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Gatti salva la Juve al 97′, con il Siviglia finisce 1-1

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E’ ancora Gatti l’uomo della provvidenza della Juve: un suo colpo di testa al 97′ permette alla Juve di agguantare il pareggio contro il Siviglia. Al ritorno, però, servirà tutta un’altra prova da parte dei bianconeri, che hanno sofferto la velocità degli andalusi, per sperare di arrivare in finale. Niente difesa a quattro o tridente offensivo, Massimiliano Allegri sceglie il collaudato 3-5-2 per la prima semifinale. In attacco Vlahovic è ancora supportato da Di Maria con Chiesa, Milik e Kean a rappresentare le opzioni a gara in corso, Cuadrado e Kostic sono i soliti esterni con Locatelli e Rabiot in mediana. Non c’è Fagioli, bensì un altro ex Next Gen, Miretti, a completare il reparto centrale bianconero.

In difesa, tra Danilo e Alex Sandro, gioca Bonucci: è una serata speciale per il capitano, che proprio contro il Siviglia tocca le 500 presenze con la Juve. Mendilibar lascia in panchina le vecchie conoscenze del calcio italiano Alex Telles, Lamela e il Papu Gomez, lanciando bomber En-Nesyri come riferimento offensivo del 4-2-3-1. Ocampos recupera e gioca dal primo minuto sulla trequarti con Torres e Gil, a fare da scherno davanti alla difesa c’è la coppia Fernando-Rakitic.

Tra i pali viene scelto Bounou, uno degli eroi del Marocco in Qatar, e davanti a lui Mendilibar piazza Badé-Gudelj centrali e Navas-Acuna come terzini. Sulle tribune dello Stadium c’è anche Moretti, collaboratore del dt del Torino Vagnati, insieme al capo scouting granata Specchia. L’approccio della Juve è incoraggiante, Kostic sfonda sulla sinistra e crea il primo pericolo al 12′ con un diagonale mancino che però non c’entra la porta.

Dall’altra parte, invece, il più scatenato è Ocampos, che per due volte impegna Szczesny con altrettanti colpi di testa e il polacco risponde. L’occasione migliore dei bianconeri è per Vlahovic, che lanciato da Di Maria va a sbattere contro Bounou, anche se il gioco era fermo per offside. E’ l’ultimo squillo dei bianconeri, la seconda parte di primo parte è tutta del Siviglia. Al 26′ il vantaggio arriva in ripartenza: la Juve è totalmente sbilanciata quando Torres trova il corridoio per Ocampos, in mezzo all’area Gil fa ‘velo’ per En-Nesyri e il marocchino colpisce con un tiro sporco che prende in contro tempo Szczesny.

La squadra di Allegri subisce il contraccolpo, il portiere alza in corner la botta da fuori di Rakitic e la Juve chiude i primi 45 minuti senza nemmeno un tiro in porta, con Di Maria e soprattutto Vlahovic decisamente in ombra. Allegri sceglie di fare due cambi durante l’intervallo, togliendo Kostic (tra i più positivi durante il primo tempo) e Miretti per inserire Chiesa e Iling-Junior e passare a una sorta di 4-2-3-1 con i nuovi innesti nella linea di trequarti insieme a Di Maria e Cuadrado e Alex Sandro abbassati nella retroguardia a quattro. L’inglese classe 2003 si presenta con un tunnel a Badé, poi al 63′ trova il primo tiro in porta della Juve e impegna Bounou. Bonucci alza bandiera bianca per un problema muscolare, Allegri utilizza uno slot per due cambi e oltre a Gatti lancia anche Milik per Vlahovic. I bianconeri continuano a non girare, il toscano finisce le sostituzioni già al 70′ con Pogba che prende il posto di Di Maria.

La Juve non arriva mai dalle parti di Bounou, nel finale la panchina si accende per un contatto in area Badé-Rabiot con il francese che ha i segni dei tacchetti sulla tibia, ma per l’arbitro Siebert non ritiene nemmeno di rivedere l’episodio al monitor. La sconfitta sembra ormai inevitabile, al 96.32 la Juve si salva: angolo di Chiesa, sponda di Pogba e testata vincente di Gatti, così i bianconeri raggiungono un pareggio inaspettato. Protesta anche il Siviglia per la rete arriva oltre i sei di recupero, ogni discorso qualificazione è rinviato a giovedì prossimo: la finalista di Budapest si deciderà al Sanchez-Pizjuan.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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A San Siro arriva la Roma, l’Inter cerca il riscatto

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Tornare subito a correre. È questo l’obiettivo dell’Inter di Simone Inzaghi che, dopo le sconfitte contro Bologna e Milan in Coppa Italia, vuole rialzarsi immediatamente per non perdere terreno nel testa a testa scudetto con il Napoli di Antonio Conte. L’ultima volta in cui i nerazzurri incapparono in due sconfitte consecutive, nell’annata 2022/23, servì del tempo alla squadra di Inzaghi per rialzarsi, visto che seguirono due pareggi prima di ritrovare la vittoria. Stavolta però, con il traguardo vicino e la concorrenza spietata, la risposta dovrà essere immediata. Domani a San Siro (si va verso il tutto esaurito), arriverà la Roma di Claudio Ranieri, a caccia di punti preziosi nella corsa per la Champions League.

