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Politica

Festa per i 75 anni Carta, governo a conclave su riforme

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La Costituzione italiana festeggia i suoi 75 anni di vita e guarda al futuro e alle giovani generazioni, essendo “il luogo della nostra libertà”. Con le parole del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, la Carta è stata celebrata nell’Aula di Montecitorio in una cerimonia aperta dall’inno di Mameli cantato da Andrea Bocelli. Presenti anche studenti delle superiori e universitari di varie regioni. A loro si è rivolto la terza carica dello Stato: “Sono soprattutto i giovani che devono avere la forza di alimentare costantemente le fondamenta della Costituzione con il loro spirito e la loro dedizione”. Contro il male di “una società lontana dal modello costituzionale con individui chiusi nella loro egolatria” il presidente emerito della Consulta, Giuliano Amato, rimarca la necessità di “recuperare il fattore coesivo”, perché “sarebbe illusorio pensare che basti solo la scuola”, denuncia.

Nello stesso giorno in cui il Parlamento celebra il lavoro dei padri costituenti, una parte del governo si è trovata a confronto sulle riforme che puntano a modificare proprio quella Carta, entrata in vigore nel 1948. L’occasione è un convegno sulla semplificazione normativa al tempio di Adriano, a metà strada fra Camera e Senato. Lì per tutto il giorno si alternano otto ministri – da Giancarlo Giorgetti a Carlo Nordio, da Matteo Salvini a Paolo Zangrillo – oltre al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. Tra loro c’è Elisabetta Casellati che ha le deleghe proprio su riforme e semplificazione. Sua l’iniziativa dell’evento, di cui ha annunciato un sequel a novembre con altri ministeri. E suo l’impegno a realizzare la “riforma delle riforme” ossia quella costituzionale per l’elezione diretta del premier.

Intervistata da Massimo Giannini, Casellati chiarisce alcuni aspetti. Nella bozza, che nelle prossime settimane sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri, l’obiettivo è l’elezione diretta del capo del governo. Non più del presidente della Repubblica, come scritto nel programma di centrodestra. Un cambio di idea in corsa? Casellati nega e spiega: “Nelle consultazioni fatte con tutte le forze politiche ho riscontrato che c’è preferenza per il premierato e mi sono attestata su questo”. Nella bozza di riforma, al capo dello Stato non spetterebbe più il potere di nomina del premier (come prevede oggi l’articolo 92 della Costituzione), ma quello di conferire l’incarico al premier eletto dai cittadini. Da qui il rischio, paventato soprattutto dalle opposizioni, di una rivoluzione che alteri fortemente il ruolo del capo dello Stato. Casellati però respinge le critiche: “Quando leggeranno il testo, capiranno che il nostro è un modello italiano che non svuoterà le prerogative” del Colle. Anzi, scandisce: “Lascerà il presidente della Repubblica de come garante dell’unità nazionale”.

Netta anche sul sospetto che ci sia uno scambio tra la sua riforma (sostenuta da Fratelli d’Italia e dalla premier stessa) e quella dell’autonomia differenziata, storica battaglia della Lega e del suo ‘papà’, il ministro Calderoli. “Nessuno scambio. Sono due riforme che sono nel programma – rammenta Casellati – Ma non c’è un meccanismo per cui ‘io ti accontento su questo e tu mi accontenti su altro'”. Altro fronte su cui è impegnato il governo, e la Casellati in testa, è la semplificazione di norme definite arcaiche, a volte inutili, che si sovrappongono. “Passaggi inutili che pesano sulla vita dei cittadini come uno stalker”, li ha definiti l’ex presidente del Senato aggiungendo che sono di fatto “un convitato di pietra che ci accompagna sempre nella vita quotidiana”. La ministra ha ricordato quanto fatto finora: “Ho cominciato con l’eliminazione di 22 mila regi decreti”. E quanto intende fare, ad esempio, anche “applicando l’intelligenza artificiale per la semplificazione normativa”. “Sono la prima in Europa – dice – sto sperimentando”.

