Collegati con noi

Esteri

Freedom Flotilla bis fermata da Israele: nove italiani a bordo, “attacco in acque internazionali”

Intercettata da Israele la Freedom Flotilla bis diretta a Gaza: a bordo 145 persone, tra cui nove italiani. Tel Aviv parla di “blocco legale”, ma da Roma crescono le proteste e le richieste di chiarimenti al governo.

Pubblicato

del

Si è conclusa all’alba, nel Mediterraneo orientale, la missione della Freedom Flotilla bis, la nuova spedizione umanitaria diretta verso Gaza. Le imbarcazioni, tra cui la nave ammiraglia Conscience e otto barche a vela della flotta Thousands Madleens, sono state intercettate da Israele a circa 120 miglia nautiche dalla Striscia.

Poco dopo le 9 italiane, le comunicazioni con le 145 persone a bordo si sono interrotte. “Israele ha attaccato, l’esercito sta cercando di deviare la nostra rotta”, è stato l’ultimo messaggio trasmesso prima del blackout radio.

Tel Aviv: “Blocco legale, passeggeri sani e salvi”

Il ministero degli Esteri israeliano ha confermato l’intercettazione parlando di “un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale ed entrare in una zona di combattimento”.
Secondo Tel Aviv, “tutti i passeggeri sono in buona salute” e saranno “espulsi tempestivamente”.

Tra i 145 a bordo c’erano medici, infermieri, giornalisti e attivisti internazionali, compresi nove italiani.

Tajani: “Massima assistenza consolare”

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che l’Italia garantirà “tutta l’assistenza consolare necessaria, chiedendo al governo israeliano il rispetto dei diritti individuali fino all’espulsione”.
Sul posto è intervenuto anche il team legale di Adalah, già impegnato nella precedente Sumud Flotilla, che ha raggiunto il porto di Ashdod per monitorare l’arrivo dei fermati.

Siamo stati attaccati da un elicottero militare mentre la marina israeliana abbordava simultaneamente le barche a vela”, hanno raccontato i legali citando le testimonianze dell’equipaggio.

Gli italiani a bordo: medici, giornalisti e attivisti

Tra gli italiani sulla Conscience figurano Riccardo Corradini, medico e protagonista del documentario Erasmus a Gaza; Stefano Argenio, infermiere romano; Francesco Prinetti, medico e attivista di Ultima Generazione; Elisabeth Di Luca, educatrice; Claudio Torrero, ex docente di filosofia divenuto monaco buddhista, e Vincenzo Fullone, 53 anni, calabrese, fondatore della prima agenzia di comunicazione nella Striscia e oggi chef.

Quando ha capito che la missione era compromessa, Fullone ha registrato un video commosso: “I palestinesi hanno bisogno di aiuto”, ha detto tra le lacrime.

Sulla Soul of my Soul, barca a vela che batteva bandiera italiana, viaggiavano anche il neurologo Lorenzo Brescianidell’ospedale di Padova e quattro statunitensi, insieme alla deputata spagnola Jimena González Gómez.
Sulle altre imbarcazioni di Madleens c’erano Beatrice Lio, marittima veneta, e Lorenzo Mollicone, giornalista del magazine Scomodo.

Proteste e reazioni politiche

La Freedom Flotilla Coalition ha subito lanciato un appello per manifestazioni in diverse città del mondo, denunciando l’“attacco in acque internazionali” e il sequestro “di una nave italiana che trasportava aiuti umanitari, tra cui latte in polvere per neonati”.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere.
Ancora una volta il governo israeliano viola il diritto internazionale con un sequestro illegale, proprio mentre si discute una tregua a Gaza”, ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.

I deputati Laura Boldrini, Giuseppe Provenzano, Enzo Amendola e Arturo Scotto hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Tajani per chiedere chiarimenti sulla sorte degli italiani coinvolti nella Global Sumud Flotilla.

L’eurodeputata Benedetta Scuderi (Avs), che aveva partecipato alla precedente missione, ha annunciato che “una nuova spedizione partirà presto, ancora più grande”.

La tensione resta altissima, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi di un episodio che riaccende lo scontro diplomatico sul blocco di Gaza e sulla libertà delle missioni umanitarie nel Mediterraneo.

Advertisement

Esteri

Tensioni Cina-Giappone, crollano i voli: 500mila biglietti cancellati dopo l’allerta di Pechino

Quasi mezzo milione di voli cancellati dalla Cina verso il Giappone dopo l’allerta di Pechino. Le parole della premier giapponese su Taiwan infiammano la crisi diplomatica e affossano il turismo.

Pubblicato

del

Le relazioni tra Cina e Giappone vivono una nuova fase di tensione, con conseguenze immediate sui flussi turistici. Dopo l’avviso diffuso da Pechino che sconsiglia ai cittadini di recarsi in Giappone, le prenotazioni aeree sono crollate: quasi 500mila biglietti sono stati cancellati in poche ore, secondo le stime degli analisti del settore aeronautico.

Il caso Taiwan e la reazione cinese

Alla base della crisi ci sono le dichiarazioni della premier giapponese Sanae Takaichi, che ha ipotizzato un possibile intervento militare di Tokyo in caso di attacco a Taiwan. Pechino ha reagito con durezza, ricordando che l’isola resta per la Repubblica Popolare una parte “sacra e inalienabile” del proprio territorio. Da qui l’avviso che invita i cittadini cinesi a evitare il Giappone, allerta che ha immediatamente generato un’ondata di cancellazioni.

