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Cronache

Forcella, aggressione al deputato Borrelli: per ora solo un arresto e quattro denunciati

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Si conclude con un arresto e quattro denunciati il primo capitolo delle indagini sull’aggressione subita dal deputato Francesco Emilio Borrelli. Sabato pomeriggio, durante un sopralluogo per documentare presunte irregolarità in un’autorimessa nel cuore di Forcella, il parlamentare è stato prima aggredito verbalmente e poi fisicamente da un gruppo di familiari del titolare del garage, titolare di una regolare licenza amministrativa. L’episodio sarebbe stato scatenato dalle accuse di connivenza con ambienti camorristici rivolte da Borrelli al gestore della struttura.

I provvedimenti delle autorità

La polizia è intervenuta tempestivamente grazie all’allarme lanciato dagli uomini della scorta del parlamentare, anch’essi vittime dell’aggressione. Sono state identificate cinque persone:

  • Emmanuele Frezza, 26 anni, con precedenti per falso materiale, oltraggio a pubblico ufficiale e contrabbando, è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
  • Altri quattro individui (due uomini e due donne) sono stati denunciati per gli stessi reati.

Durante l’intervento, gli aggressori hanno attaccato anche i sanitari del 118 intervenuti per soccorrere una donna colta da malore durante l’assalto. Frezza si trova attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, in attesa dell’udienza di convalida. Nel frattempo, Borrelli presenterà una querela dettagliata per ricostruire la dinamica degli attacchi, che potrebbe portare a ulteriori provvedimenti.

Le parole di Borrelli e il supporto delle istituzioni

Il deputato ha ribadito il suo impegno nella lotta contro la sosta abusiva e l’illegalità diffusa: «Andremo avanti senza paura fino a quando quelle strade non saranno liberate dall’oppressione dei clan. Le nuove denunce che stanno arrivando dimostrano che il muro di omertà si sta sgretolando». Anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso solidarietà a Borrelli, insieme a numerosi esponenti politici di centrodestra, tra cui Raffaele De Rosa, Federico Freni, Gianpiero Zinzi e Marco Osnato.

Indagini sulla connivenza tra clan e attività illecite

L’obiettivo della visita di Borrelli a Forcella era documentare come alcuni gestori di garage abusino degli stalli comunali per parcheggio, causando danni economici al Comune. L’assessore alla Legalità di Napoli, Antonio De Iesu, ha annunciato un’intensificazione dei controlli da parte della polizia municipale.

Sul versante della lotta alla camorra, la Direzione Distrettuale Antimafia sta indagando sulle connessioni tra clan criminali e il business delle estorsioni per i posti auto. Questo fenomeno, radicato e difficile da sradicare, rappresenta una delle sfide principali nella lotta contro l’illegalità organizzata.

Il prossimo comitato per l’ordine pubblico

Gli eventi di Forcella saranno discussi in un prossimo comitato per l’ordine pubblico, con l’obiettivo di elaborare strategie per contrastare fenomeni di violenza e prevaricazione, restituendo sicurezza e serenità ai cittadini.

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Napoli, blitz dei Carabinieri al rione Sanità: scoperta la centrale delle truffe on line

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Dall’Ufficio stampa dell’Arma dei Carabinieri di Napoli riceviamo e pubblichiamo questo comunicato

Siamo nel cuore dello storico rione Sanità e i carabinieri della stazione Napoli Stella sono pronti per il blitz.
Nel vicolo coperto dai ciottoli c’è un immobile diroccato. La struttura è disabitata ma su quel terrazzo i carabinieri hanno notato nei giorni scorsi un via vai sospetto di giovani.

Si potrebbe pensare a un traffico di droga ma l’irruzione permette di individuare dei locali allestiti come una vera e propria centrale operativa per le truffe online.
Un portatile e 5 smartphone vengono sequestrati e quel che appare a prima vista roba di poco conto nasconde in realtà ben altro.
Il pc – attraverso applicativi web – è collegato direttamente agli smartphone che sfornano migliaia di link fraudolenti per poi inviare centinaia e centinaia di SMS.

“Gentile cliente, la sua carta è in fase di blocco, per evitare la sospensione, aggiorna i dati. Accedi”.

Questo uno dei messaggi che arriva all’ignara vittima, portata a cliccare su quello che sembra essere il link al sito del proprio istituito di credito.

Accade anche che l’sms si inserisca maliziosamente nella cronologia dei messaggi realmente già ricevuti dal proprio istituto di credito. Fa tutto parte della truffa e la vittima, inseriti i dati personali nei campi obbligatori del sito esca, finisce per essere raggirata.

Dai primi accertamenti i carabinieri riescono a documentare 5 truffe già consumate per un importo complessivo di 10mila euro e a sventarne 3.
Le perquisizioni permettono di sequestrare anche 44 sim “vergini”.
Un 27enne è stato denunciato ma le indagini dei carabinieri proseguono per ricostruire la complessa vicenda.

L’appello di carabinieri del Comando Provinciale di Napoli:
“Le tecniche di truffa sono sempre più insidiose e articolate, non fidatevi, non comunicate i vostri dati personali in chiamate con estranei o SMS ricevuti da soggetti sconosciuti. Contattate i vostri istituti di credito, contattate i vostri familiari e raggiungete al più presto la Stazione dei Carabinieri più vicina”.

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Solfatara di Pozzuoli: revocata la confisca, il sito torna ai proprietari

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Dopo otto anni, il sito della Solfatara di Pozzuoli torna nelle mani dei suoi proprietari originari. La Corte d’Appello ha infatti revocato la confisca del parco situato nel cuore dei Campi Flegrei, teatro nel 2017 di un tragico incidente in cui persero la vita una coppia di coniugi veneti, Massimiliano Carrer e Tiziana Zamarella, e il loro figlioletto Lorenzo. Un dramma che scosse l’opinione pubblica e sollevò interrogativi sulla sicurezza del sito.