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Napoli

Cantone: smantellare abuso ufficio non è scelta giusta

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– Raffaele Cantone, procuratore generale a Perugia, già presidente Anac, intervenuto a Napoli al forum Asmel “Paura della firma o ansia del risultato” si è soffermato sul tema della “burocrazia difensiva” che caratterizza sempre più i funzionari pubblici condizionati dalla “paura della firma”: «il tema della “burocrazia difensiva” è diventato di attualità negli ultimi dieci anni sulla falsariga di quanto già accaduto nel mondo anglosassone nell’ambito della “sanità difensiva”. L’ex presidente Anac non ha mancato di lanciare una stoccata nei confronti del legislatore e, in particolare del Governo attuale e di quello in carica al tempo del Covid, a cui si deve imputare il primo smantellamento del reato di abuso di ufficio. Sul punto Cantone è stato lapidario: “non credo sia questa la strada corretta da seguire!”.

Non è mancato da parte di Cantone un piccolo mea culpa ripensando ai rapporti non sempre sereni con i Comuni che hanno caratterizzato il suo periodo all’Anticorruzione: “confesso che il ruolo di presidente Anac mi ha consentito di superare alcuni pregiudizi che avevo nei confronti della Pubblica Amministrazione, abituato com’ero a vederne esclusivamente le patologie legate alla commissione dei reati contro la stessa PA. In quella esperienza ho imparato a conoscere un mondo articolato e complesso nel quale vivono tantissime possibilità oltre, naturalmente, ai noti problemi”.

Infine, in merito alla candidatura dell’Italia per ospitare l’Autorità Europea Antiricilaggio (AMLA) Cantone ritiene questa soluzione profondamente auspicabile in quanto “in tema di antiriciclaggio il nostro è l’unico Paese all’avanguardia. Ormai in tutti i contesti non esportiamo più la mafia ma l’antimafia, con un serie di criteri che riguardano proprio l’antiriciclaggio e che funzionano molto meglio che in altri luoghi. Credo inoltre che ci siano motivi anche simbolici per giustificare la presenza dell’Amla proprio in Italia, basti pensare al ruolo fondamentale che ha avuto la Convenzione di Palermo, voluta fortemente anche da Giovanni Falcone, è da lì che il tema della lotta alla mafia è diventato un tema mondiale”. In apertura del Forum il segretario generale di Asmel Francesco Pinto, soffermandosi sul ruolo assunto negli anni dall’Associazione, ha sottolineato la peculiarità del modello associativo promosso da ASMEL, ormai diventata la seconda associazione cui aderiscono oltre il 50% dei Comuni italiani

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Napoli

Gratteri: politica ossessionata da magistratura

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Pagelle e test psico attitudinali per i magistrati? “Va bene ma li dobbiamo fare per tutto il mondo delle professioni”, dice il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che aggiunge: “La politica è ossessionata dalla magistratura”. Alla prima giornata di Casa Corriere, a Napoli, Gratteri, spiega che “questo discorso porterà ad avere magistrati come perfetti burocrati, non uscirà l’anima, non punterà il cuore avanti per rischiare, per fare una indagine questo è il dramma”. “Ma possibile che l’oggetto della politica deve essere la magistratura? Ma possibile che avete questa ossessione, vogliamo parlare della separazione delle carriere, parliamo di uno 0,2% – ha sottolineato – ma non vi puzza questa cosa? Vuol dire che il passaggio successivo e che i 1800 pubblici ministeri passeranno sotto l’esecutivo cioè dipenderanno dal ministero della Giustizia. Chi sarà il direttore d’orchestra? Quindi attenzione”.

