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Festival di Sanremo, accordo Rai-Comune: tre edizioni garantite, con possibilità di proroga

Il cda Rai approva all’unanimità la convenzione con il Comune di Sanremo per tre edizioni del Festival, prorogabili di due. Conti confermato direttore artistico, si valuta un futuro spostamento dall’Ariston.

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Via libera all’unanimità del cda Rai alla convenzione con il Comune di Sanremo per le prossime tre edizioni del Festival della Canzone Italiana, con la possibilità di una proroga biennale. L’accordo, già definito lo scorso 3 settembre, prevede per la tv pubblica un esborso annuo di 6,5 milioni di euro più l’1% degli introiti pubblicitari.

I dettagli dell’intesa

La titolarità del format resta alla Rai, mentre il Comune mantiene la proprietà del marchio “Festival della Canzone Italiana”. Tra le novità, la creazione di un osservatorio permanente Rai-Comune, incaricato di monitorare l’attuazione della convenzione e di valutare l’ipotesi di uno spostamento della kermesse in un’altra sede sanremese.

Da anni, infatti, i discografici lamentano l’inadeguatezza del Teatro Ariston, giudicato troppo piccolo rispetto al prestigio e alla portata dell’evento.

Sanremo 2026 e il nodo delle date

La prossima edizione si terrà dal 24 al 28 febbraio 2026, evitando sovrapposizioni con le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina (conclusione il 22 febbraio) e con le Paralimpiadi (dal 6 marzo). Alla guida ci sarà ancora Carlo Conti, confermato anche come direttore artistico.

Le altre decisioni del cda

Il consiglio ha preso atto dell’uscita dall’azienda di Monica Maggioni, che continuerà a condurre programmi come esterna. La responsabilità ad interim della Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa passa alla vice direttrice anziana Sabina Sacchi.

Secondo indiscrezioni, Maggioni ha firmato un contratto quinquennale da 2,5 milioni di euro complessivi. L’Ad Giampaolo Rossi ha chiarito ai consiglieri che l’accordo non comporta costi superiori rispetto al precedente rapporto da dipendente, anche in considerazione delle ferie maturate, e garantisce l’esclusiva della giornalista per la durata dell’intesa.

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Renzo Arbore e la memoria di una vita: l’infanzia, la musica, gli incontri decisivi. L’intervista al Corriere della Sera

Dall’infanzia a Foggia ai miti americani, dagli esordi Rai all’amicizia con Dalla, fino a Battisti e Melato: il racconto di Renzo Arbore in una lunga intervista al Corriere della Sera.

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«Il mio primo ricordo? Il Duce». Così Renzo Arbore apre il suo racconto nell’intervista al Corriere della Sera, rievocando Riccione negli anni Trenta e un Mussolini rimasto senza costume in mare. Poi la guerra, «l’odore delle micce sulle candele» e la fame combattuta «con pane e zucchero». Nel Palazzo Arbore a Foggia, rifugio durante i bombardamenti, il piccolo Renzo intratteneva gli sfollati cantando La bela Gigogin e le canzoni della balia friulana.

Gli americani e la nascita di un amore

Sfollato a Chieti, Arbore vide sfilare gli ultimi tedeschi e poi arrivare gli americani «con la musica sulle jeep». Tornato a Foggia, di fronte a casa sua c’era un circolo ricreativo USA dove suonavano Benny Goodman e Stan Getz. Da lì, l’imprinting: jazz e canzone napoletana.

L’artista come destino

Da ragazzo studiava i personaggi del corso cittadino: «lo scappato di casa, il mobiliere, la bonona», e soprattutto «l’artista», come Humbert, “l’inventore dell’acqua tiepida”. Da quell’umorismo goliardico nascerà una carriera. Anche ufficiale: «Ho una laurea in goliardia», dice Arbore, consegnata da Umberto Eco.

Ricordi, Napoli e l’incontro con Padre Pio

Figlio di una famiglia monarchica, votò monarchico la prima volta. Conobbe Padre Pio diciottenne: «Facèsse che vòle», gli disse il frate sul suo futuro. Si trasferì poi a Napoli per studiare Giurisprudenza, tra serate allo USO Club e tagli “crew cut” che ispirarono Tu vuo’ fa’ l’americano.

L’arrivo in Rai, Boncompagni e la Roma degli anni d’oro

A Roma, grazie a un consiglio arrivato da Foggia, superò il concorso Rai come maestro programmatore. Al suo fianco Gianni Boncompagni, «maledetto toscano, intelligentissimo», con cui inventò Alto gradimento. È l’epoca delle prime notti romane, dell’incontro con Gabriella Ferri e della scoperta di Lucio Battisti: Arbore fu quello che gli mise la chitarra in mano e lo convinse a cantare Per una lira.

Melato, Dalla e gli amori che segnano

Fra le foto che riempiono la sua casa, spunta il ricordo di Mariangela Melato: «Ci siamo amati tutta la vita». Racconta il primo incontro, la festa da Agostina Belli e Battisti che improvvisa Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Ancora più indietro, l’infanzia condivisa con Lucio Dalla senza saperlo: «Era il figlio della modista di Bologna che veniva a casa mia».

La tv che cambia tutto

Dopo Per voi giovani arriva la rimozione, poi Alto gradimento. E ancora L’altra domenica, con il debutto di Roberto Benigni («Abbiamo già provato, ora vai in onda»), fino a Quelli della notte, che «esplose in mano»: Bracardi, Frassica, Laurito, Marchini, Luotto, D’Agostino. Una rivoluzione.

