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L’ironia di nonno Ciro nel giorno della festa dei nonni: avessi saputo quanto è bello avere un nipote avrei evitato di avere figli

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È la festa più giovane che abbiamo in Italia anche se ad essere festeggiati sono gli anziani. È la “Festa dei nonni” istituita nel nostro Paese solo 13 anni fa con una legge ad hoc. La Festa dei nonni vuole celebrare “l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”. La scelta della data, il 2 ottobre, non è casuale. È il giorno in cui la Chiesa cattolica celebra gli “Angeli custodi”. E loro sono angeli custodi dei nipotini e più in generale delle famiglie. Sono un pilastro fondamentale, in taluni casi, del sistema di selfare italiano.

Circa 2mila euro al mese. Tanto incasserebbero i nonni se l’assistenza ai nipoti e le mansioni che svolgono per la famiglia fossero remunerate con uno stipendio. Lo ha calcolato Pronto Pro, il sito che consente agli utenti di cercare i servizi di oltre 300mila professionisti e artigiani, dall’idraulico al commercialista, dall’estetista all’insegnante. La stima arriva in occasione della festa dei nonni.  “Abbiamo provato a calcolare uno stipendio medio ideale per rendere tutti più consapevoli del supporto reale che queste preziose persone rappresentano nella propria famiglia”, ha dichiarato Silvia Wang, co-fondatrice e presidente di Pronto Pro. Al di là dell’aspetto economico anche questi dati indicano il ruolo fondamentale dei nonni nella vita di una famiglia e nella crescita dei bambini.

Juorno.it festeggia i nonni dando voce a Ciro, nonno di Matthias. Ciro ci spiega quanto è bello essere nonni. “Se avessi saputo prima che avere un nipote è così bello – racconta con ironia – avrei scelto di avere prima i nipotini e poi dei figli”.

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Raddoppiati a maggio casi morbillo, allerta per l’estate

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Il morbillo continua a rappresentare una minaccia ed i casi in Italia sono in aumento. Nel mese di maggio, secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), i casi sono quasi raddoppiati rispetto al mese precedente. La causa sta anche nei maggiori spostamenti legati alle recenti festività, ma la recrudescenza è pericolosamente legata al calo delle vaccinazioni. In vista delle vacanze estive dunque, è il richiamo degli esperti, è bene controllare il proprio stato vaccinale e immunizzarsi se non lo si è fatto finora. Questo trend, afferma l’infettivologo e direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, Massimo Andreoni, “è molto preoccupante”. Si registra dunque un nuovo aumento di casi, con 65 segnalazioni, quasi il doppio rispetto ad aprile (37 casi): un incremento, sottolinea l’Iss, che potrebbe essere legato agli spostamenti durante le recenti festività e che rappresenta “un dato preoccupante con l’avvicinarsi della stagione estiva e delle vacanze”. Da inizio anno sono stati registrati 334. I dati arrivano dal numero di giugno del bollettino periodico Morbillo & Rosolia News dell’Iss. Il 20% dei casi segnalati tra gennaio e maggio 2025, rileva l’Istituto, è stato associato a viaggi internazionali, un dato in aumento rispetto al 18% del periodo precedente. Lo stato vaccinale è noto per 313 dei 334 casi segnalati nel 2025 e in 275 casi (quasi il 90%) le persone colpite risultavano non vaccinate. In circa un terzo, 108, è stata riportata almeno una complicanza, tra cui epatite, polmonite e trombocitopenia. Sono stati segnalati anche tre casi di encefalite, tutti non vaccinati.

L’appello degli esperti è quindi quello di verificare il proprio stato vaccinale contro il morbillo prima di intraprendere qualsiasi viaggio all’estero. Quasi l’80% dei casi si verificano infatti in persone di età pari o superiore a 15 anni, per la maggior parte non vaccinati o che hanno effettuato una sola dose. E da proteggere sono anche i bambini: la fascia di età più colpita, in termini di incidenza, rimane quella sotto i cinque anni. Ma continuano ad essere segnalati casi anche tra i lattanti per i quali, come sottolineano gli esperti, “la protezione dipende da un elevato livello di immunità nella popolazione, visto che l’età raccomandata per la somministrazione della prima dose di vaccino Mpr è 12 mesi”. Nello stesso periodo considerato dal bollettino (1 gennaio-31 maggio) è stato segnalato anche un caso possibile di rosolia. Si tratta di un trend “molto preoccupante – afferma Andreoni -. Nel 2023 abbiamo infatti avuto circa 23 casi in un anno, nel 2024 circa 1010 casi e adesso siamo già a circa 350 casi nei primi 6 mesi del 2025. Un trend di incremento allarmante, considerando che il morbillo ha una mortalità di 1 a mille”. E’ vero, precisa l’esperto, che “abbiamo un buon tasso di aderenza sulla prima vaccinazione a 12 mesi, molto vicino al 95%, ma al richiamo fissato tra 5 e 11 anni l’aderenza scende in modo rilevante”.

In questo modo, avverte, “c’è il rischio di focolai epidemici in zone in cui c’è un basso tasso vaccinale e questo rappresenta un grande pericolo perchè il morbillo è una delle malattie più contagiose che conosciamo”. L’indicazione dell’Oms, ricorda Andreoni, “è l’eliminazione del morbillo in Italia entro il 2030, ma l’obiettivo appare critico se consideriamo che nel 2024 l’Italia è stato il secondo paese in Europa per numerosità di casi dietro solo alla Romania”. E’ quindi fondamentale “vaccinarsi contro il morbillo, ad ogni età, se non lo si è fatto prima, ed effettuare il richiamo anche se si è raggiunta l’età adulta. La preoccupazione è crescente perchè i casi sono in aumento in generale in tutta Europa. Per questo proteggersi con la vaccinazione, in questo momento e con questi numeri – conclude Andreoni – è indispensabile”.