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Politica

Sud, 220 milioni in più alla sanità. C’è il nodo case comunità

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Più fondi alla sanità del Sud. Il nuovo Fondo sanitario nazionale (Fsn) per il 2023, la cui ripartizione è stata deliberata oggi dal Cipess (Comitato interministeriale programmazione economica e sviluppo sostenibile), ha infatti spostato 220 milioni di euro dalle regioni del Centro-Nord al Meridione in virtù dei nuovi criteri di riparto utilizzati quest’anno per la prima volta. Un “passo importante”, lo definiscono dal ministero della Salute, mentre resta accesso il dibattito relativo alla rimodulazione del Pnrr che, secondo la Fondazione Gimbe, ha portato al taglio di 500 strutture territoriali e Case di comunità. Ad illustrate il Fsn 2023 sono stati oggi il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ed il Sottosegretario di Stato con delega al Cipess, Alessandro Morelli, al termine della riunione del Comitato.

Il Fondo ammonta a 128.005,20 milioni di euro, al netto della somma di 864 milioni destinati al Fondo per il concorso al rimborso alle Regioni delle spese per l’acquisto di farmaci innovativi. E per il 2024 al Ssn andranno ulteriori 5,1 miliardi di euro. Il livello del fabbisogno sanitario nazionale standard, ha detto Gemmato, “ha registrato un progressivo aumento passando dai 107 miliardi del 2013 ai quasi 129 miliardi del 2023, maggiore di 3 miliardi di euro rispetto al 2022”. Ma la novità è che questo è il primo anno in cui vengono applicati i nuovi criteri di riparto, approvati nel dicembre 2022 dalle Regioni: i nuovi criteri tengono conto, oltre che della popolazione residente, anche del tasso di mortalità della popolazione under-75 e di altri indicatori come l’incidenza della povertà relativa individuale, il livello di bassa scolarizzazione e il tasso di disoccupazione. In particolare, i 220 milioni, ha spiegato Gemmato, “saranno suddivisi tra 8 regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Calabria e Sardegna.

E’ un risultato importante”. Tra le voci finanziate con il Fsn, una delle priorità sono le liste di attesa: “386 milioni di euro sono previsti per il 2023 e 500 milioni nel 2024 per abbatterle”, ha detto il sottosegretario assicurando che “il nostro Sistema sanitario nazionale è in sicurezza”. Ma se la partita del Fsn pare definita, è ancora confronto aperto sulla revisione della Missione Salute del Pnrr richiesta dal Governo e approvata nei giorni scorsi dalla Commissione Europea. La nuova versione, commenta Gimbe, taglia, rispetto alla formulazione originaria, 479 strutture territoriali così divise: 312 case di comunità, 120 centrali operative territoriali, 47 ospedali di comunità. Si rinuncia inoltre a 25 interventi di anti-sismica. Un intervento “inevitabile” per “l’aumento dei costi di realizzazione di opere preventivate in era pre-pandemica e antecedenti alla crisi energetica”.

Tuttavia, se ad essere espunte saranno le strutture da realizzare ex novo, rileva il presidente Nino Cartabellotta, “saranno prevalentemente le Regioni del Centro-Sud a essere penalizzate”. Bene invece l’incremento del target del numero di over-65 da prendere in carico in assistenza domiciliare (che passa da almeno 800 mila a 842 mila) e del numero di pazienti assistiti in telemedicina (da almeno 200 mila a 300 mila). È invece “poco comprensibile – commenta – la rimodulazione al ribasso del numero di posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva di ben 1.803 unità”. Una lettura non condivisa da Gemmato, secondo il quale la rimodulazione del Pnrr non comporta penalizzazioni e le strutture non verranno tagliate. Nella prima fase, ha precisato, “erano previste con il Pnrr 1350 Case di comunità; con la rimodulazione passano a 1038, ma la restante parte sarà finanziata con fonti diverse, ovvero con la legge ex articolo 20 relativa all’edilizia sanitaria”. Dunque, ha concluso il sottosegretario, “non verranno perse Case di comunità sul territorio”.

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