I funerali di Santo Romano, il giovane diciannovenne tragicamente scomparso nella notte tra venerdì e sabato a San Sebastiano al Vesuvio, hanno toccato profondamente la comunità locale. L’ultimo addio è stato caratterizzato da applausi e lacrime che hanno accompagnato il feretro fuori dalla chiesa, dove i familiari e gli amici di Santo erano presenti in prima fila.
Una cerimonia commovente e solenne
In prima fila, accanto ai familiari, c’erano anche i compagni di squadra del Micri Calcio, con cui Santo giocava come portiere. Vestiti con la divisa blu della squadra, i giovani hanno dimostrato un affetto sincero e un profondo senso di perdita per un ragazzo che molti descrivono come solare e determinato.
Nell’omelia, il vescovo ausiliare di Napoli, Francesco Beneduce, ha espresso un duro monito: “Signore, paralizza le mani di chi vende pistole così facilmente e a così poco prezzo. Perché questo è un prezzo che non si misura” – parole forti che hanno risuonato tra i presenti, sottolineando il dolore e l’impotenza di fronte alla tragedia. A concelebrare la messa sono stati anche don Tonino Palmese, don Enzo Cozzolino, padre Maurizio Patriciello e padre Fedele Mattera, conferendo alla cerimonia un’aria di rispetto e solennità.
La presenza delle istituzioni e la solidarietà della comunità
Alla cerimonia erano presenti anche i gonfaloni della Regione Campania, del Comune di San Sebastiano al Vesuvio (con il sindaco Giuseppe Panico) e della città di Casoria, rappresentata dal sindaco Raffaele Bene. Anche all’esterno della chiesa, una folla di persone si è raccolta per offrire il proprio sostegno alla famiglia e agli amici di Santo, dimostrando quanto profondo sia il legame con questo giovane che ha lasciato un segno indelebile.
Un appello ai giovani
Al termine della cerimonia, Michele Visone, presidente del Micri Calcio, si è rivolto ai giovani presenti, lanciando un messaggio chiaro: “I nostri no non prendeteli come una negazione, non giratevi dall’altra parte” – un invito alla riflessione, rivolto a una generazione spesso esposta a rischi e influenze pericolose. Le parole hanno risuonato forti, sottolineando l’importanza di scegliere percorsi di vita positivi e di opporsi alla violenza.
Un addio pieno di emozioni
Una cara amica di Santo ha condiviso i ricordi dei momenti felici trascorsi insieme, regalando a tutti un’immagine dolce e commovente del giovane. Le lacrime e un lunghissimo applauso hanno chiuso la cerimonia, un addio struggente che lascia in tutti un vuoto difficile da colmare.
La scomparsa di Santo Romano apre una riflessione profonda sulla facilità con cui armi pericolose circolano nelle mani sbagliate. Un tema su cui la comunità di San Sebastiano al Vesuvio si interroga e su cui invita a una presa di posizione forte, per prevenire altre tragedie.
Si indaga ora anche per le ipotesi di falso e di frode processuale e depistaggio nell’inchiesta sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano che era bordo dello scooter guidato dal 22enne Fares Bouzidi e inseguito dai carabinieri nella notte tra il 23 e il 24 novembre scorso a Milano, dopo che non si era fermato ad un posto di blocco. Al momento, da quanto si è saputo, sono almeno due i carabinieri che sono stati iscritti oggi nel registro degli indagati, in vista degli accertamenti, nel filone in cui si contestano i due nuovi reati. Il vicebrigadiere che era alla guida della macchina, che ha tallonato la moto per circa 8 chilometri, era già stato iscritto per omicidio stradale, così come il 22enne. In particolare, l’inchiesta si concentra sull’ipotesi di falso in relazione al verbale d’arresto per resistenza per Bouzidi, che non faceva riferimento all’impatto tra auto e moto.
