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Cronache

Foggia Calcio 1920 sotto amministrazione giudiziaria: intimidazioni mafiose per costringere il presidente alle dimissioni

Prima volta in Italia: Foggia Calcio 1920 posto sotto amministrazione giudiziaria per sottrarlo al controllo mafioso. Quattro arresti, 52 Daspo emessi.

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Per la prima volta in Italia, una società calcistica viene posta sotto amministrazione giudiziaria per sottrarla al controllo della criminalità organizzata. Si tratta del Calcio Foggia 1920, finito nel mirino della cosiddetta Società Foggiana, che avrebbe avviato una violenta campagna di intimidazione ed estorsione per costringere il presidente Nicola Canonico a dimettersi e cedere il controllo della squadra.

Il provvedimento è stato adottato dal Tribunale di Bari – sezione misure di prevenzione, su proposta congiunta del procuratore nazionale Antimafia, del procuratore distrettuale di Bari e del questore di Foggia, e eseguito oggi dalla Polizia di Stato. Contemporaneamente, sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione aggravata ai danni dell’allora presidente Canonico, e notificati 52 Daspo “fuori contesto” contro soggetti legati alla criminalità organizzata foggiana.

Un piano mafioso per il controllo del club

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, supportate dalla Polizia di Stato, hanno evidenziato come gruppi ultras legati alla criminalità organizzata abbiano pianificato una serie di atti intimidatori e violenti, con lo scopo di imporre il controllo delle sponsorizzazioni, degli accrediti allo stadio e delle assunzioni all’interno del club rossonero. Di fronte al rifiuto di Canonico, si sarebbe avviata una strategia mafiosa culminata in minacce, attentati con armi ed esplosivi, atti di violenza e intimidazione verso il management e i calciatori.

Tra gli episodi più gravi:

  • L’esplosione di colpi di fucile contro l’auto dell’allora capitano del Foggia, il 18 giugno 2023.

  • Il ritrovamento di un ordigno esplosivo rudimentale sotto l’auto di Canonico, parcheggiata presso la sede della sua azienda a Modugno.

  • Due tentati incendi alle auto dei vertici della società, uno dei quali sventato con l’arresto in flagranza di un minorenne.

Intercettazioni e perquisizioni hanno confermato la presenza di un disegno criminale coordinato, diretto a destabilizzare la governance della società, imponendo con la forza interessi mafiosi tipici del contesto foggiano.

Un provvedimento giudiziario senza precedenti

Il Calcio Foggia 1920 è la prima società sportiva in Italia sottoposta ad amministrazione giudiziaria in applicazione dell’articolo 34 del Codice Antimafia. Il provvedimento ha l’obiettivo di tutelare l’attività imprenditoriale, liberandola da ogni forma di condizionamento mafioso e restituirla a una gestione autonoma e legale.

Il questore di Foggia, Alfredo D’Agostino, ha sottolineato l’importanza dell’intervento, spiegando che l’amministrazione giudiziaria è «una forma di accompagnamento per garantire che le scelte della società sportiva non siano più influenzate da logiche criminali».

Raffica di Daspo e misure di prevenzione

Parallelamente al provvedimento giudiziario, sono stati notificati 52 Daspo “fuori contesto” a soggetti della provincia di Foggia condannati per reati di criminalità organizzata, contro la persona o in materia di droga e armi. Il divieto riguarda l’accesso agli impianti sportivi, con lo scopo di impedire nuovi episodi di violenza legati al calcio e al tifo organizzato.

«È un provvedimento storico – ha detto il questore – che colpisce chi negli ultimi cinque anni ha mostrato comportamenti socialmente pericolosi e che oggi rischia di interferire con la libertà e l’autonomia del mondo sportivo.»


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Cronache

Spia l’ex compagno Alex Britti con una telecamera nascosta: condannata a sei mesi

Una 35enne è stata condannata a sei mesi per aver spiato il cantante Alex Britti con telecamere installate nel suo appartamento. Disposto un risarcimento di 6.000 euro per l’artista.

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Una donna di 35 anni è stata condannata a sei mesi di reclusione dal tribunale di Roma per aver spiato il suo ex compagno, il cantautore e chitarrista Alex Britti, installando telecamere nascoste nel suo appartamento.

La vicenda risale al maggio 2022 e ha portato alla condanna per il reato di interferenze illecite nella vita privata, previsto dall’articolo 615-bis del codice penale.


Le accuse: telecamere con controllo remoto

Secondo l’accusa, la donna avrebbe collocato un dispositivo di videoregistrazione dotato di scheda di memoria e collegamento internet, in grado di trasmettere immagini da remoto.

Attraverso il sistema, l’imputata avrebbe ottenuto notizie e immagini della vita privata di Britti, che si è costituito parte civile nel processo, assistito dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Alessia Casinelli.


Risarcimento per il cantante

Oltre alla condanna, il giudice ha disposto un risarcimento di 6.000 euro in favore dell’artista, riconoscendone la violazione della privacy e dei diritti personali.

La sentenza chiude una vicenda che ha scosso il mondo dello spettacolo e che riporta l’attenzione sui limiti della tecnologia e sulla necessità di tutelare la sfera privata anche nei rapporti interpersonali più intimi.