Gli incontri incredibili: da Craxi a Adriana Faranda

Arbore ricorda l’ultima notte romana di Bettino Craxi, prima della fuga in Tunisia, e una colazione con «una bella ragazza» che si rivela Adriana Faranda: «Non ti ricordi? Siamo stati a un passo dal chiamare L’Altra domenica».

L’Orchestra Italiana e il rimpianto dei figli

Dopo Indietro tutta!, nasce l’Orchestra Italiana: «1.600 concerti in tutto il mondo». E una confessione: «Mi manca non aver avuto figli. Ma forse, con i grandi amori che ho vissuto, non avrei fatto tutte queste imprese».

Renzo Arbore, nella sua casa romana, è la memoria vivente di un’Italia che non c’è più, e che il Corriere della Sera ha saputo far raccontare dalla sua voce più autentica.

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Napoli, Conte chiede rinforzi subito: 50 milioni per il mercato di gennaio e rivoluzione in vista

Conte vuole interventi immediati sul mercato: 50 milioni pronti, diversi giocatori verso l’addio e obiettivi pesanti a centrocampo e sulle fasce. Il Napoli prepara una rivoluzione.

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Occhio ai miraggi: Conte non ha ricaricato le pile. Domani ritroverà parte del suo Napoli, al completo solo mercoledì, appena 72 ore prima della sfida con l’Atalanta. L’allenatore pretende che nessuno metta in discussione i suoi metodi e vuole interventi immediati sul mercato di gennaio. De Laurentiis è pienamente d’accordo.

Esami per Lang, Lucca, Neres e Marianucci

Non tutte le operazioni estive hanno convinto: Lang, Lucca, Neres e Marianucci rischiano la cessione. Gennaio è lontano, ma è già tempo di test. In calendario ci sono sei gare di campionato, due di Champions, la Coppa Italia e la trasferta a Riad. Manna, su indicazione di Conte e De Laurentiis, si sta muovendo per chiudere almeno due acquisti a centrocampo.

Un budget da 50 milioni nonostante il bilancio

Il Napoli è pronto a investire almeno 50 milioni. Poco importa la perdita da 30 milioni al 30 giugno: non è il momento dell’austerità e si prepara una manovra radicale.

DIFESA

Nonostante il ko di Meret, Manna punta su Contini come vice Milinkovic. Serve un terzino destro: Mazzocchi partirà, Di Lorenzo deve rifiatare e Spinazzola non basta.

L’obiettivo è Brooke Norton-Cuffy del Genoa, valutato 15 milioni ma difficile da cedere per il club ligure. Juanlu Sanchez del Siviglia costa circa 20 milioni e senza sconti non si procede.

Tra gli esuberi dei grandi club c’è Sacha Boey del Bayern Monaco, ma accetterebbe difficilmente il ruolo di vice Di Lorenzo. Marianucci potrebbe andare in prestito, mentre Beukema resta intoccabile.

CENTROCAMPO E ATTACCO

Nessuno svincolato: servirebbe troppo tempo per portarli in forma. Anguissa torna a fine gennaio, De Bruyne a febbraio. Conte cerca rinforzi pesanti.

Il rapporto con il Manchester United apre alla pista Kobbie Mainoo, 20 anni: lo United chiede almeno 40 milioni. In alternativa, Arthur Atta dell’Udinese costa circa 20 milioni. Nel mirino anche Pellegrini della Roma e soprattutto Morten Frendrup del Genoa, entrambi difficili da liberare.

Valutato anche Weston McKennie, in scadenza con la Juventus.

In attacco potrebbe scattare una rivoluzione: se Lang e Lucca trovassero acquirenti, Conte e De Laurentiis potrebbero tornare su Federico Chiesa, ancora in bilico nel Liverpool.

Rinnovi: Rrahmani verso la firma

Manna lavora sui prolungamenti: Rrahmani è vicino al rinnovo di due anni, restano solo dettagli e non si prevedono intoppi.

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Robbie Williams: «La mia vista peggiora per le iniezioni dimagranti». L’allarme della popstar

Robbie Williams rivela un peggioramento della vista e collega il problema alle iniezioni dimagranti. L’artista racconta la sua esperienza per avvertire sui potenziali rischi.

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«La mia vista è offuscata, sta peggiorando». Robbie Williams lo confessa al «The Sun», spiegando di avere sempre più difficoltà a vedere il pubblico durante i concerti. Il problema è emerso guardando una partita di football: «Non riuscivo a distinguere i giocatori, erano solo macchie su un campo verde».

Il sospetto sul trattamento dimagrante

In un primo momento Williams pensava fosse un normale calo dovuto all’età. Un ottico gli ha consigliato di cambiare occhiali, ma senza alcun miglioramento. A quel punto la popstar ha collegato il peggioramento della vista alle iniezioni per dimagrire, decidendo di parlarne pubblicamente per «avvertire le persone sui potenziali rischi» e invitare tutti a informarsi prima di intraprendere cure simili.

Una dipendenza difficile da rompere

Nonostante il problema, Williams ammette: «Sono così malato che probabilmente continuerei a prenderlo finché non mi sarà completamente scomparsa la vista da un occhio».

La nuova routine quotidiana

Il cantante racconta anche di essere diventato «una di quelle persone a cui piace allenarsi». Ogni giorno, dice, «mi alzo e faccio esercizi», mostrando un impegno costante nel mantenersi in forma.

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