E sul depistaggio, invece, in merito alla presunta cancellazione di un video di un testimone. Nelle indagini, coordinate dal procuratore di Milano Marcello Viola e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini (quest’ultima del pool sui reati contro la pubblica amministrazione) e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Polizia Locale, si vuole accertare se sia stata falsificata la relazione del verbale d’arresto. La Procura, infatti, è ormai convinta che ci sarebbe stato un impatto, verosimilmente accidentale nell’ultima fase dell’inseguimento tra via Ripamonti e via Quaranta, tra l’auto dei carabinieri e lo scooter, da cui è stato sbalzato via Ramy, morto per le lesioni interne riportate.
Sono stati trovati anche segni di vernice della moto sulla macchina. Un urto di cui ha parlato a verbale un giovane testimone, l’unico rintracciato al momento nelle indagini, e che emergerebbe, stando ad una prima relazione della Polizia locale, anche dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza. Nel verbale d’arresto a carico di Bouzidi, firmato da quattro carabinieri (i due della macchina inseguitrice coinvolta nell’incidente e altri due di un’altra auto), non si faceva, invece, alcun cenno all’impatto. Il testimone ha anche raccontato ai pm che quella notte avrebbe dovuto cancellare un video che aveva girato, perché così gli avrebbero detto di fare alcuni carabinieri.
Da qui il sequestro del telefono del ragazzo per verificare con accertamenti tecnici, e con l’ipotesi appunto di frode processuale e depistaggio, se quelle immagini siano state eliminate. Intanto, mentre non è ancora stato fissato l’interrogatorio, davanti alla gip Marta Pollicino, di Bouzidi, ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale e ancora convalescente, la Procura, oltre ad acquisire filmati di trasmissioni televisive in cui hanno parlato dei ragazzi, il 12 dicembre conferirà all’ingegnere Domenico Romaniello l’incarico per una consulenza cinematica e dinamica sulla ricostruzione dell’incidente. C’è da verificare, inoltre, se Ramy dopo la caduta sia o meno finito sotto l’auto, vicino al palo di un semaforo. Circostanza a cui ha accennato anche l’unico teste oculare.
Angelina Mango, Donald Trump e Israele. Ma anche l’addio a Sandra Milo, Totò Schillaci e Alain Delon, la ginnastica artistica, i giochi paralimpici e il significato delle parole dissing, intersessuale e stop al genocidio. Sono questi alcuni termini o persone che nel corso del 2024, in Italia, hanno fatto registrare il maggiore incremento di ricerche. Tra i personaggi, tanti del mondo dello spettacolo. Al primo posto c’è Angelina Mango vincitrice di Sanremo 2024 (prima anche tra i cantanti), a seguire la principessa del Galles Kate Middleton che ha emozionato dopo la diagnosi di cancro e il ritorno alla vita pubblica; poi Jasmine Paolini prima tennista italiana a raggiungere la finale di Wimbledon. Nella classifica compaiono anche Donald Trump che ha vinto le elezioni americane e la pugile algerina intersessuale Imane Khelif.
Un anno di ricerche di Google evidenzia anche l’interesse degli internauti italiani per i personaggi celebri che ci hanno lasciato (tra questi Sandra Milo, Totò Schillaci, Gigi Riva, Alain Delon, Luca Giurato, Franco di Mare, Liam Payne). E per alcuni temi di attualità. Perché l’Iran attacca Israele, le proteste degli agricoltori o Israele che attacca il Libano sono i più chiesti al motore di ricerca. Mentre tra i ‘cosa significa…?’ al primo posto c’è All eyes on Rafah, lo slogan filo palestinese popolare sui social; intersessuale; Stop al genocidio e dissing, lo scambio di battute nel rap alla ribalta dopo quello tra Fedez e Tony Effe. In ambito emergenza climatica, il maggiore incremento di ricerche si è registrato su allerta temporale o caldo eccessivo. Tra i film più cercati del 2024 c’è Inside Out 2, Baby Reindeer per le serie tv. Tra le curiosità, gli utenti hanno chiesto come vestirsi nelle grotte di Frasassi e cosa fare a Durazzo, mentre la ricetta più cercata è il Crumbl cookies e tra i ‘come fare’ la maionese fatta in casa.