Inzaghi prepara una mini-rivoluzione nella formazione rispetto al derby perso mercoledì: saranno infatti sette i cambi nell’undici titolare, anche a causa delle assenze per squalifica di Bastoni e Mkhitaryan, con il tecnico che si affiderà agli altri suoi titolarissimi per tornare subito a conquistare i tre punti. Nel consueto 3-5-2, l’Inter dovrebbe schierarsi con Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bisseck a comporre la linea difensiva; Darmian e Carlos Augusto agiranno sulle fasce, con Barella, Calhanoglu e Frattesi in mezzo al campo. In attacco, Lautaro Martinez sarà sicuro del posto, mentre al suo fianco è ballottaggio tra Arnautovic e Correa. Grande fiducia dunque in capitan Lautaro Martinez, vero punto di riferimento per Inzaghi in questa fase cruciale della stagione.

L’argentino infatti ha disputato da titolare 23 delle 27 partite ufficiali giocate dall’Inter nel solo 2025, saltandone due per infortunio e riposando solo in altre due occasioni restando in panchina per tutta la durata del match. E per il capitano interista sorridono le statistiche contro la Roma: nelle ultime sei sfide di Serie A contro i giallorossi, Lautaro ha partecipato a tre reti, con due gol e un assist, riscattando un inizio complicato nei precedenti incroci con la squadra capitolina. Inzaghi potrà inoltre contare su importanti rientri in panchina: Denzel Dumfries e Piotr Zielinski sono nuovamente a disposizione dopo i rispettivi problemi fisici. Più incerta invece la situazione di Marcus Thuram, visto che il francese continua il suo recupero e spera di tornare disponibile per la delicatissima semifinale di Champions League contro il Barcellona, in programma mercoledì prossimo al Montjuïc.

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Conte studia per un Napoli vincente in casa con Torino

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Testa tutta sul Torino, senza pensare all’Inter reduce da due sconfitte, senza farsi condizionare dal risultato che arriverà nel pomeriggio dal match dei nerazzurri contro la Roma. E’ linea che il tecnico Conte ha impartito al suo Napoli in questi giorni. L’aggancio ai nerazzurri in testa alla classifica è avvenuto lo scorso week end grazie a un Napoli, secondo dal 15 febbraio, che non ha mai mollato la presa. La vittoria a Monza coincide con la prima volta in cui il club azzurro è riuscito a vincere due partite di fila, una striscia che non gli riusciva dal 25 gennaio, quando gli azzurri sconfissero la Juventus, inanellando ben quattro vittorie consecutive.

Domani sera il Maradona vuole vedere Lukaku e compagni tornare a quel ritmo, quello dei tre punti a partita, firmando la terza vittoria di fila nella speranza che i giallorossi rallentino la squadra di Inzaghi concedendo al Napoli la vetta in solitaria. Obiettivi importanti, in sostanza, che si costruiscono con determinazione giornata dopo giornata. Lo sa bene il gruppo azzurro che in queste settimane è blindato a Castel Volturno, con pochi occhi a osservare le idee che Conte si prepara a mettere in campo. Il tecnico azzurro ha deciso di non fare conferenza stampa nella giornata in cui si sono celebrati i funerali di Papa Francesco ma qualche idea è trapelata come quella balenata sulla difesa, visto che difficilmente Buongiorno possa recuperare per la partita di domani.

Con Juan Jesus che ha detto addio al finale di stagione, l’alternativa al centro sembra essere solo Rafa Marin. Una soluzione innovativa però potrebbe essere quella di spostare Olivera da terzino sinistro a centrale, al fianco di Rrahmani, mettendo in campo Spinazzola sulla fascia sinistra. Un’idea suggerita dal ruolo di difensore centrale che Olivera ricopre con l’Uruguay ma nella difesa a tre schierata dal ct Marcelo Bielsa. Gli infortuni pesano tanto e questi giorni di avvicinamento al match sono serviti a Conte per capire se si può tentare lo spostamento.

Le risposte arriveranno però solo domani sera, in un match che non vedrà in campo l’ex granata Buongiorno. All’andata la vittoria azzurra venne firmata da McTominay e il centrocampista scozzese ha voglia ancora di segnare e di giocare al meglio, come nelle ultime gare. Come Lukaku, d’altronde, che dopo avere segnato nelle ultime tre partite al Maradona, tiene gli occhi puntati sull’obiettivo scudetto.

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