La sentenza: condanna ridotta e revoca della confisca

La Corte ha confermato gran parte della sentenza di primo grado, ma con alcune modifiche sostanziali. L’amministratore unico della società di gestione è stato condannato a cinque anni di reclusione, con uno sconto rispetto ai sei anni stabiliti in precedenza. Sono invece state confermate le assoluzioni degli altri componenti dell’asset societario, come richiesto dagli avvocati difensori Orazio De Bernardo, Raffaele Longo, Tommaso Scolarici e Vincenzo Maiello.

Un punto cruciale della sentenza riguarda la revoca della confisca dell’area: il sito sarà restituito ai proprietari, che dovranno però realizzare interventi di bonifica, riqualificazione e messa in sicurezza per garantire che eventi simili non si ripetano mai più.

La tragedia del 12 settembre 2017

Il verdetto della Corte riporta alla memoria il drammatico incidente avvenuto il 12 settembre 2017. La famiglia Carrer si trovava in visita alla Solfatara quando il piccolo Lorenzo, nel tentativo di scattare una foto, si avvicinò a un’area non protetta e sprofondò nel suolo. I genitori, nel disperato tentativo di salvarlo, rimasero intrappolati e persero la vita. Solo il fratello maggiore del bambino riuscì a sopravvivere, segnato per sempre dalla tragedia.

L’accusa, sostenuta dalla Procura di Napoli, si è basata su omicidio plurimo colposo e disastro colposo, puntando il dito contro la mancanza di segnaletiche adeguate e misure di sicurezza. Tuttavia, fino a quel momento, la Solfatara non aveva mai registrato episodi simili, restando una destinazione frequentata da turisti e scolaresche.

La battaglia legale e le richieste di sicurezza

Il processo di primo grado si era concluso con la condanna dell’amministratore unico e la confisca del sito, basandosi su una maxiperizia voluta dal giudice Egle Pilla. La Corte d’Appello ha ora rimodulato la sentenza, limitando la responsabilità al solo amministratore e restituendo il parco ai proprietari.

Da anni i parenti delle vittime, residenti in Veneto, chiedono maggiori garanzie di sicurezza per i visitatori, ribadendo che la tutela delle persone deve prevalere sulle logiche di profitto.

Le prossime mosse

Ora si attendono le motivazioni della sentenza, che potrebbero essere oggetto di ulteriori ricorsi. Nel frattempo, i nuovi gestori dovranno attuare un piano di messa in sicurezza, affinché la Solfatara possa tornare ad essere un luogo di storia, natura e scienza, senza che tragedie simili possano ripetersi.

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Bacoli inaugura il suo Parco Archeologico: un polo di storia e legalità

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Bacoli, città dalle radici antiche e dal fascino senza tempo, avrà finalmente il suo Parco Archeologico, situato nell’area di Villa Ferretti. Questo luogo straordinario, un tempo dimora di armatori genovesi nell’800 e successivamente bene confiscato alla camorra, si trova tra due perle del patrimonio storico: il Castello Aragonese e le Terme di Baia. Il sito conserva mura e resti termali risalenti al I e III secolo d.C., affacciandosi sul Golfo di Napoli e sulla suggestiva città sommersa di Baia.

L’inaugurazione degli interventi si è svolta alla presenza di autorità istituzionali, accademiche e forze dell’ordine, tra cui il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il rettore dell’Università Federico II Matteo Lorito e rappresentanti del Ministero ai Beni Culturali. Bacoli, una delle città più amate dagli imperatori romani, è destinata a diventare un centro di studio e ricerca sulla storia antica e l’archeologia subacquea.

Progetti e nuove prospettive per il parco

L’Università Federico II, già presente a Villa Ferretti dal 2022 con una sede dedicata all’archeologia del mare e alle digital humanities, punta ora a realizzare una scuola estiva, un centro di biodiversità marina e un ufficio di archeologia subacquea. Il rettore Lorito ha sottolineato l’importanza di attrarre studiosi e ricercatori internazionali per far conoscere al mondo il valore del nuovo parco.

Anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, rappresentata da Teresa Elena Cinquantaquattro, ha evidenziato la necessità di approfondire la funzionalità del sito, che rappresenta un collegamento naturale tra le Terme e il Castello. I saggi archeologici hanno già portato alla luce reperti di epoca romana, segno della continuità storica che caratterizza l’intera area.

Villa Ferretti: un simbolo di legalità e rinascita

L’iniziativa ha anche una forte valenza sociale e simbolica, in quanto il parco sorge su un bene confiscato alla criminalità organizzata. Il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, ha ribadito l’importanza della lotta alla camorra e della valorizzazione dei beni sequestrati per la collettività: «Alcuni sindaci minimizzano la presenza della camorra, io invece dico che esiste e va affrontata. Qui abbiamo forse il bene confiscato più bello in assoluto, dove si fondono parco, teatro, università, spiaggia libera e archeologia».

Il Prefetto Michele di Bari ha sottolineato il valore del progetto, che rappresenta una vittoria dello Stato sulla criminalità e un esempio di coesione sociale: «Mai come ora un bene confiscato alla camorra assume un valore sociale così importante. Questo luogo diventa simbolo di comunità, di dignità, di bellezza e di rispetto dell’altro».

Un futuro tra storia e comunità

Il Parco Archeologico di Bacoli non sarà solo un sito di interesse turistico, ma un punto di riferimento per ricerca, cultura e sviluppo sostenibile. La città si conferma così un modello virtuoso di come la legalità e la valorizzazione del patrimonio possano camminare insieme per costruire un futuro migliore.

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