Hanno emozionato. Perchè erano anche loro emozionati. Hanno sorpreso, perchè forse manco loro si aspettavano di essere così tanti. Hanno spiazzato due volte le forze dell’ordine. Perché c’erano pochi uomini in divisa a disciplinare il corteo, forse perchè non si aspettavano che poche decine di ragazzi. Ma quei pochi uomini in divisa che c’erano non hanno dovuto fare alcunché già che il corteo degli studenti delle medie e delle superiori di Ischia #Fridayforfuture è stato ineccepibile sotto il profilo della correttezza e della disciplina. Avevano persino un loro servizio d’ordine. Dimostrazione di efficienza e di rispetto per la loro comunità. Un modo per manifestare senza creare troppi disservizi. anche questo era il #FridayforFuture a Ischia.
Erano migliaia di ragazzi. Tremila? Forse. L’ufficio di polizia locale non dà numeri ma manifesta soddisfazione per la maturità dei giovami e la regolarità di un corteo disciplinato. Forse è stato il più grande corteo mai visto sull’isola. Ed i ragazzi hanno manifestato a favore di uno sviluppo sostenibile e del rispetto della terra con striscioni, slogan, cori e soprattutto inviti a tutti i cittadini a scendere dalle auto, a scendere dalle case e ad unirsi a loro per gridare contro i pirati dell’ambiente, contro chi sta uccidendo ogni giorno madre terra anche a Ischia. Perché nel cuore, nella mente e nelle rivendicazioni dei giovani di Ischia non c’era solo una generica richiesta a fare in modo che si riducano le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera per evitare l’impazzimento del clima.
No, i giovani di Ischia erano incazzati sicuramente come i loro coetanei perchè si sono “rotti i polmoni” (uno degli striscioni che abbiamo visto) anche loro, ma erano arrabbiati anche per quel che succede sulla loro isola. Reclamano rispetto e cura per la terra che anche a Ischia, come ovunque, si sta consumando, cementificando, sprecando, violentando, sporcando ogni giorno che ci viene concesso di vivere in questo luogo meraviglioso che si chiama Terra. E molti ischitani che guardavano il corteo, alla fine non ce l’hanno fatta e si sono uniti ai giovani.
Ecco, forse questo è un aspetto assai interessante che dev’essere sottolineato parlando del Fridayforfuture sull’isola di Ischia. A giudicare dalla bellezza delle immagini che vi mostriamo (sono foto del quotidiano dell’isola, il Golfo), forse questi ragazzi avrebbero avuto meno motivazioni dei loro coetanei di altri posti del mondo per scendere in piazza in difesa della Terra. E invece anche loro avevano ed hanno molto da dire (e da dare) al mondo dei grandi quanto a rispetto della Terra su cui viviamo. Dagli slogan si capiva in maniera molto chiara che ai giovani di Ischia non piace il modo in cui si sta tutelando la bellezza del mare e della terra dell’isola verde.
Loro vogliono che Ischia sia davvero Verde, che non sia solo un vecchio slogan trito e ritrito che ormai puzza di tanfo e di grigio. C’è da giurare che lo rivedremo per strada e che pungoleranno la classe dirigente locale. Ecco, ci viene da dire, dopo aver visto questi ragazzi per strada a Ischia, che se il futuro è davvero nelle mani di chi verrà, e dunque anche di questi giovani che sono scesi in strada a migliaia solo sull’isola, forse si può guardare al futuro con qualche preoccupazione in meno. Ma la strada a lunga e difficile perché le strade che portano all’inferno sono sempre state lastricate di buone intenzioni. Anche se a Ischia i giovani parlano di cose concrete, non di massimi sistemi.
Tutte le foto sono de Il Golfo, quotidiano dell’isola d’ischia e delle isole del Golfo di Napoli
Le strade del paese trasformate in piste da slittino: accade a Caggiano, piccolo centro del Salernitano, dove decine di bambini hanno approfittato della nevicata per divertirsi, utilizzando le vie del centro storico come veri e propri parchi giochi sulla neve. In particolare, la ripida discesa situata nella piazza principale è stata presa d’assalto, con tanti ragazzi che si sono lanciati sui loro slittini. “Non è la prima volta che, quando le nevicate sono così particolarmente copiose, le strade del nostro paese diventano un’attrazione per i bambini”, ha commentato il sindaco di Caggiano, Modesto Lamattina.