Un evento sconcertante ha scosso l’Archivio di Stato di Napoli, uno dei luoghi di maggiore rilevanza culturale della città. Lo scorso 7 dicembre, i preziosi saloni dell’Archivio sono stati teatro di una festa di matrimonio con 300 invitati, completa di tavole imbandite, musica ad alto volume, champagne e fumo di sigarette, persino tra antichi documenti e affreschi di inestimabile valore storico.
L’episodio, documentato sui social dal deputato Francesco Emilio Borrelli e denunciato dai sindacati, ha sollevato un’ondata di indignazione, spingendo il direttore generale degli Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco, a richiedere “urgenti chiarimenti” alla direttrice dell’Archivio, Candida Carrino (la signora con occhiali scuri nella foto sotto).
Uso inappropriato degli spazi e rischi per il patrimonio
Secondo le denunce dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Confsal, il chiostro del Platano, luogo storico dell’Archivio, è stato utilizzato per accogliere un numero eccessivo di invitati. “Gli spazi sono risultati insufficienti, mettendo a repentaglio il ciclo pittorico cinquecentesco ivi presente”, si legge nella denuncia. Il taglio della torta nuziale, effettuato sul prato del chiostro, è stato accompagnato da fuochi artificiali, con gravi rischi per il patrimonio artistico.
Inoltre, i sistemi di sicurezza si sarebbero attivati ripetutamente a causa del fumo artificiale e dell’eccessivo numero di fumatori presenti. “Siamo sbigottiti”, ha dichiarato Borrelli, sottolineando che eventi di questa natura potrebbero compromettere la conservazione degli affreschi e dei beni monumentali.
Candida Carrino sotto accusa
Nonostante la direttrice Candida Carrino possa essere considerata una persona candida nel senso figurato del termine (e sicuramente è una persona perbene, quì non la si accusa di alcun reato ma le richiede conto di quanti accaduto), non può sottrarsi alle proprie responsabilità. Come funzionario pubblico, è tenuta a rispondere dell’eventuale uso inappropriato di uno dei più importanti luoghi della cultura a Napoli. Il ministero ha già fatto sapere che, qualora emergessero gravi responsabilità, saranno presi provvedimenti seri. Carrino potrebbe rischiare il trasferimento in una posizione dove non avrà più la possibilità di compromettere la gestione del patrimonio culturale.
Oltre a Carrino, sarà fondamentale capire chi ha autorizzato l’evento, quanto è stato pagato e chi ha usufruito degli spazi, per far luce su eventuali carenze nei controlli o negligenze.
Precedenti e futuro degli eventi all’Archivio
Non è la prima volta che la gestione dell’Archivio di Napoli finisce sotto esame. Già lo scorso 5 dicembre, il Ministero della Cultura aveva richiesto spiegazioni per altri due eventi privati organizzati nella struttura. Il deputato Borrelli ha chiesto di sospendere ogni evento mondano che possa comportare rischi per il patrimonio artistico e culturale custodito nell’Archivio.
Il caso riapre il dibattito sull’uso degli spazi pubblici per eventi privati: se da un lato l’affitto può rappresentare una fonte di entrate, dall’altro il rischio di danni irreversibili a beni culturali inestimabili non può essere trascurato.
La risposta del ministero
Il Ministero della Cultura ha assicurato che, qualora emergessero responsabilità gravi, saranno adottati provvedimenti rigorosi. L’intervento diretto del direttore generale degli Archivi dimostra l’intenzione di fare chiarezza e tutelare il patrimonio storico-culturale dell’Archivio di Stato di Napoli, evitando che episodi simili possano ripetersi.