Crollo delle prenotazioni e impatto economico

Le prenotazioni attive dalla Cina verso il Giappone sono passate da 1,5 milioni a un milione nell’arco di 48 ore, un calo del 33% contro il fisiologico 5% giornaliero registrato negli ultimi anni. Le principali compagnie aeree cinesi hanno annunciato rimborsi integrali per tutti i voli verso il Giappone fino al 31 dicembre.

Il contraccolpo economico è già evidente: nel solo terzo trimestre dell’anno i turisti cinesi hanno speso oltre un miliardo di dollari al mese in Giappone, coprendo quasi il 30% della spesa turistica complessiva. Un calo prolungato per un anno potrebbe costare almeno 11,5 miliardi di dollari all’economia giapponese.

Turismo e mercati finanziari sotto pressione

L’avviso cinese ha avuto una ricaduta immediata sui mercati: nei primi giorni della crisi, i titoli legati al turismo e al retail hanno registrato forti ribassi alla Borsa di Tokyo. Anche diverse aziende statali cinesi hanno raccomandato ai dipendenti di evitare il Giappone, mentre tour operator pubblici hanno cancellato i viaggi di gruppo.

Dialogo difficile e segnali di gelo

Il tentativo di distensione nei colloqui tra i due Paesi non ha prodotto risultati. Secondo fonti cinesi, Pechino si è detta “insoddisfatta” dell’incontro con la delegazione giapponese guidata da Masaaki Kanai. Un video diffuso sui social cinesi — nel quale il diplomatico Liu Jinsong rivolge un’occhiata glaciale al suo omologo giapponese — è diventato virale, alimentando la percezione di un gelo sempre più evidente.

La disputa destinata a continuare

Il governo cinese continua a chiedere una ritrattazione pubblica delle parole di Takaichi. I media di Pechino, intanto, evocano i “demoni militaristi” del passato giapponese. Con le tensioni in crescita e il turismo in caduta libera, le relazioni tra le due principali economie asiatiche entrano in una fase di incertezza che rischia di durare a lungo.

Continua a leggere

Esteri

Trump tratta in segreto con la Russia: emerge un piano USA-Mosca per fermare la guerra in Ucraina

Secondo Axios, l’amministrazione Trump avrebbe collaborato in segreto con la Russia per elaborare un piano in 28 punti per fermare la guerra in Ucraina, ispirato all’accordo Israele-Hamas. Fonti statunitensi e russe confermano incontri riservati.

Pubblicato

del

Secondo quanto riportato dal sito americano Axios, l’amministrazione di Donald Trump avrebbe avviato una collaborazione riservata con rappresentanti russi per definire un nuovo piano di cessate il fuoco in Ucraina. Le fonti citate dal media statunitense, rimaste anonime, parlano di un contatto diretto tra emissari americani e funzionari russi per arrivare a una proposta condivisa.

Un documento di 28 punti modellato sul precedente accordo per Gaza

Il piano sarebbe composto da 28 punti e si ispira strutturalmente al documento in 20 punti che ha portato al cessate il fuoco temporaneo tra Israele e Hamas. L’impianto riprenderebbe la logica degli step progressivi: riduzione dei combattimenti, scambi umanitari, verifiche sul campo e definizione di aree di sicurezza, fino a un eventuale congelamento della linea del fronte.

Obiettivo: avviare un meccanismo di de-escalation negoziato

Le indiscrezioni indicano che l’obiettivo della Casa Bianca sarebbe creare un percorso diplomatico parallelo alle iniziative ufficiali, con la convinzione che un canale bilaterale USA-Russia possa favorire una riduzione delle ostilità. Le fonti citate da Axios sostengono che il piano non sia ancora stato completato, ma rappresenti la bozza più avanzata dall’inizio del conflitto.

La posizione delle parti e le implicazioni internazionali

Da Mosca sarebbero giunti segnali di disponibilità a valutare un negoziato se ancorato alla situazione attuale sul terreno. Non emergono invece conferme ufficiali da parte dell’amministrazione statunitense, che non ha rilasciato commenti. La notizia, se verificata, aprirebbe un fronte diplomatico con potenziali ricadute sugli alleati europei e sulla stessa Kiev, che ha sempre chiesto garanzie sulla tutela della propria sovranità territoriale.


Continua a leggere

Esteri

Cena di gala alla Casa Bianca: Musk e Ronaldo tra gli ospiti di Trump e del principe saudita Mohammed bin Salman

Elon Musk e Cristiano Ronaldo tra i cento ospiti della cena di gala organizzata da Donald Trump alla Casa Bianca in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Presenti anche Infantino, Tim Cook e David Ellison.

Pubblicato

del

Elon Musk e Cristiano Ronaldo figurano nella lista dei cento ospiti selezionati per la cena di gala organizzata alla Casa Bianca dal presidente statunitense Donald Trump in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un evento di grande visibilità politica e mediatica che ha riunito alcune delle figure più influenti del mondo dello sport, della tecnologia e dell’economia globale.

La presenza dei big della tecnologia e dell’economia

Tra gli invitati anche David Ellison, nuovo presidente della Paramount, e Tim Cook, amministratore delegato di Apple. La loro partecipazione testimonia l’interesse delle grandi corporation statunitensi nei rapporti tra Washington e Riyad, soprattutto sul fronte tecnologico e delle produzioni industriali.

Sport e diplomazia nella stessa sala

Accanto ai magnati della Silicon Valley e ai vertici dell’industria americana erano presenti anche personalità di primo piano dello sport mondiale. Oltre a Cristiano Ronaldo, ha preso parte alla cena Gianni Infantino, presidente della FIFA, in un momento di intensi rapporti tra Arabia Saudita e mondo del calcio internazionale.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto