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Esteri

“Fermare Netanyahu”, opposizioni unite contro bombe a Gaza

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“Fermare Netanyahu”. E’ l’imperativo che giunge dalle opposizioni dopo l’ennesima strage compiuta con un bombardamento israeliano su una scuola a Gaza. “Altri cento civili palestinesi, molti bambini e donne, fatti a pezzi dalle bombe israeliane sganciate su una scuola-rifugio affollata per l’ora della preghiera”, denuncia il presidente dei 5 stelle, Giuseppe Conte che alla triste conta di “una strage al giorno”, sempre “più atroce”, affianca il dolore di “chi sopravvive alle bombe” ma “muore di fame, sete e malattie. Uno sterminio sistematico – denuncia – messo in atto da un governo estremista che giustifica ogni massacro e teorizza una nuova “morale” che consente di far morire di fame due milioni di palestinesi”.

“Le condanne – scandisce il leader pentastellato – non bastano più. Chiediamo al governo italiano di richiamare il nostro ambasciatore a Tel Aviv (proposta sottoscritta in piena anche dal segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo) in segno di ferma protesta contro gli incessanti crimini di guerra del governo Netanyahu”. “Bombardare scuole e ospedali – denuncia la segretaria Dem, Elly Schlein – è un crimine di guerra. Non è accettabile continuare ad assistere a quello che sta accadendo a Gaza”. “L’Europa e la comunità internazionale – chiede – assumano immediatamente una iniziativa per fermare Netanyahu e raggiungere il cessate il fuoco. Il suo è un governo di estremisti che continua a minare il terreno su cui ricostruire la pace per il Medio Oriente”.

Invitando a sostenere “il lavoro dei mediatori e dei negoziatori per raggiungere un immediato cessate il fuoco”, Schlein punta però il dito contro il governo e la Meloni da cui si aspetta “la più ferma condanna delle azioni del Governo Netanyahu e un’impegno diplomatico serio con i paesi della regione, che fin qui è stato debole e incerto”. E di “atto ingiustificabile nel contesto di una guerra contemporanea” parla il leader di Azione, Carlo Calenda osservando come “Netanyahu stia portando Israele verso un disastroso isolamento politico. Dobbiamo contribuire con ogni mezzo ad imporre un cessate il fuoco immediato e un accordo per il rilascio degli ostaggi. Ma soprattutto – sottolinea – Netanyahu, che chiaramente vuole la continuazione e l’allargamento dello stato di guerra, va isolato dalla comunità internazionale”.

E di Netanyahu come “criminale” parla Nicola Fratoianni, anche lui critico nei confronti del governo italiano: “Immagino che nelle prossime ore qualcuno del governo italiano, con toni solenni, ripeterà che serve moderazione in Medio Oriente. E così penserà di aver salva la coscienza. Mentre il governo del criminale Netanyahu continuerà giorno dopo giorno a massacrare i civili palestinesi”. “Ma non si vergognano – chiede il leader di SI – delle loro parole vuote ed ipocrite? Di fronte a quanto di drammatico avviene quotidianamente in quella zona martoriata, un sussulto di dignità e un’iniziativa diplomatica più decisa ed efficace non sarebbe male”.

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Esteri

Hezbollah attacca in Galilea, Sinwar ringrazia Nasrallah

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Il centro del conflitto mediorientale, mentre a Gaza continua un’emergenza umanitaria senza precedenti, si sposta verso nord, con Israele che allarga sempre più il fronte verso Cisgiordania, Libano e Siria, e gli Hezbollah libanesi sono sempre più coinvolti nello scontro. L’aeronautica militare israeliana ha colpito oggi in modo massiccio vari obiettivi attribuiti agli Hezbollah in Libano (con almeno un morto e 7 feriti, tra cui 4 bambini secondo Beirut) e altri nel sud della Siria dove, secondo il New York Times, domenica scorsa Israele avrebbe usato anche forze speciali per distruggere un impianto per la produzione di missili di Hezbollah vicino al confine libanese, facendo vittime.

Venerdì mattina, in risposta all’attacco israeliano di ieri su Kfar Joz, nel sud del Libano e nel quale sono stati uccisi due combattenti di Hezbollah e un bambino, il movimento filoiraniano ha attaccato una base israeliana in Galilea. In una nota ha affermato di aver lanciato uno “sciame di droni” sulla base Filon a sud-est di Safed, che a loro dire ospita “il quartier generale della 210/a divisione” dell’esercito israeliano. Sostenendo peraltro di aver “causato vittime”, circostanza negata da Israele. Il capo di Hamas, Yahya Sinwar, ricercato numero uno di Israele, avrebbe inviato nei giorni scorsi al leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, una lettera di ringraziamento e di apprezzamento per il sostegno dato dall’organizzazione filoiraniana libanese dall’inizio della guerra contro Israele.

“La beata processione dei martiri – si legge nella missiva secondo i media israeliani, che citano l’emittente libanese filo-Hezbollah al-Mayadeen – crescerà in forza e in potenza nella lotta contro l’occupazione nazi-sionista”, avrebbe scritto il leader di Hamas, e s’impegna a combattere il “progetto sionista” insieme al resto del cosiddetto asse della resistenza anti-Israele “fino a quando l’occupazione non sarà sconfitta e spazzata via dalla nostra terra e il nostro Stato indipendente con piena sovranità non sarà stabilito con Gerusalemme come capitale”. Non si placano intanto gli attacchi israeliani in Cisgiordania, dove un cecchino avrebbe colpito un membro dello staff dell’Urwa, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi da tempo nel mirino di Israele che accusa la presenza tra le sue fila di affiliati di Hamas.

La Cisgiordania – ha denunciato l’agenzia, che intanto ha completato con grande fatica la prima fase di un programma antipolio tra i bambini di Gaza – “sta vivendo livelli di violenza senza precedenti, mettendo a rischio le comunità”. A Gaza, secondo l’agenzia palestinese Wafa, oggi sono morti almeno 6 civili in raid israeliani su Rafah e Nuseirat. Mentre a Istanbul è arrivata la salma dell’attivista turca-americana uccisa durante una protesta in Cisgiordania e domani si terranno i funerali.

A Tel Aviv intanto i parenti degli ostaggi continuano a reclamare un cessate il fuoco e la restituzione dei loro cari, mentre anche la Cina, con il ministro della Difesa Dong Jun, ha affermato che “i colloqui di pace e la soluzione politica sono l’unica soluzione” in Palestina come in Ucraina. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha invece riunito alla Moncloa i ministri del Gruppo di contatto arabo-islamico per Gaza alla quale ha partecipato anche l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue uscente, Josep Borrell. “La comunità internazionale deve fare un passo decisivo verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente”, ha detto Sanchez, basata sulla soluzione a due Stati. Il Cile infine si è associato all’iniziativa promossa dal Sud Africa contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia per presunto genocidio.

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Esteri

Usa, uccisi quattro leader dell’Isis in Iraq

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Gli Stati Uniti hanno ucciso quattro leader dell’Isis in Iraq alla fine di agosto. Lo afferma il Centcom. “Restiamo impegnati a una sconfitta duratura dell’Isis, che continua a minacciare gli Stati Uniti, i nostri alleati e partner e la stabilità regionale”, ha detto il generale Michael Erik Kurilla, capo del Centcom.

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Cronache

Messico, 15 morti per la guerra interna del cartello di Sinaloa

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Un totale di 14 fascicoli d’inchiesta aperti e 15 morti. È questo l’ultimo bilancio della violenta guerra iniziata lunedì tra i Chapitos e i Mayos, le due fazioni in cui si è spaccato il cartello di Sinaloa e facenti capo, rispettivamente, al “Chapo” Guzmán e al “Mayo” Zambada, entrambi detenuti negli Stati Uniti. A confermarlo ai media locali è stata la Procuratrice della Repubblica, Claudia Zulema Sánchez. “Da lunedì ad oggi sono stati registrati 15 omicidi”, ha dichiarato. Lo scorso 9 settembre, il governatore di Sinaloa Rocha Moya era stato costretto a sospendere le lezioni in tutte le scuole e università della capitale Culiacán e aveva chiesto rinforzi militari a Città del Messico per garantire la sicurezza dei cittadini. Oggi sono stati recuperati due cadaveri, uno dei quali decapitato e con segni di tortura in diverse parti del corpo nei pressi del Parco 87, una nota zona verde di Culiacán dotata di attrazioni tra cui scivoli, piscine e un ‘giardino della pace’.

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