“La nostra comunità è abituata a convivere con questi fenomeni, e i più piccoli trovano sempre il modo di divertirsi”. Caggiano è uno dei centri più colpiti della Valle del Tanagro dalle intense nevicate delle ultime ore. Fin dall’alba, la Protezione Civile Gopi, con l’ausilio degli spazzaneve e degli spargisale, è intervenuta per cercare di liberare le strade principali. Tuttavia la neve continua a cadere copiosamente rendendo difficili gli spostamenti. Se la situazione meteo non migliora, con molta probabilità le scuole resteranno chiuse domani su tutto il territorio comunale.
L’Italia è nelle posizioni basse nel Vecchio Continente per il consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili: si attesta al 18/mo posto nella classifica dei 27 Paesi con poco meno di un quarto dell’energia. Sul podio la Svezia che supera di gran lunga la metà dell’energia consumata. Sono i dati di Eurostat aggiornati al 2023 dai quali si evince una lieve tendenza al rialzo dei consumi che però appare decisamente lenta rispetto all’obiettivo fissato per il 2030. Nel 2023 – spiega Eurostat – il 24,5% del consumo finale lordo di energia nell’Ue proveniva da fonti rinnovabili, con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2022. Il consumo finale di energia si calcola con il consumo interno lordo meno il consumo del settore energetico che registra le variazioni delle scorte. Ma la crescita europea è ancora troppo lenta: la quota è inferiore di 18 punti percentuali rispetto all’obiettivo per il 2030 (42,5%), che richiederebbe un aumento medio annuo di 2,6 punti percentuali dal 2024 al 2030.
La Svezia si è classificata al primo posto tra i paesi dell’Ue, con due terzi (66,4 %) del suo consumo finale lordo di energia proveniente da fonti rinnovabili nel 2023. Il Paese utilizza principalmente biocarburanti solidi, energia idroelettrica ed energia eolica. Segue la Finlandia con il 50,8%, che dipende anche dai biocarburanti solidi, dall’eolico e dall’idroelettrico, mentre la Danimarca è al terzo posto con il 44,9%, con la maggior parte della sua energia rinnovabile proveniente da biocarburanti solidi ed eolici. L’Italia è appunto nelle posizioni basse, al 18/mo posto della classifica Ue. Ma c’è chi sta peggio: le quote più basse di energie rinnovabili sono state registrate in Lussemburgo (11,6%), Belgio (14,7%) e Malta (15,1%).
Il Bel Paese sta però velocemente recuperando terreno sulle rinnovabili, almeno per quanto riguarda la produzione: nel primo semestre 2024 Terna segnala un “significativo aumento della produzione rinnovabile (+27,3%) guidata dall’idroelettrico (+64,8%), dal fotovoltaico e dall’eolico (complessivamente +14,6%). Da gennaio a giugno 2024 risultava inoltre in crescita la capacità installata rinnovabile (+3.691 MW, +41% rispetto allo stesso periodo del 2023). Nei primi sei mesi del 2024 – spiegava ancora Terna – la richiesta di energia è stata coperta dalle fonti rinnovabili per il 43,8% (contro il 34,9% dei primi sei mesi del 2023). Si tratta del record storico su base semestrale. Nel periodo considerato, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 3.691 MW (di cui 3.341 MW di fotovoltaico). Tale valore è superiore di 1.074 MW (+41%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il 2024 è stato l’anno più caldo da quando ci sono rilevazioni scientifiche, dal 1850. Lo ha reso noto il servizio meteo della Ue, Copernicus, confermando con dati definitivi quanto aveva anticipato alla fine dell’anno scorso con dati provvisori. Il 2024 è stato anche il primo anno in cui la temperatura media ha sforato il limite di 1,5 gradi di riscaldamento dai livelli pre-industriali (1850-1900) previsto dall’Accordo di Parigi, arrivando a +1,60 gradi.
Secondo Copernicus, nel 2024 la temperatura media globale sulla superficie terrestre è stata di 15,10 gradi Celsius, 0,12 gradi sopra la media del 2023, in precedenza l’anno più caldo della storia. L’anno scorso la temperatura media globale è stata di 0,72 gradi sopra la media del trentennio di riferimento 1991-2020 e di 1,60 gradi sopra i livelli pre-industriali 1850-1900. Copernicus rivela che ciascuno dei 10 anni passati, dal 2015 al 2024, è stato uno dei 10 anni più caldi mai registrati.
L’anno scorso la temperatura media mensile ha superato 1,5 gradi dai livelli pre-industriali per 11 mesi. Dal luglio del 2023, tutti i mesi hanno superato la soglia di 1,5 gradi, salvo luglio 2024. Il 22 luglio del 2024 è stato il giorno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 17,16 gradi Celsius.