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Cronache

Italia tra i Paesi più longevi d’Europa ma c’è anche un rischio di povertà

Secondo il rapporto Bes 2024 dell’Istat, l’Italia è tra i Paesi più longevi d’Europa ma con alti livelli di povertà, disuguaglianze economiche e scarsa occupazione femminile.

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L’Italia si conferma un Paese di contrasti. Secondo il Rapporto Bes 2024 dell’Istat, gli italiani (la foto Imagoeconomica è stata generata con sistemi di Ia) vivono più a lungo della media europea, ma affrontano condizioni economiche più difficili. L’aspettativa di vita alla nascita si attesta a 84,1 anni, contro gli 81,7 dell’Unione europea, collocando il Paese ai vertici della longevità nel continente.

Gli esperti spiegano il primato con fattori come la dieta mediterranea, le reti familiari, il clima temperato e l’accesso diffuso alle cure primarie. Ma la qualità della vita non va di pari passo con quella economica.


Povertà e disuguaglianze ancora superiori alla media europea

Nel 2024 il rischio di povertà in Italia ha toccato il 18,9% della popolazione, contro il 16,2% della media Ue, e la disuguaglianza del reddito netto si conferma più alta (5,5% rispetto al 4,7% europeo).

C’è però un lieve miglioramento nel lungo periodo: il divario tra il 20% più ricco e il 20% più povero si è ridotto da 5,8 nel 2014 a 5,5 nel 2023.


Lavoro e formazione: i punti deboli del Paese

Il rapporto Istat evidenzia “significativi svantaggi” nel mercato del lavoro: il tasso di occupazione in Italia è del 67,1%, 8,7 punti sotto la media Ue. Tra le donne, la distanza cresce: 57,4% contro il 70,8% europeo.

Anche l’istruzione resta un tallone d’Achille. Solo il 31,6% dei giovani tra 25 e 34 anni è laureato (contro il 44,1% nell’Ue27), e il 66,7% degli adulti ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado (contro l’80,5% Ue).

Nelle professioni scientifico-tecnologiche, la quota di laureati è del 26,7%, 7,4 punti in meno della media europea.


Ricerca e innovazione in ritardo

Sul fronte dell’innovazione, l’Italia investe appena l’1,37% del Pil in ricerca e sviluppo, molto meno della media europea, che si attesta al 2,22%.

Un ritardo strutturale che penalizza la crescita e limita la competitività del sistema produttivo, nonostante il Paese continui a eccellere in alcuni settori manifatturieri e culturali.


Indicatori positivi: sicurezza e costo della casa

Non tutto è negativo. Il tasso di omicidi in Italia è tra i più bassi d’Europa — 0,6 ogni 100.000 abitanti contro lo 0,9 dell’Ue27 — e il sovraccarico del costo dell’abitazione risulta inferiore di 3,1 punti percentuali rispetto alla media europea (8,2% contro 11,3%).

In generale, su 39 indicatori europei analizzati, l’Italia presenta valori migliori in 11 casi e peggiori in 18, confermandosi un Paese povero ma longevo, dove la qualità della vita resta diseguale e ancora troppo legata al territorio, al genere e al livello di istruzione.

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Tragedia a Muggia: madre ucraina uccide il figlio di nove anni, il bambino era stato affidato al padre

A Muggia, in provincia di Trieste, una madre ucraina ha ucciso il figlio di nove anni tagliandogli la gola. Il bambino, affidato al padre dopo la separazione, era in visita alla donna.

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Una tragedia sconvolgente ha scosso la comunità di Muggia, alle porte di Trieste. Una donna di nazionalità ucraina ha ucciso il figlio di nove anni, tagliandogli la gola con un coltello all’interno della loro abitazione in via Marconi, nel centro cittadino.

L’allarme è stato lanciato nella serata di ieri dal padre del bambino, che vive fuori dal Friuli Venezia Giulia e non riusciva a mettersi in contatto con l’ex compagna. Quando la Squadra Mobile di Trieste è arrivata nell’appartamento, il piccolo era già morto.


Una famiglia seguita dal tribunale e dai servizi sociali

La vicenda familiare era nota ai servizi sociali ed era seguita anche dal tribunale minorile. Dopo la separazione, la custodia del bambino era stata affidata al padre, ma la madre aveva mantenuto il diritto di incontrare il figlio, secondo quanto stabilito dalle disposizioni del giudice.

I rapporti tra i due genitori erano difficili, come hanno riferito persone vicine alla famiglia. Ieri sera, l’incontro si è trasformato in tragedia.


Il corpo trovato in bagno, la madre in stato di choc

Quando i Vigili del Fuoco e gli agenti di polizia sono entrati nell’abitazione, il corpo del bambino era già senza vita da diverse ore e si trovava nel bagno di casa.

La donna è stata trovata in stato di choc e soccorsa sul posto. Gli inquirenti stanno ricostruendo la dinamica dei fatti e le eventuali motivazioni del gesto, mentre la Procura di Trieste ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario aggravato.

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