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Chirurgia maxillo-facciale: Napoli ospita il congresso mondiale Sicmf

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Dal 12 al 14 giugno Napoli sarà la capitale mondiale della chirurgia maxillo-facciale, ospitando la ventiquattresima edizione del Congresso della Società Italiana di Chirurgia Maxillo-Facciale (Sicmf). Un evento di portata internazionale, dedicato a una disciplina che integra scienza, tecnologia e umanità nella cura delle patologie del volto.

Un congresso da record, tra scienza e memoria

Oltre 800 partecipanti da quattro continenti, più di 200 relatori provenienti da 21 Paesi e una forte presenza europea: questi i numeri del congresso che si preannuncia tra i più partecipati di sempre. A presiedere i lavori Giovanni Dell’Aversana Orabona, ordinario alla Federico II e presidente nazionale della Sicmf, insieme a Gianpaolo Tartaro, docente della Vanvitelli.

L’evento è dedicato alla memoria del professor Luigi Califano, figura storica della chirurgia maxillo-facciale, recentemente scomparso. A lui è intitolato anche il “Luigi Califano Award”, premio per le comunicazioni scientifiche più innovative.

Innovazione, giovani e live surgery

Le quattro macro-sessioni del congresso affronteranno temi cruciali per il futuro della disciplina: intelligenza artificiale, nuovi materiali impiantabili, bioprinting, robotica e realtà aumentata. Saranno presentate circa 450 comunicazioni, con ampio spazio ai giovani ricercatori.

Momento clou, le quattro sessioni di chirurgia in diretta, con interventi trasmessi in tempo reale da sale operatorie in Europa. Un’opportunità straordinaria per apprendere dai migliori chirurghi del panorama internazionale.

Collaborazioni, industria e valorizzazione della ricerca

Il congresso segna anche l’inizio di nuove sinergie tra la Sicmf e le società scientifiche “gemelle”, come la Società Italiana di Otorinolaringoiatria, la Società di Neurochirurgia, la Società di Chirurgia Plastica e altre specialità affini.

Importante anche il coinvolgimento dell’industria del settore medicale, con oltre 160 sponsor e 11 workshop aziendali. I professionisti avranno l’occasione di interagire direttamente con tecnologie d’avanguardia e dispositivi innovativi.

L’inaugurazione al Teatrino di Corte

L’apertura ufficiale si terrà la sera del 12 giugno al Teatrino di Corte del Palazzo Reale, con la proiezione di un docufilm sulla storia della chirurgia maxillo-facciale e un omaggio al professor Califano. Tra gli ospiti, Paolo Mieli e Lello Giulivo. Le attività scientifiche proseguiranno poi presso la Stazione Marittima di Napoli.

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Al Santobono parte il trapianto di rene pediatrico: una svolta per la sanità campana

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Tutto pronto all’Ospedale Santobono per il via ai trapianti di rene pediatrici. A settembre sarà attivata la lista d’attesa per i pazienti da 0 a 18 anni, affetti da gravi patologie congenite o acquisite che compromettono la funzionalità renale e rendono necessaria la dialisi o un trapianto. Dopo le autorizzazioni ricevute dal Centro nazionale trapianti e dal Centro regionale trapianti, la struttura dell’Arenella ha completato percorsi, spazi e formazione per garantire un servizio completo, multidisciplinare e altamente specializzato.

Le patologie trattate e i numeri della nefrologia pediatrica

«Tra le patologie pediatriche che possono richiedere un trapianto – spiega il dottor Gabriele Malgieri, direttore dell’Unità operativa complessa di Nefrologia, dialisi e trapianto renale – rientrano uromalformazioni, displasie renali, glomerulopatie ereditarie, malattie del tubulo renale, microangiopatie trombotiche e molte altre condizioni che portano all’insufficienza renale cronica terminale». Attualmente sono 9 i bambini in dialisi al Santobono, alcuni già inseriti nella nuova lista. Ogni anno, una dozzina di pazienti campani si trasferisce in altre regioni per il trapianto, soprattutto a Roma e Milano.

Il trapianto vicino a casa: una rivoluzione per le famiglie

Per il direttore generale Rodolfo Conenna, questo progetto è una svolta concreta per i pazienti e le famiglie: «Eviteremo i viaggi fuori regione, riducendo l’impatto emotivo e sociale delle cure e valorizzando le professionalità presenti a Napoli. È un passo avanti per contrastare la migrazione sanitaria passiva».

Il Santobono, inoltre, ha una base nefrologica ampia: 4500 day hospital all’anno e 2500 accessi ambulatoriali, con pazienti provenienti da tutta la Campania, Basilicata, Calabria, nord della Puglia e basso Lazio.

Tempistiche e donazioni: vantaggi per i piccoli pazienti

I tempi d’attesa per i trapianti pediatrici sono generalmente più brevi rispetto agli adulti, grazie al maggior tasso di donazioni e a una lista d’attesa più contenuta. Il Santobono, grazie al riconoscimento come centro di riferimento regionale per la Nefrologia pediatrica, è membro della rete europea ErkNet sulle malattie renali rare e certificatore nei registri nazionali e internazionali. È, di fatto, l’unico centro nefrologico in Campania in grado di trattare pazienti pediatrici con insufficienza renale fin dall’età neonatale.

 

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