, andata avanti a indiscrezioni, veti, decreti legge e colpi di scena. “Una soluzione eccellente, frutto di una collaborazione istituzionale” ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con cui inizia “una fase nuova” che segna il ritorno di un sovrintendente italiano dopo tre stranieri. “Abbiamo fatto tutto per il bene della Scala” ha assicurato Sala.

Mantovano, classe 1960, diplomato al Conservatorio di Parma, laureato in Lettere, studioso di musicologia, Ortombina è stato professore d’orchestra e corista del Regio di Parma, la lavorato all’Istituto di Studi Verdiani, e poi in vari teatri italiani prima di approdare proprio alla Scala dove è stato coordinatore artistico dal 2003 al 2007. Dal 2007 è alla Fenice di Venezia inizialmente come direttore artistico e poi dal 2017 anche come sovrintendente. Una duplice carica che probabilmente manterrà anche a Milano. Sulle sue competenze nessuno ha avuto da ridire. Forse l’unica perplessità è che “passerà dal guidare una gondola a un transatlantico”, come ha ironizzato qualcuno nei corridoi. Anche la Cgil ha riconosciuto le sue “capacità” in una nota in cui però esprime “preoccupazione” per la progettualità a lungo periodo del teatro. Ortombina al Piermarini inizierà dal primo settembre il lavoro come sovrintendente designato affiancando nella fase iniziale il sovrintendente in carica Dominique Meyer.

Il mandato del manager francese, ufficialmente partito nel giorno in cui il teatro ha chiuso per covid nel 2020, terminerà il prossimo 28 febbraio. Lui sarebbe voluto rimanere più a lungo perché, come ha detto nel marzo del 2023, dopo aver messo “a posto la Ferrari” avrebbe voluto “guidarla un po’”. Almeno un anno era la proposta uscita dall’ultimo cda. Ma dopo il confronto con il ministro Sangiuliano, alla fine gli è stato proposto di restare quattro mesi in più, fino al 1 agosto quando compirà 70 anni (una scelta, ci ha tenuto a precisare Sala, slegata dal decreto legge che prevede quella come età massima per i sovrintendenti e che per la Scala, in virtù della sua autonomia, non vale).

Meyer ha assicurato che resterà al suo posto fino alla fine del mandato, mentre rifletterà sulla proposta della proroga. Chi rimarrà fino a metà 2026 è il direttore musicale Riccardo Chailly, che inaugurerà le prossime due stagioni (il prossimo 7 dicembre con La Forza del destino e nel 2025 con Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Sostakovic) prima di lasciare il compito nel 2026 a Gatti. Sul suo arrivo c’è già l’accordo anche se formalmente sarà Ortombina a proporre al cda la sua nomina a direttore musicale. E dovrà essere Ortombina anche a proporre la nomina di un direttore generale, figura cancellata da Meyer ma che Sala ha consigliato al futuro sovrintendente di ripristinare. La proposta comunque non sarà fatta a questo cda, in scadenza a febbraio, ma al futuro. E anche sulla nomina dei nuovi consiglieri si giocherà una partita importante. Ma questa è un’altra storia.

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